martedì 9 ottobre 2012

Indecisione elettorale

(Rischio Calcolato - cliccare per ingrandire)


Approfittando del sondaggio elettorale pubblicato da Rischio Calcolato, ottenuto facendo la media dei risultati di ben 13 società di sondaggistica, ho rielaborato i dati per trarne una specie di grado di indecisione e sconforto degli elettori.

Credo che questo grado di incertezza sia desumibile dalla differenza di consenso che si riscontra tra un sondaggio e l'altro, tra una società e l'altra. Queste differenze possono certamente dipendere dalla composizione del campione, dalla sua  dimensione, e probabilmente da un certo margine di errore nella raccolta dei dati. Ma assumendo che una variazione tra un sondaggio e l'altro è fisiologica, impossibile da eliminare, assumendo anche che non siano stati fatti errori, si dovrebbe riscontrare uno scostamento più o meno simile tra un partito e l'altro. L'errore o la variazione fisiologica si dovrebbe ripartire più o meno uguale fra i vari partiti.

In realtà, anche questo non può essere del tutto vero dal punto di vista matematico, perché un partito molto piccolo deve avere per forza di cose scostamenti elevati tra un sondaggio e l'altro. In un campione di 1000 persone intervistate, anche una sola persona può modificare n modo macroscopico il grado di consenso attribuito ad una piccola formazione come per esempio l'Api di Rutelli. Fra i grandi partiti però queste differenze tra un sondaggio e l'altro dovrebbero essere simili.
Si può ovviare in parte al problema dei piccoli partiti, attribuendo un "peso" ad ogni formazione, in modo che queste differenze vengano mitigate.

Premesso tutto ciò ho ottenuto questa tabellina che riporta gli scostamenti percentuali maggiore e minore fra le varie società di sondaggistica:

(cliccare per ingrandire)

Come immaginavo, la variazione percentuale è molto alta per le piccole formazioni, proprio a causa dei difetti della rilevazione ai fini sondaggistici. Non è possibile avere numeri sicuri per queste formazioni quando si parla di sondaggi che coinvolgono poche migliaia di persone, benché poi questi dati vengano ancora trattati con algoritmi specifici. Per esempio Grande Sud, Api e Psi hanno variazioni dell'ordine dell'80%.

Ma si può rendere meno evidenti queste variazioni, correggendole in base al peso dei consensi delle singole formazioni. Cioè il dato riferito a una piccola formazione deve essere corretto per tener conto degli squilibri che può generare il parere anche di un solo intervistato in più o in meno a favore di queste forze politiche.
Il metodo che ho ritenuto più semplice, anche se forse non correttissimo dal punto di vista statistico, è stato quello di attribuire un "peso" alle varie formazioni (peso = 1 assegnato alla formazione maggiore, il Pd) da utilizzare per correggere il dato degli scostamenti.

Utilizzando questo metodo, in realtà gli scostamenti percentuali di consenso delle piccole formazioni si riduce moltissimo. Ed è giusto che sia così. Essendo già molto piccole, è ovvio che siano formate da fedelissimi riuniti in una specie di clan. Il loro elettorato può variare poco, è un elettorato abbastanza fedele.

A questo punto appare evidente che il livello di indecisione maggiore, si trova nell'elettorato dei grandi partiti.
La prima sorpresa, è che il primo classificato è l'elettore o potenziale elettore del M5s. I vari sondaggi hanno un livello di scostamento del 25% circa fra loro (dato corretto).
Probabilmente non è una vera sorpresa però: il livello di indecisione dell'elettorato in questo caso potrebbe essere dovuto al fatto che si tratta di una formazione nuova, e anche di una formazione che presenta i più alti livelli di incremento delle preferenze.
Quindi i consensi raccolti sono ancora molto fluttuanti. Poi visto che i media principali tendono a screditare le tesi dei grillini e a presentarli come dei folli, molti potenziali elettori preferiscono non comunicare le loro vere intenzioni. Credo che sotto la cenere dell'elettorato italiano covi molto risentimento, come una scintilla all'interno di un fienile. Alle elezioni, al conteggio effettivo dei voti, si potrebbero avere delle sorprese non previste dai sondaggi.

Il secondo classificato, ma qui non è una sorpresa, è l'elettore del Pdl. Lo scostamento fra i vari sondaggi è circa del 21%. In questo caso è chiaro che l'indecisione è dovuta a delusione e disillusione. Pesa su questo partito un fallimento sia politico che etico.
Semmai stupisce che questo partito conservi ancora un consenso così ampio, attorno al 20%. Credo che se i vertici del Pdl non troveranno una formula per rilanciarlo, probabilmente questa oscillazione aumenterà. Penso che l'unico modo per rilanciare il partito, sia quello di aprirlo definitivamente e veramente alla democrazia. Per esempio facendo le primarie anche nel centro-destra. La formula della ri-fondazione berlusconiana è già stata utilizzata e non credo potrà tornare ad avere successo una seconda volta. Tanto più che anche il Cavaliere ha perso moltissima fiducia e appeal elettorale.

Il terzo classificato, è l'elettore della Lega Nord, con scostamenti percentuali del 12-13%. Qui i motivi possono essere due. Il primo è tecnico, e riguarda la scelta del campione, dato che la Lega è diffusa sola al di sopra del Po. Se si sceglie un campione troppo sbilanciato a sud, il consenso presunto per la Lega tende a diminuire. Va detto che comunque lo stesso vale per la formazione Grande Sud, quindi le società di sondaggi potrebbero utilizzare sistemi matematici per correggere la valutazione delle forze regionali.
Il secondo motivo, forse il più valido, è quello legato alla delusione di un elettorato che si era illuso che la  dirigenza leghista fosse integerrima, ben diversa da quella di "Roma ladrona" sempre combattuta. Quindi gli scandali della famiglia Bossi potrebbero aver influito molto sull'indecisione dell'elettorato leghista. Si dice che alcuni di essi siano molto attratti dal M5s.

Subito dopo, si trova l'elettorato del Pd, anche se il grado di indecisione è intorno all'11%, la metà del Pdl. In questo caso credo giochi molto l'indecisione stessa dei vertici del partito che non sanno indicare esattamente una rotta da seguire. O anche il fatto di appoggiare il governo Monti che non ha sicuramente fatto politiche di sinistra. Ma indubbiamente l'elettore del Pd è molto più fedele di quello del Pdl. Perdona più facilmente anche eventuali comportamenti dubbi della sua dirigenza, come quelli imputabili a Lusi e Penati. Non per mancanza di valori etici, ma per una maggiore disciplina verso il partito.

Poi viene il partito di Di Pietro, con una variazione intorno al 10%. In questo caso, però l'indecisione dell'elettorato, credo sia generata dalla concorrenza sullo stesso terreno politico dell'M5s. In effetti l'elettore dell'Idv, è incerto se tradire il suo vecchio partito e andare verso Grillo o rimanere fedele a Di Pietro.

Tutti gli altri partiti hanno gradi di indecisione dell'elettorato minori. Spicca solo l'8% di Sel, ma anche in questo caso credo dipenda dalla concorrenza di Grillo sugli stessi temi politici.

E' comunque un sintomo dello stato di salute della politica, il fatto che ci siano variazioni nei sondaggi così ampi (per esempio il 30% effettivo del Pdl). Significa che c'è un grado di incertezza enorme nell'elettorato. Purtroppo il sondaggio di Rischio Calcolato non riporta anche il numero di indecisi e schede bianche potenziali, che credo rimanga molto alto, tra 35% e 45%.
E' un effetto della crisi e della mancanza di risposte provenienti dalla politica, se gli elettori sono così mobili e indecisi. E se il premier Monti riscuote comunque un certo grado di consenso, questo poi non va ad aiutare il consenso dei partiti che lo appoggiano. Anzi il contrario. Segno che comunque i cittadini, anche quelli che vedono in Monti un punto di riferimento, poi non ne condividono molto le scelte politiche ed economiche.

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