lunedì 1 giugno 2015

Vincono i Mattei

(clicca sull'immagine per ingrandire - 
in azzurro somma di liste simili in questa occasione separate)


Se a queste elezioni regionali si vuole dare un valore nazionale, i conti vanno fatti fino al fondo. E conteggiando i voti effettivi, in realtà le analisi politiche dei media di queste ore non hanno molto senso.

L'asfaltatore Renzi ha finito l'asfalto? Non è del tutto vero. Il Movimento 5 Stelle è stato trascinato dalla performance dello spagnolo Podemos? Non si direbbe. Il centro destra berlusconiano si è estinto? Non è proprio così.

Come si evince dalla tabella superiore, i cui dati sono stati desunti dagli interni, si hanno risultati sorperendenti che in parte mi hanno stupito. L'informazione che circola non è del tutto corretta.

Utlizzando il numero effettivo di votanti (circa 9,3 milioni su 18,9 milioni di aventi diritto) le cose stanno diversamente da quanto si va dicendo attualmente sulla sconfitta di Renzi e sull'avanzata del populismo.
In realtà stando al numero di voti, il Pd arretra dal 42% delle europee.
Però secondo me il dato va letto meglio. E' vero che il Pd come partito attesta in realtà intorno al 22% dei votanti. Sembrerebbe dimezzato, ma in realtà credo sia difficile fare dei conti così netti, visto il proliferare di liste e listerelle sotto le insegne dei governatori candidati. Anche Zaia ha preso la maggior parte dei voti con una lista sganciata dalla Lega.

Ritengo che in caso di elezioni nazionali dove ora con l'Italicum conteranno i partiti più delle liste, molti voti dispersi torneranno nella casa pricipale. Il Pd con vari e multicolori cespugli (in Liguria contrapposti anche in liste diverse) raggiunge circa il 39%. In caso di elezioni nazionali quindi il Pd potrebbe sperare in un buon 35%, distante dal 42% delle europee ma da non trascurare. Soprattutto nel caso il centro destra rimanesse diviso. Quindi il renzismo sta tenendo in qualche modo. Allo stesso tempo per Renzi diventa sempre più difficile minaciare elezioni anticipate: rischierebbe molto, non è più sicuro di vincere facilmente.

La vera sorpresa non è affatto il M5s, che a livello di voti nazionali raggiungerebbe circa il 17%, ma l'ex centro destra. Malgrado appaia piuttosto diviso e frammentato, malgrado sia difficile comprenderne i confini (da che parte stanno i centristi?), in realtà la sua forza è maggiore di quella del Pd e suoi cespugli alleati e non.

Solo in Liguria il vecchio centro destra si è presentato unito. Ma se si sommano i voti delle varie componenti separate (in Veneto Tosi e Zaia, in Toscana leghisti con forzisti, nelle Marche e in Puglia i vari clan in litigio) i moderati sono vincenti. Probabilmente questo risultato è da attribuire alla nuova forza propulsiva di Salvini, che ha apportato qualcosa in più al centro destra. Il problema è che unendosi al resto del centro destra, non è detto che i voti leghisti riescano a sommarsi algebricamente a quelli di Berlusconi ed alfanoidi vari. Anche se il partito di Alfano sembra ormai evaporato, toccandogli la stessa sorte di Fini alcuni anni fa. Non dovrebbe più essere un problema di concorrenza interna per Salvini.

Quello che deve preoccupare il Pd, è la pessima tenuta del partito al nord Italia. almeno in Liguria e Veneto. Questo è un campanello d'allarme, perchè queste regioni sono quelle le più popolose e quindi quelle che possono decidere le sorti delle elezioni nazionali. E' da queste regioni che si capisce se il renzismo sfonda o ha già stancato l'elettorato. Nelle regioni meridionali è più difficile capire il sentimento politico degli italiani: qui spesso c'è continuità politica, gli amministratori restano gli stessi, cambiando semplicemente casacca (generalmente indossano quella della lista ritenuta vincente).

Per il M5s, mi dispiace dirlo, ma non capisco tutte le manifestazioni di entusiasmo. Accanto ad un ottimo 25% in Liguria, deve far riflettere il 12% in Veneto, il 15% nella rossa Toscana, il 14% nell'altrettanto rossa Umbria, ma anche il 17% nella Campania degli impresentabili in entrambi i poli. Credo ci sia ancora molto da lavorare, soprattutto considerando l'enorme bacino elettorale di assenteisti. In questa tornata elettorale non sono andati a votare circa 9 milioni di elettori. Perché il M5s non riesce a convincerli nemmeno dimostrando la propria onestà rispetto agli altri partiti? Mistero.

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