mercoledì 31 ottobre 2012

Ma l'austerità montiana non ha colpe?




Leggo considerazioni sul fatto che i risultati elettorali siciliani, con un alto astensionismo e partiti al lumicino, siano da imputare alla sfiducia che gli italiani hanno verso quest'ultimi.

In particolare il maggior responsabile di questa sfiducia, oltre gli scandali continui, sarebbe il berlusconismo che in questo vent'anni non ha fornito risposte. Il parafulmine nazionale funziona sempre. Se qualcosa non va nella vita pubblica italiana, c'è sempre un capro espiatorio pronto da incolpare di ogni nefandezza.

Certo che il Cavaliere è corresponsabile della generale sfiducia degli italiani. Ma non gli si può addossare tutti i fallimenti di questo paese. Sul corriere lo si incolpa addirittura dell'astensionismo. In quanto avendo privato gli isolani di un'alternativa votabile, questi sono rimasti a casa.

Capisco che le responsabilità devono essere addossate a qualcuno, per sentirsi in pace con la coscienza.
Ma di solito si dice che morto un Papa se ne fa un altro. Qui il problema è che il Papa è morto ma non si vede il sostituto, e non può essere addossata la colpa a quello morto. Semmai ai cardinali-partiti, che non si sono preparati un successore.

Ma forse bisogna anche dire che qualcuno ha reso difficile la vita ai partiti (non solo la magistratura), rendendo quasi inutile e superflua la loro esistenza. E questi qualcuno sono fuori dal sistema, o molto più in alto dei partiti.

Certo i partiti sono colpevoli di essersi fatti ricattare dai diktat provenienti dall'estero e da chi dovrebbe vigilare sulla democrazia.

Il potere dei partiti è stato svuotato. Se per il Pdl una buona responsabilità è dell'impianto del partito plasmato da Berlusconi, non gli si possono imputare responsabilità anche per gli altri.

Il potere dei partiti è stato svuotato, ben prima delle inchieste di Fiorito, cioè quando è stato imposto Monti contro quella che era stata la scelta elettorale degli italiani. Questi sentono nel profondo di essere stati fregati dal sistema, anche se il cambio di governo è avvenuto nella massima legalità. Per questo si chiedono per quale motivo dovrebbero continuare a votare democraticamente, se poi l'Europa, la Germania o chi per essi decidono diversamente sulle loro teste.

I partiti non sono più in grado di difendere gli interessi degli italiani. Da quelli inconfessabili, a quello nobili. Gli è stato tolto di mano il portafoglio pubblico per demeriti evidenti. Ma anche se i giudici tecnocrati hanno perfettamente ragione, non hanno avuto mandato democratico per comminare la pena. E soprattutto hanno delegittimato quei partiti che in fondo sono una componente essenziale della democrazia. E forse lo stanno facendo di proposito.

E' stata archiviata la democrazia in sordina, imposto un tecnocrate che produce più danni di quelli che risolve, ed ora i giornali e i media di grande diffusione si lamentano della situazione creatasi, dopo aver contribuito ad assecondarla. Cercano le responsabilità dell'accaduto dove è più facile. Accanendosi con un relitto della seconda repubblica ormai fallito. Ma distolgono lo sguardo dalla vera causa: il beffardo salvatore della patria che in meno di un anno ha procurato più disastri che il Cavaliere in venti.

Purtroppo quando la maggioranza degli italiani ne avrà preso coscienza, sarà troppo tardi. La Grecia è alle porte. I salvataggi dell'Europa esistono solo nella testa degli eurocrati. Grecia e Portogallo sono distrutti più dai salvataggi che dalla crisi. Ora tocca alla Spagna, poi a noi.

Il movimento di Grillo è una buona difesa democratica, sicuramente migliore dei manganelli di Alba Dorata, ma purtroppo insufficiente. Gli italiani che l'hanno capito sono ancora pochi, troppo pochi. Anzi, c'è la possibilità, come afferma il Financial Time, che una grande affermazione nazionale del M5s, non faccia altro che favorire un Monti bis. Provocando l'aggregazione forzata di sinistra e destra per dare un governo alla nazione.

Ma se invece il M5s dovesse diventare un fattore di crisi molto forte, impossibile da ricomporre in un Parlamento ingovernabile, allora potrebbe innescare un processo di revisione del sistema europeo: o l'Europa si disgrega definitivamente, o si avvia finalmente un processo democratico dal basso.

Se l'Italia abbandonasse il piano di risanamento basato su euro e austerità, provocherebbe un cambio di paradigma a livello europeo. Con una Germania sempre più isolata e in crisi, e i paesi del sud Europa che riacquisterebbero la forza per gridare la loro contrarietà, il loro disagio, la loro rabbia. E non è nemmeno detto, come afferma il Financial, che il movimento grillesco porterà solo caos. Gente nuova e giovane potrebbe portate idee innovative in grado di risolvere la crisi meglio di quanto abbia fatto l'austerità tedesca finora (ci vuole poco in fondo).

martedì 30 ottobre 2012

Stiamo spaventando l'elettorato tedesco




La canzoncina di Dorelli è dedicata a un Presidente che sente ancora il riverbero del "boom" degli anni '60, ma non quello del 2012. Sarà l'età, come direbbe Renzi. La canzone è del 1967, dovrebbe udirla...

Con un astensionismo che supera il 50% e un frazionamento politico evidente, la Sicilia ci consegna un risultato elettorale che dovrebbe mettere in allarme tutti. Dal centro Europa al Quirinale, dai sostenitori dell'agenda Monti ai populisti decotti di ieri.

E comunque dovrebbero mettere in allarme la Germania e i sostenitori dell'austerità, tutto l'insieme della situazione italiana: l'alta astensione; il ritorno di Berlusconi, non per il ritorno in se ma per i toni "guerrafondai"; il grande successo del movimento di Grillo; l'evaporazione dei partiti tradizionali, compresa l'ex opposizione, che non guadagna un gran che dall'appoggio "responsabile" di Monti. Il Pd da solo rappresenta in Sicilia il 15%x50%, cioè il 7% circa della popolazione. Il Pdl un poco meno. Si tratta di percentuali da partito residuale.

Dove in realtà si definiscono "responsabili" dei pazzi furiosi che stanno affondando l'economia reale togliendogli l'ossigeno. Strozzando ogni giorno chi lavora con tasse e con il prosciugamento della liquidità. Responsabili si, ma del massacro economico e sociale che gli italiani avvertono sulla loro pelle. Altro che responsabili.

E comunque credo, che malgrado i toni contrariati di Bersani e Renzi verso il Cavaliere populista, troveranno presto un accordo con quest'ultimo per togliere il sostegno a Monti anzitempo. Ogni giorno che passa, il contatore delle percentuali del M5s avanza inesorabilmente. Sta guadagnando un punto percentuale per ogni mese in più che Monti governa. Se si voterà ad Aprile o a Maggio, il M5s rischia di diventare il primo partito e con il "porcellum" che nessuno riesce a modificare, può ambire a prendere il premio di maggioranza.
Ieri qualcuno scriveva: per conoscere la percentuale nazionale del M5s, è sufficiente prendere il risultato siciliano e sommare 5 punti percentuali. Bene, allora a questo punto il M5s dovrebbe già essere attorno al 20%, confermando in pratica i sondaggi. Ad Aprile varrà il 25%, sempre che Monti non si inventi ancora altre manovre, perché allora arriverà al 30%!

Ora penso, che se B. Grillo ha un po' di riconoscenza, dovrebbe dire molti grazie. Ai suoi sostenitori? nient'affatto, dovrebbe fare un tour e portare i suoi ringraziamenti più sentiti, alla Cancelliera Merkel, al presidente della Bce Draghi, e poi in Italia a partire dal colle più alto di Roma, giù a stringere le mani a tutti i leader politici e tecnici. Sono infatti loro ad aver apprestato al meglio la campagna elettorale del M5s, preparando ricette politiche ed economiche così odiose e indigeste, da spingere l'elettore (anche controvoglia) fra le braccia di Beppe.

Dispiace solo che non sia riuscito a convincere quel 50% di siciliani che ha preferito stare a casa.

E comunque, è tutta colpa dell'immaturità degli italiani se accadono queste cose. Siamo proprio un popolo inetto, e soprattutto irriguardoso e irriconoscente verso i fratelli tedeschi che tanto fanno e tanto bene vogliono a quest'Europa (tirannica). Siamo un popolo di cui non ci si può fidare: per il nostro bene ci stanno togliendo il lavoro e il welfare, e noi invece di ringraziare, diamo appoggio ai populisti. Ma che diamine, non si fa così. Concittadini, vergognatevi di fronte all'elettore tedesco, e in devoto silenzio, prostratevi a sua maestà l'euro, e ai suoi scherani montiani.

Non facciamoci riconoscere, siamo i soliti pagliacci che si lamentano sempre. Manteniamo un contegno più consono. Paghiamo le tasse fino all'ultimo centesimo guadagnato, perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Accontentiamoci di lavori precari perché comunque non abbiamo diritto al lavoro, è già molto quello che ci concede sua maestà l'euro. E se ci ammaliamo e non possiamo permetterci le cure, andiamo a morire in un angolo senza fare casino. L'elettore tedesco potrebbe rimanerne turbato.

Anche Monti l'ha detto che ci vuole bene. Lui non si sente attaccato da chicchessia, perché in fondo lo hanno chiamato per risolvere un problema (Stai a vedere che l'ha chiamato proprio Berlusconi...). Ci sta facendo un favore.  Il nostro premier si sente un benefattore. Ci sta massacrando, ma lo fa per il nostro bene. Bisogna essere riconoscenti dei danni che sta provocando.

Bene. Continuiamo così. L'Europa è sempre più nei nostri cuori, soprattutto i paesi del nord. Se tutto va bene, nel 2013 avremo un altro bel cappio al collo. Si vocifera che Monti, prima di andarsene, voglia chiedere l'aiuto al Mes e firmare un bel memorandum con l'Europa, da consegnare a mo' di eredità, al prossimo presidente del consiglio. In modo che non si scordi di seguire la via giusta, quella dell'austerità che porta dritta verso il default. Il prossimo premier sarà eletto è chiaro, si ma così... per scherzo... mica governerà con idee sue. Non dovrà pensare a nulla, tutto il lavoro gliel'ha già preparato la Bce, la Bundesbank e la Merkel.

Non so come andrà a finire, ma quasi quasi mi auguro che l'Italia venga sommersa da un bello "tsunami di spread" che faccia terminare questa lenta e inesorabile agonia. L'ho già scritto e lo ripeto: ben vengano Berlusconi, Grillo e quant'altri a fare i pazzi, che terrorizzino i mercati, che ci facciano affondare del tutto. Ma se affondiamo noi, ci seguirà il resto d'Europa. E sarà un piacere vedere certi leader da strapazzo europei annaspare nelle acque del naufragio.

lunedì 29 ottobre 2012

Un tempo conti e duchi, oggi commissari



Un tempo i sovrani incaricavano conti, marchesi, duchi e altri vassalli dell'amministrazione di parte dei loro territori. Oggi si pensa di delegare l'amministrazione di pezzi di economia ai commissari europei. Cambiano  i tempi, ma una cosa accomuna i due sistemi: l'ignorare i fondamenti della democrazia.

Nel medioevo era comprensibile: i ricordi delle democrazie greca e romana dell'antichità si erano ormai affievoliti fino a scomparire. Ma oggi non è più scusabile questa dimenticanza, questa non curanza per le conquiste sociali degli ultimi tre secoli, dalla democrazia al welfare.

Fanno paura le ultime considerazioni di Draghi rilasciate in un'interviste al tedesco Spiegel:

"Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble (Cdu), ha ragione nel chiedere un supercommissario alla valuta, che controlli i conti dei Paesi dell'Eurozona. E su questo ha il pieno appoggio di Mario Draghi.
...
«sarebbe intelligente se i governi la esaminassero attentamente. Di una cosa sono sicuro, se vogliamo ristabilire la fiducia nell'Eurozona, i Paesi devono cedere a livello europeo una parte della loro sovranità»
...
«Molti governi non hanno ancora capito di aver perso la loro sovranità nazionale da molto tempo perché si sono pesantemente indebitati e sono alla mercé dei mercati finanziari»."


Da evidenziare l'ultima frase, sembra pronunciata dallo strozzino di turno che sta per distruggere tutta la tua vita. Praticamente ci informa che siamo in bancarotta e non abbiamo più nessuna possibilità di decidere sul nostro destino. Siamo schiavi dei creditori.

C'è anche un avvertimento per la politica italiana: i vari Bersani, Renzi o berlusconiani non pensino di potersi allontanare troppo dalla rotta tracciata da Monti. E' inutile agitarsi troppo per la campagna elettorale, tanto, come già spiegato da Monti, l'agenda 2013-2014-2015... ecc. è già stata scritta:

"...acquisteremo bond solo di quei Paesi che accettano rigide condizioni e verificheremo esattamente se le condizioni sono state rispettate». Alla domanda se davvero la Bce bloccherebbe questi acquisti, nel caso in cui un Paese non realizzasse le riforme promesse, il presidente della Bce non ha esitazioni: «Ovviamente, se un Paese non rispetta gli accordi, non riattiveremo il programma (di acquisto di bond, ndr). Abbiamo annunciato che le operazioni verranno sospese, non appena il Paese in questione verrà sottoposto ad un controllo». A quel punto, «chiederemo al Fmi e alla Commissione europea di valutare se quel Paese rispetta gli accordi. Solo in seguito riprenderemmo le operazioni"
(www.corriere.it)

E poi c'è un ennesima conferma delle profezie/considerazioni di Soros:

"«Non vogliamo eliminare del tutto lo spread tra i vari Paesi», conclude Draghi, «ma interverremo quando le differenze tra i tassi sono eccessive»"

La Germania, e a quanto pare anche la Bce, non hanno nessuna intenzione di risolvere la crisi. Ma fanno il minimo indispensabile per mantenere a galla i paesi europei più in crisi, mantenendo la supremazia della Germania sull'Europa, a tutto vantaggio della sua economia.

Ma queste esternazioni di Draghi, supportate da tutta l'élite finanziaria continentale, non fanno altro che lubrificare le ghigliottine di domani. Una classe dirigente che si sta rendendo odiosa, più del guitto Berlusconi, e non se ne rende nemmeno conto. Da per scontato che calpestare i diritti di pensionati, lavoratori, giovani, studenti, infermi ecc. sia la cosa giusta da fare, approvata dalle masse popolari, in quanto approvata dai maggiori salotti che frequentano.

E a proposito del Cavaliere, se da un lato sono schifato dalle sue continue giravolte, dal lato opposto spero che faccia un gran casino. Che sfasci il Pdl (già in estinzione), che faccia cadere il governo dei tecnocrati, che renda le elezioni un referendum sull'euro e sull'Euopa, che obblighi la televisione e i maggiori media a parlare giorno e notte di questi temi, che si parli di quello che è un tabù e di cui nessuno vuole che si parli. Dal Fiscal Compact al Mes, dal ritorno della Lira all'estinzione del debito con un clic (da leggere l'ennesimo illuminante articolo di Zibordi: "Alleggerimento quantitativo per il popolo") ecc.

Il Cavaliere non vincerà mai più le elezioni. Ma l'ultimo regalo che può fare all'Italia (sempre che ne abbia fatti prima), è diventare un B. Grillo moltiplicato per 100. Far scendere dallo scranno i professori, ed obbligarli a confrontarsi con le necessità del popolo. Monti e Napolitano si dicono preoccupati? evviva, finalmente hanno trovato sulla loro strada qualcun che dice "no", e può fermarli. Finalmente anche loro sono preoccupati, perché gli italiani lo sono ancora di più, e forse per  motivi opposti. Qualcuno mi odierà per queste considerazioni, ma visto che la situazione è quella che è, bisogna approfittare di qualsiasi situazione. Si deve fare il pane con la farina che c'è.

Quindi ben venga la follia e la rabbia berlusconiana, se serve finalmente a fare un po' di pulizia dell'ipocrisia istituzionale che permea Presidenza, Governo e Parlamento. Del resto sono sempre le stesse categorie a dire la verità: i bambini, gli ubriachi ed i folli. 
Muoia Sansone-Berlusca con tutti i Filistei...
Forse lo spread tornerà a salire, ma forse è meglio pagare un prezzo subito e liberarci delle catene euro-austeriche, piuttosto che continuare a morire un pezzo ogni giorno, fino a trasformare l'economia italiana in un deserto.

Intanto attendo il risultato delle elezioni siciliane sperando che questa volta il "boom" sia bello forte e raggiunga le orecchie ovattate di certi ottuagenari.

domenica 28 ottobre 2012

Mi si è ristretto l'Universo

Le interconnessioni fra particelle di Garret Lisi


Più sappiamo e più siamo coscienti di non sapere. Cosa conosciamo dell'universo in cui viviamo, siamo coscienti del posto che occupiamo in questo mondo?

A volte pensiamo di aver raggiunto alte vette di sapere, e se ci guardiamo indietro effettivamente la strada percorsa è molta: dalla teoria teologica di un universo costruito a sfere celesti attorno alla Terra, alla cosmologia moderna del Big Bang sono stati compiuti passi enormi.

In questi anni da un certo punto di vista l'universo si è però ristretto e nel contempo è divenuto esageratamente grande. Quello di vecchia concezione, dopo averci fatto lasciare gli spazi angusti del nostro sistema solare, e averci portato a raggiungere le galassie più lontane, ora è di nuovo superato da qualcosa di ancora più grandioso;  Oltre ciò che vediamo, l'universo ha allargato i suoi confini a dismisura.

L'universo fisico oggi conosciuto dovrebbe avere un diametro di 13 miliardi di anni luce, che coincide con la sua età stimata in seguito alla sua nascita con il Big Bang.

Ma potrebbe essere una visione limitata o sbagliata. Da alcuni anni, una ventina, la fisica classica è messa in crisi da nuove scoperte cosmologiche:
- primo, la materia osservata e stimata nelle galassie non sembra sufficiente a garantire la stabilità dell'universo stesso;
- secondo, si sapeva dal dopoguerra che l'universo si espande, oggi si sa che tale espansione è in accelerazione.

Il primo punto è legato alla teoria gravitazionale newtoniana e la successiva teoria relativistica di Einstein. Le galassie, con la materia osservata dai telescopi, non potrebbero formarsi e nemmeno stare insieme. E la materia mancante non è nemmeno poca, circa il 80% (ma forse di più) di quella che sarebbe richiesta dai calcoli teorici (it.wikipedia.org).

Qui si pone un dubbio molto serio, e ancora irrisolto: non riusciamo a vedere o trovare questa materia impalpabile (tipo neutrini imprendibili), oppure è sbagliata la teoria alla base della fisica classica? La seconda ipotesi non è un affronto ai grandi scienziati del XX secolo e precedenti, ma potrebbe essere la conseguenza del mancato matrimonio tra fisica classica e quantistica. La prima finisce in pratica con Einstein, la seconda nata per definire il funzionamento della materia a livello atomico, ci sta portando in territori inaspettati e incredibili: il paese delle meraviglie di Alice al confronto è un posto ordinario.

La scoperta dell'espansione dell'universo fece dire ad Einstein che la "costante universale", un numeretto inventato per non far collassare l'universo nei suoi modelli relativistici, era stato il più grande errore della sua vita. Chissà cosa direbbe oggi che invece questo numeretto è stato reintrodotto, ma con funzione diversa, per tener conto dell'accelerazione dell'espansione.

La scoperta dell'accelerazione dell'espansione universale è stato l'ultimo choc della fisica classica. Se l'espansione dell'universo iniziata con il Big Bang poteva essere assimilata ad un'esplosione, intuitivamente c'era da aspettarsi un progressivo rallentamento dell'espansione. Invece si assiste al contrario, ad una continua accelerazione. C'è quindi un'energia sconosciuta, di dimensioni straordinariamente grandi, che risucchia sempre più velocemente l'universo verso un confine esterno ignoto.

E' stato calcolato che la fine dell'universo, se non cambia nulla nelle attuali scoperte cosmologiche, sarà molto triste: ad un certo punto le galassie saranno così lontane che non saranno più visibili tra loro; poi scompariranno le stelle più vicine a noi; poi inevitabilmente comincerà a disgregarsi la materia frazionandosi in particelle sempre più piccole.  L'energia oscura diventerà predominante superando anche la forza fisica più potente, quella che tiene assieme la materia.

Si arriva così all'assurdo che l'universo osservato da telescopi ed altri mezzi tecnici, è inferiore al 5% di ciò che dovrebbe esistere. La maggiore entità sconosciuta è proprio l'energia che promette di distruggere l'universo. E' logico che alcuni scienziati siano alla ricerca di un eventuale errore nelle moderne teorie fisiche, per molti non è accettabile che l'universo si riduca a così poco.

E pensare che la più grande energia universale, l'inafferrabile energia oscura, potrebbe essere fatta di nulla. Cioè di quel vuoto quantistico che in realtà non è per niente vuoto. Ma è ripieno di particelle virtuali che appaiono e scompaiono in un tempo così breve che non è misurabile. Particelle che non si palesano come reali perché non hanno sufficiente probabilità di esistere (una delle tante bizzarrie della fisica quantistica), ma che comunque sarebbero in grado di produrre una sorta di forza antigravitazionale che risucchia (o respinge?) l'universo sempre più velocemente verso l'esterno.

A questo punto, si comincia ad avere le vertigini: è già decisamente difficile immaginarsi un universo largo 13 miliardi di anni luce, ma se poi anche tutto questo non è nemmeno il 5% di quanto esiste, allora diventa complicato avere un concetto razionale del nostro universo.

Ma non finisce qui. Perché esistono varie teorie che preconizzano l'esistenza di più universi o di universi infiniti. O di universi dentro universi. Si tratta di teorie che per quanto siano da molti considerate folli, in realtà sono supportate da idee scientifiche perfettamente coerenti. Ne esistono molte di queste teorie, su wikipedia c'è un elenco piuttosto lungo: it.wikipedia.org

Ma ancora una volta le teorie del "multiverso" si incrociano con le teorie quantistiche, da quelle classiche e riconosciute, a quelle più eretiche delle "stringhe" e delle "brame" vibranti al posto di onde e particelle.

Ma se quindi l'universo rischia di allargarsi nella sfera del molto grande fino a considerare la possibilità del "multiverso", rischia ora anche di espandere i suoi confini in modo incontrollato nell'infinitamente piccolo.
La meccanica quantistica ci pone di fronte a molte bizzarrie, una piuttosto incredibile è il fenomeno dell'etanglement (it.wikipedia.org). Gli scienziato lo definiscono un fenomeno "non locale", che in definitiva significa che due o più particelle possono scambiarsi informazioni indifferentemente dalla distanza fra loro. Dal punto di vista classico, questa è un'eresia, perché comunque il messaggio e il messaggero più veloce, non possono viaggiare più veloce della luce: per la fisica classica c'è una bella differenza tra due interlocutori nella stessa stanza, o in due continenti diversi, o in due galassie diverse. Per la fisica quantistica invece è del tutto indifferente.

Questo porta a fare delle considerazioni, che forse non sono nuove nelle religioni orientali: tutto è interconnesso; la singola parte comunica con il tutto, il tutto come somma delle parti assume una propria capacità di influenza sulle singole parti.

"Il potenziale quantico non opera come i campi elettromagnetici classici ma agisce in maniera istantanea e solo come pura "forma". La particella si comporta in pratica come una nave che arriva al porto grazie alla potenza dei suoi motori (vale a dire all’azione dei campi classici che conosciamo) ma sotto la guida di un radar (vale a dire il potenziale quantico) che le indica la strada da seguire. Nell’ambito della teoria di Bohm, è proprio il potenziale quantico a determinare la non località dei processi microscopici, la comunicazione istantanea tra le particelle subatomiche: il potenziale quantico informa ogni particella sul dove andare – come se dietro alla realtà fenomenica spazio-temporale fatta di materia ed energia, esistesse un piano nascosto che guida la particella e la unisce a tutte le altre particelle in un’unica simbiosi cosmica."
(www.altrogiornale.org)

Quindi ciò che percepiamo della realtà deve essere solo una minima parte dell'esistente. Esiste un livello nascosto, in cui le particelle di materia sono legate, e che sfugge alla nostra vista.

"Secondo Bohm è possibile individuare nella meccanica quantistica due diversi livelli di descrizione della realtà: l’interpretazione standard e il suo formalismo ci permettono di rendere conto del foreground, dell’ordine esplicito del mondo macroscopico così come ci appare dalle nostre misure, e che è caratterizzato da manifestazioni locali e frammentarie Quello che avviene nell’ordine esplicito rappresenta tuttavia una proiezione del livello fondamentale, nascosto, cioè il livello del background e dell’ordine implicito, caratterizzato da non località e non separabilità.
...
...una nuova concezione di totalità indivisa che nega l’idea classica della possibilità di analizzare il mondo in parti esistenti in maniera separata e indipendente: la realtà fondamentale è l’inseparabile connessione quantistica di tutto l’universo e le parti che hanno un comportamento relativamente indipendente sono solo forme particolari e contingenti dentro questo tutto”.
...
è lecito pensare che, al livello fondamentale, sia uno spazio atemporale a trasmettere l’informazione tra due particelle subatomiche, ... Quando si prende in considerazione un processo subatomico ... lo spazio atemporale assume lo stato speciale rappresentato dal potenziale quantico e questo determina una comunicazione istantanea tra le particelle in esame. In questo quadro, lo spazio-tempo relativistico (la nostra realtà ndr) può essere visto come una struttura che emerge da questa arena fondamentale di natura atemporale."
(www.altrogiornale.org)

In pratica l'universo che misuriamo, composto di spazio e tempo, sarebbe un sottoprodotto di un livello sconosciuto privo di tempo. Sono in effetti affermazioni scientifiche che confinano sempre più con i concetti religiosi, come per esempio quello di eternità. In effetti, già altri scienziati hanno proposto la non esistenza del tempo; per esempio Penrose, afferma che il tempo non sarebbe altro che una specie di degenerazione di un tipo di distanza, o dimensione geometrica.

In effetti, anche le ricerche di Garret Lisi, altro scienziato stravagante, vanno nella direzione di una interconnessione della materia profonda. Le sue figure geometriche simili a mandala tibetani, ci mostrano l'interconnessione tra i vari tipi di particelle subtomiche. Si tratta di figure ricavate da strani solidi complessi (vedi figura in alto), che a seconda del punto di vista cambiano forma. Le linee che uniscono le varie particelle, possono essere interpretate come linee di una specie di albero genealogico che unisce le particelle più antiche a quelle più recenti, ma anche come linee di interdipendenza fra le varie componenti della materia.

A questo punto, se le varie teorie che si vanno affastellando sono vere, diventa anche difficile affermare qual'è la percentuale di universo che percepiamo, rispetto alla totalità che dovrebbe esistere. Quanto è grande il livello profondo che interconnette il tutto? Se poi l'universo dovesse essere infinito, in dimensioni che non percepiamo nemmeno, allora sarebbe del tutto inutile porsi la domanda.

sabato 27 ottobre 2012

Silvio partecipa al No-Monti Day da Villa Gernetto



Se interpreto bene quelli che sono i pensieri del Cavaliere, la condanna per evasione fa saltare un patto che era stato stipulato al momento delle sue dimissioni da premier. Non è detto che questo patto sia esistito davvero, esisteva comunque nella sua testa. Il patto prevedeva evidentemente una tregua politica, compresa una tregua sui vari processi in corso: Berlusconi lasciava il governo, in cambio di una non belligeranza istituzionale totale.

Quindi oggi, il Cavaliere non solo se la prende con la magistratura, ma anche con  Monti e il governo dei tecnici. Minaccia addirittura di lasciare il governo, in quanto essendosi rotto il patto, non ha più il dovere di sostenerlo. Oltretutto un governo che non ha dato nessun vantaggio a chi lo ha sostenuto, e al Pdl soprattutto.

Queste le considerazioni sul governo tecnico:

"«Il governo dei tecnici ha introdotto misure che portano l'economia in una spirale recessiva».
...
«Nei prossimi giorni decideremo con i vertici del mio partito se togliere la fiducia al governo o, vista la vicinanza con la fine della legislatura, se lasciargli finire il mandato. Dobbiamo mettere sui diversi piatti della bilancia, da un lato il fatto che le iniziative di governo ci portano a una spirale recessiva e dall'altro il fatto che con la sfiducia al governo si avrebbe una situazione interpretata in una certa maniera dal mondo della finanza»"

(www.corriere.it)

Il programma si prefigge di cancellare l'opera di Monti:

"«Abrogazione dell'Imu e impegno»
...
«Non si deve mai più aumentare la pressione fiscale», aggiungendo che «c'è una estorsione fiscale che fa parte di un regime di polizia tributaria»
...
«Si sta tutti male, gli italiani sono spaventati dalle tasse elevate, dai blitz della Guardia di finanza, da questo sistema violento di trattamento dei contribuenti. Hanno paura a spendere, non consumano quanto consumavano prima»
...
«si deve porre fine a questa situazione, e lo si fa cambiando totalmente la politica imposta all'Italia dalla Merkel»

...
«A Roma la Cassazione mi ha assolto con formula piena sulla stessa materia. Come mai non si è tenuto conto di questo? Forse il giudice Davossa è molto prevenuto contro di me. O forse in tutto questo si devono trovare delle spiegazioni di natura politica»"

Si tratta di cose già sostenute dal Cavaliere in altre occasioni. Dichiarazioni anti austerità, anti euro, anti tedesche. Sono probabilmente conclusioni a cui Berlusconi (con Brunetta) è giunto da tempo, ma che probabilmente non sono condivise dal resto del partito, dove molti invece condividono le politiche montiane.

A pochi mesi dalle elezioni, il Cavaliere rimescola le carte e rischia e provocare molti problemi al governo Monti. E questo non sarebbe un grave problema, se non rischiasse anche di provocare nuovi problemi all'economia italiana. Un'eventuale crisi politica farebbe tornare nell'occhio del ciclone l'Italia. Per questo motivo, probabilmente le minacce del Cavaliere rimarranno sulla carta (e nelle registrazioni): non gli sarebbe di nessun vantaggio elettorale una nuova crisi dello spread.

Cancellare il debito con il mouse



Prima G. Zibordi (www.cobraf.com) e poi il blog "Voci dall'estero" stanno mettendo in dubbio le fondamenta del finanziamento degli Stati nazionali con tesi eretiche. Non è obbligatorio indebitarsi. Forse il debito non è nemmeno un vero problema. Forse è talmente virtuale che non esiste. Il debito sarebbe un mostro da "video game", con un mouse lo abbatti.

Non sono in grado di valutare la bontà delle tesi proposte dai due blogger. Ma in effetti in entrambi i casi, le proposte non arriverebbero da qualche fantasioso blogger grillino o cospirazionista, ma sarebbero ispirati niente meno che da un funzionario della Consob inglese e dall'FMI.

Il post è molto lungo perché composto da tre articoli. Quindi per chi non vuole arrivare al fondo, un piccolo riassunto iniziale:

  • Sul Wall Street Journal è uscito un articolo in cui si vagheggia della possibilità di annullare il debito statale inglese;
  • Poco dopo lo ha emulato anche il Financial Times;
  • Poi sul Telegraph due ricercatori dell'FMI hanno dimostrato matematicamente che stampandomoneta è possibile eliminare il debito con ottimi rsultati sul Pil;
  • "Come ha scritto Warren Mosler e spiegato al convegno di Rimini ieri, lo stato non ha bisogno di finanziarsi emettendo debito, la prova è che in Inghilterra da cinque anni stanno quatti quatti ritirando il debito pubblico con una pura manovra contabile, senza aumentare tasse e fare austerità, senza vendere beni pubblici, semplicemente scambiando Gilt con Sterline";
  • A certi livelli, tutti sanno che si può fare, ma il popolo non viene informato adeguatamente;
  • Questo perché non è convenienza delle Banche Centrali cancellare il debito;
  • Il debito è una risorsa per l'élite finaziaria;
  • I vari "Quantitative easing", stampa di moneta nascosta da un nome esotico, sono stati fatti controvoglia, solo perché il meccanismo sta saltando fra le mani della finanza;
  • Perché allora il Giappone, il più indebitato fra i grandi paesi, non stampa moneta? Per il Giappone non è strettamente necessario, il debito è al 99% in mano nazionale e remunerato con n tasso di zero virgola;
  • "Un documento rivoluzionario del Fondo Monetario Internazionale pretende che si potrebbe eliminare il debito pubblico netto degli Stati Uniti in un colpo solo, e di conseguenza fare lo stesso per la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia o il Giappone";
  • "Si potrebbe tagliare il debito privato del 100% del PIL, spingere la crescita, stabilizzare i prezzi, e detronizzare i banchieri, tutto nello stesso tempo";
  • "Il gioco di prestigio è sostituire il nostro sistema di denaro creato dalle banche private – circa il 97% della massa monetaria - con denaro creato dallo stato";
  • lo studio del FMI, di Jaromir Benes e Michael Kumhof, che è uscito nel mese di agosto è intitolato "The Chicago Plan Revisited";
  • Il controllo del credito diventerebbe molto più semplice perché le banche non sarebbero più in grado, come lo sono oggi, di generare fondi propri attraverso il prestito;
  • "le banche diventerebbero quello che molti oggi erroneamente credono che siano, degli intermediari puri";
  • Per alcuni il ritorno effettivo alla sovranità monetaria dello Stato potrebbe migliorare le condizioni di vita delle persone;ù
  • Per altri il piano Fmi sarebbe devastante: le banche sarebbe le prima a soffrirne, e probabilmente dovrebbero essere salvate da "Quantitative easing" enormi; i privati non riuscirebbero più ad ottenere prestiti bancari e l'economia si bloccherebbe; la libertà d'iniziativa potrebbe risentirne, alla lunga il dominio del sovrano statale potrebbe essere peggiore di quello bancario.


Loro lo Sanno che il Debito Pubblico si Può Cancellare
(www.cobraf.com)

"Questo mese le pubblicazioni economiche più importanti al mondo parlano della semplice e radicale soluzione del debito pubblico che qui si propone da due anni, cioè SEMPLICEMENTE DI CANCELLARLO, di farlo sparire nel bilancio della Banca Centrale (per sempre). Niente finanziarie di tasse, sacrifici, aumenti di IVA e accise, posti di blocco della GdiF, vendite di beni pubblici... una semplice MANOVRA CONTABILE CHE NON COSTA UN EURO.

Non è questione di una teoria "MMT" e Mosler, lo sanno tutti, sotto sotto, a Londra e a New York, al Fondo Monetario, al Wall Street Journal, al Telegraph, al Financial Times, alla City di Londra che il debito pubblico è un gioco di prestigio, un imbroglio e il governo lo potrebbe cancellare quando vuole. Alcuni pensano che proponga "teorie". Errore: qui mi limito ad informare il popolo di quello che si sa nei piani alti.

Il 16 ottobre sul Wall Street Journal: "La Tentazione della Gran Bretagna: cosa succederebbe se la Banca di Inghilterra cancellasse semplicemente i 400 miliardi di debito pubblico che ora detiene.." ("..What would happen if the Bank of England simply canceled the nearly £400 billion of government debt that it holds?..")

Qualche giorno fa Gavyn Davies sul Financial Times, editoriale titolato: "La Banca Centrale cancellerà il debito pubblico ?" (Will central banks cancel government debt?). Questo Davies è l'ex capo economista di Goldman Sachs e cita Lord Turner (capo della FSA, la Consob inglese, che avrebbe detto in privato che è una soluzione fattibile (Tuner ha poi cercato di smentire quando è apparso riportato sul Guardian)

Oggi sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard cita il report di due ricercatori presso il Fondo Monetario uscito ad agosto (di cui avevo parlato) che dimostra anche matematicamente che se lo stato stampa moneta in misura sufficiente, può eliminare sia il debito pubblico che il credito bancario e il risultato come PIL, reddito e il resto sarebbe ottimo.

Sempre oggi la storia di testa di BusinessInsider.com è di Joe Weisenthal che cita un trader a Londra che gli parla della possibilità che la Banca di Inghilterra, che ha già comprato 1/4 del debito pubblico inglese, semplicemente lo mandi al macero e dica al governo che non le deve più niente."People Are Talking About A National Debt Solution That Might Actually Make Your Brain Hurt".

Come ha scritto Warren Mosler e spiegato al convegno di Rimini ieri, lo stato non ha bisogno di finanziarsi emettendo debito, la prova è che in Inghilterra da cinque anni stanno quatti quatti ritirando il debito pubblico con una pura manovra contabile, senza aumentare tasse e fare austerità, senza vendere beni pubblici, semplicemente scambiando Gilt con Sterline. E negli ultimi giorni Wall Street Journal, Financial Times e Telegraph parlano del fatto la Bank of England può ora semplicemente cancellarli con un colpo di tastiera...paf !... e 400 miliardi di titoli di stato non esistono più...

Nonostante sia ovvio che funzioni così e sia facile da spiegare, nonostante che qui si riportino esempi su esempi nella storia, nella letteratura economica e persino nell'establishment finanziario attuale del fatto che funzioni così, lo stesso tanta gente ha paura di pensare con la propria testa e accetta un idea solo quando appare su Repubblica, Corriere e in TV. Come titola Joe Weisenthal"...una soluzione al problema del debito che fa sì che il tuo cervello ti faccia male"

LO SANNO TUTTI A QUEL LIVELLO, ma il pueblo italiano e spagnolo (ad esempio anche i nostri vari antitrader, hobi50, traderoscar, vincenzoS...qui sul forum) va menato per il naso con la favola del "dobbiamo pagare i debiti" (dello stato)"

Ehh... troppo semplice. ma allora perché non lo fanno se è così facile?

Non è come nei Film
(www.cobraf.com)

"Banche Centrali e Moneta
Qui c'è un equivoco di fondo: non è nell'interesse di chi dirige le Banche Centrali e non è assolutamente nell'interesse dell'establishment finanziario cancellare il debito! Il debito è il loro business, vivono di debito, è la base del loro potere. Voi scrivete come se gli interessi dei banchieri e quelli della maggioranza della gente fossero simili, cioè siccome ridurre il debito sarebbe una buona cosa, voi ragionate come se automaticamente anche per l'elite finanziaria di Greenspan, Bernanke, Draghi, Goldman dovrebbero essere una cosa buona. Non è come nei film dove ci sono alcuni cattivi, ma alla fine anche la maggioranza della gente che conta in America è dalla parte del bene, come Churchill e Roosevelt...

E' anzi il contrario. Fino a quando possono spingono in tutti i modi per creare sempre più debito/credito, Greenspan raccomandava negli anni della bolla immobiliare di indebitarsi di più con i mutui ARMS, dove paghi quasi niente i primi anni e poi arriva la mazzata dopo. Questo era il capo della FED e dichiarava che la cosa da fare per le famiglie erano i mutui ARMS, quelli che sono poi andati in default! Bernanke anche oggi giustifica sempre il QE dicendo che consente alle famiglie di indebitarsi facendo più mutui...

E' solo perchè ad un certo punto nel 2009 in questo modo (come era successo negli anni '20) gli è scoppiato tutto in mano e c'era il rischio che saltasse tutto come nel 1931-1933 che sono stati costretti, e solo in parte, a rivelare il trucco. E' solo perchè costretti dal crac di Lehman e di metà delle banche occidentali, perchè erano nel panico, che hanno dovuto dal 2009 lanciare l'"Alleggerimento Quantitativo" e stampato moneta scambiandola con bonds.

Non a caso hanno dato questo nome in codice incomprensibile ("quantitative easing") e offuscato quello che stavano facendo, dando appunto al pubblico l'impressione che fosse uno "stampare moneta" e quindi pericoloso, che andava tenuto al minimo necessario e poi appena possibile fermato. Finora hanno sempre dichiarato che prima o poi i bonds che compravano in questo modo li avrebbero rivenduti sul mercato. Se avessero dichiarato :"...ehi.. si può cancellare il debito scambiandolo con moneta elettronica emessa dal governo... non ve lo avevamo detto finora, scusate tanto, ci eravano dimenticati forse, ma è possibile cancellare il debito ..." sai cosa succede.... poi i profitti di Wall Street e della City sparirscono...

Se fossero costrette a stampare moneta e ritirare e cancellare debito pubblico sarebbe una catastrofe per Wall Street e la City di Londra, per Morgan, Goldman, JP Morgan, Barclay's, SocGen, Paribas, Citigroup e i grandi fondi hedge. Cioè sarebbe un disastro totale per tutto il circo della finanza internazionale che fa il grosso dei suoi soldi non con le azioni, ma CON IL DEBITO

Se ora cominciano a venire fuori discussioni in cui si parla (tra le righe) di cancellarli è perchè la situazione è rimasta molto grave e non sanno come uscirne, prova ne sia che il debito totale non si riduce e anzi gli asset (impieghi) della banche europee sono AUMENTATI DI 2MILA MILIARDI negli ultimi 3-4 anni ! E' perchè sono con le spalle al muro che ora stanno pensando di cancellare un poco di debito

L'elite finanziaria globale si regge sul Debito, pubblico e privato, e non ha nessun interesse a ridurlo stampando moneta da parte dello stato. E' solo perchè siamo in una situazione di emergenza che in parte e in modo parziale sono stati costretti a farlo
...
Sì, sì ..., ma perchè non lo fanno sparire il debito, .... Perché ai giapponesi non è venuta l'idea di fare il giochetto col computer?
...
Hanno il 95% del debito nelle loro mani, più di così! Che diano il buon esempio
...
Per quanto riguarda comunque il punto che lei solleva sui giapponesi, questi hanno meno problemi di noi e degli USA e UK perchè il 99% dei loro bonds sono in mano a istituzioni locali (fondi, poste, banche...) e famiglie giapponesi (grazie al fatto che non hanno deficit esteri cronici) e perché i bonds giapponesi rendono tra 0.1% e 0.9% al massimo, per cui non c'è molta differenza tra continuare a tenerli nel bilancio della Bank of Japan o cancellarli formalmente. Cioè i giapponesi scambiano (di fatto) saldi in Yen presso la Bank of Japan che rendono 0% con saldi presso la Bank of Japan che rappresentano JGB (titoli di stato) che rendono ad esempio 0.6%. La differenza a quel punto è talmente piccola che non hai un gran bisogno di fare il passo ulteriore e dire che questi ultimi ora sono stati cancellati, il che vuole dire che sono tutti saldi che pagano 0%.

Ma tutte le Banche Centrali esitano a farlo e anzi non vorrebbero farlo e solo se proprio costrette forse, in parte, lo faranno, cominciando dagli inglesi che sono quelli più in difficoltà. Non vogliono proprio farlo perché a quel punto quasi tutti si accorgerebbero che non esisteva nessuna ragione per emettere titoli di stato (e spingere tutti a fare mutui gonfiando una bolla immobiliare che poi scoppia..). E che al posto di tutto questo debito sarebbe meglio se il governo invece creasse un tot di moneta l'anno col il deficit..."


E l'organo demandato al controllo monetario internazionale, cosa ne pensa?

L'Epico Piano del FMI per far sparire il debito e detronizzare i banchieri
(vocidallestero.blogspot.it)

"Allora esiste una bacchetta magica, dopo tutto. Un documento rivoluzionario del Fondo Monetario Internazionale pretende che si potrebbe eliminare il debito pubblico netto degli Stati Uniti in un colpo solo, e di conseguenza fare lo stesso per la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia o il Giappone.

Si potrebbe tagliare il debito privato del 100% del PIL, spingere la crescita, stabilizzare i prezzi, e detronizzare i banchieri, tutto nello stesso tempo. Si potrebbe fare in modo pulito e indolore, per disposizione di legge, molto più rapidamente di quanto chiunque possa immaginare.

Il gioco di prestigio è sostituire il nostro sistema di denaro creato dalle banche private – circa il 97% della massa monetaria - con denaro creato dallo stato. Torniamo alla norma storica, prima che Carlo ponesse il controllo dell'offerta di moneta in mani private con il English Free Coinage Act del 1666.
In particolare, vuol dire un assalto alla "riserva frazionaria" delle banche. Se i prestatori sono costretti a mettere a riserva il 100% dei depositi, perdono il privilegio esorbitante di creare moneta dal nulla.

La nazione sovrana riprende il controllo sull'offerta di moneta. Non ci sono più corse agli sportelli, né cicli di espansione/contrazione del credito. Il gioco di prestigio contabile farà il resto. Questo in sintesi è l'argomento.

Alcuni lettori potrebbero aver già visto lo studio del FMI, di Jaromir Benes e Michael Kumhof, che è uscito nel mese di agosto ed è diventato un cult in tutto il mondo.

Intitolato "The Chicago Plan Revisited", esso ripropone lo schema presentato la prima volta nel 1936 dai professori Henry Simons e Irving Fisher, durante il fermento di pensiero creativo nell'ultima depressione.
...
Benes e Kumhof sostengono che il trauma del ciclo del credito - causato dalla creazione di denaro privato – risale nella storia a una data lontana e sta alla radice dei Giubilei del debito nelle religioni antiche della Mesopotamia e del Medio Oriente.

I cicli di Harvest hanno portato a sistemici default migliaia di anni fa, con la confisca dei beni posti a garanzia e la concentrazione della ricchezza nelle mani degli istituti di credito. Questi episodi non sono stati causati solo dalle avversità meteorologiche, come si è pensato per molto tempo. Essi sono stati amplificati dagli effetti del credito.
...
Che il denaro si sia evoluto come mezzo di scambio basato sulle materie prime o legato all'oro è un mito - innocentemente diffuso dal grande Adam Smith. L'oro è stato sempre molto apprezzato, ma questa è un'altra storia.
...
Studi antropologici dimostrano che monete sociali fiat si sono avute già nella notte dei tempi. Gli Spartani vietarono le monete d'oro, sostituendole con dischetti di ferro di poco valore intrinseco. Gli antichi Romani utilizzavano tavolette di bronzo. Il loro potere liberatorio era determinato dalla legge
...
Gli autori originari del Piano di Chicago stavano cercando risposte alla Grande Depressione. Credevano che fosse possibile evitare il caos sociale causato dalle forti oscillazioni dall'espansione alla contrazione, e che fosse possibile farlo senza schiacciare il dinamismo economico.

L'effetto collaterale positivo delle loro proposte sarebbe stato un passaggio dal debito pubblico al surplus nazionale, come per magia. "Perché nel Piano di Chicago le banche devono prendere in prestito le riserve dal Tesoro per onorare le loro passività, il governo acquista un grande attivo nei confronti delle banche. Dalla nostra analisi risulta che il governo rimane con un onere netto del debito molto più basso, di fatto negativo."

Il documento del FMI dice che le passività totali del del sistema finanziario degli Stati Uniti – compreso il sistema bancario ombra - sono circa il 200% del PIL. La nuova regola della riserva creerebbe una manna. Da utilizzare per un "riacquisto potenzialmente molto grande del debito privato", forse al 100% del PIL.

Mentre Washington potrebbe emettere molta più moneta fiat, questa non sarebbe redimibile (riscattabile ndr). Sarebbe un patrimonio netto della comunità, non un debito.

La chiave del Piano di Chicago era di separare le "funzioni monetarie e le funzioni del credito" del sistema bancario. "La quantità di denaro e la quantità di credito diventerebbero completamente indipendenti l'una dall'altra."

I finanziatori privati non sarebbero più in grado di creare nuovi depositi "ex nihilo". Le nuove banche di credito dovrebbero essere finanziate dagli utili non distribuiti.

"Il controllo della crescita del credito diventerebbe molto più semplice perché le banche non sarebbero più in grado, come lo sono oggi, di generare fondi propri, i depositi, nell'atto stesso del prestito, un privilegio straordinario che non è permesso a nessun altro tipo di business ", dichiara il documento del FMI.

"Piuttosto, le banche diventerebbero quello che molti oggi erroneamente credono che siano, degli intermediari puri che per essere in grado di prestare dipendono dai finanziamenti esterni."

La Federal Reserve degli USA avrebbe per la prima volta un reale controllo sull'offerta di moneta, che le renderebbe più facile gestire l'inflazione. E' stato proprio per questo motivo che nel 1967 Milton Friedman richiese il 100% delle riserve. Anche il grande libero-mercatista era implicitamente a favore di un giro di vite sul denaro privato.

Lo scambio potrebbe comportare un aumento del 10% di produzione a lungo termine. "Nessuno di questi benefici va a scapito delle utili fondamentali funzioni di un sistema finanziario privato".

Simons e Fisher negli anni '30 andavano alla cieca. Mancavano i moderni strumenti necessari a elaborare i numeri, ma il team del FMI ora l'ha fatto per loro - utilizzando il modello stocastico `DSGE ' ora di rigore in economia, amato e odiato in egual misura.

Il risultato è sorprendente. Simons e Fisher sottovalutarono le loro proposte. E' forse possibile affrontare la plutocrazia bancaria senza mettere in pericolo l'economia.

Benes e Kumhof fanno affermazioni importanti. .... I lettori che vogliono i dettagli tecnici possono formarsi un proprio giudizio attraverso lo studio del testo qui.

Il duo FMI ha dei sostenitori. Il Professor Richard Werner dell'Università di Southampton - che ha coniato il termine quantitative easing (QE) negli anni '90 - ha testimoniato alla Commissione britannica Vickers che il ricorso alla moneta dello stato porterebbe ad un miglioramento della vita. E' stato sostenuto dal gruppo del Positive Money e della New Economics Foundation.

La teoria riceve anche forti critiche. Tim Congdon di International Monetary Research dice che le banche sono in un certo senso già costrette ad aumentare le riserve dalle norme UE, le regole di Basilea III, e da simili varianti nel Regno Unito. L'effetto è stato quello di strangolare i prestiti al settore privato.

Egli sostiene che è la ragione principale per cui l'economia mondiale rimane bloccata in uno stato di crisi, e perché le banche centrali si trovano a dover ammortizzare lo shock con il QE.

"Se si adottasse questo piano, sarebbe devastante per i profitti delle banche e causerebbe una disastrosa deflazione. Bisognerebbe fare un QE `al quadrato' per compensare ", ha detto.

Il risultato sarebbe un enorme spostamento nei bilanci delle banche dai prestiti privati ai titoli di Stato. Questo è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma rappresentava il costo anomalo di sconfiggere il fascismo.

Per fare questo in modo permanente in un tempo di pace bisognerebbe cambiare il carattere del capitalismo occidentale. "La gente non sarebbe in grado di ottenere denaro dalle banche. Ci sarebbe un danno enorme per l'efficienza dell'economia", egli sostiene.

Probabilmente, soffocherebbe la libertà e si instaurerebbe uno stato Leviatano. Nel lungo periodo potrebbe essere ancora più fastidioso del dominio da parte dei banchieri.

Personalmente, sono molto lontano dal giungere a una conclusione...
...
Una cosa è certa. La City di Londra avrebbe grandi difficoltà a conservare i suoi profitti se una qualsiasi variante del Chicago Plan dovesse mai trovare un ampio sostegno."


Il paracadute è pronto. Se il mondo si dovesse trasformare in una gigantesca Grecia, in un niente fine del potere delle banche centrali, e ritorno alle zecche di Stato. All'inizio grande sollievo, poi cominceremo a lamentarci delle scelte economiche dei politici corrotti e a reclamare a gran voce un potere monetario indipendente. E si ricomincia. E' una ruota che gira.

venerdì 26 ottobre 2012

Premio alla carriera per Giuliani



Il verdetto con cui si è espressa la magistratura contro gli scienziati membri della Commissione Grandi Rischi a una prima lettura lascia stupefatti:

"Ieri la sentenza di condanna inflitta dal giudice unico Marco Billi che ha creato infinite polemiche: sei anni di reclusione per tutti gli imputati, componenti della commissione grandi rischi, in carica nel 2009, che avrebbero rassicurato gli aquilani circa l'improbabilita' di una forte scossa sismica che invece si verifico' alle 3.32 del 6 aprile 2009. L'accusa aveva chiesto quattro anni per i sette imputati.

Ci sono volute trenta udienze per giungere alla sentenza odierna contro la commissione grandi rischi. L'accusa, per tutti i sette imputati, e' rimasta quella formulata dall'accusa: omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni."

(www.agi.it)

Verrebbe quasi da pensare che ormai non può esistere giudizio di tribunale che non possa essere emesso senza la condanna di un colpevole qualsiasi. Per evitare che si pensi che il giudice sta in tribunale per rubare lo stipendio.

Ma forse c'è una lettura più profonda e sofisticata della sentenza. Forse il giudice Billi ha voluto assegnare una specie di "premio alla carriera" al sismologo dilettante Giuliani, che invece l'allarme all'indomani della forte prima scossa lo diede. Naturalmente la condanna di alcuni non può considerarsi un premio per qualcun altro. Ma è pur vero che Giuliani si prese anche le accuse e minacce di procurare ingiustificato allarme pubblico ed ora la sentenza lo riabilita in parte.

Infatti pare che le conclusioni a cui giunse la riunione incriminata, siano state concordate proprio con l'intenzione di mettere in cattiva luce, e ridicolizzare l'allarme lanciato da Giuliani.

Per questo motivo gli scienziati, spinti da esigenze politiche, tranquillizzarono eccessivamente la popolazione. Senza nemmeno prendere le ovvie preoccupazioni dettate proprio dalla inconoscibilità dei fenomeni sismici. Quindi la condanna non è stata comminata per l'incapacità di predire i terremoti, ma invece per l'azzardo nel prevedere che non ci sarebbe stato nessun pericolo, una inutile e pericolosa rassicurazione, un'arroganza mascherata da scienza.

"La ragione di quel vertice lo racconta Guido Bertolaso, allora capo della Protezione civile, dipartimento della presidenza del consiglio, con Palazzo Chigi occupato al tempo da Silvio Berlusconi: “Ti chiamerà De Bernardinis, il mio vice, al quale ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera”, spiega Bertolaso a Daniela Stati, assessore regionale abruzzese alla Protezione civile, in una telefonata intercettata per un’altra inchiesta (quella sugli appalti del G8). Si tratta soprattutto di rintuzzare gli allarmi lanciati da Giampaolo Giuliani, un ricercatore che si diceva in grado di prevedere ulteriori scosse sulla base dell’analisi del gas radon, metodo noto ai sismologi, ma giudicato inaffidabile. “Io non vengo, ma vengono Zamberletti, Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto d’Italia”, continuava Bertolaso. “Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti diranno: è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano 100 scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché 100 scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa, quella che fa male”. Quindi la conclusione: “Parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamotranquillizzare la gente“.

L’operazione mediatica per “tranquillizzare la gente” ha successo. Sono presenti amministratori locali, a partire dal sindaco Massimo Cialente, e molti giornalisti attendono fuori dalla porta. “La mattina del primo aprile incontrai in Piazza palazzo il sindaco”, spiega ai pm l’allora presidente della Provincia Stefania Pezzopane. “Mi confermò che secondo la Commissione la situazione era sotto controllo e che sostanzialmente non c’erano pericoli imminenti. Tant’è vero che già dal primo aprile decidemmo di riaprire le scuole che erano state chiuse precauzionalmente un paio di giorni”. Tra le tante dichiarazioni rasserenanti rilasciate dopo la riunione, i magistrati ricordano in particolare quella di Bernardo De Bernardinis, vicecapo settore tecnico operativo della Protezione Civile. Intervistato da Tv Uno, parla di “una situazione favorevole“, dato lo “scarico di energia continuo”. "

(www.ilfattoquotidiano.it)

Credo che Giuliani sia una persona seria, e quindi non stia ridendo "sotto i baffi" per la discussa sentenza della magistratura, ma ne avrebbe tutto il diritto.

Penso che il giudice abbia in fondo voluto dire anche altro con la condanna dei sette illustri scienziati. Probabilmente c'è anche una punizione per scarsa umiltà e coraggio da parte di questi soloni della scienza, che preferiscono ignorare importanti novità con un'alzata di spalle, piuttosto che mettere in discussione i loro fecondi orticelli. si doveva e anzi si dovrebbe fare di più nella ricerca di una concreta prevenzione dei terremoti.

Nel XXI secolo ne abbiamo diritto. Ad ogni terremoto si sente parlare di nuovi sistemi sperimentali utilizzanti  i famosi "precursori", di cui il radon di Giuliani è uno dei possibili. Quando l'Ingv predisporrà un serio programma di studi su questi sistemi? Non si tratta di decifrare la carte di Bendandi (che poi almeno dal punto di vista storico non sarebbe sbagliato), ma almeno di ascoltare professori e studiosi che in certi casi oltre che teoria hanno fatto anche ricerca sul campo.

I precursori sono di vario tipo e potrebbero essere utilizzati incrociandoli fra loro per aumentare le percentuali di successo. Si va dalle anomalie magnetiche al radon, dalle nubi globulari agli algoritmi che processano gli eventi sismici del passato.

Costruire una rete di monitoraggio antisismico, oltre alla doverosa prevenzione sugli edifici, sarebbe una importante innovazione e sperimentazione che darebbe lustro al nostro paese. Invece l'Ingv si oppone, non cerca di verificare seriamente la consistenza di ricerche alternative. Chi non ha il marchio "Ingv" o non è un barone universitario, è un ciarlatano, un provocatore in cattiva fede. 
Poi si scopre che ricercatori italiani vanno all'estero a fare ricerca all'estero con le loro nuove idee, come Gregori e Straser.

"Ed è quanto mai necessario predisporre una rete di monitoraggio dei "segnali premonitori" dal radon (www.fondazionegiuliani.it) ai segnali geomagnetici (www.menichella.it) o algoritmi basati su dati statistici (www.menichella.it).

Utilizzando un mix di questi precursori e di apposite centraline sul territorio è possibile già oggi allestire un meteo-terremoti come si prefigge il IEVPC.

"Dott. Gregori, ci può spiegare cos’è l’IEVPC, come opera e quali sono i suoi scopi?

È una iniziativa che mira a fornire un servizio analogo a quello del servizio meteorologico, concernente però – anziché la circolazione atmosferica – gli sforzi nella crosta terrestre.
...
Veniamo ora agli sforzi crostali. Questi si propagano nella crosta terrestre con lo sviluppo di vere e proprie “tempeste crostali”. Sono fenomeni di scala planetaria, che si propagano e durano alcuni anni, seguite da periodi di “quiete” (ovvero in periodi che nel gergo marinaresco si dovrebbero chiamare di calma piatta). I terremoti avvengono durante i periodi di “tempesta crostale”, e colpiscono solo là dove una qualche faglia sta accumulando energia elastica sufficiente a generare una scossa di intensità assegnata.
Quando arriva lo stimolo di una tempesta crostale sufficientemente intensa questo può talvolta essere la “scintilla” che scatena la catastrofe.
Ad es. nel caso del terremoto dell’Aquila, c’era la famigerata faglia di Paganica che poteva essere a rischio. In tal caso, se ci fosse stato questo servizio, sarebbe stato ragionevole installare una rete fitta di sensori attorno alla faglia, sperando di capire se stava localmente evolvendo verso un’eventuale criticità.

Ovvero l’IEVPC non fa previsioni di terremoti. Fa piuttosto diagnostica sullo stato della crosta terrestre e sul come gli sforzi crostali di propagano su scala planetaria. È certamente sicuramente possibile eseguire questa previsione di propagazione degli sforzi crostali.
Questo non vuol dire che i terremoti siano prevedibili! Così come non è prevedibile se e dove cadrà una goccia di pioggia.
Così pure non è possibile per un medico prevedere l’istante del trapasso di un suo paziente. Ma è assurdo asserire che il medico non può diagnosticare lo stato ed evoluzione della salute e dell’invecchiamento di un paziente! Così è un assurdo asserire che non è possibile diagnosticare lo stato della crosta terrestre, e delle sue “patologie” e relativa propagazione su scala planetaria, etc.

Mancherebbe altro che non fosse possibile prevedere questo!"
(www.meteoweb.eu)"

(terremoto anomalo)

Sul sito della Fondazione Giuliani, non si polemizza, ma si precisa con garbo, che gli scienziati condannati sono vittime innanzi tutto della loro supponenza:

"Gli aquilani hanno pagato dazio al ciclo immutabile di quella natura che non ha giudici e codici.

La Scienza avrebbe potuto salvare alcuni di loro? Oggi, un giudice della nostra società ha risposto di si. Ma non è stato un processo alla ragione o alla chiave scientifica. È stato un processo a uomini, conoscitori ed artefici di scienza forse traditi dalle loro regole, che semplicemente hanno violato condizioni e buon senso.
...
Il Giudicante ha dato un'interpretazione di certezza. Giuridica. La colpa, la negligenza, l'imperizia, l'azione o l'omissione non sono dati e numeri da osservare e capire. Sono alterazioni di quelle regole che tutti abbiamo accettato di comprendere ed attuare.

Violare il codice penale non può equivalere a non comprendere un sismogramma o una sequenza sismica. I pesi e le misure son diversi. Dove c'è in ballo la società, il cittadino, l'incolumità di persone e cose, l'avvedutezza è sinonimo di ragione, quella che i romani chiamavano “diligenza del buon padre di famiglia”.

Oggi sono stati processati uomini di scienza e non la Scienza.

La condanna (in primo grado, non definitiva) significa solo che una Commissione di uomini di scienza ha fornito una valutazione errata, colposamente sbagliata, proprio perché la loro preparazione, la cognizione, il sapere e le minime regole giuridiche, quelle del “buon padre di famiglia”, avrebbero dovuto dettare un diverso comportamento.

A nessuno si poteva chiedere di prevedere, ma di prevenire, anche solo parzialmente o temporaneamente, si.

Non permettiamoci di giudicare la natura e neppure l'intelligenza umana, ma non dimentichiamoci che il progresso e la conoscenza non possono sottrarsi alle regole della società."


giovedì 25 ottobre 2012

Monti è finito (5)



Sempre più, inesorabilmente e tristemente si conclude la lenta parabola del morente governo Monti. Ormai si avvicinano le elezioni e i partiti sono "ingovernabili". Non vogliono più sentire ragioni. E soprattutto non vogliono sentire la frase "...a saldi invariati".

I partiti si accorgono sempre a ridosso delle elezioni di avere un elettorato di riferimento da accontentare e quindi, dell'austerità invocata dal governo Monti se ne fanno beffe.
Sono giorni che Bersani va in giro a minacciare di non votare l'ultima manovra, la legge di stabilità, perché ritenuta iniqua, soprattutto quando colpisce gli insegnanti con un aumento del loro orario di lavoro del 30%. Anche la risposta di Grilli che dichiarava che la manovra migliorava la fiscalità del 99% degli italiani è stata (giustamente) ricacciata al mittente. Le lamentele di Napolitano che chiedeva di non rinnegare i sacrifici recenti dell'austerità sono stati ignorati.

Anche per il Pdl, più che un partito "un morto che cammina", il Cavaliere, supportato da Alfano e Brunetta, ha detto che non voterà la legge di stabilità così come è stata proposta:

""Il nostro giudizio è fortemente critico". Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, non ha dubbi. La legge di stabilità al centro-destra non piace.
...
Alfano torna a contestare le misure relative all'Iva e ne chiede "l'abolizione dell'aumento". Ma contesta pure l'abolizione della retroattività sulla revoca delle detrazioni". E ricorda al governo l'esistenza di un "patto fiscale tra i cittadini e lo Stato". Perché "una città che ha fatto un bilancio familiare contando su quelle detrazioni non può vedere quel patto violato. È un fatto grave che venga revocato con effetto retroattivo"."

(www.ilgiornale.it)

Per di più anche dall'economia e dai protagonisti della medesima giungono sempre e di continuo cattive notizie, che i media cercano di non enfatizzare, ma che agli italiani arrivano lo stesso:

Debito pubblico record,
peggio di noi solo la Grecia

(www.lastampa.it)

"Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nel secondo trimestre del 2012 è schizzato al 126,1% del Pil. Sono i dati resi noti da Eurostat. Nel primo trimestre aveva già raggiunto il picco di 123,7%, il più alto dal ’95 quando era al 120,9%. L’Italia si conferma seconda solo alla Grecia, il cui debito è ora al 150,3%. "

Monti da secoli ripete "Manovre Finite"...ed invece continuano ad arrivarne
(www.ilgrandebluff.info)

"Bankitalia: “Più prudente prevedere una nuova manovra in primavera”

Il vicedirettore generale dell'istituto centrale: ''Potrebbe essere assennato prevedere contenute misure correttive connesse con il processo di revisione della spesa, così che si assicuri il pareggio in termini strutturali anche dopo il 2013”....................


... in freddo linguaggio tecnocrate che, se tradotti in linguaggio da casalinga di Voghera, risulterebbero assai più preoccupanti...
Per la serie: o l'Italia ed il Mondo si ripigliano e/o i Mercati non ci mazzulano più...

oppure ci aspettano tante altre belle Manovre-Spremute...fino a quando non ci rimarrà nemmeno più una goccia di succo.... "


Ed ora arriva la prima tranvata al governo, da parte della sua eterogenea e scalpitante maggioranza, che avrebbe una voglia matta di mandare a casa Monti e tutte le fisime degli eurocrati (come molti italiani), ma non può farlo. Bastava vedere e sentire l'insofferenza di Fassina verso il suo governo, l'altra sera a Ballarò.

Ma i partiti si stanno togliendo le catene, e questo è un primo messaggio chiaro e netto per il governo:

Esodati, governo battuto sui numeri
I partiti ampliano la platea degli interessati

(www.corriere.it)

"La commissione lavoro della Camera ha approvato all'unanimità (solo il deputato del Pdl Giuliano Cazzola non ha partecipato) un emendamento alla Legge di Stabilità che amplia le garanzie per gli esodati, i cittadini che hanno lasciato il lavoro immaginando di potere andare in pensione con le «vecchie» regole e che ora, entrate in vigore le nuove norme, si ritrovano in una situazione di «limbo», senza occupazione e senza assegno previdenziale. La proposta, che ora dovrà essere esaminata dalla commissione Bilancio di Montecitorio, è passata nonostante la posizione contraria del governo.

«A SALDI INVARIATI» - Il parere negativo dell'esecutivo è stato dato per ragioni di copertura finanziaria.
 ...
IL CONTRIBUTO - L'ampliamento delle garanzie per i lavoratori esodati, prevede tra le coperture anche un contributo di solidarietà del 3% per la parte di reddito che supera i 150mila euro."


Incomincia l'interregno. Da qui alle elezioni il governo tenterà di imporre invano le sue ricette, e i suoi provvedimenti, ma sarà ostaggio del Parlamento. Del resto Monti non ha più armi adeguate per minacciare la politica: lo spread non spaventa più, grazie agli interventi di Draghi. Inoltre i suoi successi sono effimeri o del tutto immaginifici, persino più modesti di quelli del governo Berlusconi.
Lo scontento popolare sta risvegliando le segreterie dei partiti, e sta mettendo a dura prova l'esecutivo. Il ministro Fornero è riuscita a sollevare un vespaio di proteste indignate con le sue infelici dichiarazioni. Ancora una volta è stata paragonata alla estraniata Maria Antonietta delle brioche: ed effettivamente il paragone è sensato, e secondo me vale per tutti i componenti del governo. 

Un governo fatto di "nuovi nobili" estranei alla vita comune di milioni di persone, per cui il ritocco di 1 o 2 punti di Iva o di Irpef è perfettamente indifferente. E lo sono anche alla riduzione degli assegni delle pensioni, delle cure mediche, degli assegni di invalidità per disabili, dell'istruzione ecc. Come sono indifferenti probabilmente anche alla democrazia, ai suoi riti e soprattutto ai suoi valori. Indifferenti al popolino suddito esattamente come i nobili dell'ancien regime. 
L'importante per loro, è che non abbiano a patire i loro feudi: le banche e le grandi lobbyes finanziarie.

Inoltre anche l'annuncio di ritiro di Berlusconi, ma ancora di più le eventuali primarie del centro destra, rischiano di mettere in secondo piano il governo Monti, e i suoi piani di lungo periodo.
La politica dopo il letargo si sta ridestando. Nuovi leader, di sinistra (Renzi o Bersani) e di destra, che vincano o perdano avranno una doppia investitura democratica: nella loro coalizione e nelle urne elettorali nazionali. Senza contare la forza popolare che potrebbe trascinare i nuovi movimenti grillini e similari a risultati eclatanti. Di fronte a tanta forza d'urto democratica, i tecnici imposti dall'esterno e dall'alto non potranno fare più molto per imporsi. Saranno sempre meno ascoltati. A meno che non si sottopongano anch'essi alle regole democratiche e misurino nei fatti la loro popolarità. Ma a quel punto diventerebbero protagonisti alla pari degli altri.

mercoledì 24 ottobre 2012

Mario Monti Achab

I Fuochi Fatui - Vinicio Capossela

La trama:

Il Pequod Italia, un vecchio legno ormai alla deriva, ammaccato da mille tempeste, è guidato dalle ossessioni del suo capitano Achab Monti. Più o meno consciamente il suo equipaggio veleggia verso un pericoloso obiettivo: Moby Dick l'Austerità (chiamata anche Fiscal Compact, pareggio di bilancio e con altri nomi mitologici). Il mostro di tutti i mari finanziari internazionali. Un'ossessione irragionevole, che porterà prima l'equipaggio a rinunciare a ricche e facili cacce di leviatani, e poi alla distruzione totale.

L'equipaggio non comprende il suo capitano ma ne è soggiogato e lo segue nella sua lucida follia. Il capitano gode di fiducia e ampia popolarità. Malgrado i pazzi che si aggirano fra le bitte del porto (blogger, giornalisti e professori eretici), abbiano avvertito in anticipo, prima dell'imbarco, della fine che farà chi seguirà il determinato e folle capitano.
Solo il suo primo ufficiale Starbuck vorrebbe fermarlo: ne comprende il delirio suicida, ma non ha coraggio di eliminarlo. Non gli riesce nemmeno l'ammutinamento.
I vari Starbuck movimenti, partiti ed esperti tentano di far rinsavire Achab Monti. Ma inutilmente, anche perché l'equipaggio non ha fiducia negli Starbuck. Quando questi balenano la possibilità dell'ammutinamento, l'equipaggio gli volta le spalle per il timore reverenziale verso l'allucinato capitano.

Come possiamo fare una cosa del genere? pensa l'equipaggio del Pequod Italia, voltare le spalle al nostro capitano, il nostro salvatore. Un capitano di grande esperienza, forse allucinato si, ma sicuramente dotato dell'esperienza necessaria per guidare l'impresa al successo. Questo pensa il popolo equipaggio della baleniera Pequod Italia.
Tutto l'equipaggio segue il suo capitano suicida come un sol uomo, ubbidiente nella caccia del mostro imprendibile ed irraggiungibile M. Dick Austerity.

E quando il cuore dell'equipaggio vacilla, quando comincia a chiedersi dove lo condurrà il suo capitano, Achab Monti lo circuisce con promesse di futuri dobloni d'oro e spartizioni generose del bottino. E il popolo equipaggio abbocca intravvedendo o immaginando quella luce in fondo al tunnel in realtà più evocata che reale.

Epilogo:

Come finisce la storia lo sanno tutti. Achab arpiona e a sua volta finisce arpionato ed ucciso dal mostro bianco, M. Dick Austerity.
L'equipaggio fedele fino all'ultimo, viene spazzato via dalle codate, e dalle testate del capodoglio. Periscono anche i pavidi Starbuck, alla fine comunque votati all'obbedienza cieca verso il loro capitano e le sue idee estreme.
Infine affonda anche il Pequod Italia, spezzato anch'esso dalla fronte distruttrice di M. Dick Austerity.

Si salverà un solo marinaio, galleggiando su una cassa da morto stagna, perché la storia possa essere raccontata ai posteri. Perché mai più nessun equipaggio si faccia soggiogare e guidare in futuro da un capitano allucinato da ossessioni impossibili.

martedì 23 ottobre 2012

Ingovernabilità e partiti


A. Panebianco, scrive sul Corrierone quelle che sono probabilmente le preoccupazioni di un certo tipo di borghesia che questo giornale rappresenta. Cioè vorrebbe che il Pd vincesse le elezioni, ma al contempo che  limitasse le pretese della sua rappresentanza più a sinistra:

"...Bersani dovrebbe cominciare a preoccuparsi un po' meno dei voti che raccoglierà Matteo Renzi al primo turno e molto di più di quelli che si concentreranno su Nichi Vendola. Perché se Vendola otterrà un buon successo, una percentuale ragguardevole di voti al primo turno, allora sì che saranno guai per il Pd."

Se i voti dei vendoliani confluisco su Bersani al secondo turno:

"...il Pd, dopo tanto peregrinare, è tornato alle origini, è di nuovo un partito di sinistra-sinistra grazie anche alla iniezione di anticapitalismo vendoliano. Il (fragile) equilibrio che Bersani ha fin qui tentato di mantenere fra le diverse istanze del partito si spezzerebbe.

Il rischio di fare la fine della gloriosa macchina da guerra di occhettiana memoria diventerebbe forte. Anche a dispetto dello stato di marasma in cui versa oggi il centrodestra. D'altra parte, ci sono già segnali in quella direzione, dal crescente distacco dalle politiche del governo Monti (in coincidenza con la radicalizzazione della Cgil) alle battute, infelici ma rivelatrici, sul mondo della finanza. Difficilmente, un Pd così spostato a sinistra potrebbe ottenere i numeri per governare."

Gli ingredienti che la politica italiana dispone sono questi. Lo abbiamo sempre saputo. Perché stupirsi poi che un partito anticapitalista possa raggiungere buoni risultati in un frangente come l'attuale. Dopo un governo Monti così fallimentare, che risultai ci si potrebbe aspettare? 

Qualcuno afferma che non è vero, un eventuale partito Monti raggiungerebbe il 30%. E' tutto da dimostrare che la popolarità del premier si possa trasformare in voti per un suo partito. Anche perché nella popolarità confluiscono preferenze di destra e sinistra, in un partito no. Quindi dividerei il 30% a metà, e sottrarrei poi gli astenuti e i non rispondenti ai sondaggi politici. La reale consistenza di un partito montiano sarebbe di circa il 10%. L'ennesimo partitino inutile.

Quello del Pd, per Panebianco, "rispecchia il più generale problema della democrazia italiana in questo frangente. Una democrazia può benissimo, per fronteggiare situazioni di emergenza, adottare soluzioni eterodosse. Il governo detto tecnico è stato appunto una di queste soluzioni. Ma molto presto si dovrà tornare alla normalità, a governi fondati sulla legittimazione elettorale. Se non che, a pochi mesi dalle elezioni, le forze politiche che avrebbero dovuto preparare il Paese a questo rientro nella normalità non l'hanno fatto. Non sono state ancora capaci di fare una buona legge elettorale tale da favorire condizioni di governabilità."

Credo sia anche ingiusto pretendere che i partiti, dopo un anno in cui sono stati presi a calci, si organizzino per legiferare la propria estinzione. Sono stati prima obbligati a sostenere l'onere pesantissimo di un governo imposto dall'estero, e dannoso per la nostra economia. Ora dovrebbero anche votare una legge elettorale che impone la scomparsa dei movimenti più dissidenti (per es. l'Idv), che li obblighi ad intrupparsi in coalizioni a pensiero unico montiano, che non dia voce a chi critica apertamente la politica neoliberista intrapresa.

I partiti italiano non hanno grandi meriti, ma aspettarsi che rinneghino le proprie ideologie, i propri interessi in sol colpo è esagerato. E forse non è nemmeno così vero che i partiti siano consessi di inetti, mentre i tecnici cime di conoscenza e lungimiranza.
Prendiamo il Pd: è più saggio Bersani quando dice che l'ultima manovra è iniqua perché abbatterà ulteriormente i consumi, o il governo a cui interessano solo che il gettito fiscale si mantenga invariato? Dov'è in questo caso la lungimiranza dello statista? Se si ammazza l'economia di base, ne risentirà anche il gettito fiscale. Non si può continuare su questa strada suicida.

Ma rivalutiamo anche in parte il Pdl: era meglio allungare le scadenze economiche tra 2011 e 2014 come proponeva Tremonti, o è stato meglio concentrarle tutte nel 2012 con la tremenda recessione che tale batosta ha provocato? Anche qui dove sta la lungimiranza dei tecnici? A volte è meglio aver un po' di buon senso che dieci lauree con master.

A forza di glorificare i meriti inesistenti del governo Monti, non ci si rende nemmeno conto che i patiti sono stati mediaticamente distrutti. Non solo dagli scandali. Ed ora si pretende che partiti, movimenti ed esponenti politici scattino come soldatini sull'attenti, pronti a proseguire la missione suicida di Monti:

"Ciò che spaventa tutti, in Italia e fuori, è che, al momento delle elezioni, l'offerta politica risulti così destrutturata, così slabbrata, da non permettere la formazione di governi stabili. È comprensibile che i politici si preoccupino più del proprio destino che di quello che potremmo chiamare il «disegno più ampio». Ma ci sono anche momenti in cui la stessa sopravvivenza a breve termine del politico dipende dalla sua capacità di guardare lontano. Il problema è che c'è ormai poco tempo per ridare funzionalità, attraverso una chiara ristrutturazione dell'offerta politica, a una democrazia che sappia fare i conti con vincoli esterni sempre più stringenti."

Ma a nessuno viene il dubbio che la situazione così disgregata della politica italiana non sia altro che il risultato della dissennata politica europea e in Italia del governo tecnico? Mi sembra che il berlusconismo si sia ormai insinuato ovunque. Anche fra chi ne era il maggior critico. Si raccontano palle su palle sui media sussidiati, o poi si finisce per crederci e trasformarle in verità incontestabili. Il fallimento del governo Monti, si ribalta sui partiti e si trasforma nel fallimento di questi.

Se gli italiani votano "male" è colpa dell'offerta sbagliata? Ma l'offerta si forma in base alla domanda, e se cresce la domanda di grillini e vendoliani, significa che quello che è stato offerto finora dalla politica non è piaciuto molto. Non ci vuole una scienza particolare per comprenderlo.
E non penso nemmeno che gli italiani sbaglino. Gli italiani sentono direttamente sulla loro pelle le conseguenze delle scelte del governo tecnico. 
Come topi in trappola tentano di sfuggirgli da ogni pertugio possibile. E si sa, non tutte le vie di fuga portano in luoghi sicuri. Ma i topi-cittadini in caso di panico, non riescono più ragionare razionalmente, si affidano agli istinti animali. Ma la colpa non è dei topi.

lunedì 22 ottobre 2012

Piove benzina


Nell'atmosfera è presente anidride carbonica proveniente da antiche ere geologiche, anzi in quelle epoche quasi tutta l'atmosfera era composta di anidride carbonica, come quella del pianeta Venere. Poi arrivò la vita, e milioni di organismi e vegetali consumarono l'anidride carbonica, riversando ossigeno nell'atmosfera. A quel tempo l'ossigeno era veleno puro, ma col tempo la vita seppe adeguarsi per sfruttare la nuova molecola.

Poi è comparso l'uomo e la concentrazione di anidride carbonica è tornata a crescere. L'uomo è andato a scovare le riserve di carbonio che la natura ha nascosto sottoterra, e ha cominciato a bruciare gli antichi idrocarburi andando a incrementare il gas di carbonio nell'atmosfera.

Ora qualcuno si ripromette di rimediare a questo danno, andando a riprendere il carbonio in atmosfera e ritrasformarlo in idrocarburi, un ciclo infinito come quello dell'acqua:


"Petrolio dall'aria? Uno scherzo? No. Un serissimo progetto di ricerca in corso in Gran Bretagna, da parte dell'Air Fuel Syntesis, un nuova piccola impresa nata ad hoc.

Il processo messo a punto dai chimici industriali inglesi non è poi molto comp'licato. Si parte dalla soda caustica, capace di catturare l'anidride carbonica dell'atmosfera, formando carbonato di sodio, che a sua volta viene processato per ottenere anidride carbonica pura. In parallelo un deumidificatore ruba all'aria vapor d'acqua e un sistema elettrolitico lo scinde in ossigeno e idrogeno. Quest'ultimo viene combinato alla Co2 producendo metanolo. Che, infine viene riformulato in benzina e idrocarburi. Fino al prodotto finito.

Intensità energetica del processo? Ovviamente elevatissima, e affrontabile solo in presenza di grandi flussi di elettricità rinnovabile. Nonostante questo l'azienda del nord-est inglese ha trovato sulla sua strada sponsor illustri, come l'associazione ufficiale degli ingegneri meccanici (Imech) e un buon gruppo di finanziatori privati, anche non profit, ma interessati agli aspetti di de carbonizzazione dell'atmosfera inerenti al nuovo processo.

Ora l'azienda inglese, uscita allo scoperto dopo una fase di ricerca durata due anni e costata 1,3 milioni di euro, punta a un impianto da una tonnellata giorno di petrolio. E tra 15 anni a un sito da grande raffineria. A patto che il vento, il sole o il nucleare, a quella data, lo possa alimentare. O che la crisi climatica globale, insieme all'esaurimento delle fonti petrolifere, generino una tale tempesta perfetta da rendere necessaria questa geniale ma complessa tecnologia."

Quello che si ricaverà, potrà essere definito biocombustibile a tutti gli effetti. Un buon sistema per ripulire l'atmosfera. Un ciclo alimentato in parte dal sole, come quello naturale dell'acqua. Ma dopo si potrà fare ben di più.

Costi permettendo, tutto si può fare. Anche andare a prelevare petrolio dalla pietra, come indica il nome stesso del prezioso liquido. Le più grandi riserve di carbonio sulla Terra sono le rocce, rocce calcaree e marmi.

Chi pensa di essersi liberato dal consumo degli idrocarburi a causa del picco del petrolio (vero o presunto) dovrà ricredersi. Si possono estrarre più barili di petrolio macinando le Dolomiti, le cave di Carrara o le bianche scogliere di Dover, di tutti quelli dei giacimenti petroliferi esistenti, consumati o in procinto di esaurirsi.

Verranno abbandonati gli idrocarburi quando altre fonti d'energie saranno più convenienti. Soprattutto per chi ora controlla l'estrazione e la distribuzione dell'ultimo petrolio rimasto.

domenica 21 ottobre 2012

Più Stato



Lo abbiamo già avuto, lo Stato elefantiaco del '900, con la sua burocrazia invadente delle carte bollate. Lo abbiamo ancora mantenuto in gran parte. Siamo transitati nell'epoca dell'informatica e lo Stato italiano del secolo scorso, quello del "modulino" e del timbro, invece di lasciare il posto ai chips, alla rete e alla digitalizzazione, ha utilizzato il computer per moltiplicare "modulini" e timbri all'infinito.

Il problema dello Stato italiano è in massima parte concentrato nei suoi funzionari di alto livello. All'inizio refrattari all'introduzione dell'informatica, in quanto proprio non la comprendevano. Poi fautori di un'informatizzazione selvaggia, dove si sono provveduti i singoli reparti dello Stato di strumenti informatici non coordinati fra loro. In modo che la mano destra non potesse dialogare con la sinistra.
Una informatizzazione guidata più dagli interessi, diciamo la verità, delle nascenti imprese di informatica, dalle mazzette nate anche attorno a queste forniture, dove la cosa più importante era che le stesse macchine e programmi acquistati dall'amministrazione pubblica costassero il doppio o il triplo che nel privato.

Viviamo ancora in questo tipo di Stato. Nessuno si sta preoccupando di riformare lo Stato in modo che assolva in modo semplice ed economico alla sua funzione di supporto e guida della società moderna.
Per molti motivi ora è molto complicato razionalizzarre il funzionamento della macchina statale. 

Il primo, è che avendo lasciato incancrenire la situazione, ora diventa sempre più difficile rimettere le cose a posto. In molte amministrazioni ormai sono venti e più anni che si è informatizzato gli uffici in certo modo. Fare in modo che questi sistemi si integrino l'uno con l'altro diventa complicato e lungo. Si può fare, ma è necessario fare nuovi studi ed investimenti.

Il secondo motivo è che il "modulino" e il timbro discendono spesso dalle normative emesse da Parlamento e  Governo. Anche la classe politica, quella che oggi si è suicidata delegando le sue funzioni ai tecnici, immagina ancora uno Stato novecentesco, pesante, con migliaia di funzionari che concedono autorizzazioni per centinaia di richieste di autorizzazioni diverse, scritte su moduli in carta bollata. Senza la minima preoccupazione di calcolare costi e disagi dei cittadini, per tempo perso a compilare moduli con informazioni che lo Stato dovrebbe già avere, per attese lunghe prima di ottenere le autorizzazioni, per i costi dei professionisti che devono essere incaricati per espletare determinate procedure ecc.

E questa situazione è andata ad incancrenirsi nel tempo. Un "più Stato" di questo tipo non serve a nulla. Non solo è uno Stato lento, pesante, costoso, ma alla fine è anche uno Stato impotente. Lo Stato stesso è imprigionato dai suoi lacci, dalle sue procedure bizantine e iper complesse, che spesso si risolvono con una collezione di carte da accumulare negli archivi, che mai nessuno leggerà.

Nello stesso tempo, il meno Stato, o lo Stato minimale liberista, non serve. Non solo perché per avere sindaci, presidenti e ministri "taglia nastri", tanto vale a questo punto non averli. Ma soprattutto perché è evidente proprio in questi mesi, che la ritirata completa dello Stato dalle sue funzioni fin qui svolte non conviene. Non conviene innanzi tutto al privato. Uno Stato che di fronte alla Fiat, all'Alcoa o all'Ilva gira le spalle e si lava le mani pilatescamente nella bacinella del libero mercato, è inutile e dannoso per la nostra nazione. Lo è anche lo Stato che riduce il walfere impoverendo i suoi cittadini, condannando a minor sviluppo se stesso, che riduce le pensioni e che si dimentica di accordi appena siglati lasciando cittadini reali nel limbo tra lavoro e pensione.

Il welfare non è inutile. Non è una dazione di denaro a sfaccendati che non vogliono lavorare. Il welfare è essenziale per garantire pace sociale e sviluppo, anche di quel mercato interno di cui tutti ormai si dimenticano. Tutti vorrebbero risolvere ogni problema aumentando le esportazioni. Non credo possa essere sufficiente. Si deve mantenere un anche un discreto livello di ricchezza interna, e se il mercato non è in grado di farlo da se, lo deve poter garantire lo Stato. Anche a deficit se necessario.

Uno Stato così come si delinea dalle linee guida montiane non serve a nulla. Uno Stato così è un danno all'economia privata, proprio quella parte di economia che i tecnici liberisti al governo vorrebbero tutelare e rappresentare. Ci vuole uno Stato più forte, un "più Stato" che deve però essere allo stesso tempo agile, veloce nelle decisioni e potente nell'indirizzo economico. Diverso dal "più Stato" novecentesco.
I liberisti dicono spesso che non è lo Stato a produrre ricchezza, ma l'impresa. E' vero, ma non è così in realtà, c'è un'altra faccia della questione che si da troppo spesso per scontata.
Come può l'impresa creare ricchezza senza un sub-strato fatto di servizi ed infrastrutture, ma soprattutto senza un certo indirizzo economico nazionale?

Per far funzionare le imprese c'è bisogno di scuole, università, ordine pubblico, trasporti, acquedotti, reti di ogni tipo. Si può discutere se una quota di queste funzioni basilari possono essere gestite privatamente, ma è impossibile pensare che lo siano tutte. Questi servizi devono poter funzionare anche quando i mercati entrano in crisi, cioè si deve avere il coraggio di ammettere che i servizi di base devono funzionare anche in perdita. E questa è la funzione dello Stato, di garante di tutti anche quando la nazione attraversa delle pesanti avversità.
E poi ci vuole un sistema politico in grado di poter guidare lo sviluppo nazionale, non solo di approfittarne applicando oltre che pesanti balzelli, anche il balzello molto sgradevole della corruzione.

Su Rischio Calcolato, l'articolo "Voglio più Stato! ..." mi ha incuriosito e ispirato queste riflessioni. Mi ha anche sorpreso soprattutto perché il sito sposa tendenzialmente le tesi liberiste alla O. Giannino. 
Non condivido del tutto l'articolo ma ne capisco lo spirito.

"L’efficienza in economia: dare servizi adeguati al livello di tassazione richiesto

In Italia (e non solo) questo tema e’ poco affrontato. Si fanno grandi discussioni sull’ammontare delle tasse e delle spese, sull’evasione, sulla qualita’ dei servizi, ma difficilmente si mettono in connessione tutti questi parametri. In Italia, il livello di spreco ed inefficienza e’ enorme, come ho provato a dimostrare scrivendo alcuni articoli nel programma di riduzione da 200 miliardi proposto in questo sito. Oltre 100 miliardi di riduzione della spesa pubblica sono ottenibili con un criterio banale: “imitare i migliori”. In sostanza prendere per un tema di spesa la realta’ territoriale piu’ efficiente in Italia (che spende meno e da’ servizi migliori) e verificare il risparmio atteso a livello globale, tra l’altro con incrementi della qualita’ dei servizi. Il fatto che questi temi siano taciuti a livello di classi dirigenti del paese, ma anche di gente comune, e’ una sorta di tragedia nazionale.
...
Arriviamo ora alla mia richiesta di piu’ Stato. La richiesta non si limita alla maggiore efficienza (meno spese e migliori servizi), ma essenzialmente alla capacita’ dello Stato e delle classi dirigenti amministrative e politiche, di guidare un paese nella direzione corretta.

Pensate all’Italia e fatevi alcune domande: secondo voi l’Italia ha una politica energetica? Ha una strategia chiara nelle infrastrutture? Ha le idée chiare su come mettere I cittadini tra 20 anni nella condizione di vivere in una realta’ competitive e migliore di oggi? Direi di no. Potete aggiungere tante alter domande da voi.

Faccio un esempio banale: fatevi un giro in Alto Adige o in Svizzera e vedrete per esempio certi paesini, molto ordinati, con una pianificazione dell’edilizia ordinate, e case fatte tutte con un certo stile. In queste realta’ manca l’iniziativa private? No di certo, ma gli amministratori hanno una vision di lungo periodo e vigilano e regolano quest’aspetto al meglio. Fatevi poi un giretto in qualsiasi periferia di citta’ italiana e vi troverete un caos urbanistico spesso scandaloso. In sintesi l’iniziativa privata e’ regolata da una burocrazia asfissiante, ma del tutto inutile, visto che alla fine non preserva il contesto e lascia ai posteri brutture orribilanti.

Estendendo questo concetto, la mia conclusione e’ che lo Stato e le Amministrazioni Pubbliche in genere non hanno alcuna visione strategica organica per il futuro ed hanno abdicato al ruolo essenziale, non solo di dare servizi compatibili con le tasse riscosse, ma pure di pianificare il futuro e governare il presente in funzione di cio’ e del buon senso. I dirigenti politici italiani generalmente non governano un bel niente a livello di processi, e si fanno da scudo con una burocrazia elefantiaca e spesso inutile e dannosa, proprio per l’incapacita’ di pianificazione strategica.

In sintesi e’ necessario:

a) uno Stato ed amministrazioni pubbliche efficienti nelle proprie spese e processi (in pratica spendere meno e meglio, dando servizi in linea con quanto pagano I cittadini)

b) che lo Stato e le classi politiche ed amministrative abbiano delle visioni strategiche per il futuro della nazione, e che siano in grado di gestire il presente in funzione di cio’ (cio’ non significa affatto che lo Stato entra maggiormente in economia, ma semplicemente che si ritaglia un ruolo piu’ autorevole di guida per il futuro dell’intera nazione, preoccupandosi che I cittadini si muovano in economia in modo tale che la loro iniziativa privata sia ben spesa anche per le generazioni di domani)

Vorrei che entrassero nei dibattiti nazionali, anche tra la gente comune, I temi di passare da uno Stato (e da una PA) inefficiente, burocratico, spendaccione ad uno efficiente, regolatore e con una capacita’ strategica ed una vision del future orietata dal buon senso."

(www.rischiocalcolato.it)

Aggiungo che per realizzare uno Stato autorevole ed agile, c'è bisogno di una classe dirigente nuova e svincolata finalmente dalla visione dello Stato novecentesco, impostato in questo modo praticamente nell'ottocento dopo Bonaparte, che portò la razionalizzazione statale per mezza Europa.

Abbiamo bisogno di un nuovo Napoleone, che questa volta non è detto debba essere una persona in carne ed ossa. Può essere un movimento più generale (non un singolo movimento politico) che porti persone e idee nuove dove oggi si discute ormai stancamente di alleanze e scambi di poltrone.

E' bene che nel prossimo Parlamento giungano persone con visioni nuove, anche su scranni contrapposti, ma che tornino a discutere del futuro del paese. Di cose concrete, di miglioramenti effettivi della vita dei cittadini e delle imprese. Del funzionamento della macchina statale, della sua semplificazione. Sarà un lavoro difficile, non è semplice (strano giro di parole) smontare un meccanismo complicato come quello statale italiano.
Tanti hanno tentato varie semplificazioni normative, scontrandosi poi con lobby interne ministeriali, o addirittura nel semplificare sono finiti per percorrere la strada contraria, aggiungendo nuovi cavilli a quelli esistenti.

Penso che lo Stato moderno del 21° secolo, se lo vuole diventare veramente, dovrà adottare soluzioni nuove, mediate dal mondo velocissimo dell'informatica: rete, democrazia diretta, sportelli elettronici, firme digitali, abolizione della carta, adozione delle leggi rapida, capacità decisionale effettiva e immediata, capacità di simulare il futuro e scegliere il meglio. Tutto in modo trasparente sotto l'occhio vigile e critico del cittadino. Non più una delega in bianco ai politici, che poi la utilizzano per risolvere i loro problemi personali, e non quelli della società.

E poi si deve rivalutare anche l'adesione dell'Italia all'Unione Europea attuale. E' necessario saper discernere quello che conviene o non conviene al nostro paese nell'ambito dell'Unione. Non possiamo continuare a perdere sovranità nazionale senza averne alcun vantaggio. Oppure dobbiamo pretendere che l'Europa funzioni meglio e con più democrazia. E soprattutto con un trattamento paritetico fra i vari popoli: la Germania è un paese importante ma non può pretendere di avere un controllo su tutti dalla Grecia alla Francia.