lunedì 9 febbraio 2015
Ripetita juvant, però annoia
Mi sembra noioso ripercorrere sempre gli stessi temi, però quelli sono. Inutile dire che tutto va male, lo vediamo tutti. Però le cose stanno così. Il mondo va sempre peggio.
Lentamente la recessione arriva ovunque. E dove non c'è tecnicamente, come negli Usa, c'è invece nella sostanza. Nella vita di tutti i giorni degli americani, che infatti non consumano più come un tempo. Che lavorano anche di più, ma hanno redditi sempre più bassi. Dove aumenta l'occupazione nelle statistiche falsate, ma negli ultimi decenni è diminuita fortemente la forza lavoro. Come può essere? E' semplice, basta non conteggiare più quelli che si scoraggiano ed escono per sempre dal mondo del lavoro.
Ed ora anche la Cina mostra le prime crepe (quasi -20% di import e circa -3% di export). Non cresce più in modo vertiginoso come qualche anno fa, e mostra i segni di un'economia matura.
"... torniamo al normale rallentamento globale, il benchmark non può che essere la fabbrica del mondo ovvero la Cina, il luogo dove ancora oggi si fa materialmente praticamente tutto.
Ebbene la mitica Cina sta rallentando, importa di meno, ed esporta di meno. Il suo record nel surplus commerciale è una illusione ottica buona per migliorare la bilancia dei pagamenti, ma se grattiamo la superfice c’è un fatto:
- La Cina chiede al mondo meno beni e servizi e riesce ad esportare nel mondo meno beni e servizi
Il che non è, e non dovrebbe essere una tragedia, anzi trattasi di una normalissima fase di aggiustamento anzi, si tratta di una fase che certifica anche la maturità della Cina che sta uscendo dallo status di paese emergente.
Ma chiedetevi: cosa significa per l’occidente, e in particlare cosa significa per l’Italia?"
(www.rischiocalcolato.it)
Per l'Italia sarà come al solito. Dopo i roboanti annunci di ripresa di questi giorni, arriverà la realta gufa. Le prime "sparate" di Confindustria, di crescita oltre 1,5% del Pil, non è il caso di commentarle. La fantascienza lasciamola al cinema.
La crescita dello 0,5% del Pil pronosticata da Bankitalia ed altri enti sovrannazionali è meno fantascientifica, ma comunque ha come considerazione di base il fatto che fuori d'Italia le cose vadano per il meglio. Non solo che petrolio e materie prime si mantengano basse di prezzo, ma che ci siano nazioni che aumentino i consumi interni per acquistare le nostre merci. Invece non pare che ciò avvenga.
Anzi, proprio il collasso delle materie prime (escludendo il petrolio dove predominano ragioni geopolitiche), ma anche dei costi di trasporto, indica che non c'è richiesta in crescita di beni nel mondo. Anzi gli scambi sembrano diminuire. Quindi l'ottimismo di queste previsioni, che comunque nel mio piccolo avevo fatto anche qui (vedi: "post ottimista per il 2015") senza avere grandi staff alle spalle, è da prendere molto con le pinze. E comunque è di nuovo inutile ricordare (ripetita juvant) che tutti questi grandi enti che pronosticano crescite per l'Italia e per il mondo, non ci hanno mai azzeccato.
""La Commissione europea conferma un contenuto ritorno alla crescita per il 2015 in Italia, con il Pil in aumento dello 0,6%
...
1. Rallegriamoci!
In questo mondo di incertezze geo-politiche e int€rnazional-finanziari€-monetari€,
...
abbiamo una bella sicurezza.
La Commissione UE, infatti, toppa regolarmente ogni anno le proprie previsioni di crescita per l'anno successivo.
E le toppano regolarmente anche il FMI, l'OCSE e, naturalmente, la Banca d'Italia (della Confindustria e delle sua fantasmagoriche "spinte" superiori alle "attese" abbiamo già detto).
...
Questo perchè, come sappiamo, i conti di ESSI non tornano, mai e poi mai, semplicemente perchè non applicano un moltiplicatore fiscale (per i saldi delle manovra fiscali che impongono) minimamente rispondente alla realtà.
Di più, accecati dalla loro stessa furia deflazionatrice, - che funziona eccome se hai un solo obiettivo: la perfetta flessibilità "competitiva" sul mercato del lavoro!- è ormai chiaramente da presumere che il moltiplicatore fiscale lo sottostimino deliberatamente
...
Insomma, se la Commissione ci dice che la crescita italiana nel 2015 sarà dello 0,6 (punti di PIL)
...
Diciamo, applicando lo scostamento previsionale regolarmente ottenuto da tale "entità" €urocratica, una recessione intorno al -0,4-0,5.
...
anche ESSI ammettono che c'è questa forte "volatilità" dei mercati e che la situazione geopolitica può peggioare le cose! Ergo: potrebbe andare anche molto peggio."
(orizzonte48.blogspot.it)
Il risultato è che a fine anno i conti dello Stato saranno di nuovo da rifare a causa di previsioni sballate. E arriverà la consueta stangata. Finché rimarrà qualcosa da "stangare" agli italiani...
E tanto per insistere su temi triti e ritriti, la Grecia torna a periodi ad imperversare sui media mondiali. A dimostrazione di come il problema sia stato brillantemente risolto dai burocrati euro-germanici in questi anni. Anzi, prevede che il problema tornerà sempre più prepotentemente in auge. Se questa volta non verrà risolto con Syriza al potere, la prossima si riprensenterà con Alba Dorata o una giunta di colonnelli a capo della Grecia. E sarà sempre peggio.
Un altro tema che imperversa da anni, malgrado gli avvertimenti di molti economisti accorti ma inascoltati, è la deriva finanziaria mondiale. Un mondo dove il potere economico legato al lavoro manuale ed intellettuale è ormai minoritario, dove le grandi somme finanziarie non sono più investite nella crescita ma nella pura speculazione delle "tre carte". Il denaro si autoalimenta in attività finanziaria più simili a bische che investimenti.
"Guan Jianzhong, numero uno dell'agenzia di rating cinese Dagong Rating Acency, ha lanciato un alert, prevdendo che "nei prossimi anni l'economia globale potrebbe scivolare in una nuova crisi finanziaria globale...peggiore perfino di quella del 2008".
Stando a quanto riporta l'agenzia di stampa russa ITAR TASS, il funzionario si è così espresso. "Ritengo che dovremo far fronte a una nuova crisi finanziaria globale nei prossimi anni. E' difficile stabilire il momento esatto, ma ci sono tutti i segnali, come il crescente volume dei debiti e lo sviluppo incerto di economie di Usa, Ue, Cina e di altri paesi avanzati".
"La crisi corrente in Russia è stata causata dalle sanzioni dei paesi dell'Occidente più che da fattori interni. Se guardiamo agli Stati Uniti e ai paesi dell'Unione europea, le loro crisi sono state provocate invece da fattori interni, e non esterni", ha continuato Jianzhong, sottolineando che "diversamente dalla Russia, la portata dell'erogazione dei crediti in queste economie ha ecceduto il potenziale della produzione di beni e ha creato una bolla".
Tale "crisi è stata trasmessa al mondo intero attraverso una politica di quantitative easing e l'utilizzo della stampa (di moneta)". Un ritorno al "modello di crescita concentrato su consumi a credito potrebbe diventare fonte di una nuova crisi". "
(www.wallstreetitalia.com)
Stampa che ti passa. Tanto è solo carta colorata con dei numeri... anzi non è più nemmeno necessario tagliare le foreste. Sono solo bit dentro a un computer. Perché investire in ricerca, imprese, istruzione, infrastrutture ecc. se puoi risolvere tutti i tuoi problemi molto più rapidamente premendo il tasto "enter" del computer?
Vedremo fra qualche anno se i risultati saranno così mirabolanti come annunciano le banche centrali di tutto il mondo. Anzi lo vediamo già oggi. Aumentare le bolle finanziarie non risolve nulla ed anzi peggiora la situazione. Ma chiaramente chi ha prodotto il fallimento di questo sistema, non ci sta a farsi da parte (che sarebbe il minimo, andrebbero processati) ma vuole mantenere i vantaggi e quindi si continua su questa strada correndo sempre più rapidamente verso il disastro completo.
Un altro post ripetitivo. Ma purtroppo non vedo cambiamenti in giro. Ci sta tentando Tsipras a far ragionare diversamente i nostri governati europei. Ma temo fallirà, perché sarà stritolato dai ricatti di Bruxelles, Germania e Bce.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento