mercoledì 10 ottobre 2012
Revisionismo liberista
Che sta accadendo? Si sta forse constatando che le ricette ultraliberiste e di austerità applicate in Europa non raccolgono i risultati sperati?
Se persino il Sole24ore ospita interviste di esperti privi del timbro di garanzia "montiano doc", vuol dire che qualcosa di grosso si sta preparando in pentola, o cominciano ad affacciarsi dubbi enormi all'orizzonte. E' infatti apparso sul "Sol dell'avvenire incerto" (www.ilsole24ore.com) un articolo che cerca di rispondere alla domanda "perché la Spagna tergiversa tanto sugli aiuti del Mes?". Forse perché Rajoy non ha voglia di ritrovarsi la Troika fra le scatole. E in particolar modo l'Fmi, noto per le miracolose guarigioni e misteriose morti dei pazienti.
E perché non vuole l'Fmi, la Bce, e commissari varie che sono pronti ad intervenire come la Croce Rossa?
La Spagna vorrebbe "... evitare quindi quella sorta di commissariamento europeo che fornirebbe sì la liquidità necessaria per tappare buchi di bilancio e favorire una riduzione dello spread nel breve periodo, ma potrebbe rendere il Paese meno attraente per gli investitori stranieri innescando una spirale al ribasso sulle prospettive di crescita.
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«Dal punto di vista reputazionale la partecipazione al programma di aiuti equivarrebbe all'ammissione del singolo paese di trovarsi in condizioni economicamente disastrose con il conseguente effetto perverso sui propri titoli sovrani - afferma Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas ...
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La strada che si aprirebbe davanti allo stato richiedente sarebbe verosimilmente quella seguita negli ultimi anni dalla Grecia»"
Ecco, dopo aver ridotto allo stremo i greci, ci si è finalmente resi conto che la Grecia è tutt'altro che un esempio di buon salvataggio di un paese in crisi. La Grecia è il miglior esempio di quello che non andava fatto.
"A parer di Edoardo Chiozzi, responsabile per l'Italia di Convictions am «gli esempi di austerità di questi due ultimi anni ci hanno purtroppo già mostrato come politiche di "rigore" troppo severe in un momento di crescita globale in forte rallentamento sono controproducenti. Se una grande quantità di Paesi attua politiche di riduzione della domanda allo stesso tempo e troppo violentemente, il forte declino della crescita o recessione che ne consegue provoca una riduzione delle entrate e un aumento delle spese che alla fine annullano gli sforzi iniziali rischiando di avvitare il Paese in una spirale recessiva viziosa».
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«Prima della crisi in base alle esperienze passate, si calcolava l'effetto recessivo di 1% di riduzione di deficit in circa 0.5% di perdita di crescita del Pil - prosegue Chiozzi -. Di fatto, durante questa crisi, in un'ambiente di crisi globale, di azione restrittiva sulla domanda simultanea da parte di più Paesi e con l'aggravante di una valuta bloccata e rendimenti saliti a livelli insostenibili, le azioni di rigore e di austerità hanno avuto effetti devastanti»."
Si effetti devastanti, ma solo sui popoli e sull'economia reale. Sulle banche tedesche e francesi la crisi ha avuto un effetto tonificante. Ed anche sulla situazione delle finanze statali tedesche, l'effetto è stato salutare fino ad ora.
"Del resto, che quello attuale sia un momento difficile per l'economia globale, lo conferma anche il Fondo monetario internazionale che nelle ultime 24 ore ha tagliato le stime di crescita del Pil del pianeta.
«Maggiore austerity significa necessariamente minor spesa pubblica e minor occupazione e quindi minor crescita. Diminuisce il debito ma diminuisce anche il Pil e quindi il gettito fiscale e così via in un circolo vizioso. L'impoverimento delle classi medie è ineluttabile nella misura in cui il delevarging pubblico (la riduzione della leva finanziaria e quindi del debito, ndr) non è diligentemente accompagnato dalla graduale ripresa degli investimenti privati», spiega Tardino.
«L'austerity da sola non basta per risolvere la crisi dell'Eurozona -. sottolinea Thomas Liebi, Chief Economist di Swisscanto -. È opportuna una politica fiscale condivisa nel lugno periodo»."
L'austerità è un circolo vizioso, che ci fa avvitare verso il basso, come un areo in stallo. Purtroppo siamo solo all'inizio di questa presa di coscienza. Quando anche i tedeschi avranno capito l'errore sarà troppo tardi per salvare l'euro e l'Europa. E sarà troppo tardi anche per loro.
"«Nel breve periodo ritengo sia possibile vedere effetti positivi sugli spread, ma anche che l'illimitatezza dell'aiuto non possa che essere testata dalla speculazione: credo infatti che ad un certo punto i "mercati" cercherebbero di spingere l'aiuto su livelli di importo tale da far inevitabilmente gridare allo scandalo la Germania, facendo addirittura tornare i dubbi di un'uscita della Germania dall'euro - argomenta Gabriele Roghi, responsabile gestioni patrimoniali di Invest Banca - La storia dell'austerità è molto opinabile: consideriamo l'Italia, degli 800 miliardi annui di costo dello Stato quanti ne sono stati tagliati? 4, 8? Sappiamo bene che molta spesa è improduttiva o clientelare ma non è ancora stata fatta nessuna riforma seria, quindi non è appropriato parlare di austerità solo riferendosi agli incrementi delle tasse. É la macchina pubblica che costa troppo per quello che produce e andrebbe riformata in modo radicale per liberare risorse per abbassare la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese. I tecnici stanno facendo cose da politicantucci del passato, mettono toppe qua e là sperando nello stellone, ma non interrompono il circolo vizioso più debito, più tasse, meno crescita, più debito. Nel lungo periodo i bluff vengono inevitabilmente scoperti, l'unica soluzione è riformare efficacemente la spesa che abbasserà le tasse e solo questo farà ripartire la crescita che renderà il debito sempre più sostenibile»."
Un'ennesimo schiaffo alle scelte politiche ed economiche di Monti. La scelta del Mes, gli aiuti ai paesi in difficoltà con gli spread tanto voluti dal governo italiano, quella che aveva fatto trasformare il premier in Mario Monti Balotelli, risulta inutile.
Per ora perché nessuno richiede questi aiuti. Come avevo già scritto, Rajoy non ha tutta questa fretta, in attesa di capire cosa prevede il memorandum. E magari con l'intenzione di contrattare le condizioni della troika.
E se dovesse venire utilizzato il Mes, i mercati potrebbero verificarne i limiti, in quanto la Bce non stampa nuovi euro per acquistare i titoli di Stato, ma utilizza fondi interni limitati messi a disposizione dagli Stati.
"Cosa implica, in termini di sovranità nazionale, per uno Stato dell'Ue chiedere gli aiuti?
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«Cambierebbe molto: i criteri originali del 3% di deficit annuale e 60% di debito rispetto al Pil impongono "unicamente" un obbligo di risultato - continua Roghi -. Già il nuovo trattato fiscale, il "fiscal compact", che entrerà in vigore a gennaio del 2013 comincia ad essere molto più intrusivo,
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Oggi uno stato che dovesse attivare il meccanismo del fondo salva-Stati dell'Ue e l'Omt della Bce (scudo anti-spread, ndr), invece, è obbligato a passare sotto le forche caudine di un "Memorandum of Understanding" negoziato con la Commissione europea e la Banca centrale europea, e eventualmente anche col Fmi, ... Si tratta di una specie di "commissariamento" del Paese con delle verifiche regolari dello stato di avanzamento delle riforme e della situazione finanziaria dello stato in difficoltà.
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Al di là delle tecnicalità, pare che manchi ancora un disegno corale di fondo per la nascita degli Stati Uniti d'Europa. «L'unione monetaria da sola non è sostenibile, sia che ci si muova verso un'unione piena e un'integrazione all'interno dell'Eurozona sia che ci si muova verso una separazione o una disgregazione - spiega Pier-Alberto Furno, ceo di Nemesis am - . L'ostacolo politico principale è la rinuncia ad una sovranità nazionale sul fronte economico e finanziario. Senza un'unione bancaria, fiscale ed economica l'unione politica non avrebbe senso».
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Per Carlo Benetti di Swiss & Global asset management sgr «la strada maestra è probabilmente quella di una diminuzione delle disuguaglianze, una equa ripartizione della ricchezza. Non dimentichiamo che il "momento Minsky", come è stato definito in gergo quel periodo di elevata instabilità successivo alla crisi del 2008, è stato generato da instabilità e disequilibri crescenti»."
Senza democrazia vera, l'Europa non sopravviverà. E non sopravviverà nemmeno il sistema finanziario europeo. Alla fine anche il sistema finanziario dovrà scendere a compromessi e dovrà cedere una parte del potere alla politica. L'Europa prospera solo con la democrazia, l'esperimento autoritario che stanno facendo i banchieri europei, i poteri forti non eletti di vario genere, non sta funzionando. Sta crollando l'intera Europa un tassello dopo l'altro. Travolta l'Italia è la volta della Francia. La finanza ha bisogno della politica per essere guidata e corretta quando fa disastri, come avviene in questi tempi.
"Un altro punto molto criticato è l'isolamento di un Paese nel momento in cui chiede gli aiuti.
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«Ritengo personalmente virtuoso per la costruzione europea se tutti i 17 Paesi dell'Eurozona rinunciassero a un pezzetto della loro sovranità; ben diverso è perdere da soli (o con pochi altri) un pezzo di sovranità perché occorre correggere una errata valutazione che i mercati finanziari – con le loro attuali e non più adeguate regole stanno compiendo» ... «Se il percorso fosse "automatico" e quindi lo scudo venisse azionato senza bisogno di richieste, il meccanismo di protezione europeo sarebbe perfetto. La condizionalità di azione lo rende per contro complesso e ne limita, come possiamo vedere in questi giorni con il caso Spagna, la sua applicabilità. Lo Stato richiedente viene infatti sottoposto ad un processo di analisi invasiva di una Troika formata da Ue, Bce, Fmi, che agisce secondo un protocollo già adottato nei casi delle crisi portoghese, irlandese e greca ..."
Il tema della solidarietà è un altro tema politico scomparso dai radar europei. Se la politica non prende iniziativa, e non cerca di prendere il sopravvento sui poteri finanziari, resterà sempre soltanto la legge della giungla. Sopravvive il più forte, nessuna pietà per il più debole che soccombe. E' quello che sta accadendo in Europa: sono cominciati a cadere i più piccoli Grecia, Portogallo, Irlanda e poi su fino allo Stato più robusto...
"«Per questo motivo - prosegue Ragaini - penso e spero che l'Italia non ricorrerà allo scudo antispread nella sua attuale configurazione, a meno che non si definiscano meccanismi automatici di intervento europeo per quei Paesi virtuosi, tra cui l'Italia, che hanno effettuato imponenti riforme strutturali ma pagano ancora spread di indebitamento eccessivamente alti, che non rispecchiano la nuova realtà dei fatti».
Ma se la Spagna, nonostante tutto, cederà una parte della propria sovranità in cambio del salvataggio europeo, l'Italia che farà? «Probabilmente passerebbero solo pochi giorni dalla richiesta della Spagna a quella del nostro paese che sarebbe forzato da un nuovo innalzamento degli spread a richiedere l'aiuto Bce - spiega Roghi -. Quindi tutto dipende da se e quando la Spagna richiederà gli aiuti»."
Il Mes è una trappola, altro che salvataggio. E non possiamo nemmeno affidarci alla Spagna, che è arrivata ormai ai limiti della bancarotta. L'unica prospettiva, per noi come per la Spagna è preparare un piano "B" per uscire dall'inferno dell'euro.
Ma non solo sul Sole24ore sorgono improvvisi dubbi sull'agenda montiana. Anche all'interno del più grande partito italiano, il Pd, che si avvia probabilmente a governare, ci sono delle forti correnti monti-scettiche.
"Il responsabile economico Stefano Fassina firma sul Foglio un intervento dal titolo “Rottamare l’agenda Monti”, ... le speranze di ripresa collocate dal Presidente del Consiglio nel primo trimestre del 2013 sono, purtroppo, infondate. Quale driver di domanda”, si chiede, “dovrebbe tirare l’inversione di tendenza? I consumi delle famiglie subiranno un’ulteriore flessione a causa della maggiore disoccupazione e dell’esaurimento di parte delle indennità di disoccupazione, dei tagli al welfare nazionale e locale, dell’aumento regressivo di prezzi, tasse e tariffe, delle minori disponibilità di risparmio”. L’agenda Monti, continua il responsabile economico del Pd, “così acclamata e così poco compresa da Matteo Renzi&C, non funziona. Non per colpa di Monti. Il presidente Monti si è trovato, da un lato, vincolato dall’agenda conservatrice europea e, dall’altro, costretto a confermare gli impegni ancor più restrittivi, sottoscritti per deficit di credibilità politica, dal governo Berlusconi-Bossi-Tremonti“"
(www.ilfattoquotidiano.it)
Un'analisi più profonda delle tesi di Fassina la svolge il blogger Phastidio: "Perché Fassina ha (purtroppo) ragione" (spread, rottura dell'euro, squilibri commerciali, mercantilismo tedesco, crescita ecc.).
Benché nello stile piddino, Fassina corresponsabilizza il governo Berlusconi, è evidente l'insofferenza per l'austerità e per le politiche economiche e sul lavoro di Monti. Naturalmente Fassina è stato immediatamente attaccato dagli altri esponenti del Pd, per aver detto semplici verità. Un po' come è accaduto al Cavaliere per aver osato dire che il problema europeo è di origine monetaria.
L'assurdità, è che la linea di Fassina, dovrebbe essere quella normale per un partito di sinistra come il Pd, e non il contrario. Purtroppo nel Pd prevale ancora l'assioma "meglio qualsiasi altro piuttosto che Berlusconi". Ma non è così, è un errore colossale. Meglio fare delle scelte ponderate che siano in linea con l'indirizzo politico dell'elettorato di riferimento, altrimenti si rischia di perderlo per strada.
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