mercoledì 2 novembre 2011

democrazia vs economia



Oggi le borse risalgono recuperando una metà di quello che hanno perso ieri. Fine della crisi dell'Euro? probabilmente inizio (o continuazione) di una schizzofrenia mondiale preludio a un crollo mostruoso.

Intanto tutti i governi dell' Europa se la prendono con Papandreu, reo di voler ancora utilizzare quello strumento desueto che si chiama "Democrazia". Non sia mai che il volere del popolo rovini irrimediabilmente il meccanismo perfetto di finanza e banche mondiali!

illuminante questo articolo:


CROLLO DELLA DEMOCRAZIA E CROLLO DEL BUON SENSO

DI IDA MAGLI

Continuo ad essere convinto che la risoluzione del problema del debito, più che difficile,è impossibile.

Possiamo recuperare una parte dei 1900 miliardi di Euro di debito attraverso una qualche forma di tassazione straordinaria (patrimoniale)? e quanto si dovrebbe recuperare per non essere investiti dalla speculazione?
Credo un minimo di 100-200 miliardi di Euro per arrivare a un rapporto deficit-pil intorno al 110%.

Probabilmente non basterebbe ancora per fermare la speculazione, ma sarebbe sufficiente per distruggere  definitivamente la nostra economia.

L'unica soluzione, è una non soluzione. Uscire dall'Euro, non pagare il debito, ritornare a una moneta nazionale e ripartire da zero. Questo ci insegna la storia moderna dell'Argentina.

martedì 1 novembre 2011

Oggi è il giorno del giudizio?



Oppure è rimandato?
Che cosa dovremmo fare a questo punto? Accendere un cero alla Madonna o incaxxarci con i tedeschi perchè non hanno voluto gli eurobond?
O dovremmo invece prendercela con noi stessi perchè l'Italia è un popolo di fanfaroni debosciati dal Grande Fratello che vota a rappresentarli dei perfetti inetti?

Alcune considerazioni vanno fatte:

E' vero che la classe dirigente della seconda repubblica non si è dimostrata all'altezza. Il berlusconismo, il culmine della cultura anni '80, negli anni '90 era già vecchiume. Il resto della politica, tutto un insieme di ideologie vecchie e demagogia spicciola. E' vero anche che queste menti mediocri hanno corretto come potevano i conti dello stato, rendendoli a partire dal '92 un pò più stabili.

Se si guarda invece un grafico del debito pubblico prima di quella data sembra una rampa di lancio per V2! La prima repubblica, a volte rievocata con nostalgia per la sua purezza etica, è quella che ci ha stroncati: e oggi n paghiamo le conseguenze.

Ma se noi abbiamo un guitto dello spettacolo come premier, l'attuale premiership europea (soprattutto tedeschi e francesi) è penosa: continui incontri bi-tri-laterali senza concludere nulla, mentre la Grecia affondava sempre più. Ora il naufragio è completo. Naufragio che era già ben profetizzabile fin dall'inizio della crisi: da subito andava organizzato il default senza massacrare la popolazione greca con interventi mega recessivi. Ha fatto bene il governo greco a chiedere un referendum popolare per autorizzare la manovra economica.

La Germania, è colpevole quanto noi mediterranei sgarrupati. E' colpevole di voler la guida dell'Europa decidendo in casa degli altri su welfare e tasse, ma di non voler sostenere nessun onere per giustificare la sua supremazia. Sarebbe stato meglio emettere eurobond invece di rischiare la distruzione dell'Euro e dell'Europa Unita. Spero ci sia ancora tempo per un loro ripensamento, ma ne dubito, perchè la loro storia ci insegna che preferiscono la distruzione totale alla resa all'evidenza delle cose e al riconoscimento dell'errore. E dire che si era anche speso il ministro USA dell'economia per convincerli a seguire questa strada.

Ora che faremo noi italiani? torneremo alla Lira? venderemo la nuda proprietà alle banche tedesche e francesi per ripagare i debiti? o ristruttureremo anche noi come la Grecia, andando di fatto in default?

alcune considerazioni trovate oggi in rete che mi sono piaciute (anche se non le condivido in toto):


venerdì 12 novembre 2010

Impazienza



Non sono il commentatore politico più idoneo, in quanto sono un "non votante" convinto da qualche anno. Ma qualcosa mi pare doveroso dire al riguardo dell'andazzo dell'amministrazione del bene pubblico in Italia. E la considerazione che mi giunge dal distacco dalla passine politica è la seguente: esiste una specie di frenesia nella politica italiana che mi lascia alquanto perplesso. I nostri governanti devono dare tutto e subito, altrimenti tra i partiti serpeggia una sorta di impazienza, la necessità sulla scorta di un sondaggio o di un sentimento comune di sostituire velocemente il capo del governo.

Mi spiego meglio: il nostro parlamento con il suo esecutivo dovrebbe durare in carica almeno cinque anni, ma immancabilmente al secondo anno (con l'ultimo Prodi già al primo anno...) il  governo è ritenuto inadeguato e quindi, anche se il parlamento non è detto che decada, l'esecutivo invece deve cambiare. E' successo con il primo Berlusconi (il ribaltone della Lega Nord), E' successo con il primo Prodi (il ribaltone di D'Alema...), E' sucesso di nuovo con il successivo governo Berlusconi che a metà legislatura dovette dare le dimissioni per essere poi riconfermato; Dell'ultimo fragile governo Prodi non c'è molto da dire, se non che l'epilogo era prevedibile già all'inizio.

Ora succede ancora con l'attuale governo Berlusconi. Al di là dei meriti e demeriti dei vari personaggi coinvolti (e dei personalismi da corte Neroniana...) mi pare che quest'ansia di recidere tutte le legislature (governo e a volte anche parlamento) sia un vizio tutto italiano. Un segno di immaturità politica e mancanza di rispetto istituzionale.

Per esempio nelle democrazie anglosassoni, a mio parere, ciò non avviene. Nessuno ha chiesto, che io sappia, le dimissioni del detestato primo ministro inglese Brown malgrado avesse i sondaggi sotto le scarpe. Nessuno chiederà le dimissioni a Obama anche se ha perso la fiducia degli americani e le elezioni.

Ma se guardiamo ai popoli latini più simili a noi, anche lì le cose vanno diversamente. Per esempio in Spagna il primo ministro Zapatero oggi non è più molto amato, eppure nessun Fini socialista iberico gli stacca la spina. Anche Sarkozy in Francia ha le sue gatte da pelare, la si fanno scioperi che qui sarebbero considerati guerra civile, ma porterà a termine sicuramente il suo mandato.

E non mi si dica che con Berlusconi è diverso, perchè ha una condotta morale non consona alla sua posizione. Posso essere daccordo, però allora perchè con Prodi è avvenuto lo stesso? Perchè quando capitò qualcosa di simile a Clinton, poi continuò il suo mandato fino alla fine?

No, non credo che il motivo della modesta durata degli esecutivi italiani debba essere imputata a motivi contingenti. Credo che l'unico motivo sia di tipo culturale: non si può lasciare governare per troppo tempo, l'intera legislatura, lo stesso gruppo di persone. Se un presidente del consiglio si presenta troppo forte c'è il rischio che oscuri definitivamente gli altri gruppi di potere (partiti, lobby, oligarchie...), c'è il rischio che i votanti si affezionino a quel modello. Pertanto è necessario che chi governi non arrivi mai a concludere il proprio progetto, condivisibile o meno, meglio ancora se poi questo leader viene mostrato come debole ed inconcludente.

Io penso invece, che come avviene all'estero, sarebbe miglio lasciare lavorare un esecutivo per il tempo che gli è stato assegnato per legge. Del resto, se i progettisti della Costituzione hanno stabilito che una legislatura e quindi un esecutivo debbano durare cinque anni, un motivo ci deve pur essere. Io credo che il motivo essenziale è che un esecutivo dopo due anni non è in grado, per motivi fisiologici, di incidere sul governo del Paese, sul suo cambiamento. Il bilancio delle cose fatte o non fatte si fa dopo cinque anni.

Oggi tutto questo avviene anche nell'ambito di una pericolosa crisi internazionale. Bisogna sperare che l'imminente crisi di governo, o le eventuali elezioni anticipate, non ci danneggino ancora di più, visto che dopo Portogallo, Irlanda e Spagna siamo i più sospettati di incapacità di uscita dalla crisi. Vedremo come andrà a finire, ma già una cosa mi pare di capire: se ci sarà un governo tecnico, non produrrà grandi risultati, in quanto sostenuto da una risicata e poco omogenea maggioranza (mi chiedo se è proprio necessario cacciare questo non brillante governo); Se ci saranno elezioni non è detto che prevalga una delle due parti, c'è un rischio ingovernabilità. Allora è proprio necessario perdere tutto questo tempo in litigi infantili, bizantinismi tituzionali, campagne elettorali permanenti ecc.? Non sarebbe stato meglio fare i conti nel 2013 quando tanto comunque si dovrà rinnovare il parlamento?