Da cosa si capisce che qualcosa sta cambiando? Dal modo in cui un azionista di maggioranza tratta il suo governo, dai toni di certe interviste, da certi indici misteriosamente mutati in pochi mesi.
Forse il vento della crisi si sta invertendo, o forse sta nuovamente mutando direzione. Fatto sta che lo spread sta scendendo (305 punti base Btp-Bund), il Pd si sente in odore di governo e nelle vesti del suo segretario, sta rimandando al mittente, cioè a Grilli e Monti, l’ultima trovata del governo: la manovra non–manovra che alza le tasse abbassandole.
“«Al governo ho detto che visto che non ci siamo parlati prima, ci parleremo dopo», spiega il leader del Pd in un incontro alla Confcommercio. E chiede «una riflessione vera perchè non possiamo scherzare. Dò la disponibilità a considerare come aiutare la domanda interna e non deprimerla».
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«Tutto questo giro Irpef e Iva non va, qualcosina viene in tasca anche a me: non la voglio. Ai ceti popolari con una mano si dà e con l'altra mano si toglie il doppio». Di qui l'esortazione perentoria a Monti e ai suoi ministri: «Non possiamo scherzare su questo punto, dobbiamo vedere insieme come facciamo una cosa che aiuti la domanda interna e non deprima, perché mi pare che questo sia il punto rilevante».
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«Se non riparte l'economia non si risolve nulla con lo spread. Dobbiamo darci dei vincoli prima della legge di stabilità, occorre regolare il sistema finanziario e bancario, fare investimenti e attivare gli eurobond. Dobbiamo cominciare a fare operazioni su larga scala»
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«Nel governo c'è una divisione di ruoli che non capisco bene - ha poi aggiunto ironizzando sul modo con cui l'esecutivo affronta la crisi -. Nel senso che Gnudi si occupa di alberghi, e Passera di ristoranti...». Ma per il segretario democratico deve essere lasciata agli enti locali la regolazione minuta del settore: «Non può essere un ministero a controllare un negozio».
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«Se non c'è qualcuno che dirige il traffico, se la sera delle elezioni non c'è un vincitore, si rivà a votare dopo otto mesi. Da una situazione frantumata, balcanizzata, viene fuori Grillo e non il Monti bis»
Meglio tardi che mai. Ora Bersani si accorge che le manovre governative sono depressive. O forse nel Pd lo hanno sempre saputo (vedi Fassina), ma ora che lo spread sta crollando, non si sentono più sotto ricatto. Anzi si sentono sotto elezioni, e se la fortuna non gli volta le spalle, hanno già un posto prenotato in prima fila al governo.
Tanto che Bersani si permette di liquidare il Monti bis con due parole e paragonarlo a Grillo.
Poi c’è l’intervista del Presidente francese, che da alcuni mesi era un po’ scomparso e appannato rispetto al suo ruolo internazionale. Ora o Hollande è uno iettatore, o conosce una nuova evoluzione della crisi europea:
“«Il peggio, vale a dire la paura dell’esplosione della zona euro, sì, è passato. Ma il meglio ancora non c’è. Tocca a noi costruirlo»
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«Nell’interesse di tutti, non è possibile infliggere una condanna a vita a nazioni che hanno già fatto sacrifici considerevoli se, a un certo punto, i popoli non vedono i risultati dei loro sforzi. E’ compito della Francia convincere i nostri partner che l’austerità non è una fatalità»
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«non è ammissibile che, nello stesso spazio monetario, ci siano Paesi che si finanziano all’1% a dieci anni e altri al 7!. La Francia è il tramite fra l’Europa del Nord e quella del Sud. Io rifiuto la divisione»
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«La mia idea è un’Europa che avanza a più velocità, con cerchi diversi. Abbiamo una zona euro che ha un patrimonio, la moneta unica e richiede un nuovo governo. Questa eurozona deve prendere una dimensione politica. L’unione politica sarà la tappa che seguirà l’unione di bilancio, l’unione bancaria e l’unione sociale». I tempi? «Dopo le elezioni europee del 2014».
Gli europei sono a un bivio. «La più grande minaccia che pesa sull’Europa è di non essere amata. Di essere vista nel migliore dei casi come un austero sportello bancario e nel peggiore come un riformatorio. E tuttavia, l’Europa resta la più bella avventura del nostro continente. E’ la prima potenza economica del mondo, uno spazio politico di riferimento, un modello sociale e culturale. Merita un guizzo per riprendere speranza».”
Non so se è in arrivo un “guizzo” dalla politica o dall’economia. Però qualcosa potrebbe arrivare, anzi essere già cotto e cucinato, dalle cucine della Bce di M. Draghi, come informa Plastidio.net:
“Spread in vigoroso restringimento, quindi, sia a livello di titolo di stato decennale che di credit default swap, su Spagna e Italia. Su questi ultimi strumenti pesa forse anche l’imminente entrata in vigore della normativa europea che, dal primo novembre, vieta di utilizzare i credit default swap “nudi”, cioè per motivazioni differenti da esigenze di copertura. Anche se la disposizione presenta un regime transitorio molto accomodante, non si può escludere che le posizioni di acquisto di protezione stiano venendo chiuse abbastanza rapidamente, in un movimento la cui ripidità ricorda un tipico “short covering“. Lo strumento si avvia al tramonto. Che questo sia un bene o un male lo scopriremo solo vivendo, ma contro la potenza delle banche centrali non c’è modo di vincere. Neppure se le medesime giocano con entrambe le braccia legate dietro la schiena.”
Cioè la speculazione non potrà più giocare con la sorte delle nazioni, investendo 1 euro per vincerne 1.000. I Cds ritornano alla loro funzione assicurativa e non potranno più essere scambiati come titoli derivati a leva per fare scommesse da bisca clandestina.
Quindi non vale più la pena far crollare le nazioni europee se il gioco non è remunerativo. La crisi è finita? Forse i giocatori d’azzardo cambieranno slot machine. Lo spread e i Cds non funzionano più, si cambia obiettivo. Non so quale potrebbe essere, ma in questo momento non ci sono molte possibilità di speculazione in rialzo ad eccezione dell’oro. Cosa si farà crollare ora? I listini borsistici? Oppure si ritornerà a speculare sugli immobili i cui prezzi sono scesi moltissimo in alcuni paesi?
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