sabato 20 dicembre 2014
Rettifica cubana della strategia petrolifera Usa
Dice Barnard che gli americani sono dei frollocconi:
"Il dominio geopolitico dell’Impero del XX e XXI secolo esiste perché l’avete visto nei film. Siete tutti infarciti di cazzate sugli Amerikani
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L’America è un Paese fatto di pistoloni che hanno fallito tutto dal 1945 a oggi. Le hanno prese da tutti, dai Vietnamiti in pigiama e ciabattine, dagli iraniani, dagli afghani in turbante e fucili della prima guerra mondiale, dagli iracheni che alla fine si sono tenuti il petrolio e hanno sfanculato Halliburton, Cheney, Bush e Carlyle.
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Ora quel pistolone di Obama ha fatto la pensata del Secolo: “Se permetto ai Sauditi di abbassare il prezzo del petrolio ai minimi, io ci guadagno il collasso di tutti i ‘cattivi’ che a noi ci rompono le palle, perché vivono producendo petrolio: Venezuela post-Chavez, Russia, Siria, Iran. Evvai!”
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Allora, i Sauditi hanno fatto collassare il prezzo del petrolio, e questo ha messo in difficoltà i Paesi produttori nemici degli USA, ma… Ma gente, questo ha anche messo l’America in ginocchio e pure l’Europa.
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dovete sapere che le compagnie d’estrazione americane avevano investito centinaia di miliardi di dollari nell’estrazione di questo magico Shale Gas, gas prodotto da una specie di argilla, e che prometteva solo pochi mesi fa di essere più economico del petrolio, anzi, di sostituire il greggio. Sti estrattori hanno contratto prestiti con le banche americane per cifre da capogiro pur di avventurarsi a estrarre l’oro gassoso del XXI secolo. Ok? Ma adesso i Sauditi hanno abbassato il prezzo del petrolio al punto che sto miracoloso Shale Gas COSTA DI PIU’ DEL GREGGIO. E così sti investitori/estrattori ci stanno perdendo centinaia di miliardi, e non sanno più come ripagare i prestiti dalle mega banche USA, le quali a loro volta ricadono nella cacca esattamente come accadde nel 2007, quando milioni di americani non sapevano più come ripagare i loro mutui bancari (crisi dei subprime).
Fra l'altro Warren Mosler ha calcolato che la tanto sbandierata crescita americana degli ultimi anni era dovuta a una espansione del credito bancario proprio per sti produttori/estrattori di gas shale. E ora che tutto questo evapora?"
(www.comedonchisciotte.org)
E questo è il punto su cui molti si fanno un mare di domande. La strategia americana è così autolesionista? Oppure non c'è una strategia americana ma solo un gioco saudita per disfarsi della concorrenza dell'Isis? Questa strategia americana anti russa mi ricorda quella di quel tale che si tagliava gli attributi per fare un dispetto alla moglie...
Per questo non ero certo ci fosse un vero piano Usa contro la Russia, ma solo uno dei tanti squilibri dei mercati che in parte e fortuitamente favoriva gli Usa. Però è anche vero che la teoria dei "pistoloni americani" di Barnard non è tutta da rigettare. E se veramente avessero sopravvalutato l'industria dello shale oil pensando che fosse al riparo da un ribasso del 50% del greggio?
A pochi pixel di distanza su comedonchisciotte.org probabilmente c'è la risposta. E forse è:
si! si sono sbagliati.
Non pensavano di portare al collasso l'industria petrolifera nazionale dello shale oil. Forse per questo è finito improvvisamente l'embargo verso Cuba (ed il suo petrolio)?
"Lo scongelamento delle relazioni tra USA e Cuba dopo 50 anni di embargo senza senso è interessante, in particolare considerando che gli investimenti statunitensi che erano stati nazionalizzati nel 1959 potrebbero ad un certo punto essere di nuovo aperti ad aziende di base negli USA. In qualità di geologo del petrolio e di cinico di prima categoria, la mia mente ovviamente se ne va al greggio, l’idrocarburo che lubrifica l’economia mondiale.
L’embargo proibisce l’esportazione e reimportazione di articoli che contengano più del 10% di componentistica statunitense secondo la Regola De Minimus
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A gennaio 2013 Cuba aveva riserve di greggio provate per 124 milioni di barili.
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E questa è una mappa delle aree appaltate per ricerche petrolifere e le aziende coinvolte, datata 2012.
(vedi mappa ad inizio post)
Noterete la cospicua assenza di qualsivoglia multinazionale statunitense.
L’area dal maggiore potenziale a Cuba è chiamata il Bacino Cubano del Nord. È situato nel Golfo del Messico lungo il lato nord dell’isola.
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L'USGS stima che ci potrebbero essere 4.6 miliardi di barili di petrolio e 9.8 TCF [10^12 metri cubi, NdT] di gas mischiato al greggio e 1.2TCF di gas puro. La maggior parte del petrolio e tutto il gas puro sarebbero nel North Cuba Foreland Basin.
Benchè le stime dell’USGS siano speculative, suggeriscono comunque che con ulteriori trivellazioni, Cuba potrebbe detenere sostanziose (e remunerative) riserve di idrocarburi. Ciò è molto interessante alla luce del fatto che Cuba ha approcciato la Russia per chiedere assistenza riguardo i problemi di estrazione; nel maggio 2014, la russe Rosneft e Zarubezhneft hanno firmato un accordo energetico con Cuba per l’esplorazione dei giacimenti al largo. Dato ciò, se l’embargo verrà rimosso, sarà interessante vedere quanto ci vorrà prima che le più grandi aziende petrolifere statunitensi si mettano in coda per comprare i diritti di estrazione dei giacimenti cubani."
(www.comedonchisciotte.org)
Ecco che vista così l'apertura a Cuba, sembra più una pezza alla strategia della guerra del petrolio, che un atto politico riparatore di 50 di stupidità. Si darà una via di fuga verso il mare cubano alle società petrolifere strozzate dal miraggio shale oil?
Ed inoltre questa mossa dice un'altra cosa: dato che i giacimenti cubani non saranno produttivi domani e nemmeno il mese prossimo, è evidente che il prezzo del petrolio rimarrà basso per tantissimo tempo. Almeno questa è l'intenzione dell'amministrazione Usa che poi dovrà fare i conti con l'Opec. I sauditi saranno accomodanti con gli Usa per così tanto tempo?
Intanto comunque anche Barnard ha ragione: gli Usa avranno anche il dollaro ed un'influenza politico-strategica molto grande in alcune aree del mondo. Ma la Russia ha il gas, quello vero. La ricchezza sta nei beni, nelle materie prime, non nella moneta (soprattutto se poi rischia di diventare carta straccia). Gli Usa possono imporre all'Europa e altri alleati comportamenti anti russi, ma oggi il mondo si sta allargando sempre più. Russia, Cina e India possono fare l'economia di due terzi del mondo. Non sono più paesi sottosviluppati schiacciati in un angolo. La Cina diventerà probabilmente il vero centro dell'economia mondiale.
L'Europa è ormai una penisola dell'Asia. In tutti i sensi, non solo dal punta di vista geografico. A noi europei converrebbe guardare sempre più verso est. Ma nello stesso tempo abbiamo dei legami, un senso di riconoscenza ed invidia verso gli Stati Uniti. Difficilmente si potrà fare a meno di un'alleanza con gli Usa. Ciò che dovrebbe fare l'Europa non è il servetto ubbidiente a zio Sam, ma il parente saggio che cerca di convincere il nipote a tenere un comportamento diverso rispetto alla Russia. Bisognerebbe aprire un dialogo con il sordo Obama, non con l'enigmatico Putin, che è naturalmente interessato a mantenere contatti amichevoli con l'Europa. I russi ci vendono volentieri il loro gas e bramano i nostri prodotti, invidiano il nostro stile di vita e la nostra storia. Sono gli americani quelli impauriti e spaventati di perdere la storica amicizia con l'Europa. Avranno un po' di coscienza sporca?
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