sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale!



Ogni Natale ha una canzone...


E in regalo il vero discorso del prof. Monti:


Spread: ottimismo vs pessimismo



Oggi alcuni titoli dei giornali mettevano in evidenza il preoccupante aumento dello spread a livelli "berlusconiani"; alcuni analisti si chiedevano se la manovra Monti non fosse inutile o addirittura dannosa; i giornali di destra mettevano in evidenza come il premier precedente fosse stato accusato ingiustamente di far aumentare tale differenziale.

Ma stranamente, malgrado lo spread Btp-Bund sia arrivato a 500 punti e oltre, mi sento ottimista. Credo si debbano lasciare passare le festività natalizie. Come scrivono alcuni commentatori, le Banche europee hanno approfittato della pioggia di liquidità della Bce, per sistemare un pò i propri bilanci. Del resto il piano di Draghi prevede anche la messa in sicurezza del sistema bancario europeo molto stressato.

Da quel che si può trovare in rete, i fronti su cui si combatte sono tre: 
1) rimettere in sesto il sistema bancario europeo ormai a corto di liquidità e stressato da titoli tossici privati e pubblici; 
2) rifinanziare pericolosi debiti sovrani e soprattutto abbassarne l'interesse, in primis quello italiano; 
3) dare respiro anche al sistema del finanziamento privato che ora è strozzato e  rischia di distruggere numerose imprese.

Il LTRO di Draghi è previsto in più trance; la prima di mercoledì scorso servirà probabilmente a soddisfare il primo punto. Non sono un esperto, ma mi sono fatto l'idea, che se si è scelto di utilizzare le banche come salvatrici dell'Europa, dovranno innanzi tutto essere un minimo salde e liquide per sostenere un tale peso.
La prossima richiesta di finanziamento prevista in febbraio, attraverso il LTRO, potrà probabilmente incidere maggiormente sul secondo e terzo fronte di questa virtuale guerra economica.

Secondo alcuni commentatori gli effetti sullo spred si vedranno in tre, sei mesi nel 2012. Quindi sarà un rientro dalla crisi del debito sovrano abbastanza lento. Ma quello che mi stupisce più di tutto, è l'atteggiamento dei tedeschi. La Signora Merkel che ultimamente si è opposta a qualsiasi aiuto proveniente dalla Bce per salvare i Piigs, in questi giorni non si è fatta sentire. Spero che tutto questo faccia parte di un piano preordinato e uno scambio, e non come ha scritto il blogger Cobraf, un inganno ordito da Draghi nei confronti della Germania.

Se fosse un inganno, allora il silenzio della Merkel sarebbe solo la quiete che preannuncia la tempesta. Ma se come penso, dietro a questa operazione, c'è un grande patto "segreto", allora si può cominciare a intuirne i contorni. In questo quadro Monti e Draghi sarebbe le due facce della stessa medaglia: la faccia dell'austerità, rappresentata da Monti per l'Italia, e fortemente voluta dalle istanze nordiche, ha il compito del risanamento profondo degli Stati periferici mal gestiti; la faccia del salvatore di ultima istanza, rappresentata dalla Bce di Draghi, autorizzata dalle economie sane ad utilizzare tutte le armi "improprie" per tenere sotto controllo i debiti sovrani.

Di questa simbolica medaglia, personalmente ho più fiducia in quella rappresentata da Draghi, e trovo deleteria quella rappresentata da Monti. Ma riconosco che la strategia globale adottata, se esiste, consiste come si dice nel "dare un colpo al cerchio e uno alla botte". I paesi nordici, e soprattutto la Germania, hanno consentito di utilizzare politiche che loro considerano sbagliate, cioè emettere nuovo debito per curare l'eccesso di debito, in cambio di austerità e di un piano di lungo termine per la riduzione stessa dei debiti sovrani.

Per quanto riguarda il governo Monti, penso che lo spread alto sia la sua migliore assicurazione. I partiti che lo sostengono ora sopportano di essere messi in secondo piano, soprattutto i due maggiori, perchè non hanno intenzione di prendersi responsabilità in questa situazione di quasi default. Ma se lo spread dovesse scendere in modo repentino, Monti verrebbe accompagnato rapidamente alla porta, con tanti ringraziamenti...

venerdì 23 dicembre 2011

Chi ha causato la crisi?



Chi ha causato la crisi nell'eurozona? la BBC fornisce sul suo sito un punto di vista inglese, dove peraltro si analizza l'Europa escludendo proprio l'Inghilterra. Come se non avesse delle responsabilità proprio nella crisi fnaziaria del 2008 e del mare di "pattume" finito in molte banche europee.

L'infografica è stata tratta dal blog Phastidio.net e (faticosamente) tradotta:

blogphastidio.net

originalewww.bbc.co.uk

traduzione (grafici su originale in inglese):


Cosa ha causato la crisi europea?

I leader mondiali probabilmente hanno speso più tempo a preoccuparsi della crisi dell'eurozona che di ogni altra cosa nel 2011.

1) L’eurozona ha concordato un nuovo “patto fiscale”

I leader dell’eurozona hanno concordato un difficile assemblaggio di regole – su pressione della Germania – che limiterà il prestito dei loro governi ogni anno solo per il 3% delle loro uscite economiche. Questa politica si suppone fermerà l’ accumulo di troppo debito e assicurerà che non ci saranno altre crisi economiche.

2) ma essi non si erano già accordati su questa politica prima negli anni ’90?

Fermiamoci su un minuto. Loro si erano accordati esattamente sullo stesso 3% già nel 1997, quando l’euro cominciava ad essere pianificato. Il “patto di stabilità e crescita” era stato pressato dal Ministro delle Finanze tedesco Teo Waigel (al centro dell’immagine). Cos’è successo poi?

3) Chi ha rispettato le regole?

L’Italia è il peggior trasgressore. Essa ha regolarmente sfondato il limite del 3% di prestito annuale consentito. Ma attualmente la Germania – a lungo con l’Italia – è stato il primo grande paese a sfondare il limite del 3%. Poi a seguire la Francia. Delle grandi economie solo la Spagna ha tenuto un comportamento coretto fino alla crisi finanziaria del 2008. Il governo di Madrid è rimasto nel limite del 3% ogni anno dalla creazione dell’euro dal 1999 al 2007. Non solo, delle 4 economie maggiori, la Spagna ha il debito relativo più piccolo in valore rispetto alla sua economia. La Grecia risulta inclassificabile. Essa è sempre stata incollata all’obiettivo del 3%, ma manipolando le sue statistiche del debito, manipolazioni che le hanno permesso poi di entrare nell’euro dal primo momento. I suoi pasticci sono stati scoperti 2 anni fa.

4) ma i mercati hanno altre idee

Così Germania, Francia e Italia dovrebbero essere in affanno per il loro spericolato debito, mentre la Spagna dovrebbe essere premiata per la sua virtù? In effetti no. Attualmente la Germania è il “rifugio salvezza”; i mercati sono stati disponibili a prestarle debito al suo storicamente basso tasso di interesse fin dall’inizio della crisi. La Spagna invece è vista con gli stessi rischi dell’Italia. Questo cosa provoca?

5) Così chi ha veramente causato la crisi?

C’erano dei grossi ammontare di debito in Spagna e Italia prima del 2008, ma essi non hanno niente a che fare con i loro governi. Invece essi erano nel settore privato – società e ipotecati – che avevano richiesto mutui. I tassi di interesse erano precipitati ai minimi nei paesi del sud Europa quando questi si erano aggregati all’euro. E questo ha incoraggiato il boom del debito.

6) Buone notizie per la Germania

Tutti questi debiti privati hanno aiutato molto a finanziare le importazioni in Spagna, Italia e anche Francia. Nel frattempo, la Germania siccome era una potenza esportatrice prima che l’eurozona fosse assemblata nel 1999, esporta nel resto del mondo (incluso nel sud Europa), la quale era prima un importatore importante. Questo significa che la Germania stava guadagnando una parte di surplus di cassa sulle sue esportazioni. E quindi molto contante è diventato scarso nel sud Europa.

7) … cattive notizie per il sud Eropa

Ma i debiti sono solo una parte del problema di Italia e Spagna. Durante gli anni del boom, i salari sono stati “appaganti” nel sud (e in Francia). Ma la riunione Tedesca ha reso necessario qui una stabilità salariale. Così lavoratori italiani e spagnoli si sono trovati di fronte un enorme svantaggio competitivo. Infatti, questa perdita di competitività è la ragione del perché il sud Europa ha trovato maggiori difficoltà ad esportare rispetto la Germania.

8) e il difficile dilemma

Per ricapitolare, i debiti governativi – che si sono gonfiati dalla crisi finanziaria del 2008 – avevano poco a che fare con la creazione della crisi nell’eurozona nella prima parte, soprattutto in Spagna (il governo greco è un’eccezione). Anche se i governi non hanno infranto le regole del debito, questo non necessariamente blocca una simile crisi che può avvenire di nuovo.

Spagna e Italia sono di fronte a una brutta recessione, perché non si può più fare politiche di spesa. Società e ipotecati sono troppo presi dal pagamento dei loro debiti per poter di nuovo spendere. Le esportazioni non sono competitive. E ora i governi – il cui debito è esploso dalla crisi finanziaria del 2008 per il salvataggio delle loro rispettive economie – si sono accordati per un drastico taglio delle loro spese. Ma…


Taglio la spesa…

… E si è sicuri di sprofondare in recessione. Questi tagli probabilmente provocheranno più disoccupazione (già sopra il 20% in Spagna), la quale può spingere i salari in basso per raggiungere un miglior livello competitivo, anche se la storia insegna che questo è molto difficile che si verifichi. Inoltre, bassi salari renderebbero più difficile il pagamento dei debiti dei cittadini, provocando probabilmente ancora il taglio delle loro spese, o l’interruzione del pagamento dei debiti stessi. E bassi salari possono non portare a un rapido aumento delle esportazioni, se poi tutti i mercati dell’eurozona si trovano in recessione. In alcuni casi, ci si può aspettare più scontri e proteste, e mercati finanziari più nervosi circa la possibilità di rimanere nell’euro.
Non taglio la spesa…

…E si rischia il collasso finanziario. L’ammontare di debito che ogni anno è esploso dalla crisi finanziaria del 2008 ha prodotto un economia stagnante e disoccupazione. Ma tali economie sono cronicamente non competitive all’interno dell’euro. Così i mercati perdono fiducia in loro, e possono aver paura che le economie in crisi siano troppo deboli per sopportare la lievitazione del debito. Nel frattempo, gli altri governi europei possono non avere sufficiente denaro per salvarli, e la Bce inoltre afferma che non il suo mandato non permette di farlo. E se essi non possono fare presti, chi altri potrebbe concederli?




Un paio di punti non condivido:

a) non mi pare che il livello salariale dei lavoratori del sud Europa abbia superato quello dei lavoratori tedeschi. I lavoratori tedeschi anzi hanno sempre avuto stipendi migliori in Europa. La capacità di esportazione della Germania è forse dovuta a prodotti tecnologicamente migliori, maggiore produttività, migliore organizzazione del lavoro, maggiore supporto statale alle esportazioni.

b) non viene presa in considerazione la mossa della Bce di M. Draghi in nessuna delle due conclusioni (cioè l'operazione di rifinanziamento delle banche detta LTRO). Mi pare una sottovalutazione colpevole. Una qualche conseguenza questa mossa deve averla. Probabilmente il mondo anglosassone non crede molto a questa contorta immissione di liquidità. Lo si vede anche dal fatto che lo spread Btp-Bund rimane costante sulla soglia dei 500 punti.