lunedì 19 gennaio 2015
Inizia bene il 2015, niente male
Avevo scritto in un post precedente che il 2014 è stato l'anno della consapevolezza dei mille guai che ci minacciano, e il 2015 sarà l'anno dei fatti. Pare proprio mantenere le promesse. Appena iniziato l'anno un bel attentato internazionale, di quelli fatti bene, del tipo confezionato da qualche intelligence. Ancora prima è arrivata la Grecia con le sue elezioni che terremotano il quadro politico europeo. E poi la Svizzera che abbandona di colpo l'aggancio con l'Euro.
E siamo solo a gennaio, un mese monco per le feste natalizie. Di questo passo entro la fine del 2015 potremmo trovarci sul fronte ucraino, o siriano, o magari entrambi...
Partiamo dell'attentato. Colpisce la Francia proprio all'indomani del riconoscimento della Palestina da parte del suo Parlamento. Il mossad forse non gliela fatta passare liscia. Noto comunque che Hollande è stato furbo e ne ha approffittato subito, radunando sotto le sue ali il popolo francese e l'Europa sgomenta. Si è ripreso nei sondaggi e riporta l'attenzione sui temi dell'europeismo che si stavano deteriorando. Probabilmente il suo sarà un successo effimero ma intanto molti francesi sono ricaduti nella trappola di questa retorica, riabilitando ai loro occhi i responsabili del disastro europeo.
Ed ora toccherà a noi? Non lo so, ma il Mossad e la Cia ce l'hanno prommesso:
"Il Vaticano è «il prossimo obiettivo dell'Isis» e i servizi di intelligence statunitensi hanno già «avvertito» la Santa Sede.
Gli 007 italiani confermano che il cuore della cristianità è un «possibile obiettivo» dello Stato islamico, ma al momento «non ci sono segnali concreti»
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Fonti dell'intelligence italiana precisano che ai nostri servizi Mossad e Cia avrebbero inviato nei giorni scorsi informative in cui si analizzano i possibili scenari, senza però indicare elementi concreti di rischio. «È possibile che qualcuno voglia alzare la posta - sottolinea all'ANSA una qualificata fonte d'intelligence - ma allo stato non abbiamo elementi concreti per poter sostenere che vi siano rischi maggiori».
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«Commando terroristici costituiti da 4 unità sarebbero diretti in Europa, talvolta camuffati come rifugiati», e in alcune intercettazioni «è stato fatto anche il nome di Roma. Piani concreti tuttavia non sono noti»."
(www.ilmessaggero.it)
Siamo nella lista... del mossad.
Si capisce l'attivismo del ministro Alfano degli ultimi giorni che cerca di contrastare i piani di chi vorrebbe un attenato a Roma. Si predispongono espulsioni nella speranza di arrivare prima dei servizi alleati...
Speriamo che i nostri ci riescano. Ma è innegabile che siamo sulla lista dei paesi da punire. Per esempio saimo ancora troppo amiconi di Putin... Per esempio paghiamo i riscatti ai terroristi...
Passando al secondo tema, già alla fine dell'anno scorso, abbiamo scoperto che la Grecia è in cancrena, pronta per essere amputata dall'euro. Dopo tante cure economiche, dopo averci addirittura rassicurati su una crescita della Grecia, viene fuori che la situazione non è affatto stabilizzata, anzi è probabile una nuova crisi. Per me non è una sorpresa, anzi mi sorprende che il popolo greco abbia resistito così a lungo sotto il giogo della troika. Ma capisco che chi si informi solo attraverso la televisione rimanga leggermente stralunato: ma come? Prima dite che l'economia greca va meglio persino di quella italiana, e dopo scopriamo che forse la maggioranza dei greci vuol votare Tsipras?
Logicamente, inevitabilmente, le tensioni economiche create con l'austerità, con parametri idioti europei, e soprattutto le tensioni dovute all'euro, si scaricano a lungo andare sulla politica.
Così avremmo delle elezioni probabilmente non previste dagli amici della troika, che magari pensavano di ottenere un tale successo con i loro interventi che Samaras non avrebbe avuto problemi ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Invece i conti sono stati fatti male, e probabilmente la troika ora dovrà confrontarsi con Siriza.
Anche se poi non credo che il timido Tsipras farà tutta questa rivoluzione. Già partire rassicurando che l'euro non si tocca a prescidere, ma si tratta sui debiti, la considero una falsa partenza. Non andrà lontano, ma creerà comunque confusione e tensione a livello europeo. Già ora c'è la corsa agli sportelli bancari e siamo solo all'inizio: i greci temono di essere cacciati dall'Europa.
"... non sono solo 2 le banche Greche che hanno chiesto soldi liquidi (contanti) alla Banca Centrale Greca (come proxy della BCE) per fare fronte al Bank Run dei Greci. Sono tutte e quattro le banche sistemiche (e non c’è ragione di credere che non stia avvenendo con le banche mono sistemiche). Ovvero :
- Alpha Bank
- Eurobank Ergasias
- National Bank of Greece
- Piraeus Bank
...
In più, come forse già saprete (fonte originale Bloomberg, non esattamente il Corriere dell’Armageddon) , per precauzione pare che molti Greci abbiano prudenzialmente rimandato il pagamento di tasse e imposte, mossa comprensibile se si ipotizza che dalle urne esca il disfacimento dell’attuale sistema basato sull’Euro. Meglio tenersi stretti gli Euro e magari pagare le tasse (anche no…eh cioè ci sono cose più interessanti che pagare le tasse, immagino) in Neo Dracme sanzioni comprese."
(www.rischiocalcolato.it)
E poi è arrivato un fulmine a ciel sereno: la Svizzera ha abbandonato l'euro. La prima nazione europea a lasciare la moneta unica... Non è vero, ma quasi. La Svizzera aveva ancorato il suo franco all'euro. Con enormi sforzi finanziari per mantenere fermo il franco a 1,20 sull'euro. Ad un certo punto la banca centrale svizzera non ce l'ha più fatta. Qui non è ancora chiaro il motivo di questa resa immediata: sicuramente c'entra qualcosa la svalutazione dell'euro rispetto al dollaro, che potrebbe raggiungere la parità con la moneta americana in poco tempo. E c'entra la promessa di Draghi di una prossima espansione monetaria atta ad acquistare titoli di Stato, che potrebbe accentuare la svalutazione dell'euro.
Ma non vorrei che l'abbandono dell'euro da parte svizzera nasconda qualcosa di peggio. Per esempio le modalità tecniche di realizzazione del quantitative easing all'europea potrebbero mettere in pericolo la moneta unica.
"Secondo le notizie che circolano, il QE in procinto di nascere sarebbe frutto di una soluzione di compromesso con i tedeschi che, ... non vogliono essere coinvolti nei rischi connessi all’eventuale insolvenza di alcuni paesi (secondo voi, quale paese in particolare?).
Nel dettaglio, secondo quanto riportato da “Der Spiegel” le singole banche centrali nazionali di ogni stato acquisterebbero il 20-25% del debito di ciascun paese, in modo tale che gli oneri derivanti da eventuali ristrutturazioni sovrane rimangano confinanti dentro il perimetro del paese insolvente, e quindi non vengano ripartiti tra i paesi dell’eurozona.
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confinare il rischio credito dei debiti sovrani dei singoli stati all’interno delle rispettive banche centrali (ammesso che sia possibile nell’ambito dell’Eurosistema), equivarrebbe ad affermare che la Bce non è una istituzione idonea ad acquistare i titoli di stato dei paesi dell’eurozona nell’interesse di tutta l’unione monetaria
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Esemplificando, poniamo che l’Italia dovesse trovarsi nella condizione di dover ristrutturare il debito pubblico ... A chi verrebbero inflitte le perdite? Sicuramente ai detentori privati del debito ... E alla banca centrale nazionale che deterrebbe parte del debito? In questo caso si aprirebbero diversi scenari. Ossia, se l’Italia dovesse tenere indenne la Banca D’Italia, è chiaro che gli investitori privati esigerebbero un maggior premio di rischio per acquistare il debito Italiano ... Quindi gli spread potrebbero tendere ad allargarsi
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Se, contrariamente, le perdite fossero inflitte anche alla banca centrale nazionale si determinerebbe una diminuzione di capitale, e quindi dovrebbe essere ricapitalizzata. Per opera di chi? Da parte dello stato nazionale che ha dichiarato il default appare abbastanza improbabile, per il semplice motivo che, in questa ipotesi, lo stato perderebbe i benefici derivanti dalla ristrutturazione di quella parte di debito detenuto dalla banca centrale nazionale
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Inoltre, è assai improbabile che lo stato possa disporre di risorse per poter ricapitalizzata la banca centrale, ammesso che non si ricorra ad atti di confisca della ricchezza privata. Ipotensi che ... determinerebbe degli effetti nefasti per via del fatto che si sancirebbe il venir meno dell’inviolabilità del risparmio privato in tutto il contesto dell’eurozona: circostanza della quale, a dire il vero, abbiamo già qualche sospetto"
(www.rischiocalcolato.it)
Insomma un Qe fatto male è peggio di un Qe non fatto. Portare tutti i rischi all'interno di ogni paese, vuol dire fare venir meno le garanzie della Bce sull'intera europa. Di cosa se ne farebbero i mercati delle garanzie della Banca d'Italia, la banca centrale di una nazione senza neppure sovranità monetaria? Nulla. I mercati ci punirebbero subito. E pensare di fare un Qe rivalendosi poi sui cittadini italiani nel caso andasse male, non farebbe altro che acuire le tensioni politiche già in atto nel nostro paese. Rendendolo sempre più ingovernabile e quindi sempre meno appetibile per i mercati.
Questa volta Draghi rischia di fare un pasticcio, a cui poi dovrà rimediare per esempio con una riedizione del Ltro a favore delle banche, che bene o male aveva funzionato.
Inoltre nel nostro piccolo, anche noi italiani abbiamo i nostri guai. L'elezione del nuovo Presidente, come in Grecia, rischia di far allargare le faglie politiche interne al Parlamento. Le divisioni recenti del Pd con la vicenda Cofferati. Ma anche le divisioni nel centro destra. Probabilmente alla fine Renzi e Berlusconi eleggeranno un "loro" Presidente e finirà così. Perché è inutile ormai girarci intorno: Renzi e Berlusconi hanno intenzione di fodare un nuovo partito con vantaggi reciproci. Berlusconi demolisce definitivamente l'ex Pci ed ottiene immunità e salvaguardia per le sue aziende, e Renzi eredita la leadership di un grande partito governativo. Attorno a queta nuova Dc, orbiteranno mille "liste arcobaleno" e "fratelli d'Italia", impotenti ed inutili. Rimarrà il M5s a fare opposizione, ma sarà un'opposizione innocua.
Il 2015 sarà comunque un anno di svolta. Probabilmente non una svolta buona però.
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