sabato 17 novembre 2012
A marzo comiche italiane
Alla fine partiti e governo hanno ceduto al Pdl, o forse il governo ha ceduto a tutti i partiti, o forse il Capo dello Stato ha ceduto alle pressioni della politica. Comunque sia, si voterà in un "election day" il 10 marzo.
Ma il Presidente ha comunque rimarcato che vuole una nuova legge elettorale e che non sarà lui ad affidare l'incarico al nuovo governo, quindi anticiperà le sue dimissioni.
Ecco allora come potrebbe andare a finire:
- Monti nuovo Presidente della Repubblica;
- Parlamento frammentato e ingovernabile con la nuova legge elettorale, oppure non aderente all'agenda Monti;
Punto primo.
Dato che il Monti bis non lo vuole nessuno, e perfino Bersani afferma che ogni giorno che passa è difficile sostenere il governo, quale modo migliore per toglierselo dalle scatole assegnandogli l'incarico supremo di "taglia nastri"?
A meno che Monti non formalizzi la sua discesa in campo e tenti con una sua formazione di portare ulteriore casino (o Casini) nella politica italiana. Ma rimane ancora incerto, forse perché i sondaggi non lo premiamo come vorrebbe e come sarebbe necessario per avere un ruolo autorevole nel prossimo Parlamento. Il suo movimento diventerebbe uno dei tanti partitini litigiosi della prossima legislatura.
E poi chi potrebbe meglio garantire l'Europa di un M. Monti come Presidente della Repubblica? Una di quelle garanzie in formato carta bollata e timbrata, da esibire all'occorrenza, ma che poi viene chiusa in un cassetto e poi ognuno fa ciò che gli pare. Sarebbe una bella furbata della casta politica, se i suoi appartenenti trovassero un accordo istituzionale di questo tipo. Una specie di: "grazie Mario per quello che hai fatto per noi, eccoti un premio! Ma per favore adesso lascia fare a chi sa il mestiere suo..."
Punto secondo.
Come verrà eletto il Parlamento? se rimarrà un "Porcellum" così o poco corretto allora potrebbe vincere il centro sinistra. Renzi o Bersani sarebbero premier, e se fosse il secondo andrebbe a traino di Hollande.
Quindi avremmo un Presidente attento a fare proclami inseguenti le paranoie della Merkel e soci, e un premier pronto a smontarglieli appoggiandosi al Presidente francese. Più che comiche, qui avremmo humor britannico. Ma probabilmente anche Renzi reclamerebbe molta più autonomia dalle scelte di Monti, di quanto il suo appiattimento sull'austerità oggi faccia pensare.
Ma mantenendo il "Porcellum", c'è anche la possibilità che vinca la coalizione del M5s. Possibilità tutt'altro che fantasiosa. Allora sì che avremmo le vere "comiche italiane". Sarebbe una specie di legge del contrappasso per Monti, costretto a vedere qualche giovane rampante e indiavolato del movimento assumere la carica di premier e smontare passo passo la sua opera. Vedere contestare l'Europa e mettersi in contrasto con essa, e non poter fare quasi nulla, e magari rischiare anche un impeachment per qualche accusa di collusione con il mondo finanziario. Qui sarebbero garantite gag esilaranti ogni giorno!
Se invece si va ad una legge praticamente proporzionale, cioè un "Porcellum" con soglia per accedere al premio del 42,5% e un premietto al maggior partito che alla fine non cambia molto (proposta Calderoli), allora Monti potrà, come un capo di Stato francese, incaricare un governo del presidente.
Ma anche così avremmo comiche continue, perché sarà o saranno un/dei governo/i sempre traballanti, litigiosi, dove ogni tanto qualche partitino si impunta, pretenderà cambiamenti alle leggi discusse, non vorrà votarle ecc.. Un governo marmellata ingestibile, dove il maggiore dei partiti (Pd?) avrà comunque un consenso ridotto, e dove grillini scatenati come Savonarola iconoclasti, andranno a rovistare negli armadi segreti della politica e ogni giorno mostreranno alla nazione in favore di telecamere, quanto e marcio il sistema Italia. Un martellamento continuo che farà eco sulle testate internazionali, e che costringerà il neo Presidente a continue dichiarazioni di affidabilità dell'Italia e del suo governo. Un lavoro defatigante di continuo spalamento di letame.
Ma la "comica" suprema si avrebbe, se dopo aver fatto tutto questo casino per piegare la democrazia italiana, e il suo sistema di welfare ai voleri delle capoccie finanziarie europee, alla fine l'Italia, con Monti presidente, fosse costretta, per impossibilità di continuare in queste politiche assurde, ad uscire dall'euro!
Una vera comica globale che coinvolgerebbe tutto e tutti, compresi i media sussidiati del cartello "Fate presto", che pur di difendere il professore e l'euro sono disposti a mentire sull'evidenza. Mi son parsi veramente patetici certi articoli intitolati "Berlusconi attacca Monti", quando di questo attacco per una volta non ce n'era neanche l'ombra. Che avrebbe detto l'ex premier (anche se in foto mi pare il replicante dell'ex premier) di così cattivo? la verità: dopo un anno di governo Monti, tutti i dati economici sono un disastro. Sai la novità. Ormai lo sanno anche muri, solo sulla carta stampata e nei telegiornali non appaiono mai questi dati disastrosi, e se sì la colpa non è mai di Monti. Magari di Lusi, Fiorito, Penati, Formigoni ecc., ma il vero criminale non viene mai scoperto.
venerdì 16 novembre 2012
Possibile governo Grillo?
Il dibattito di questi giorni sull'election day o sulle elezioni anticipate sta mettendo in secondo piano la riforma della legge elettorale. Una legge elettorale che nessuno vuole veramente a quanto pare, perché il litigio fra Pd e Pdl per pochi punti percentuali è poco sensato. Un accordo lo si potrebbe trovare. In realtà al Pd e alla sua coalizione non conviene la nuova legge elettorale in discussione, con soglia alta per ottenere il premio di maggioranza. La soglia è troppo alta anche al 40%, i partiti sono troppo sfarinati, pulviscolari. Bersani ha mollato definitivamente Monti, e ritrovarsi dopo le elezioni senza maggioranza significa riconsegnarsi controvoglia nelle mani del governo tecnico. Anche il "premietto" al miglior partito, significherebbe per il Pd dover dipendere dai centristi di Casini per formare il governo, che non è il massimo dell'ambizione per una coalizione di centro sinistra.
C'è quindi un desiderio nascosto, nel maggior partito, di mantenere il "Porcellum", in modo da riuscire ad ottenere una maggioranza certa. Anche se solo alla Camera. Non mi pare che del resto la nuova legge elettorale preveda di uniformare i sistemi elettorali di Camera e Senato.
Anche al Pdl forse non dispiace mantenere l'attuale legge, in quanto preferirebbe rimanere all'opposizione, piuttosto di dover di nuovo sostenere un governo Monti. Avrebbe in questo modo il tempo di rigenerarsi.
Ma mantenere il "Porcellum" potrebbe portare alla vera sorpresa elettorale. Infatti, utilizzando le percentuali degli ultimi sondaggi (una sintesi sul sito Byoblu.com) si otterrebbe:
"Con questi risultati l’assegnazione dei seggi alla Camera sarebbe la seguente: PD 275, SeL 50, Altri Centro-Sinistra 22, PdL 84, Movimento Cinque Stelle 95, Lega Nord 31, IdV 23, Terzo Polo (UdC+FLI) 45, Altri 5, per un totale di 630 seggi.
...
Per ottenere seggi alla Camera, ogni coalizione deve ottenere almeno il 10% dei voti nazionali; per quanto concerne le liste non collegate la soglia minima viene ridotta al 4%. La stessa soglia è applicata alle liste collegate ad una coalizione che non ha superato lo sbarramento. Ora, le liste collegate ad una coalizione che abbia superato la soglia prescritta, partecipano invece alla ripartizione dei seggi se superano il 2% dei voti, o se rappresentano la maggiore delle forze al di sotto di questa soglia all'interno della stessa (il cosiddetto miglior perdente). ... la coalizione che prende più voti ottiene di diritto il 55% dei seggi, ovvero 347 deputati.
... Il premio di maggioranza va alla coalizione arrivata prima, non al partito. In altri termini, se si riproducessero a livello nazionale i risultati delle elezioni siciliane, il Movimento Cinque Stelle, nonostante risulti il primo partito, non godrebbe del premio di maggioranza ... il Movimento Cinque Stelle, per ottenere il premio di maggioranza, non deve raggiungere il 28,7%, ossia la percentuale del PD, ma il 36,2% ovvero la percentuale dell’intera coalizione di centro-sinistra.
...
... se il Movimento Cinque Stelle arrivasse al 25% dei voti eleggerebbe tra i 120 e i 130 deputati, ma finirebbe inevitabilmente all’opposizione. E con lo scenario che si prospetta, l’ipotesi di un Monti-bis sarebbe quanto mai concreta...
il modo per vincere le elezioni c’è. Ipotizziamo, per un momento, che il Movimento Cinque Stelle decida di presentarsi non da solo ma in una coalizione di cui facciano parte altre liste civiche.
...
I vantaggi di un operazione di questo tipo sarebbero, dal punto di vista elettorale e politico, enormi. Poniamo che il Movimento Cinque Stelle si presenti alle prossime elezioni con 6 liste civiche (A, B, C, D, E ed F) in grado di intercettare un elettorato che il Movimento Cinque Stelle non è in grado di raggiungere, e immaginiamo che le liste ottengano i seguenti risultati:

In base alla regola sopra espressa oltre al Movimento Cinque Stelle, eleggerebbero deputati anche le seguenti liste: A, B, C e D (perché hanno superato il 2% dei voti) e la lista E (la miglior perdente) mentre non avrebbe nemmeno un seggio la lista F. Ma il risultato che qui ci interessa è quello della coalizione vincente, perché otterrebbe 347 deputati così ripartiti:

Il numero dei deputati del Movimento Cinque Stelle sarebbe doppio! Di conseguenza, solo alla Camera dei Deputati, il numero di poltrone sottratte alla Casta assommerebbe a 220 in più, e tutto questo senza che il Movimento Cinque Stelle ci rimetta un solo voto. Inoltre, la coalizione potrebbe vincere anche in molte regioni ed ottenere il conseguente premio di maggioranza al Senato: si potrebbe ipotizzare, con qualche fondamento, un aumento di 40 o 50 senatori. Ripeto: almeno 300 seggi sottratti alla Casta per darli ad esponenti di una politica nuova. Ma l’aspetto politicamente più rilevante è che, controllando una delle due Camere, il progetto del Monti-bis non sarebbe attuabile in nessun modo e in nessuna maniera."
... Il premio di maggioranza va alla coalizione arrivata prima, non al partito. In altri termini, se si riproducessero a livello nazionale i risultati delle elezioni siciliane, il Movimento Cinque Stelle, nonostante risulti il primo partito, non godrebbe del premio di maggioranza ... il Movimento Cinque Stelle, per ottenere il premio di maggioranza, non deve raggiungere il 28,7%, ossia la percentuale del PD, ma il 36,2% ovvero la percentuale dell’intera coalizione di centro-sinistra.
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... se il Movimento Cinque Stelle arrivasse al 25% dei voti eleggerebbe tra i 120 e i 130 deputati, ma finirebbe inevitabilmente all’opposizione. E con lo scenario che si prospetta, l’ipotesi di un Monti-bis sarebbe quanto mai concreta...
il modo per vincere le elezioni c’è. Ipotizziamo, per un momento, che il Movimento Cinque Stelle decida di presentarsi non da solo ma in una coalizione di cui facciano parte altre liste civiche.
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I vantaggi di un operazione di questo tipo sarebbero, dal punto di vista elettorale e politico, enormi. Poniamo che il Movimento Cinque Stelle si presenti alle prossime elezioni con 6 liste civiche (A, B, C, D, E ed F) in grado di intercettare un elettorato che il Movimento Cinque Stelle non è in grado di raggiungere, e immaginiamo che le liste ottengano i seguenti risultati:
In base alla regola sopra espressa oltre al Movimento Cinque Stelle, eleggerebbero deputati anche le seguenti liste: A, B, C e D (perché hanno superato il 2% dei voti) e la lista E (la miglior perdente) mentre non avrebbe nemmeno un seggio la lista F. Ma il risultato che qui ci interessa è quello della coalizione vincente, perché otterrebbe 347 deputati così ripartiti:
Il numero dei deputati del Movimento Cinque Stelle sarebbe doppio! Di conseguenza, solo alla Camera dei Deputati, il numero di poltrone sottratte alla Casta assommerebbe a 220 in più, e tutto questo senza che il Movimento Cinque Stelle ci rimetta un solo voto. Inoltre, la coalizione potrebbe vincere anche in molte regioni ed ottenere il conseguente premio di maggioranza al Senato: si potrebbe ipotizzare, con qualche fondamento, un aumento di 40 o 50 senatori. Ripeto: almeno 300 seggi sottratti alla Casta per darli ad esponenti di una politica nuova. Ma l’aspetto politicamente più rilevante è che, controllando una delle due Camere, il progetto del Monti-bis non sarebbe attuabile in nessun modo e in nessuna maniera."
Le prossime elezioni potrebbero essere incerte fino all'ultimo. Come poche volte è accaduto in Italia (l'ultima volta nel 1994 con Berlusconi) i piani che si stanno facendo fra gli appartenenti della casta politica, potrebbero non fare i conti con la volontà popolare. Volontà imprevedibile come non mai, visto che inoltre non è ben chiaro cosa farà quel bacino enorme di elettori che per il momento è indeciso. Potrebbe accadere di tutto: che si trasforma in astensione e non cambia molto rispetto ai sondaggi; o che si orienta apertamente per l'antipolitica in sfregio ai "partiti seri" e quindi Grillo acquista ancora nuovi sostenitori, o che sale sul carro del vincente, per esempio se dovesse vincere Renzi su Bersani, molti elettori dell'ex centro destra, potrebbero essere tentati da un leader di sinistra che sembra parlare più all'elettorato avversario.
Anche la discesa in campo di Monti medesimo con una sua lista che si accredita al 15% andrebbe a creare ulteriore scompiglio e frammentazione. Andrebbe a rubare voti al Pdl e al Pd, e darebbe sostegno ai centristi. Potrebbe però avere come effetto secondario di far aumentare i voti al M5s, per contrasto alle possibili nuove politiche di austerità. E quindi portare ancora incertezza, in quanto poi la coalizione di Monti non avrebbe il premio di maggioranza e dovrebbe ricercare l'accordo con il Pd.
mercoledì 14 novembre 2012
Inflazione sintomo di crescita
Nell'articolo su "Voci dalla Germania" di cui riporto di seguito uno stralcio, c'è un esempio della paura atavica che attanaglia i tedeschi: l'inflazione, l'aumento dei prezzi. Per questi timori spesso portati all'esagerazione sono disposti a sacrificare benessere presente e futuro. Invece l'inflazione, se non è a livelli sudamericani, è in realtà un sintomo di benessere. Una piccola febbre necessaria in un corpo economico in fase di sviluppo.
Dell'articolo, ho stralciato la parte forse più significativa, che spiega i motivi delle retribuzioni molto basse dei lavoratori impiegati nella ristorazione popolare:
"La trappola della povertà e il sogno del salario minimo
...I non qualificati iniziano da Löffler con 6 o 6.5 € per ora. Ancora meno di quanto il contratto collettivo prevede come salario di ingresso: 7.5 € nell'ovest e 6.85 € nell'est. La maggior parte delle catene di fast food pagano secondo tariffa, fra queste McDonald’s, Burger King, Pizza Hut, Kentucky Fried Chicken.
...
perché non paga di piu' i suoi dipendenti? "Perché io come singolo non posso farlo", dice. Secondo i suoi calcoli, alla fine non rimarrebbero utili. Con una filiale Subway, un affiliato in franchising incassa fra 7.000 e 10.000 € per settimana. "30% se ne va per gli ingredienti, 25 % per i salari, 8% per gli affitti". A questo si aggiunge un canone settimanale dell'8%, che ogni partner deve sostenere. Il 4.5% fluisce in una cassa comune per la pubblicità. Solo la partecipazione al franchising Subway costa 10.000 €. "Non ci sono margini", ci dice Löffler.
...
Potrebbe aumentare i prezzi? "Abbiamo già cercato di farlo", risponde. Alcuni anni fa Subway ha aumentato i suoi prezzi. ... I ricavi sono crollati, e la catena ha deciso di tornare ai vecchi prezzi. Löffler ha imparato una cosa: " Per i tedeschi, il cibo non deve essere costoso", ci dice.
...
In nessun altro settore c'è cosi' tanto lavoro precario come qui. Solo in questo settore lavorano piu' di un milione di occupati in ristoranti, caffé o take away. Quasi la metà dei lavori è un minijob.
...
Queste persone hanno la possibilità di sfuggire dalla trappola del basso salario? La soluzione di Löffler sembra un po' atipica per un imprenditore: "un salario minimo obbligatorio per tutti i lavoratori". Se tutti nel settore dovessero pagare salari piu' alti, anche i prezzi salirebbero. Se i prezzi salgono ovunque, anche i clienti dovrebbero accettarlo. Questa è la logica di Löffler."
(vocidallagermania.blogspot.it)
"La trappola della povertà e il sogno del salario minimo
...I non qualificati iniziano da Löffler con 6 o 6.5 € per ora. Ancora meno di quanto il contratto collettivo prevede come salario di ingresso: 7.5 € nell'ovest e 6.85 € nell'est. La maggior parte delle catene di fast food pagano secondo tariffa, fra queste McDonald’s, Burger King, Pizza Hut, Kentucky Fried Chicken.
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perché non paga di piu' i suoi dipendenti? "Perché io come singolo non posso farlo", dice. Secondo i suoi calcoli, alla fine non rimarrebbero utili. Con una filiale Subway, un affiliato in franchising incassa fra 7.000 e 10.000 € per settimana. "30% se ne va per gli ingredienti, 25 % per i salari, 8% per gli affitti". A questo si aggiunge un canone settimanale dell'8%, che ogni partner deve sostenere. Il 4.5% fluisce in una cassa comune per la pubblicità. Solo la partecipazione al franchising Subway costa 10.000 €. "Non ci sono margini", ci dice Löffler.
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Potrebbe aumentare i prezzi? "Abbiamo già cercato di farlo", risponde. Alcuni anni fa Subway ha aumentato i suoi prezzi. ... I ricavi sono crollati, e la catena ha deciso di tornare ai vecchi prezzi. Löffler ha imparato una cosa: " Per i tedeschi, il cibo non deve essere costoso", ci dice.
...
In nessun altro settore c'è cosi' tanto lavoro precario come qui. Solo in questo settore lavorano piu' di un milione di occupati in ristoranti, caffé o take away. Quasi la metà dei lavori è un minijob.
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Queste persone hanno la possibilità di sfuggire dalla trappola del basso salario? La soluzione di Löffler sembra un po' atipica per un imprenditore: "un salario minimo obbligatorio per tutti i lavoratori". Se tutti nel settore dovessero pagare salari piu' alti, anche i prezzi salirebbero. Se i prezzi salgono ovunque, anche i clienti dovrebbero accettarlo. Questa è la logica di Löffler."
(vocidallagermania.blogspot.it)
Il Sig. Loffler credo che in qualità di tedesco, abbia affermato una tremenda eresia. Non è assolutamente pensabile in Germania, fare interventi, anche per lodevoli ragioni, che portino ad aumento dei prezzi. Loffler sostiene molto semplicemente, che se per legge il salario venisse innalzato, lo farebbero tutti i concorrenti, i prezzi dei prodotti salirebbero e i dipendenti sarebbero pagati meglio.
Dipendenti pagati meglio significa che spenderanno di più, che quindi faranno aumentare il Pil nazionale grazie a un miglioramento del mercato interno. Ma chiaramente, se aumenteranno i salari di una categoria, poi lo pretenderanno anche le altre, generando una catena di rivendicazioni salariali generalizzate.
Tutto questo genera inflazione. Ma anche sviluppo, perché ovviamente circola più denaro nel mercato interno. In pratica questa è l'Italia degli anni '80 e '90. Quella che non vogliono i tedeschi, ma anche quella dove comunque uno straccio di lavoro e un reddito era disponibile se non a tutti, a molti più di quelli che ora hanno in tasca pochi euro/marco così avari. Meglio avere nel portafoglio lire svalutate, che non avere nessun euro di valore stabile. L'Italia era una nazione percorsa da frequenti scioperi per rivendicare adeguamenti salariali. Mentre in Germania sindacati, industriali e banchieri si sono sempre accordati per evitare violenti shock da aumenti salariali, proprio per evitare inflazione. Gli adeguamenti salariali in Germania devono essere concordati anche con la Bundesbank, il supremo controllore dell'inflazione.
Questo è il modo di concepire l'economia alla tedesca, lo stesso che si sta cercando di esportare anche negli altri paesi. I precari italiani sono come i lavoratori "minijob" tedeschi da 500 euro mensili. Dato che non si può svalutare la moneta per principio inviolabile, si svalutano i salari. Si tratta di una gestione economica basata sul massimo equilibrio possibile interno, e sulle esportazioni. Solo dalle esportazioni possono arrivare maggiori ricchezze in valuta straniera alla Germania, perché il mercato interno è mantenuto volutamente "freddo" per evitare esplosioni di inflazione.
Ma l'esportazione del modello tedesco non ha avuto successo in altri paesi europei. Perché per vari motivi, l'arrivo dell'euro ha avuto in alcune nazioni l'effetto di far gonfiare bolle gigantesche: a greci, spagnoli e portoghesi non è parso vero vedere aumentare i propri stipendi del 50 fino al 100%, adeguandosi in poco tempo a quelli medi europei.
In Italia grosse bolle finanziarie non si sono viste, quella immobiliare non è così spaventosa come quella spagnola, anche se avrà conseguenze pesanti.
Però in Italia si è avuta una progressiva contrazione del Pil, in quanto abbandonato il sistema delle svalutazioni competitive, non siamo più stati in grado di mantenerci competitivi con i mercati europei quanto la Germania. Ovviamente, in un mercato dove una Fiat e una WolskWagen hanno prezzi simili, la maggior parte degli acquirenti si orienterà sulla seconda. Ovviamente abbiamo un problema di qualità dei nostri prodotti, e avremmo dovuto investire per migliorare la nostra produzione industriale ed anche i servizi. Ma come potevamo investire in questi ultimi 10 anni che hanno visto sempre più stringersi il cordone della spesa statale?
Certo, avremmo dovuto attingere agli sprechi, ed usare i soldi di Fiorito o Lusi per migliorare, per esempio l'efficienza delle celle fotovoltaiche. Ma avremmo dovuto anche avere una classe dirigente migliore, e il carattere di un popolo non lo si cambia facilmente e in modo repentino. L'adesione all'euro è stata troppo rapida. Ci sarebbe dovuto essere un periodo più lungo di affiancamento euro-lira, un po' per evitare aumenti spropositati, un po' per avere ancora una parte residua di sovranità monetaria.
Tornando alla Germania, la gestione della sua economia interna è ancora più grave, se si valuta che un po' di inflazione, oltre a non provocare nessun vero danno, sarebbe gestibilissima in quanto finora i tedeschi hanno beneficiato della stabilità dell'euro (esportazioni in zona euro) e dei bassi tassi di interesse dei Bund. Pertanto, con un po di inflazione aggiuntiva, la Germania diventerebbe il motore vero dell'Europa, e non solo la beneficiaria passiva dei vantaggi dell'euro. E' questo che gli Usa hanno sempre chiesto invano ai tedeschi, stimolare il loro mercato interno, facendone emergere tutta la potenzialità.
Ora però anche la Germania rischia di pagare per la sua politica eccessivamente restrittiva sull'inflazione. I vantaggi di tali politiche economiche (controllo dell'inflazione e spinta verso le esportazioni) potrebbero a breve scomparire, perché il resto d'Europa è in profonda crisi. La Germania non esporta solo più in Europa, anzi sempre meno, ma gli altri paesi europei garantivano comunque una quota rilevante di export.
Ma l'esportazione del modello tedesco non ha avuto successo in altri paesi europei. Perché per vari motivi, l'arrivo dell'euro ha avuto in alcune nazioni l'effetto di far gonfiare bolle gigantesche: a greci, spagnoli e portoghesi non è parso vero vedere aumentare i propri stipendi del 50 fino al 100%, adeguandosi in poco tempo a quelli medi europei.
In Italia grosse bolle finanziarie non si sono viste, quella immobiliare non è così spaventosa come quella spagnola, anche se avrà conseguenze pesanti.
Però in Italia si è avuta una progressiva contrazione del Pil, in quanto abbandonato il sistema delle svalutazioni competitive, non siamo più stati in grado di mantenerci competitivi con i mercati europei quanto la Germania. Ovviamente, in un mercato dove una Fiat e una WolskWagen hanno prezzi simili, la maggior parte degli acquirenti si orienterà sulla seconda. Ovviamente abbiamo un problema di qualità dei nostri prodotti, e avremmo dovuto investire per migliorare la nostra produzione industriale ed anche i servizi. Ma come potevamo investire in questi ultimi 10 anni che hanno visto sempre più stringersi il cordone della spesa statale?
Certo, avremmo dovuto attingere agli sprechi, ed usare i soldi di Fiorito o Lusi per migliorare, per esempio l'efficienza delle celle fotovoltaiche. Ma avremmo dovuto anche avere una classe dirigente migliore, e il carattere di un popolo non lo si cambia facilmente e in modo repentino. L'adesione all'euro è stata troppo rapida. Ci sarebbe dovuto essere un periodo più lungo di affiancamento euro-lira, un po' per evitare aumenti spropositati, un po' per avere ancora una parte residua di sovranità monetaria.
Tornando alla Germania, la gestione della sua economia interna è ancora più grave, se si valuta che un po' di inflazione, oltre a non provocare nessun vero danno, sarebbe gestibilissima in quanto finora i tedeschi hanno beneficiato della stabilità dell'euro (esportazioni in zona euro) e dei bassi tassi di interesse dei Bund. Pertanto, con un po di inflazione aggiuntiva, la Germania diventerebbe il motore vero dell'Europa, e non solo la beneficiaria passiva dei vantaggi dell'euro. E' questo che gli Usa hanno sempre chiesto invano ai tedeschi, stimolare il loro mercato interno, facendone emergere tutta la potenzialità.
Ora però anche la Germania rischia di pagare per la sua politica eccessivamente restrittiva sull'inflazione. I vantaggi di tali politiche economiche (controllo dell'inflazione e spinta verso le esportazioni) potrebbero a breve scomparire, perché il resto d'Europa è in profonda crisi. La Germania non esporta solo più in Europa, anzi sempre meno, ma gli altri paesi europei garantivano comunque una quota rilevante di export.
Come andrà a finire? che la colpa del fallimento sarà nostra. Quando i tedeschi sbatteranno contro il muro dell'austerità, perché inevitabilmente accadrà, a causa anche delle loro fobie inflattive, che non hanno permesso alla Bce di stampare denaro come la Fed, e comprare per esempio i titoli greci senza pesare sul "contribuente tedesco", si leveranno alte urla al tradimento dei paesi del sud:
"La BCE si è venuta a trovare in una situazione impossibile. In agosto, contro la volontà della Bundesbank, ha versato alla Grecia miliardi di Euro, direttamente dalla stampante di denaro. Questo ha permesso ad Atene di sopravvivere in estate. Allo stesso tempo Atene ha potuto rimborsare un'obbligazione - che per pur caso - era detenuta proprio dalla BCE. Dal punto di vista della politica finanziaria la BCE ha scoperto il moto perpetuo per il finanziamento della crisi. Dopo che la BCE ha iniziato a finanziare gli stati in questo modo, non c'è da meravigliarsi se i politici vorranno proseguire. La stampante di denaro dovrà essere attivata ancora una volta - ma solo per poco tempo, si intende. La politica ha iniziato la creazione di un mondo finanziato dalla BCE, dove le necessarie riforme strutturali, anche in Francia, Spagna e Italia, saranno rimandate fino a quando anche l'ultima economia competitiva dell'Eurozona sarà a terra."
(vocidallagermania.blogspot.it)
Chiaro no? Anche la Germania crollerà a terra, a causa della nostra insana ritrosia a farci decurtare stipendio e welfare (leggasi "riforme strutturali").
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