Il verdetto con cui si è espressa la magistratura contro gli scienziati membri della Commissione Grandi Rischi a una prima lettura lascia stupefatti:
"Ieri la sentenza di condanna inflitta dal giudice unico Marco Billi che ha creato infinite polemiche: sei anni di reclusione per tutti gli imputati, componenti della commissione grandi rischi, in carica nel 2009, che avrebbero rassicurato gli aquilani circa l'improbabilita' di una forte scossa sismica che invece si verifico' alle 3.32 del 6 aprile 2009. L'accusa aveva chiesto quattro anni per i sette imputati.
Ci sono volute trenta udienze per giungere alla sentenza odierna contro la commissione grandi rischi. L'accusa, per tutti i sette imputati, e' rimasta quella formulata dall'accusa: omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni."
(www.agi.it)
Verrebbe quasi da pensare che ormai non può esistere giudizio di tribunale che non possa essere emesso senza la condanna di un colpevole qualsiasi. Per evitare che si pensi che il giudice sta in tribunale per rubare lo stipendio.
Ma forse c'è una lettura più profonda e sofisticata della sentenza. Forse il giudice Billi ha voluto assegnare una specie di "premio alla carriera" al sismologo dilettante Giuliani, che invece l'allarme all'indomani della forte prima scossa lo diede. Naturalmente la condanna di alcuni non può considerarsi un premio per qualcun altro. Ma è pur vero che Giuliani si prese anche le accuse e minacce di procurare ingiustificato allarme pubblico ed ora la sentenza lo riabilita in parte.
Infatti pare che le conclusioni a cui giunse la riunione incriminata, siano state concordate proprio con l'intenzione di mettere in cattiva luce, e ridicolizzare l'allarme lanciato da Giuliani.
Per questo motivo gli scienziati, spinti da esigenze politiche, tranquillizzarono eccessivamente la popolazione. Senza nemmeno prendere le ovvie preoccupazioni dettate proprio dalla inconoscibilità dei fenomeni sismici. Quindi la condanna non è stata comminata per l'incapacità di predire i terremoti, ma invece per l'azzardo nel prevedere che non ci sarebbe stato nessun pericolo, una inutile e pericolosa rassicurazione, un'arroganza mascherata da scienza.
"La ragione di quel vertice lo racconta Guido Bertolaso, allora capo della Protezione civile, dipartimento della presidenza del consiglio, con Palazzo Chigi occupato al tempo da Silvio Berlusconi: “Ti chiamerà De Bernardinis, il mio vice, al quale ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera”, spiega Bertolaso a Daniela Stati, assessore regionale abruzzese alla Protezione civile, in una telefonata intercettata per un’altra inchiesta (quella sugli appalti del G8). Si tratta soprattutto di rintuzzare gli allarmi lanciati da Giampaolo Giuliani, un ricercatore che si diceva in grado di prevedere ulteriori scosse sulla base dell’analisi del gas radon, metodo noto ai sismologi, ma giudicato inaffidabile. “Io non vengo, ma vengono Zamberletti, Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto d’Italia”, continuava Bertolaso. “Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti diranno: è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano 100 scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché 100 scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa, quella che fa male”. Quindi la conclusione: “Parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamotranquillizzare la gente“.
L’operazione mediatica per “tranquillizzare la gente” ha successo. Sono presenti amministratori locali, a partire dal sindaco Massimo Cialente, e molti giornalisti attendono fuori dalla porta. “La mattina del primo aprile incontrai in Piazza palazzo il sindaco”, spiega ai pm l’allora presidente della Provincia Stefania Pezzopane. “Mi confermò che secondo la Commissione la situazione era sotto controllo e che sostanzialmente non c’erano pericoli imminenti. Tant’è vero che già dal primo aprile decidemmo di riaprire le scuole che erano state chiuse precauzionalmente un paio di giorni”. Tra le tante dichiarazioni rasserenanti rilasciate dopo la riunione, i magistrati ricordano in particolare quella di Bernardo De Bernardinis, vicecapo settore tecnico operativo della Protezione Civile. Intervistato da Tv Uno, parla di “una situazione favorevole“, dato lo “scarico di energia continuo”. "
(www.ilfattoquotidiano.it)
Credo che Giuliani sia una persona seria, e quindi non stia ridendo "sotto i baffi" per la discussa sentenza della magistratura, ma ne avrebbe tutto il diritto.
Penso che il giudice abbia in fondo voluto dire anche altro con la condanna dei sette illustri scienziati. Probabilmente c'è anche una punizione per scarsa umiltà e coraggio da parte di questi soloni della scienza, che preferiscono ignorare importanti novità con un'alzata di spalle, piuttosto che mettere in discussione i loro fecondi orticelli. si doveva e anzi si dovrebbe fare di più nella ricerca di una concreta prevenzione dei terremoti.
Nel XXI secolo ne abbiamo diritto. Ad ogni terremoto si sente parlare di nuovi sistemi sperimentali utilizzanti i famosi "precursori", di cui il radon di Giuliani è uno dei possibili. Quando l'Ingv predisporrà un serio programma di studi su questi sistemi? Non si tratta di decifrare la carte di Bendandi (che poi almeno dal punto di vista storico non sarebbe sbagliato), ma almeno di ascoltare professori e studiosi che in certi casi oltre che teoria hanno fatto anche ricerca sul campo.
I precursori sono di vario tipo e potrebbero essere utilizzati incrociandoli fra loro per aumentare le percentuali di successo. Si va dalle anomalie magnetiche al radon, dalle nubi globulari agli algoritmi che processano gli eventi sismici del passato.
Costruire una rete di monitoraggio antisismico, oltre alla doverosa prevenzione sugli edifici, sarebbe una importante innovazione e sperimentazione che darebbe lustro al nostro paese. Invece l'Ingv si oppone, non cerca di verificare seriamente la consistenza di ricerche alternative. Chi non ha il marchio "Ingv" o non è un barone universitario, è un ciarlatano, un provocatore in cattiva fede.
Credo che Giuliani sia una persona seria, e quindi non stia ridendo "sotto i baffi" per la discussa sentenza della magistratura, ma ne avrebbe tutto il diritto.
Penso che il giudice abbia in fondo voluto dire anche altro con la condanna dei sette illustri scienziati. Probabilmente c'è anche una punizione per scarsa umiltà e coraggio da parte di questi soloni della scienza, che preferiscono ignorare importanti novità con un'alzata di spalle, piuttosto che mettere in discussione i loro fecondi orticelli. si doveva e anzi si dovrebbe fare di più nella ricerca di una concreta prevenzione dei terremoti.
Nel XXI secolo ne abbiamo diritto. Ad ogni terremoto si sente parlare di nuovi sistemi sperimentali utilizzanti i famosi "precursori", di cui il radon di Giuliani è uno dei possibili. Quando l'Ingv predisporrà un serio programma di studi su questi sistemi? Non si tratta di decifrare la carte di Bendandi (che poi almeno dal punto di vista storico non sarebbe sbagliato), ma almeno di ascoltare professori e studiosi che in certi casi oltre che teoria hanno fatto anche ricerca sul campo.
I precursori sono di vario tipo e potrebbero essere utilizzati incrociandoli fra loro per aumentare le percentuali di successo. Si va dalle anomalie magnetiche al radon, dalle nubi globulari agli algoritmi che processano gli eventi sismici del passato.
Costruire una rete di monitoraggio antisismico, oltre alla doverosa prevenzione sugli edifici, sarebbe una importante innovazione e sperimentazione che darebbe lustro al nostro paese. Invece l'Ingv si oppone, non cerca di verificare seriamente la consistenza di ricerche alternative. Chi non ha il marchio "Ingv" o non è un barone universitario, è un ciarlatano, un provocatore in cattiva fede.
Poi si scopre che ricercatori italiani vanno all'estero a fare ricerca all'estero con le loro nuove idee, come Gregori e Straser.
"Ed è quanto mai necessario predisporre una rete di monitoraggio dei "segnali premonitori" dal radon (www.fondazionegiuliani.it) ai segnali geomagnetici (www.menichella.it) o algoritmi basati su dati statistici (www.menichella.it).
Utilizzando un mix di questi precursori e di apposite centraline sul territorio è possibile già oggi allestire un meteo-terremoti come si prefigge il IEVPC.
"Dott. Gregori, ci può spiegare cos’è l’IEVPC, come opera e quali sono i suoi scopi?
È una iniziativa che mira a fornire un servizio analogo a quello del servizio meteorologico, concernente però – anziché la circolazione atmosferica – gli sforzi nella crosta terrestre....
Veniamo ora agli sforzi crostali. Questi si propagano nella crosta terrestre con lo sviluppo di vere e proprie “tempeste crostali”. Sono fenomeni di scala planetaria, che si propagano e durano alcuni anni, seguite da periodi di “quiete” (ovvero in periodi che nel gergo marinaresco si dovrebbero chiamare di calma piatta). I terremoti avvengono durante i periodi di “tempesta crostale”, e colpiscono solo là dove una qualche faglia sta accumulando energia elastica sufficiente a generare una scossa di intensità assegnata.
Quando arriva lo stimolo di una tempesta crostale sufficientemente intensa questo può talvolta essere la “scintilla” che scatena la catastrofe.
Ad es. nel caso del terremoto dell’Aquila, c’era la famigerata faglia di Paganica che poteva essere a rischio. In tal caso, se ci fosse stato questo servizio, sarebbe stato ragionevole installare una rete fitta di sensori attorno alla faglia, sperando di capire se stava localmente evolvendo verso un’eventuale criticità.
Ovvero l’IEVPC non fa previsioni di terremoti. Fa piuttosto diagnostica sullo stato della crosta terrestre e sul come gli sforzi crostali di propagano su scala planetaria. È certamente sicuramente possibile eseguire questa previsione di propagazione degli sforzi crostali.
Questo non vuol dire che i terremoti siano prevedibili! Così come non è prevedibile se e dove cadrà una goccia di pioggia.
Così pure non è possibile per un medico prevedere l’istante del trapasso di un suo paziente. Ma è assurdo asserire che il medico non può diagnosticare lo stato ed evoluzione della salute e dell’invecchiamento di un paziente! Così è un assurdo asserire che non è possibile diagnosticare lo stato della crosta terrestre, e delle sue “patologie” e relativa propagazione su scala planetaria, etc.
Mancherebbe altro che non fosse possibile prevedere questo!"
(www.meteoweb.eu)"
(terremoto anomalo)
Sul sito della Fondazione Giuliani, non si polemizza, ma si precisa con garbo, che gli scienziati condannati sono vittime innanzi tutto della loro supponenza:
"Gli aquilani hanno pagato dazio al ciclo immutabile di quella natura che non ha giudici e codici.
La Scienza avrebbe potuto salvare alcuni di loro? Oggi, un giudice della nostra società ha risposto di si. Ma non è stato un processo alla ragione o alla chiave scientifica. È stato un processo a uomini, conoscitori ed artefici di scienza forse traditi dalle loro regole, che semplicemente hanno violato condizioni e buon senso.
...
Il Giudicante ha dato un'interpretazione di certezza. Giuridica. La colpa, la negligenza, l'imperizia, l'azione o l'omissione non sono dati e numeri da osservare e capire. Sono alterazioni di quelle regole che tutti abbiamo accettato di comprendere ed attuare.
Violare il codice penale non può equivalere a non comprendere un sismogramma o una sequenza sismica. I pesi e le misure son diversi. Dove c'è in ballo la società, il cittadino, l'incolumità di persone e cose, l'avvedutezza è sinonimo di ragione, quella che i romani chiamavano “diligenza del buon padre di famiglia”.
Oggi sono stati processati uomini di scienza e non la Scienza.
La condanna (in primo grado, non definitiva) significa solo che una Commissione di uomini di scienza ha fornito una valutazione errata, colposamente sbagliata, proprio perché la loro preparazione, la cognizione, il sapere e le minime regole giuridiche, quelle del “buon padre di famiglia”, avrebbero dovuto dettare un diverso comportamento.
A nessuno si poteva chiedere di prevedere, ma di prevenire, anche solo parzialmente o temporaneamente, si.
Non permettiamoci di giudicare la natura e neppure l'intelligenza umana, ma non dimentichiamoci che il progresso e la conoscenza non possono sottrarsi alle regole della società."
Sul sito della Fondazione Giuliani, non si polemizza, ma si precisa con garbo, che gli scienziati condannati sono vittime innanzi tutto della loro supponenza:
"Gli aquilani hanno pagato dazio al ciclo immutabile di quella natura che non ha giudici e codici.
La Scienza avrebbe potuto salvare alcuni di loro? Oggi, un giudice della nostra società ha risposto di si. Ma non è stato un processo alla ragione o alla chiave scientifica. È stato un processo a uomini, conoscitori ed artefici di scienza forse traditi dalle loro regole, che semplicemente hanno violato condizioni e buon senso.
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Il Giudicante ha dato un'interpretazione di certezza. Giuridica. La colpa, la negligenza, l'imperizia, l'azione o l'omissione non sono dati e numeri da osservare e capire. Sono alterazioni di quelle regole che tutti abbiamo accettato di comprendere ed attuare.
Violare il codice penale non può equivalere a non comprendere un sismogramma o una sequenza sismica. I pesi e le misure son diversi. Dove c'è in ballo la società, il cittadino, l'incolumità di persone e cose, l'avvedutezza è sinonimo di ragione, quella che i romani chiamavano “diligenza del buon padre di famiglia”.
Oggi sono stati processati uomini di scienza e non la Scienza.
La condanna (in primo grado, non definitiva) significa solo che una Commissione di uomini di scienza ha fornito una valutazione errata, colposamente sbagliata, proprio perché la loro preparazione, la cognizione, il sapere e le minime regole giuridiche, quelle del “buon padre di famiglia”, avrebbero dovuto dettare un diverso comportamento.
A nessuno si poteva chiedere di prevedere, ma di prevenire, anche solo parzialmente o temporaneamente, si.
Non permettiamoci di giudicare la natura e neppure l'intelligenza umana, ma non dimentichiamoci che il progresso e la conoscenza non possono sottrarsi alle regole della società."
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