domenica 2 settembre 2012
Mariano e Mario
In Italia siamo tornati alla politica democristiana, del dico e non dico. Un modo di comunicare un po' ripreso dalle tecniche declamatorie del clero italiano, che non osa parlar chiaro quando deve menzionare il peccato o il peccatore, e quindi gira attorno all'oggetto del discorso con metafore e locuzioni fumose.
Per esempio quando Monti dice che l'Italia non ha bisogno degli aiuti europei del Mes-Efsf, dice e non dice. Non dice che spera sia la Spagna a chiedere per prima gli aiuti, in modo che la discesa dello spread spagnolo trascini quello dei Btp-Bund. E poi non dice che potremmo anche chiederli ma solo se l'Europa non ci impone ulteriori obblighi di rigore impossibili da perseguire.
Mariano Rajoy, il premier spagnolo, usa un linguaggio più diretto, senza allusioni:
"Ormai la richiesta di salvataggio della Spagna è data per scontata da mercati e analisti. Perché non è ancora ufficiale?
«Sto aspettando le decisioni della Banca Centrale Europea. Su quella base agirò nell'interesse dell'euro e della Spagna. Quando ci sono Paesi che si finanziano a tassi negativi e altri a prezzi insopportabili, vuol dire che qualcosa non va nell'unione monetaria. Se le modalità di intervento della Bce saranno positive per l'insieme dell'Europa ne farò richiesta, altrimenti no».
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«L'Europa a volte è di una lentezza esasperante. Una situazione come questa è insostenibile, non può durare a lungo. Sono soprattutto i dubbi sull'euro a provocare l'aumento dello spread. Quando si è tenuto il Consiglio europeo a fine giugno lo spread della Spagna è sceso di 70 punti in un giorno. Solo per un Consiglio europeo. Poi ci sono state delle dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi e lo spread della Spagna è nuovamente calato di 70 punti. Poi Draghi ha parlato di nuovo e lo spread è risalito. Non c'è rapporto con i fondamentali dell'economia, ma con i dubbi sull'euro».
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Dicono che lei non voglia accettare programmi imposti dall'esterno.
«Non c'è alcun problema. Le condizioni sono già state definite e accettate in quel fondamentale Consiglio europeo. Si è detto che è necessario salvaguardare la stabilità dell'euro, che i fondi e i meccanismi di stabilità aiuteranno i Paesi che rispettino le raccomandazioni del semestre europeo e gli obblighi contro il deficit eccessivo. La Spagna sta già seguendo queste direttive».
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è difficile trovare un governo che in otto mesi abbia fatto tante cose. Abbiamo aumentato le tasse, riformato il mercato del lavoro, varato una legge sul Patto di bilancio che è già nella Costituzione, stiamo riformando il sistema finanziario. Quest'anno dobbiamo ridurre di 2,6 punti il deficit e ce la faremo. Siamo un Paese serio, continueremo a fare riforme. Nei prossimi tre mesi uniformeremo le 17 normative regionali in tema di trasporti e ambiente. Tutto ciò è quello che il Consiglio europeo ha consigliato di fare ai Paesi che chiedevano aiuti»."
(www.corriere.it)
Quindi:
1) non è detto che la Spagna richieda gli aiuti Mes-Efsf, contrariamente a quello che pensa il nostro premier;
2) se li chiederà, il memorandum dovrà ribadire scelte e imposizioni già previste, non nuovi obblighi;
3) Rajoy ha capito benissimo che il problema dell'Europa è l'euro, malgrado ciò non ha esitato a massacrare il suo popolo. Su questo punto ha lo stesso atteggiamento di Monti.
Inceneritori di legalità
Inceneritore Ugozzolo - Parma
Le aziende municipalizzate sono da sempre espressione del potere locale. Molto spesso parcheggi per politici trombati. Ma anche il modo migliore per esercitare il potere partitico, cioè quello di spartirsi mazzette e prebende senza dover occupare un ente pubblico e sottostare ai controlli di una Giunta o/e di un Consiglio comunale.
Così le municipalizzate diventano enti pubblici quando devono gestire in monopolio i servizi pubblici e ente privato quando devono fare gli affari propri:
" L’ipotesi di abuso d’ufficio sarebbe data dal fatto che l’appalto per la costruzione dell’inceneritore è stato affidato a Iren senza procedura di gara pubblica, come evidenziato anche negli oltre dieci esposti presentati in Procura in questi anni. L’abuso edilizio invece era una questione già emersa quando sindaco era Pietro Vignali, che con un’ordinanza aveva fatto chiudere il cantiere nei mesi estivi del 2011 per la mancanza di permesso adeguato a costruire. Il cantiere di Ugozzolo sarebbe stato avviato senza la concessione edilizia del Comune, che non avrebbe mai ricevuto il pagamento degli oneri di urbanizzazione."
( www.ilfattoquotidiano.it )
Quindi se l'inceneritore di Parma è un'opera pubblica, doveva passare attraverso una procedura d'appalto. Anche se a realizzarla è un'impresa privata (oltre un milione di euro), ma in questo caso comunque si tratta di un'azienda privata a capitale pubblico. Quindi non si scappa.
Dato che fra previsioni e aumenti il costo dell'inceneritore sfiora i 200 milioni di euro, doveva essere un appalto a rilevanza comunitaria, cioè aperto a imprese europee perchè superiore ai 5 milioni.
Logico che una cosa del genere non sa da fare: addio giochetti politici. E' lo stesso metodo "mafioso" che si vuole utilizzare per la ferrovia Tav To-Lione: si da tutto in mano a una consessionaria che subappalta a coop rosse e Impregilo per accontentare tutto l'arco parlamenare.
" L'incremento dei costi è stato pertanto del 30%. Ritengo indispensabile che Iren giustifichi in modo puntuale questi 57,5 milioni di euro in più non con le solite chiacchiere a cui ci ha abituati ma rendendo noti fatture e contratti considerato che quei costi saranno poi scaricati sulle tariffe pagate dai cittadini".
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"E' necessario - rincara la dose Marsiletti - che i parmigiani sappiano quanto è costata la progettazione del forno (con le specifiche degli importi e dei progettisti), cosa contengono quei 3.446.910 euro di imprecisati "costi interni" (a chi sono finiti questi soldi, per fare che cosa), i nomi di coloro che hanno realizzato la progettazione esecutiva e il coordinamento cantiere per 5,45 milioni di euro... Si invita pertanto l'Amministrazione comunale di Parma, socio di Iren, a farsi dare i dettagli delle spese di costruzione. "
(parma.repubblica.it)
"... avrebbero portato avanti i lavori di costruzione dell’impianto senza le necessarie autorizzazioni edilizie.
...
l’opera non essendo pubblica ma realizzata da privati richiedeva il pagamento di 420mila euro come oneri di urbanizzazione. Una cifra mai versata da Iren "
"Il consigliere comunale di Reggio5Stelle, Matteo Olivieri, ... continua la sua opera di richiesta di trasparenza a Iren Spa".
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ha quindi ricordato come "qualche giorno fa ho richiesto, come prevede la legge, un accesso agli atti sui 700mila euro che sono stati preventivati (oltre 600mila già spesi) per spese di comunicazione sul progetto dell'inceneritore di Parma. Non mi sono stati fornite prime comunicazioni entro le 48 ore di prassi. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ha richiesto a Iren formalmente tutti i documenti completi (e non solo 4 slide powerpoint) sul piano finanziario dell'inceneritore e tutti i dati di spesa e a ieri non gli erano stati forniti. Stiamo parlando della richiesta del quarto comune socio pubblico che detiene il 6% di azioni. Altre richieste di accesso agli atti sono state fatte nei giorni scorsi dal consigliere di Parma Alex Mallozzi (M5S) e da quello di Piacenza Andrea Gabbiani (M5S). Ancora senza risposta da parte di Iren. Ma la battaglia non si ferma".
Logico che una cosa del genere non sa da fare: addio giochetti politici. E' lo stesso metodo "mafioso" che si vuole utilizzare per la ferrovia Tav To-Lione: si da tutto in mano a una consessionaria che subappalta a coop rosse e Impregilo per accontentare tutto l'arco parlamenare.
Tornando a Parma, essendo l'Iren, un'azienda privata (municipalizzata?) che si occupa di rifiuti e quindi gestisce l'inceneritore, non c'è necessità di essere trasparenti verso l'opinione pubblica. E' un'impresa privata, nessuno sbircia nei suoi bilanci. Quelli trasmessi agli azionisti possono essere fumosi quanto basta.
" L'incremento dei costi è stato pertanto del 30%. Ritengo indispensabile che Iren giustifichi in modo puntuale questi 57,5 milioni di euro in più non con le solite chiacchiere a cui ci ha abituati ma rendendo noti fatture e contratti considerato che quei costi saranno poi scaricati sulle tariffe pagate dai cittadini".
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"E' necessario - rincara la dose Marsiletti - che i parmigiani sappiano quanto è costata la progettazione del forno (con le specifiche degli importi e dei progettisti), cosa contengono quei 3.446.910 euro di imprecisati "costi interni" (a chi sono finiti questi soldi, per fare che cosa), i nomi di coloro che hanno realizzato la progettazione esecutiva e il coordinamento cantiere per 5,45 milioni di euro... Si invita pertanto l'Amministrazione comunale di Parma, socio di Iren, a farsi dare i dettagli delle spese di costruzione. "
(parma.repubblica.it)
Marsiletti è giornalista e direttore di Alicenonlosa.it. Com'è più facile fare certi giochetti se non devi sottostare alle norme sui contratti d'appalto e a tutti i controlli che possono essere fatti in questi casi.
Che poi sono così sfacciati, questi di Iren, così sicuri dell'impunità delle loro azioni, che comportandosi da ente privato dimenticano però di seguire le regole a cui si devono sottoporre i privati per costruire:
Che poi sono così sfacciati, questi di Iren, così sicuri dell'impunità delle loro azioni, che comportandosi da ente privato dimenticano però di seguire le regole a cui si devono sottoporre i privati per costruire:
"... avrebbero portato avanti i lavori di costruzione dell’impianto senza le necessarie autorizzazioni edilizie.
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l’opera non essendo pubblica ma realizzata da privati richiedeva il pagamento di 420mila euro come oneri di urbanizzazione. Una cifra mai versata da Iren "
E quando il Comune chiede conto del denaro speso, succede che:
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ha quindi ricordato come "qualche giorno fa ho richiesto, come prevede la legge, un accesso agli atti sui 700mila euro che sono stati preventivati (oltre 600mila già spesi) per spese di comunicazione sul progetto dell'inceneritore di Parma. Non mi sono stati fornite prime comunicazioni entro le 48 ore di prassi. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ha richiesto a Iren formalmente tutti i documenti completi (e non solo 4 slide powerpoint) sul piano finanziario dell'inceneritore e tutti i dati di spesa e a ieri non gli erano stati forniti. Stiamo parlando della richiesta del quarto comune socio pubblico che detiene il 6% di azioni. Altre richieste di accesso agli atti sono state fatte nei giorni scorsi dal consigliere di Parma Alex Mallozzi (M5S) e da quello di Piacenza Andrea Gabbiani (M5S). Ancora senza risposta da parte di Iren. Ma la battaglia non si ferma".
Olivieri, inoltre, ha voluto "l'accesso agli atti su tutti i documenti riguardanti l'inceneritore di Parma che sono stati oggetto di comunicazioni di Borsa agli azionisti, ai sensi e agli effetti di legge. Dove è, quindi, la trasparenza di Iren e dei suoi manager? Perchè questa reticenza a fornire questi dati? Iren Spa, dove al suo interno ci sono tanti ex assessori ed ex sindaci del Pd o ex Ds ed ex Margherita riciclati (Lino Zanichelli cda Enia Acqua Gas, Gianluca Borghi Iren Ambiente, Elefanti nel cda, Eugenio Bertolini in Iren Emilia, Roberto Lugli in Iren Rinnovabili, Cesare Beggi per tenere rapporti con i sindaci...)"
(www.reggionline.com)
Come fanno a comunicare al Municipio di Parma dati che probabilmente non hanno. Se non hanno seguito una procedura di appalto regolare, probabilmente la contabilità dell'opera è scritta sulla carta da formaggio. E comunque anche se fosse vergata a mano su pergamena dorata non avrebbe alcun valore e potrebbe esserci scritto qualsiasi cosa. Non è un tipo di contabilità sottoposta ai controlli abituali dell'Autorità dei Lavori Pubblici nazionale.
Penso che se le indagini continueranno, verranno fuori un po' di problemi nuovi per il Pd emiliano. E più passa il tempo e più i democratici si troveranno a dover gestire situazioni complicate. Dai litigi interni con i rottamatori a quelli esterni con i potenziali alleati, ora rischiano anche una nuova inchiesta sui movimenti contabili dell'inceneritore di Parma.
Riusciranno ad arrivare alle elezioni del 2013 con l'attuale 25% dei consensi? Riusciranno a non far aumentare quelli del M5s?.
sabato 1 settembre 2012
Orgoglioni nazionali (8)
memorandun d'intesa
Il corriere riprende la pratica “Possiamo farcela da soli” ma lo fa analizzando meglio la questione. E sembra non propendere più per la giavazziana autarchia, ma mantiene un profilo più neutro e possibilista, andando a verificare per quanto è possibile, a cosa si andrebbe incontro con la richiesta di aiuti al Mes/Efsf.
Gli impegni con l'Europa: riforme, taglio
al debito e verifiche ogni tre mesi
al debito e verifiche ogni tre mesi
“Il memorandum andrà firmato prima che la Banca centrale europea inizi a comprare titoli di Stato di chi contrae il patto. Previste verifiche ogni tre mesi. Gli impegni sarebbero basati sui piani già concordati nelle normali procedure dell'Ecofin.
…
Del cosiddetto «memorandum d'intesa» si sa per adesso molto poco. Essenzialmente si è capito che un Paese dovrà firmarlo, se vuole che la Banca centrale europea inizi a comprare i suoi titoli.Ma poiché in proposito non si conosce quasi nient'altro, l'idea stessa del memorandum scoraggia qualunque governo. E il fatto che l'economia greca sia crollata del 17% dopo aver firmato un documento chiamato appunto «memorandum d'intesa» non fa niente per allentare la tensione.”
Infatti la Spagna nicchia e il nostro premier continua ad affermare che non intende chiedere aiuti per l’Italia, dopo aver quasi costretto Germania e Francia a istituire questa procedura. La realtà è che non si sa bene cosa preveda il “memorandum”.
Ma il controllo sembra molto stretto, con quattro verifiche annuali.
“la discussione pubblica è stata quasi nulla, ma il confronto fra i governi e gli uffici di Bruxelles è andato avanti tutta l'estate.
…
la lettera d'impegni … non sarebbe dettata dai governi creditori, com'è successo a Grecia, Irlanda o Portogallo. Sarebbe più simile a … «country-specific recommendations», le lettere ai singoli Paesi votate ogni anno dall'Ecofin (i ministri finanziari dei 27) su proposta della Commissione, dopo che il governo interessato ha mandato a Bruxelles i suoi piani per i prossimi tre anni. Là dentro si parla di tutto: dal ritmo di riduzione del deficit o del debito, a come è meglio negoziare i rinnovi dei contratti nell'industria, alla distribuzione dei fondi pubblici alle università in base al loro successo nel formare i laureati ai mestieri utili oggi.”
Anche in Spagna l’orgoglio nazionale non scherza. Rajoy è stato chiaro: “firmando un memorandum, la Spagna non si impegnerebbe a niente più di ciò che esiste già nelle vecchie «raccomandazioni» e nella cosiddetta «procedura per deficit eccessivo» (i binari dell'Ecofin per il risanamento). Una posizione del genere sembra prevalere e a questo punto riguarderebbe - eventualmente - anche l'Italia.”
Quindi tranquilli cari orgoglioni nazionali. Si tratta di un memorandum del tipo Pic Indolor (“Già fatto?”). Almeno il Corrierone cerca di venderlo così ora. Ma forse c’è qualcosa in più:
“Rispetto alle vecchie liturgie dell'Ecofin c'è però una differenza: le raccomandazioni saranno incardinate su un calendario; l'arco di tempo per applicarle viene diviso in trimestri
…
verificati da una missione nel Paese firmatario: vi parteciperanno la Commissione , l'Eurogruppo-Ecofin e probabilmente la Bce.”. E per i tedeschi non ci starebbe male anche l’Fmi, e visto che piace a loro, probabilmente ci sarà. Con il memorandum la “supplenza di presidenza” europea di Draghi verrebbe ufficializzata.
“Se l'Italia dovesse firmare un memorandum del genere, lo farebbe solo dopo aver constatato che non resta altra scelta.”
Se lo dice il Corriere forse lo pensa anche Monti. Ma io temo che il nostro premier ci farà uno scherzetto prima delle elezioni. Proprio per evitare che il futuro governo rinneghi le sue scelte di austerità e rigore, potrebbe decidere di firmare il “memorandum” per vincolare i governi futuri al perseguimento della sua politica. In questo modo l’Italia potrebbe continuare ad essere commissariata, questa volta direttamente da Draghi, con un governo italiano “fantoccio” come si usava nei protettorati. Forse è per questo che il Pd prepara una campagna elettorale con temi marginali rispetto alla crisi… è consapevole del suo ruolo futuro…
Cosa ci aspetta dunque?
“la «country-specific recommendation», votata all'Ecofin il mese scorso, offre un'idea piuttosto precisa di cosa sarebbe una lettera d'impegni dell'Italia. Su molti aspetti il governo ha già fatto abbastanza per essere sulla rotta indicata dall'Ecofin, per esempio sulla traiettoria di riduzione del deficit; sul debito la raccomandazione di luglio indica che la parabola discendente inizi già nel 2013, un risultato difficile se il Pil cadesse dello 0,5% come ieri ha previsto Moody's: non è escluso che, in quel caso, l'Italia dovrebbe accelerare ancora un po' sulle privatizzazioni.”
Quindi l’Europa verrà in Italia a fare la spesa a saldo. Di sicuro azioni e immobili non ci verranno valutati ai prezzi di mercato della fine del 2011, quindi sarà una svendita. Ancora una volta l’Italia diventa terra di conquista e scorribande dei Lanzichenecchi.
“Sul fisco, si chiede di ridurre sgravi, esenzioni e incentivi (alle imprese) e «spostare ulteriormente il carico dal lavoro e dagli investimenti alla proprietà e ai consumi». “
Tradotto vuol dire ancora più Imu e Iva, mentre difficilmente si ridurranno le imposte sulle persone fisiche e sulle aziende. Non con il progetto di pareggio di bilancio e fiscal compact che abbiamo di fronte negli anni a venire.
“Sul pareggio di bilancio in Costituzione, l'Ecofin parla di «soluzioni di dettaglio per l'applicazione dei meccanismi di correzione» e «coordinamento con i diversi livelli di governo» (una frecciata alla spesa delle Regioni).”
Tradotto vuol dire che gli enti locali subiranno le mazzate maggiori. Ci sarà probabilmente una riduzione di personale in stile greco: è l’unico modo efficace per ridurre le spese degli enti pubblici. Ci sarà una riduzione dei servizi offerti per le fasce più deboli.
“In materia di giustizia civile, un dossier che il governo sta affrontando, si punta il dito sulle «inefficienze nelle procedure e nell'organizzazione istituzionale». “
Come farà il Pd al governo a votare una riforma sulla giustizia, visto che ha sempre osteggiato questo tema? Si riuscirà a battere la potente lobby dei magistrati?
“Per l'occupazione si prescrive invece che «i sistemi di trattativa salariale siano ulteriormente riformati, permettendo soluzioni più flessibili anche a livello nazionale settoriale».”
La flessibilità sull’occupazione non è altro che la possibilità di licenziare e ridurre ulteriormente gli stipendi. Perché semplicemente secondo l’Europa del nord “viviamo al di sopra delle nostre possibilità”. I nostri stipendi devono essere una frazione dei loro. Si deve creare deflazione interna, non potendo fare svalutazione monetaria.
“Sulle liberalizzazioni si chiede di più sui porti, le ferrovie e i servizi di rete.”
Tutto quello che si potrà raspare, ce lo porteranno via. Probabilmente i porti sono interessanti per l’approvvigionamento del centro Europa. Delle ferrovie saranno interessati dai redditizi percorsi dell’alta velocità: le tratte dei pendolari sono notoriamente in perdita e sostenute dal denaro pubblico. E poi tutti i servizi di rete telefonico-informatici che in Italia sono ancora carenti, quindi è tutto un mondo da inventare e probabilmente proficuo.
“E nell'istruzione si prevede che le università ricevano fondi pubblici «in base alla performance».”
La scuola pubblica è un fastidio per questi liberalizzatori. Quindi se le università forniscono materia prima non idonea al nuovo mondo “liberalizzato” è meglio che chiudano. Potrebbero sfornare persone con un pensiero proprio, una cosa del tutto inutile alla nuova situazione di schiavitù.
Cosa avrà voluto dire il potere attraverso questo articolo su un quotidiano governativo? Da un lato tenta di tranquillizzare il cittadino: l’Italia non chiederà “mai” aiuto all’Europa!
Dall’altra afferma, che se proprio dovesse accadere, non c’è di che preoccuparsi, son cosette da niente. Infatti le passa in rassegna velocemente, con qualche frasetta sibillina che non viene analizzata fino in fondo. Perché se solo si comincia a valutare e pesare le poche parole, il quadro è preoccupante. Se l’Italia chiederà aiuto all’Europa, si attueranno interventi che andranno ad incidere pesantemente sulla vita degli italiani.
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