giovedì 4 giugno 2015

Il dio della politica ha detto stop



Il dio della politica deve aver deciso che il tempo per Renzi è terminato.

Ieri è uscito il nuovo dato ISTAT sull'occupazione che fornisce cifre ottimistiche sull'occupazione. La discesa significativa della disoccupazione al 12,4% che è un buon segno. I "giornalai" di regime hanno scritto che il job act funziona finalmente. Probabilmente funzionerà per un triennio, il tempo che le imprese hanno per sfruttare le agevolazioni. Ma può anche essere che questa occupazione temporanea possa fare da volano per una più definitiva.

Quello che però è interessante è che questa volta la notizia di propaganda governativa è scivolata via come acqua sulle rocce. In altri giorni se ne sarebbe discusso insistentemente sui media ormai definibili "di regime", fino a convincerci che ormai la ripresa è inevitabile. Invece il nodo centrale del dibattito pubblico è la caduta di consensi non tanto del PD, ma del renzismo.

Dopo il dato ISTAT ho pensato che in fondo Renzi aveva ancora tutto il tempo di risalire dal 30-35% a cui è precipitato e tornare a percentuali più elevate. Con un po' di ripresa sarebbe possibile. Invece oggi con l'esplosione ulteriore dello scandalo mafia capitale, che investe anche il Pd quanto e forse più degli altri partiti, comincio ad avere qualche dubbio. Ho il sospetto che il dio della politica abbia voltato le spalle al bullo di Rignano e gli abbia tolto la fortuna che gli aveva donato.

Pezzi di maggioranza al senato cominciano ad entrare in fibrillazione. È un brutto segno per il suo governo. Verdini corre in soccorso del premier fiorentino, ma allo stesso tempo, il vecchio marpione Berlusconi, forte del risultato elettorale in Liguria e Veneto ha ricominciato la campagna acquisti. Soprattutto fra i parlamentari ex centrodestra (Ncd Gal ecc.) scontenti della loro attuale collocazione e preoccupati per le sorti di Renzi.

Berlusconi ha dimostrato con Toti che si può riunire il centro destra e vincere anche con personale politico modesto. Inoltre la Liguria ha mostrato impietosamente le divisioni nette nel centro sinistra e che la linea intransigente Renzi rischia di farlo implodere a livello nazionale. Per i piccoli partitini centristi non vale più la pena sostenere gli onoeri e i rischi connessi all'alleanza contro natura con il Pd.

Dalle conseguenze delle elezioni regionali possono accadere due situazioni: il Pd segue indefesso la linea Renzi ma è costretto a cedere consensi ad una "cosa" alla sua sinistra. I centristi sarebbero in grado di formare una futura alleanza elettorale vincente con il Pd renziano? Probabilmente non sarebbe vincente.

Oppure può succedere che Renzi torni a capeggiare una minoranza di destra nel Pd, mentre il grosso del partito tornerebbe a ricercare alleanze alla sua sinistra. Abbandonando la velleità renziana di cercare i voti fra elettori di centro destra. A questo punto sarebbe difficile per i piccoli partiti di centro continuare a rimanere alleati di un Pd sotto l' influenza di Civati e Landini.

Credo che Berlusconi abbia buone possibilità di risorgere e di rimescolare le carte della politica. Ha dimostrato che i voti moderati si possono riunire sotto le insegne del centro destra, che Renzi non ha più un grande seguito come un anno fa.

Prevedo smottamenti nel governo e probabilmente l'Italicum non entrerà mai in funzione. È una legge elettorale profondamente connessa con la riforma del Parlamento, che potrebbe non vedere mai la luce. Credo che si farà una nuova legge elettorale adatta all'attuale regime parlamentare e si voterà abbastanza presto. Entro alcuni mesi.

Inoltre l'economia non si è stabilizzata, anche se ci sono alcuni segnali positivi. I conti dello Stato poi potrebbero di nuovo traballare a causa dell'aumento dei tassi generalizzato su tutti i bond mondiali. Quelli italiani stanno tornando sopra al 2%. Lo spread non varia molto, poiché aumentano anche i tassi dei bund tedeschi che vanno verso l'1%.

Se il governo dovesse avere problemi di tenuta dei conti, anche se per cause esterne, il discredito ricadrebbe su Renzi e Padoan. Si farebbero forti le istanze per un cambio di maggioranza o per tornare ad elezioni. In Senato potrebbero aprirsi nuovi giochi politici per far fuori l'inquilino di Palazzo Chigi. E' il solito copione delle crisi di governo italiane. Questa volta la soluzione pronta, come avvenne con Letta, non c'è. Si andrebbe verso un esecutivo di salute pubblica Pd-Forza Italia?

Prevedo momenti difficili per Mattarella. Vedremo se avrà lo stesso polso fermo di Napolitano (anche se non condividevo le sue scelte) o se si farà tirare per la giacca da partiti e lobby finanziario-europee in modo disordinato ed incoerente.

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