sabato 21 dicembre 2013

Se tutto va bene siamo rovinati... (oppure molto furbi)


Letta era tutto raggiante dopo aver firmato l'Unione Bancaria europea. Ha detto che da oggi i risparmiatori sono più tutelati. Quasi cadevo dalle sedia dalle risate... è esattamente il contrario.

I prossimi fallimenti bancari coinvolgeranno prima i detentori azioni e obbligazioni bancarie e poi i correntisti non assicurati, cioè quelli con conti al di sopra dei 100 mila euro (sempre che non modifichino anche questo limite).

"Nella procedura di bail-in potranno essere coinvolti anche gli obbligazionisti senior, come richiesto dalla Germania e del blocco dei paesi del Nord Europa. L’accordo prevede che, prima di usare il fondo di risoluzione, sarà obbligatorio procedere all’abbattimento di almeno l’8% delle passività della banca coinvolta. Dopo aver applicato il bail-in minimo dell’8%, gli stati nazionali potranno fare ricorso al fondo di risoluzione (alimentato dai versamenti delle banche) o a fondi pubblici per ricapitalizzare la banca o proteggere altre categorie di creditori ma solo dietro autorizzazione di Bruxelles e comunque entro la soglia del 5% delle passività totali della banca. Ciò significa che, nei casi più gravi di dissesto, serviranno dei bail-in ben superiori al minimo dell’8%."
(phastidio.net)

Altro che tutela del risparmiatore: nei casi più estremi potrebbe essere scannato come un maiale. Del risparmiatore non si butta via niente...
Perché Letta invece afferma che verranno protetti i risparmiatori. Probabilmente perché è scritto (ipocritamente) fra gli obiettivi dell'Unione Bancaria:

"Tre gli obiettivi: spezzare il legame tra il rischio-Banca e il rischio-Stato; proteggere a oltranza il risparmiatore; garantire l'uniformità delle condizioni del credito in un mercato bancario europeo ancora troppo frammentato, con le aziende italiane che pagano tassi d'interesse alle banche italiane più alti di quanto non facciano le aziende tedesche con le banche del proprio paese."
(www.ilsole24ore.com)

l'Unione bancaria, come avviene in Italia per le tante nuove Autorità che nascono quasi annualmente, è un poltronificio ad alto livello, ma lasciamo da parte le polemiche. Questo è solo un piccolo effetto collaterale. In seno alla Bce viene creato un nuovo organismo chiamato Single Supervisory Mechanism (un nome che trovo anche un po' strambo...).

"l'SSM applicherà regole uniche di valutazione degli asset bancari, dei ratios patrimoniali e dei rischi nei bilanci bancari; in questa chiave va letta l'AQR (asset quality review), la valutazione degli asset delle principali banche europee che verrà effettuata quest'anno dalla Bce applicando criteri comuni."
(www.ilsole24ore.com)

E però nell'Aqr che stanno le possibili fregature.

"La Bce nei prossimi mesi condurrà un’analisi sulla solidità dei maggiori istituti dell’Eurozona: circa 130 banche ... che rappresentano in aggregato l’85% del credito erogato nell’area euro
...
... Mario Draghi ha illustrato ai capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi Ue i criteri guida dell’operazione. La valutazione si articolerà su tre livelli.

La valutazione generale del rischio ... in quest’ambito rientra l’analisi dei rischi fondamentali dell’attività bancaria (liquidità, leva finanziaria, fonti di raccolta)
...
Il secondo livello di analisi sarà la verifica della qualità degli attivi ... il fine è di evidenziare con chiarezza le esposizioni delle banche. E’ possibile che venga richiesto alle banche di modificare la classificazione dei prestiti o di modificare le politiche di copertura su trading e derivati (verrà infatti indagata anche l’adeguatezza dei collaterali a copertura): tali operazioni potrebbero portare ad un maggior fabbisogno di capitale
...
Con uno stress test finale i bilanci verranno sottoposti a simulazioni di situazioni estreme
...
un aspetto che lascia fortemente perplessi è che la Bce non ha indicato tutti i parametri con cui valuterà il buono stato di salute delle banche: non si conoscono il limite oltre il quale ogni voce di bilancio verrà considerata con sospetto. In sostanza, a seconda di come le singole vulnerabilità saranno soppesate
...
Per ora la notizia positiva è che il sistema di analisi architettato dalla Bce pare convincente, anche se incompleto in alcuni aspetti essenziali. La notizia negativa è che i risultati finali appaiono avvolti nella nebbia: non è possibile oggi prevedere, neppure indicativamente, se la massa dei grandi istituti europei è sufficientemente attrezzata per superare l’esame di ammissione all’unione bancaria.
L’interrogativo sostanziale, quindi, è per ora senza risposta: chi è in regola per essere promosso?"
(www.economy2050.it)

Il dubbio del sito www.economy2050.it  è che tutto il processo abbia un secondo fine. Cioè quello di nuove fusioni fra istituti bancari, "obbligati" ad unirsi per resistere meglio alla tempesta della crisi.
Ma cosa ci si può aspettare per le banche italiane e non solo?

"LE CONSEGUENZE IN ITALIA

In Italia le banche sotto la lente europea saranno 15: Carige, Monte dei Paschi, Credito Valtellinese, Popolare dell’Emilia Romagna, Popolare di Milano, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza, Banco Popolare, Credito Emiliano, Iccrea holding, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Unicredit, Ubi, Veneto Banca. Secondo Bankitalia non dovrebbero emergere casi di criticità dall’analisi degli attivi. Nonostante le regole di vigilanza italiane (soprattutto sul rischio di credito) siano tra le più severe d’Europa (post “Il credit crunch italiano: fisco e Bankitalia troppo severi (rispetto al resto d’Europa)”), sui media circolano i nomi di cinque banche (Mps, Carige, Bpm, Creval e Banco Popolare) che potrebbero avere difficoltà a superare l’Aqr, sia a causa della scarsa qualità dei crediti, che per l’eccesso di esposizione sul debito sovrano. Tuttavia oggi appare prematuro sbilanciarsi in previsioni: ad esempio non è ancora chiaro come verrà soppesato nell’Aqr il portafoglio dei titoli del debito pubblico, né come impatterà il rating degli stessi."

E qui sta il punto critico, non solo per le banche nazionali, ma per la nazione stessa. Se i titoli di Stato italiani, come del resto vorrebbero su al nord, venissero considerati al loro effettivo livello di rating, siamo fregati!

"nei giorni scorsi è accaduto un fatto MOLTO PERICOLOSO per l’Italia e per tutti i paesi mediterranei, ed è UNA PROPOSTA TEDESCA.
...
che succede se il rischio sui Titoli di Stato NON è più zero. Che succede se le Banche Spagnole e Italiane (e Portoghesi e Francesi) dovessero mettere da parte del capitale fresco per coprire IL RISCHIO connesso con la detenzione di enormi quantità di titoli di stato.

Succede che il Credit crunch di oggi sembrerebbe una passeggiata di salute e che salterebbero in aria quasi tutte le banche italiane e spagnole."


Oppure, le banche per non crollare sotto il peso dei Btp, cominceranno a svenderli. E lo spread tornerebbe a livelli stellari. E la zona euro salterebbe ancora più velocemente di quanto stava avvenedo nel 2011. Draghi non avrebbe il tempo di trovare una soluzione.

Ma forse non è così. Probabilmente una soluzione si trova fra le righe. Forse non è un caso che all'Aqr verranno sottoposti solo gli istituti più grandi. Non mi stupirei se questi trovassero il modo di veicolare, cedere, prestare ecc. agli istituti non controllati dalla Bce pacchetti di titoli di Stato con rating molto basso. Oppure potrebbero creare specie di bad-bank sul modello di quelle create per immagazzinare i derivati o i subprime spazzatura. Detto in italiano: fatta la legge trovato l'inganno...

Del resto questo potrebbe essere uno scambio fra banchieri tedeschi e banchieri dei periferici. Nessuno mette il naso nelle casse di risparmio dei lander tedeschi, ed in cambio nessuno controlla la destinazione dei titoli "tossici". Et voilà.

Inoltre è possibile che la richiesta tedesca di mettere sotto esame i titoli dei Piigs, derivi da una certa coda di paglia che li rende nervosi:

Anche per quanto riguarda l’Europa i dati oggi noti non consentono di azzardare previsioni. La nostra impressione è che comunque i banchieri nordeuropei dovrebbero preoccuparsi più di quelli italiani: non solo finiranno sotto la lente (si spera ben calibrata) i titoli tossici e i derivati in portafoglio, ma anche l’elevata leva finanziaria presente in quei bilanci. Per di più anche la rivisitazione dei criteri di contabilizzazione dei crediti potrebbe causare sorprese negative: in fin dei conti i livelli di sofferenze molto bassi presenti in Francia e nord Europa sono dipesi, fino ad oggi, anche dal fatto che i crediti ristrutturati in quei paesi non rientrano fra quelli problematici (quindi assorbono capitale in misura minima). Dal 2014 non sarà più così e chissà se usciranno inattesi scheletri dalle casseforti nordeuropee anche sul fronte dei crediti all’economia reale."(www.economy2050.it)

Quindi le sorprese potrebbero essere ben ripartite e alla fine le marachelle verrebbero perdonate un po' a tutti. Almeno speriamo sia così.

venerdì 20 dicembre 2013

Il tapering non esiste


"Domani inizia la fine del mondo?" scrivevo l'altro ieri. Invece non inizia nulla o quasi. E' praticamente tutto come prima. Bernanke ha detto che il tapering comincerà a gennaio in misura ridotta visto che (forse) l'economia americana è in ripresa. Ma comunque niente paura, se così non fosse il tapering non è un tabù, e quindi si riprenderà come e più di prima con le rotative di dollari facili.

Quindi il tapering non esiste. E' una finta minaccia e i mercati l'hanno ben capito.

"La Banca centrale americana “ha fiducia nel fatto che la ripresa continuerà” e che “l’economia va incontro a una maggiore normalità”. Se così non fosse, l’istituto ha gli strumenti necessari per fare fronte a un peggioramento della congiuntura, tanto più che nonostante la riduzione “gli acquisti di asset continuano a un passo elevato”.

Lo ha detto Ben Bernanke durante la sua ultima conferenza come presidente della Federal Reserve e al termine della riunione del Fomc, il comitato monetario della Banca centrale americana, sottolineando che “in alcune circostanze” la Fed potrebbe prendere in considerazione “un nuovo aumento” degli stimoli all’economia. La Fed, ha detto Bernanke, è impegnata a fare in modo che “l’inflazione non sia troppo bassa” e che i progressi del mercato del lavoro siano costanti. Per questo i tassi di interesse resteranno “bassi per un periodo molto lungo”. (America24)

Ha tutta l’aria di un tenero canarino introdotto nella miniera dei mercati questo mini insignificante tapering, continuano a comprare al bellezza di 75 miliardi di immondizia al mese i governatori della banca centrale americana, hanno voluto osservare se la miniera era piena di gas o meno e a breve la vedranno esplodere!

Nel frattempo sono esplosi di gioia, perchè hanno capito che in realtà non è cambiato nulla anzi…

Della serie si sembra che ci sia uno straccio di ripresa nonostante abbiamo immesso la più alta dose concentrata di stimoli monetari e fiscali della storia americana, ma se cosi non fosse, come accade spesso, visto che noi negli ultimi sei anni abbiamo sbagliato oltre l’80 % delle previsioni, chiuderemo il tapering ed addirittura riaumenteremo gli stimoli. Nel frattempo tassi a zero almeno sino al 2016."

(icebergfinanza.finanza.com)

In realtà la situazione del'economia americana e mondiale rimane critica. Non è cambiato molto rispetto alla situazione pre quantitative easing. E su quello che è cambiato sussisto anche notevoli dubbi. Per sapere come stanno andando le cose, per esempio in America, bisognerebbe avere analisi e statistiche a prova di bomba e molto pobabilmente non lo sono. Anzi sono state ripittate di rosa per sembrare più gradevoli.

"Si chiama deflazione, i prezzi scendono perchè c’è un eccesso di produzione e dall’altra parte un deficit di domanda dovuta all’orgia di debito e alla distruzione del potere di acquisto della classe media, in poche parole una trappola per topi, una trappola della liquidità, stanno annegando nella liquidità che non raggiungerà mai l’oceano di destinazione, ovvero l’economia reale.
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Empiricamente servono almeno 12 mesi per osservare gli effetti dell’aumento di tasse e del sequester che hanno interessato l’economia americana nel 2013 e questi effetti si osserveranno attrraverso tutto il primo semestre 2014. Non bastano quattro magazzini riempiti e deflatori manipolati per stimolare un’economia che ha perso dall’inizio della ripresa, ripeto dall’inizio della ripresa DUE MILIONI di posti di lavoro tra coloro che hanno 35/52 anni di età, un’economia che ha visto sparire milioni di anime dalla forza lavoro, un’economia che ha trasformato il lavoro a tempo indeterminato in lavoro a part-time o a tempo determinato, un’economia che trimestralmente produce utili ma che per farlo regolarmente licenzia almeno il 5/10 % della forza lavoro!
Sorry, se qualcuno di Voi crede a questa ripresa, auguri, buona bolla a Voi tutti, la storia, l’analisi empirica dicono tutt’altro buona fortuna.

Una cosa giusta l’hanno detta anche se continuano ad utilizzare la parola sbagliata … La Banca centrale americana “prende l’andamento dell’inflazione molto seriamente” e, poiché il tema “è più che una piccola preoccupazione”, l’istituto “prenderà i provvedimenti appropriati” se i numeri non torneranno all’interno dei target, ovvero attorno al 2% … deflazione si chiama
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Solo un gregge di psicopatici cocainomani, tetosteronizzati poteva far esplodere i mercati a sentire queste parole, solo un gregge di ignoranti tossicodipendenti dalla droga monetaria può credere alle parole di chi dice e non dice, ma in fondo nella finanza tutto funziona così!"

(icebergfinanza.finanza.com)

Il problema della Fed è sempre lo stesso: riconosce che continuare con la politica dei quantative easing è un suicidio che alla lunga può provocare una svalutazione sia del dollaro che dei titoli di Stato americani. Provocando questa volta un vero default degli Usa, non come quello annuale dell'innalzamento del tetto del debito. 
Allo stesso tempo non si può staccare la spina ai quantative easing perché le borse cadrebbero in depressione trascinandosi dietro anche l'economia e si avrebbe un rialzo pericoloso dei tassi dei titoli (e degli spread in Europa).

In pratica Bernanke oramai dimissionario cede la patata bollente alla Sig.ra Yellen senza fare nulla di eclatante, la quale probabilmente non ridurrà affatto l'ammontare dei Qe, ma per quanto mi è dato capire, cercherà di modificare gli obbiettivi verso cui sono attualmente indirizzati: meno azioni ed obbligazioni, più investimenti mirati all'occupazione. Staremo a vedere. Per ora non cambia niente: il tapering non esiste.

giovedì 19 dicembre 2013

La Germania ci eviterà il grande dilemma


Euro si o euro no? Un bel dilemma. Anche ieri il solito terrorismo:

"Per l'Italia non ci sarebbe speranzafuori dall'euro e dall'Europa.
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È il pensiero di Carlo Stagnaro, direttore Ricerche del think tank Istituto Bruno Leoni.
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Uscire dall'euro per "comprarci il diritto di comprare a stampare senza limiti" avrebbe "conseguenze pesantisissime sul risparmi degli italiani"
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Inoltre, ha spiegato in un intervento da Genova ai microfoni di RaiNews 24, sarebbe un "alibi" per non fare le riforme strutturali urgenti senza le quali l'Italia non va da nessuna parte."

(www.wallstreetitalia.com)

Rimango sempre perplesso ascoltando quelli che dicono che non sopravviveremo senza euro. L'Italia è vissuta tra alti e bassi senza euro per ben 140 anni su 152 anni, ma non si sa perché non potremmo farcela...
Ma poi ho capito perché gli ultra liberisti italiani amano l'euro: serve per fare le "riforme", cioè tradotto per distruggere il welfare...

Ma a parte queste diatribe fra esperti, poi è difficile prendere una decisione politica. Volendo uscire dall'euro lo si può fare in vari modi.
In modo cattivo sbattendo la porta e inimicandosi i partner europei: direi da evitarsi.
In modo furbo, concordando tutte le mosse con i partner europei, in modo da pianificare il modo di trattare debiti e crediti: sarebbe il metodo più giusto.

Oppure in modo idiota facendosi sbattere fuori: quello che ci potrebbe capitare se avessero il sopravvento certe volontà tedesche sul modo di gestire i controlli bancari.

"Il calo del costo del rifinanziamento del debito delle economie più deboli dell’area euro negli ultimi due anni ha consentito all'Eurozona di lasciarsi alle spalle la fase più acuta della crisi del debito. Eppure sembra che tutto questo stia volgendo al termine.

E' in atto il Quality Review Asset della Bce (revisione della qualità dell'attivo): un esame degli asset nei bilanci delle banche che la Bce dovrà concludere entro ottobre 2014, alla vigilia dell'assunzione della vigilanza bancaria.

È il terzo pilastro di un'operazione di trasparenza sul settore creditizio che comprende una valutazione generale del rischio e stress test per verificare la tenuta dei conti in situazioni a rischio.
...
le banche dell’Eurozona potrebbero infatti essere costrette a vendere gli asset più rischiosi, e la corsa dei prezzi di Btp e Bonos potrebbe volgere al termine.

Se si esamina infatti il grafico di Citi FX (allegato), si nota come il rally dei bond periferici sia stato alimentato non dall'interesse degli investitori esteri, ma dalle banche che hanno acquistato gli stessi bond.

Non è un mistero che le banche italiane abbiano utilizzato i corposi finanziamenti arrivati dalla Bce attraverso le operazioni di LTRO non per sostenere i fondamentali dell'economia, quanto piuttosto per fare incetta di BTP
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Quando i rendimenti a 10 anni di titoli spagnoli e italiani si sono attestati attorno alla pericolosa soglia del 7%, livello in corrispondenza del quale altre economie dell’area euro come l'Irlanda e la Grecia si sono viste costrette a chiedere gli aiuti ai creditori internazionali, entrambi i paesi sembravano essere pericolosamente vicini al bisogno di chiedere un bailout.
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Italia e Spagna sono la terza e la quarta maggiori economie della zona euro, per cui qualsiasi minaccia alla loro stabilità, specialmente se uno dei due Paesi dovesse avere bisogno di un piano di aiuti, potrebbe influenzare l'intera regione, riportando i timori sulla sopravvivenza stessa del progetto euro."

(www.wallstreetitalia.com)

E si, questa bella idea di considerare i titoli di Stato dei paesi Piigs come titoli spazzatura, rischia di far schizzare di nuovo alle stelle gli spread di Italia e Spagna. Cosa farà Draghi per rimediarvi? Consentirà ai banchieri tedeschi questo trattamento alle banche e ai governi periferici?

Se vincerà questa volontà significherà una cosa sola: i tedeschi vogliono far fuori l'euro e fare in modo che le colpe ricadano sui paesi periferici e non sulla loro politica mercantilista e sull'austerità da loro imposta.

Pensa a quest'eventualità anche Fannyking su Rischio Calcolato, in un articolo che fra l'altro chiarisce un aspetto importante della discussione attuale sull'euro. L'euro a due velocità (euro nord ed euro sud) non è un'idea recente, ma era un'idea tedesca proposta prima della creazione della moneta unica. Molti in Germania avevano compreso che ci sarebbero stati problemi e soprattutto i tedeschi non volevano mischiare la lira con il marco. Forse avremmo dovuto ascoltarli.

"<<Prima di pigiare l’ acceleratore sul progetto europeo è bene che tutte le economie Cee siano convergenti. La tesi tedesca, studiata ancora una volta ieri a Brema dai vertici della Bundesbank, non è nuova. (…) Più tardi, il presidente della Commissione Cee ha detto che bisogna portare avanti l’ unione monetaria (Non ci possono essere mezze misure), che la futura moneta unica non può essere una divisa già esistente e che l’ idea tedesca di un’ Europa a due velocità è un falso problema.>>“ (Repubblica del 1990)
...
<<L’ idea di una Europa delle monete a due velocità con l’ Italia in serie B, oggetto lo scorso giugno di una dura polemica a distanza Roma-Bonn, sembra riemergere. Stavolta, la nuova sortita tedesca è accolta con freddezza dalle autorità italiane, padrone di casa del prossimo Ecofin.>> (Repubblica del 1990)
...
<<“Mai insieme all’ Italia“, l’ Italia del debito pubblico ingovernabile, della politica rissosa e farsesca, dell’ inaffidabilita’ e dell’ incompetenza amministrativa, della corruzione, dell’ illegalita’ , della mafia e delle organizzazioni criminali. Le dichiarazioni di Theo Waigel -un politico del partito di maggioranza prima che un membro del governo- fanno il paio con analoghe affermazioni di Rudolf Scharping, il capo dell’ opposizione ed entrambe si spiegano sulla base di questo atteggiamento radicato nell’ opinione pubblica tedesca.”>>(Corriere della Sera del 1995)

Detto questo… nei giorni scorsi è accaduto un fatto MOLTO PERICOLOSO per l’Italia e per tutti i paesi mediterranei, ed è UNA PROPOSTA TEDESCA.
...
che succede se il rischio sui Titoli di Stato NON è più zero. Che succede se le Banche Spagnole e Italiane (e Portoghesi e Francesi) dovessero mettere da parte del capitale fresco per coprire IL RISCHIO connesso con la detenzione di enormi quantità di titoli di stato.

Succede che il Credit crunch di oggi sembrerebbe una passeggiata di salute e che salterebbero in aria quasi tutte le banche italiane e spagnole.

E ciò è improponibile.

E se è improponibile, ma i tedeschi lo hanno proposto vuole dire che CI VOGLIONO SBATTERE FUORI, anzi vogliono che maturino le condizioni politiche affinchè saremo NOI a chiedere o a minacciare di uscire.

E ci stanno riuscendo.

Tanto per ricordarlo l’Euro 2 pensato 25 anni fa dai tedeschi (noooo, non è una nostra idea) funziona più o meno così:

- L’Europa rimane a livello di leggi comunitarie e integrazione politica
- L’Euro 2 svaluta in maniera controllata
- Alle frontiere per gli scambi intracumintari fra Euro 2 e Euro 1 vengono messi dazi che sterilizzano il cambio (cioè le merci italiane pagano dazio in Germania, ma sono più competitive nel resto del mondo, e le merci tedesche sono più costose in Italia)
- Non è chiaro se viene creata una seconda BCE, o ne rimane una unica (probabilmente la seconda ipotesi)
- Comunque Euro 2 è temporaneo in attesa che si armonizzino sistemi fisacali, inflazione, efficenza (cioè durerà circa 6000/9000 anni)

ok.

Ed ecco la proposta dei tedeschi…. che ci sbatte fuori."

(www.rischiocalcolato.it)