venerdì 27 febbraio 2015
La Fed si e ci farà molto male
Solo alcuni giorni fa il novantenne Greespann, ex capo della Fed, avvertiva che il mondo finanziario americano (e quindi mondiale) è in trappola. E lui fra l'altro è uno di quelli che ha più contribuito ad allestire questa trappola.
"(qualche giorno fa) Alan Greenspan, ex-numero 1 della FED per 20 anni (dal 1987 al 2006), soprannominato "il Maestro" per la sua abilità nelle politiche monetarie e per la sua "prescienza"...
"non si può uscire da l'Era del Quantitative Easing + ZIRP senza che si generi nei Mercati un evento significativo....
ovvero
un Crash del Mercato Azionario oppure una Recessione prolungata.
Non c'è una via di uscita dall'Era della stampa di moneta senza pesanti ripercussioni... che potrebbero dunque innescare un QE4 della FED"....................."
(www.ilgrandebluff.info)
I mercati sono stati drogati da interessi prossimi a zero e da grandi emissioni di denaro dal nulla (quantitative easing) servito a speculare in borsa e ad altre operazioni finanziarie.
Una improvvisa fine dello "spaccio di droga finanziaria" potrebbe causare una violenta crisi d'astinenza.
E non è solo Greespann ad avvertire che ci troviamo vicino ad un pericoloso punto di equilibrio, che può diventare un punto di caduta. Ormai il Nasdac ha raggiunto le quotazioni del 2000 ai tempi delle azioni dot.com che crollarono miseramente.
Il rapporto P/E, cioè tra prezzo e rendimento delle azioni sta aumentando a causa dell'inflazioamento dei valori borsistici. Mentre i rendimenti scendono, o vengono tenuti alti artificialmente con trucchi contabili. Quando si raggiunge un rapporto di 25 si è in una zona pericolosa. E probabilmente si è già molto prossimi a tale quota se non si fossero taroccati i bilanci, cancellando i costi facendoli rientrare in "spese non ripetibili" che spariscono dalle voci in rosso diventando magicamente attivi. I rendimenti societari e quindi quelli azionari così sembrano più alti, ma il trucco è ormai evidente perché la "spese non ripetibili" in realtà sono molto ripetute...
Insomma tutta la baracca è retta da un finto ottimismo. Borse che salgono a stecca con la droga monetaria, riprese inesistenti e fragili, quadro internazionale da panico...
E cosa pensa di fare il nuovo capo della Fed Yellen? Proprio di provocare quell'evento significativo che preoccupa Greespan.
"L'appuntamento con il rialzo dei tassi si avvicina. Lo ha detto la presidente della Federal Reseve in un'udienza al Congresso, durante cui ha gettato le prime basi di una stretta monetaria che dovrebbe materializzarsi nell'anno in corso.
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"La situazione occupazionale negli Stati Uniti sta migliorando sotto molti aspetti", ha dichiarato la numero uno dell'istituto centrale davanti alla Commissione Bancaria
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Se l'economia dovesse continuare a migliorare come la Fed anticipa la banca centrale "inizierà a prendere in considerazione un incremento della forchetta di obiettivo dei tassi di riferimento, riunione per riunione".
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Molti funzionari della Fed hanno già detto che avrebbero visto bene la possibilità di imporre una stretta monetaria a metà 2015"
(www.wallstreetitalia.com)
Tutte palle: non c'è nessuna vera crescita dell'occupazione, ma solo statistiche manipolate. I consumi interni USA rimangono deboli. Non c'è nessuna vera ripresa.
"La ripresa americana? Una truffa. Non usa mezzi termini, Albert Edwards, strategist di Societé Generale noto per il suo pessimismo cronico
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Secondo l’esperto la situazione è talmente compromessa, che non sono escluse "violente" reazioni del mercato nella seconda metà dell’anno.
Edwards invita a guardare i dati sugli utili: "La flessione dei profitti degli Stati Uniti sta accelerando e non è solo un fenomeno legato al petrolio o al dollaro. Senza considerare che ci sono numerosi dati macro che hanno deluso le attese nel mese di febbraio".
(www.wallstreetitalia.com)
La Fed aumentando i tassi rischia di rompere il giocattolo borsistico: finirà la pacchia del prendi in prestito a costo zero e gioca in borsa tanto sai che sale perché la Fed stampa dollari. Potrebbero crearsi all'improvviso ondate di panico con clamorose cadute di borsa, se tale giochino si inceppasse.
E poi un aumento dei tassi americani potrebbe generare anche squilibri mondiali. Con flussi di capitale in uscita dai rischiosi paesi in via di sviluppo verso gli USA. E per ripercussione un aumento di tassi ovunque dall'Europa al Giappone. Un problema per i conti degli Stati molto indebitati come Italia o Giappone.
"L'ex presidente della Fed Alan Greenspan torna a parlare e lo fa smentendo le dichiarazioni dell'attuale numero uno dell'istituto, Janet Yellen. "Il mercato azionario sta riportando davvero una buona performance. L'economia no".
La "crescita economica degli Stati Uniti non è solida" ed è stata la Fed il principale motore dell'espansione dei P/E delle azioni. La Banca centrale americana, insomma, è responsabile dell'inflazione in atto nel mercato azionario.
Ancora: "il fatto che i tassi a lungo termine siano bassi non è un enigma. E' un'indicazione di quanto la crescita dell'economia globale sia debole". Il punto è che la "la domanda effettiva è straordinariamente debole - simile agli ultimi stadi della Grande depressione".
Alla domanda su come le cose andranno a finire, Greenspan risponde: "Dipende ...quando i tassi di interesse reali inizieranno a salire, è allora che la crisi potrebbe colpire".
(www.wallstreetitalia.com)
Penso che la "pazienza" manifestata dalla Fed nell'attendere prima di decidere di aumentare i tassi ufficiali, si tramuterà in un ennesimo sbraco. La Fed non può permettersi di alzare i tassi: provocherebbe la fine della debole ripresa in atto sostenuta dal basso costo del petrolio. Una ripresa che sa più che altro di stagnazione controllata... Si dovrà tornare a stampare dollari come se non ci fosse un domani...
Certo è un mondo strano, dove il governatore precedente della Fed ammette i propri errori, cioè di aver inflazionato i listini borsistici (cioè creato la mega bolla finanziaria attuale), ammette che la cosa non è positiva, e nello stesso tempo mette in guardia il suo successore nel prtaicare politiche opposte. E come se dicesse: ho sbagliato, ma da questo errore non si può uscire. Quindi l'attuale capo della Fed non può far altro che proseguire su quest'errore, se non vuole provocare un immane diluvio che spazzerà via mezza economia finanziarizzata.
Dalla gabbia dorata del quantitative easing e dei tassi a zero non si può uscire...
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