lunedì 3 marzo 2014

Il miraggio ucraino dell'euro


Quello che accade in Ucraina visto da qua, dal sud d'Europa, appare poco chiaro. Alcune cose però ora mi paiono abbastanza chiare. Alcuni veli sulla nostra nostra ignoranza di questo lontano paese ex-sovietico si stanno squarciando. Non si tratta di una nuova Jugoslavia, da cui comunque qualche notizia di seconda mano negli anni settanta e ottanta trapelava. Si sapeva che non erano infrequenti le coltellate fra mussulmani e cristiani, o fra le varie sfumature di etnie.

Dell'Ucraina non abbiamo mai saputo nulla, tutto era per noi italiani una uniforme distesa bianca di neve dalla Bulgaria fino a Mosca. Eventuali confini disegnati in questo spazio erano linee inutili che racchiudevano un territorio immenso e disabitato.
Oggi veniamo a sapere che che ci sono ucraini residenti verso ovest che guardano con favore all'Unione Europea, alla Germania soprattutto; e che ci sono ucraini di lingua ed etnia russe che guardano con nostalgia alla Madre Russia. In Crimea c'è anche una minoranza etnica, i tartari, che pensavo fossero un'invenzione di Buzzati. Non è chiaro da che parte volgono lo sguardo quest'ultimi. Forse a sud verso la Turchia.

Comunque nel casino di Kiev di questi giorni ci sono molte ombre, molti sospetti. Dietro c'è un'evidente gara di interessi fra occidente e Russia, dove il primo maschera i suoi meschini interessi come problemi di democrazia e la seconda si sente tradita nell'orgoglio, e secondo il mio parere Putin e Yanukovich hanno molte ragioni da vendere.

"“Il presidente ucraino Viktor Yanukovich era un criminale e un truffatore, come Saddam Hussein!” ha esclamato il giornalista sullo schermo del televisore mentre mangiavo la mia zuppa al pollo e cercavo di mantenere il controllo.
Questo è avvenuto durante un programma di finanza e business su una rete televisiva pubblica polacca
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“Possedeva una grande casa ei suoi due figli erano milionari che possedevano un sacco di auto!” Ho cercato di non guardare lo schermo, ma non potevo farne a meno. Ho osservato un paio d’auto d’epoca, Ford d’anteguerra.
“Come Saddam Hussein, Gheddafi e l’ex presidente della Tunisia, Yanukovich ha prosperato mentre la nazione soffriva di estrema povertà!”
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“L’Ucraina è sull’orlo della bancarotta, il suo governo in debito e la sua gente povera, ma Yanukovich viveva nel lusso! Guardate questo lampadario!”
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Nessuna menzione del fatto che poiché i partiti di opposizione hanno violato l’accordo mediato dalla Polonia e dalla Germania deponendo illegalmente il presidente ucraino
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Mentre le immagini della casa di Yanukovich passavano sullo schermo, ho pensato all’intervista di Barbara Walters con Ronald Reagan nel suo spettacolare ranch. Ho pensato alla lucrativa carriera post-presidenziale del Presidente Clinton. Ho pensato a Tony Blair e alle fortune di Gerhard Schroeder. Ho pensato al maggiordomo elegante che ho visto in giro al Ministero della Difesa polacco mentre chiedeva se qualcuno volesse una bottiglia di acqua portata su un vassoio.
Mi sono ricordato che i leader occidentali hanno anche loro soldi e beni e non c’è bisogno di guardare lontano in Occidente per trovare la disuguaglianza nella ricchezza.
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Non potevo credere che il contenuto di questo servizio televisivo fosse stato prodotto da polacchi. Era troppo familiare, troppo ovvio, sembrava essere stato scritto per loro, uscito dal loro passato.
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Il giorno prima, avevo sentito paragonare Yanukovich a Hitler. Ora, era come Saddam Hussein e Gheddafi. Divertente, il mio cervello mi ha detto, perché a differenza di Hitler, Saddam Hussein, o Gheddafi, Yanukovich ha vinto elezioni certificate come eque dall’Unione Europea.
Prima di quell’elezione, aveva vinto le elezioni precedenti nel 2004, ma aveva accettato di tenerle di nuovo quando i suoi avversari hanno messo in discussione i risultati. Quando ha perso, si fece da parte e ha rispettato la vittoria del suo avversario. Non ricordo Hitler, Saddam Hussein, o Gheddafi comportarsi così.
Mi ricordo invece persone come Thomas Jefferson e John Adams, o Andrew Jackson, o anche Al Gore comportarsi così. Persone che, per tutte le loro differenze, hanno capito l’importanza del rispetto dello Stato di diritto e dei risultati delle elezioni libere ed eque. Ho anche ricordato che Thomas Jefferson e George Washington avevano schiavi e grandi tenute, un fatto che non ci impedisce di riconoscere in loro degli statisti.
Infatti, a differenza di Hitler e Saddam Hussein, secondo le informazioni che ho trovato nel recesso della mia memoria, datata solo due giorni prima di quest’articolo, il cattivo Yanukovich ha accettato tutte le richieste delle opposizioni; elezioni anticipate, l’amnistia, ha ribaltato la costituzione esistente a favore di quella precedente, e dopo tutto questo, l’opposizione l’ha cacciato illegalmente, e ora lui e la sua famiglia sono dei ricercati.
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Risposte da propagandisti rivoluzionari vengono alla ribalta nella mia mente: Yanukovich è un ex comunista, il suo partito era legato ai russi, tutti loro sono ex collaboratori e agenti sovietici, e il comunismo è il male.

E’ così dalla mia memoria riemergono altri fatti.
Ad esempio su come il segreto per il successo della democrazia polacca sia stato sostenere il diritto di tutte le persone, tra cui i comunisti, di partecipare alla vita politica, alla campagna per una carica politica, e di votare. Ricordi del 1993 mi balzano alla mente, solo tre anni dopo le prime elezioni libere in Polonia, quando l’ex comunista ha vinto le elezioni e gli è stato restituito il potere. Senza che ne seguì una rivoluzione, i loro avversari li combatterono con la retorica, una campagna dura, e tornarono al potere alle elezioni successive."

(www.rischiocalcolato.it)

Ultimamente in Europa c'è qualche problema nel definire il concetto di democrazia. Evidentemente confondere a livello mediatico Saddam e Gheddafy con Yanukovich  funziona solamente se si fa leva sull'ignoranza di noi europei occidentali, del tutto disinteressati alle faccende dell'Europa dell'est ex sovietica.

E' inutile nascondersi dietro un dito, in Ucraina la "rivoluzione democratica" è stata favorita da Usa ed Europa finanziando gruppi neonazisti di destra. Ma si cerca di non farlo sapere troppo in giro, visto che persino i socialisti europei (Pd in Italia) di Schultz appoggiano la "liberazione" dell'Ucraina dai cattivi russi con questi mezzi discutibili. Russi che tra l'altro nei giorni scorsi erano venuti in soccorso alle disastrate finanze ucraine con forti sconti del gas e veri aiuti. Al contrario di quanto promettono Usa ed Eu ora.

Oggi la Signora Merkel promette aiutini patetici in cambio di tremende riforme. Ma l'euro e l'Europa purtroppo, sono un miraggio che gli ucraini a favore dell'Ue pagheranno a caro prezzo. Perché è sicuramente vero che molti ucraini guardano verso l'Ue con speranza, e soprattutto vedono e sperano nel successo tedesco. Purtroppo per loro, come noi siamo ignoranti sulle cose ucraine, loro lo sono sulle faccende dei paesi periferici del sud Europa. Non sanno che probabilmente saranno i prossimi periferici che andranno ad ingrossare l'acronimo Piigs (ma andrebbe ormai aggiunta anche la "F" di Francia) o ben che vada saranno assunti con paghe da miseria in fabbriche occidentali in fase di delocalizzazione.

"... si da il caso che i potenti mezzi di Rischio Calcolato abbiano proprio contattato un mitica ex-badante Ucraina ora spostata con un Italiano per fargli la domanda più facile del mondo?

RC: Che succede in Ucraina?

Olga: (mitica ex-badante Ucraina): i miei concittadini e la mia famiglia vogliono un futuro come quello dei Polacchi e degli altri cittadini dell’est che sono entrati in Europa

E ci voleva tanto?

Si può immaginare che se avessi intervistato una bandate Ucraina Russofona (che pulisce la merda dal culo di vecchi Russi) mi avrebbe risposto più o meno nella stessa maniera sostituendo Europa con Russia.

Quindi cari ragazzi, non dico che in Ucraina stia succedendo qualcosa di semplice, di facile da capire e che non abbia una miriade di interessi più o meno nascosti con annessi complottoni.

Però… fatevene una ragione, in piazza a Kiev c’è gente che ne ha le palle piene dell’Ucraina Sovrana con la sua cazzo di Valuta Sovrana e che vuole un Ucraina Europea con una valuta Stabile.

Possiamo discutere se e quando gli Ucraini avranno di che pentirsene ma perfavore basta stronzate: Vogliono l’Europa e vogliono l’Euro è una questione di confronti con i vicini di casa tutto qui.

E…. Olga mi ha confessato che agli Ucraini dei problemi Italiani, Greci etc etc. non frega nulla, loro vedono la Germania e la Polonia il che come termine di paragone non è esattemnete malaccio?"

(www.rischiocalcolato.it)

Questo è il problema. Ad Olga dei problemi italiani, greci, spagnoli ecc. non importa nulla, e invece dovrebbe importargliene. Perché la Polonia oggi ha un mini boom non avendo l'euro, ma è un luogo dove chi ha l'euro viene a produrre a basso costo. Ma non durerà in eterno. Quando si scoprirà che in Ucraina c'è chi si accontenta di salari più bassi le stesse fabbriche si trasferiranno li. Allora anche i polacchi cominceranno a maledire l'Unione Europea. E gli Ucraini potranno cominciare a vedere in Polonia il loro futuro se arriverà sulla scena un altro paese ancora più "straccione" dell'Ucraina.

E' inutile avere una moneta forte o una moneta agganciata a una forte se poi non sei in grado di guadagnarla. Questo sistema che impone austerità ai ricchi occidentali e che rincorre al ribasso i costi di produzione tagliando gli stipendi non può stare in piedi a lungo. Invece di generare sempre nuova domanda, si genera sempre più recessione. E' una guerra fra poveri in cui ci si strappa croste di pane dalla bocca. l'annessione dell'Ucraina all'Ue non contribuirà ad allargare il mercato europeo, ma solo ad incrementare i problemi già molto seri dell'Ue.


domenica 2 marzo 2014

Glaciazione imminente del nord Europa

Baia di Hudson - Canada
(la parte meridionale della baia corrisponde all'Inghilterra ed il clima è molto più rigido di quello inglese)

La glaciazione economica di questi anni potrebbe essere il preludio a quella ben peggiore del clima. Le dinamiche fisiche sono già in atto e se proseguiranno nel giro di un secolo il nord Europa assomiglierà alle lande desertiche e ghiacciate del nord del Canada odierno. Lo afferma il prof. V. Ferrara.

“<<Brutte notizie. Arriva la conferma che la Corrente del Golfo è in fase di rallentamento. Questo significa che aumenta il rischio di un nuovo stadiale come lo Younger Dryas cioè di un cambiamento improvviso del clima verso una glaciazione millenaria del nord Europa e di parte dell’emisfero nord. Come dire: glaciazione per eccessiva velocità di riscaldamento.>>
...
Dott. Ferrara, Nel primo numero del 2014 della rivista scientifica Ocean Science è stato pubblicato un articolo, “Observed decline of the Atlantic meridional overturning circulation 2004–2012”, in cui sono riportate le osservazioni che confermano il rallentamento della Circolazione Meridionale Atlantica, una delle principali correnti mondiali da cui dipende la Corrente del Golfo. Il film “The Day After Tomorrow” si sta avverando?

<<In quel film l’arresto della Corrente del Golfo, con la conseguente glaciazione, avveniva nel giro di pochi giorni, in realtà il processo è molto più lento, almeno 100 anni. E’ comunque uno scenario possibile, tanto è vero che è già successo: 12.500 anni fa, nel periodo Younger Dryas, quando la Terra stava uscendo da un periodo di glaciazione e si stava riscaldando, per cui si stavano sciogliendo i ghiacci del nord. Questo ha provocato, tra l’altro, anche dei terremoti, dovuti al minor peso della massa ghiacciata, che fa sollevare la crosta terrestre (cosiddetti terremoti isostatici): tra l’altro sono stati registrati dei piccoli terremoti in Alaska e Groenlandia, per cui ci si colloca in questo scenario. L’altro fenomeno conseguente all’aumento delle temperature è stato il riversarsi nell’Oceano di una massa notevole di acqua dolce, che ha rallentato la Corrente del Golfo, tanto da causare una glaciazione dell’emisfero settentrionale del Pianeta, durata 1300 anni; poi lentamente la Corrente del Golfo si è ripristinata.>>

Adesso invece qual è la causa del rallentamento della Corrente del Golfo?

<<Adesso le grandi quantità di acqua dolce che stanno confluendo nell’Atlantico sono una conseguenza del cambiamenti climatici provocato dall’uomo: la deglaciazione della Groenlandia sta avvenendo a un ritmo di 220 miliardi di metri cubi di acqua dolce all’anno. E’ una quantità così grande, che l’Oceano non riesce a rimescolarla, per cui si accumula nel Nord dell’Atlantico. Il fatto che da una parte è più dolce, mentre l’acqua che proviene da sud è salata, rallenta la corrente del Golfo: oltre a un certo limite, la blocca. Infatti, l’acqua calda si forma nel Golfo del Messico: è acqua calda e salata. A parità di salinità, l’acqua calda è più leggera di quella fredda: quindi, per la forza di Cornelis, la Corrente del Golfo porta il calore verso nord, verso l’Europa. Grazie a questo processo, l’Europa è “riscaldata”: il nord Europa è abitabile pur essendo localizzato a latitudini simili alla Groenlandia e all’Alaska. Ad esempio, all’altezza della Norvegia in Groenlandia ci sono 2-3000 metri di ghiaccio; il nord della Gran Bretagna corrisponde a zone disabitate del Canada. Questo è l’effetto della Corrente del Golfo. Se l’acqua dell’Atlantico diventa dolce, l’acqua calda e salata che arriva dal Golfo del Messico, troverebbe un ostacolo scontrandosi con l’acqua dolce, perché l’acqua salata è più pesante dell’acqua dolce. Quindi anche se acqua calda, non riesce ad andare avanti: in qualche modo sprofonda o torna indietro, e ricircola nel medio-basso Atlantico. Per cui l’Europa andrebbe verso una glaciazione, in maniera analoga a Groenlandia e Alaska. E’ un processo lento ma inesorabile. >>

Questo processo di rallentamento della Corrente, è già iniziato?

<<Sono una decina d’anni ormai che si osserva che la Corrente del Golfo è rallentata, all’altezza della Groenlandia. Adesso queste misure confermano che il rallentamento esiste e continua. Indica che il fenomeno si è innescato, anche se, come detto, è un processo lungo di 100 anni. Il problema non è solo il riscaldamento climatico in sè, ma è la rapidità con cui avviene, che non permette un rimescolamento omogeneo dell’acqua. Insomma, il cambiamento del clima è troppo veloce rispetto al grado di riassestamento del Pianeta. In realtà questo non è un problema per il Pianeta, in quanto la Terra si riadatta con i suoi tempi in genere: è un problema invece per gli equilibri del genere umano. Il segnale è chiaro: bisogna fermare questo treno che sta correndo. >>

Riguardo alla tempistica, è possibile conoscere in maniera più precisa quando si interromperà la Corrente del Golfo?

<<Noi non conosciamo quando con esattezza: è un fenomeno cosiddetto di “isteresi”. Sappiamo che più alto è il riscaldamento globale, maggiore è il rischio dell’interruzione della Corrente del Golfo. Inoltre, c’è un alto rischio: più è alta la velocità a cui aumenta la temperatura, maggiore è il rischio del collasso dei ghiacci della Groenlandia, improvvisamente (dove per “improvvisamente” si intendono alcune decine di anni, o più): questo, oltre ad interrompere la Corrente del Golfo, potrebbe portare anche a far sollevare il mare di 6-7 metri, proprio come successo 125.000 anni fa. Oltre alla glaciazione, avremmo anche questo ulteriore problema. Quindi, è come nel film “The Day After Tomorrow”, ma con un’altra tempistica…>>

(daltonsminima.altervista.org)

Conoscevo già questa dinamica, riportata per mesi da altri autori nel sito NewIceAge, ma ora sembra certificata ufficialmente. Mi sento di criticare comunque la sicumera con cui il professore, ma chiaramente non è l'unico, imputa l'aumento di acqua dolce nel mare Artico al riscaldamento globale. Quando è lo stesso professore a contraddirsi affermando che avviene tutto come già accaduto 12.500 anni fa.

Ora, benché ci siano degli storici eretici che affermano che già all'epoca l'umanità era in grado di combinarne di tutti i colori (basta pensare ai Vimana, specie di Ufo della tradizione vedica indiana, che sarebbero stati addirittura impiegati in guerre nucleari; o basti pensare alle grandi costruzioni megalitiche da Stonehenge a Baalbek, passando per  Cuzco dove secondo alcuni erano già impiegate tecniche che prevedevano l'uso di metalli ben prima dell'età del bronzo...), mi risulta che ufficialmente 12 millenni fa l'industrializzazione fosse ancora di la da venire.

Ora può anche essere che la causa del riscaldamento globale oggi sia antropica, ma è ovvio che esistono dinamiche naturali ben più potenti delle nostre ciminiere che nel corso dei millenni hanno provocato periodi torridi e glaciazioni. Dinamiche che non conosciamo e quindi quello che avviene oggi potrebbe anche essere del tutto naturale. Va ricordato che non sta avvenendo tutto nel modo così lineare come raccontano i media mainstream: non è vero che il riscaldamento globale segue il ritmo preventivato; non è vero che oggi viviamo nell'epoca storica più calda di tutti i tempi; non è vero che il riscaldamento globale sia uniforme, tanto che in Antartide si assiste ad un aumento dei ghiacci (ma non ne parla nessuno per non rovinare il facile teorema del global warming); il sole negli ultimi anni sta diminuendo la sua attività per dinamiche naturali del tutto sconosciute e mai viste; il campo magnetico terrestre si sta indebolendo e potrebbe scomparire nel 2020.

Insomma le cose non sono mai facili da inquadrare in teorema politico semplificativo. Il clima come al solito, fa quello che vuole e non quello che prevediamo o vorremmo.

Detto ciò il possibile congelamento del nord Europa ha delle notevoli implicazioni socio economiche da non sottovalutare. Secondo alcuni, le invasioni barbariche che decretarono la fine del mondo mediterraneo romano, sono da imputare a cambiamenti climatici che hanno spinto le popolazioni nordiche a cercare terre più calde al sud. Oggi se mezza Europa dovesse finire sotto i ghiacci, ci sarebbero implicazioni sociali simili a quelle che hanno portato alla distruzione del mondo antico.

Significherebbe lo spostamento di molti milioni di abitanti del nord europa verso aree più a sud maggiormente abitabili. Significherebbe ridurre di molto la possibilità di coltivazione dall'Inghilterra alla Germania, senza parlare dell'impossibilità di farlo in Scandinavia. Sarebbe un declino economico e sociale dell'Europa, che diverrebbe un continente senza grandi prospettive, un luogo che offrirebbe condizioni di vita sempre più difficili. I fiordi della Scozia tornerebbero ad essere ostruiti dai ghiacci. Forse in inverno congelerebbe anche la foce del Tamigi. Parigi si ritroverebbe ai limiti delle zone europee abitabili. Mezza Germania che si affaccia sul baltico sarebbe molto fredda e ricoperta a lungo di neve e ghiaccio. Lo stesso mar Baltico, poco profondo e poco salato potrebbe ghiacciarsi per diversi mesi.

Il clima Mediterraneo risulterebbe sicuramente più rigido, ma ancora vivibile. Le zone del sud Europa vedrebbero incrementare perciò la popolazione, e quindi gli scambi economici. Le piazze economiche di Madrid, Milano e Monaco potrebbero diventare più importanti di quelle di Londra, Parigi e Francoforte.
Si prospetterebbe quindi un mondo del tutto diverso dall'attuale, nel caso continuasse la dinamica della scomparsa della Corrente del Golfo. E se come sospetto è una dinamica naturale ciclica, non c'è nulla che possiamo fare per invertirla. Non possiamo fare altro che adattarci all'alternarsi di climi caldi e climi glaciali, sperando di imparare qualcosa su questo pendolo climatico, e quindi prevenire in tempo i mega cambiamenti climatici.

sabato 1 marzo 2014

Quantitative easing all'italiana


Quello che hanno fatto gli Usa in grande in questi ultimi cinque anni, lo si sta facendo in Europa su scala molto più piccola. Ci sono stati i due Ltro della Bce che sono consistiti nella creazione di nuove masse monetarie (seppur garantite da titoli, per la verità poco garantiti) utilizzate nei paesi in crisi (fra cui l'Italia) per acquistare i relativi titoli di Stato.

Non è vero che l'Europa ha fatto solo politiche di austerità. E' però vero che gli effetti di queste ultime hanno superato di gran lunga gli effetti positivi delle politiche monetariste espansive. La stampa di euro, rispetto a quella di dollari, è stata notevolmente inferiore alle esigenze di rilancio della domanda interna. Per contro va detto che la massiccia stampa di dollari (tremila miliardi in cinque anni) ha prodotto una vera inflazione nel mondo finanziario facendo lievitare di prezzo qualsiasi titolo di finanza, ma una crescita molto anemica nell'economia reale. In questi giorni si assiste negli Usa a un nuovo calo delle vendite di immobili ed auto. Segno che i nuovi posti di lavoro creati, non sono di grande qualità.

Ora come si sa in Italia le cose non vanno troppo bene. Dopo tre anni di recessione c'è un barlume, molto flebile di ripresa economica. Una ripresa talmente inutile che l'Istat ha certificato un massiccio aumento della disoccupazione. Inoltre il nostro sistema finanziario è sotto pressione su più livelli: le banche come tutte le altre aziende risentono della caduta del mercato interno (tanto che si è parlato di una bad bank dove infilare come sotto un tappeto la spazzatura delle varie sofferenze bancarie); con le operazioni Ltro del 2011-12 le nostre banche si sono imbottite di titoli di Stato italiani che non fanno altro che abbassarne ulteriormente il loro rating complessivo; in questi giorni le banche sono sotto esame della Bce che conduce uno stress test per verificarne la tenuta degli istituti secondo gli ultimi parametri di Basilea.

Era ovvio che bisognasse trovare un rimedio per tentare di salvarne il più possibile. E' già stato messo nel conto la chiusura e liquidazione di alcuni istituti, che la Bce ha detto chiaramente che andranno chiusi se non superano gli stress test. Ma questa è anche una scelta politica: l'alternativa per mantenere in funzione gli istituti di credito malandati, è una bel prelievo ad hoc in stile cipriota su azionisti/obbligazionisti e correntisti ricchi. I politici potrebbero preferire una nazionalizzazione e accorpamento di questi istituti ad altri più grandi, piuttosto che assistere ad un ulteriore calo di popolarità dei loro partiti a causa di corse agli sportelli, e bancomat chiusi.

Comunque il rimedio adottato dall'Italia è un piccolo Quantitative easing che prende il nome di "Decreto Bankitalia", che in questi giorni è giustamente sotto esame dell'Europa perché ritenuto un possibile aiuto di Stato alle banche. Io toglierei la parola possibile.

"Le banche italiane hanno trovato una nuova via per stampare moneta: la banca centrale italiana, che senza alcun plausibile motivo ha deciso di rivalutarsi. Del provvedimento se ne avvantaggiano le grandi banche che sono le proprietarie della banca d’emissione.

Gli irlandesi hanno fatto lo stesso. In questa maniera viene bypassata la BCE. Questo si chiama finanziamento pubblico facendo girare la rotativa, insomma Weimar a Milano e a Dublino. Bankitalia, con un raffinato trucco ha elargito manna alle maggiori banche italiane. Bankitalia ha semplicemente stampato denaro. A fine gennaio il Governo italiano per decreto legge ha ridefinito le proprie coperture. Parallelamente è stato rivalutato il capitale di Bankitalia passandolo dai 156.000 € originari a 7,5 miliardi di euro. In questa maniera Intesa Sanpaolo si vede regalati 2,3 miliardi, Unicredit si ritrova con un miliardo creato dal nulla, la Carige mette in tasca 73 milioni. Con il guadagno risultante dal nulla possono quindi ripatrimonializzare i propri capitali.
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Dato che alcune banche dovranno cedere parte della loro quota azionaria automaticamente fanno cassa. Non dovessero trovare degli acquirenti, la stessa Bankitalia acquista le loro quote. Il solito gioco del coniglio dal cappello, normale in Italia! Bankitalia è diversa da altre banche centrali tipo la Deutsche Bank , è posseduta da banche, assicurazioni e fondi pensioni italiani."

(www.rischiocalcolato.it)

Ma gli arcigni tedeschi sono d'accordo con questi comportamenti e sotterfugi? Qui si assiste a tutta l'ipocrisia della classe dirigente tedesca, che nega qualsiasi politica monetarista espansiva dichiarata, ma permette invece quelle travestite con altri nomi. Infatti non abbiamo sentito nessuna alzata di scudi da parte della Bundesbank o della Merkel nei giorni del decreto Bankitalia.

"Il Governo tedesco è chiaramente dalla parte del Governo italiano. Intanto in Italia si rafforza la posizione dei grandi “player”, mentre le piccole banche restano sotto pressione. Anche la più antica banca del mondo il Monte dei Paschi di Siena non può approfittare dell’occasione. Il Governo italiano vuole, con provvedimenti legislativi, aiutare i colossi bancari a superare gli stress test imposti dalla BCE.
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Le azioni non son altro che una nuova forma di stampa di cartamoneta.Rispetto ad altri tempi la differenza è che Bankitalia non stampa lire bensì euro. Ma la cosa più sconcertante è che l’elusione da parte della BCE in questa zona d’Europa sia diventata normale amministrazione. Daniel Stelter scrive nel suo blog: Così l’Irlanda, senza alcun commento da parte dei media e nel più completo silenzio verso l’opinione pubblica europea, negli ultimi anni ha usato la banca centrale per finanziare direttamente lo stato. Si parla del 20% del Pil irlandese. La banca d’emissione era l’acquirente di titoli del debito pubblico fino a 40 anni a tasso zero. Gli interessi che lo stato deve pagare vengono messi come guadagno ed allo stato poi riversati. Ma questa è turlupinatura pura il finanziamento monetario dello Stato. Pure repubblica di Weimar. Il consiglio della BCE “ha preso” atto delle attività irlandesi così Draghi. Insomma per meglio far comprendere la cosa: in completa autonomia gli irlandesi hanno creato diversi miliardi di “danaro” nel momento in cui lo prestavano al loro Stato. E si tratta di euro. Le Banche centrali degli altri stati europei anche loro usano metodi simili da anni. La la creazione di cartamoneta ha un altro nome “Emergency Liquidity Assistance”. Campione in questa specialità è naturalmente la Grecia."
Insomma si lasciano fare piccoli QE nazionali, l'importante che non siano palesi e dichiarati come tali. Ma una politica monetaria di questo tipo, per una moneta unica continentale, ha un senso logico? Tanto varrebbe uscire da queste ipocrisie ed incaricare la stessa Bce di fare politiche espansive. Magari legate al sostegno della domanda interna e non direttamente delle banche. Perché anche questi QE pro-banche alla fine agiscono sempre (come negli Usa) dalla parte dell'offerta, lasciando languire nella recessione la domanda. Alla fine si dimostreranno inutili, perché anche se le banche italiane saranno imbottite di milioni di euro continueranno a non prestarli a cittadini e Pmi se non ci saranno le condizioni adeguate di crescita.

E' veramente paradossale che nessuno lo comprenda agli alti livelli. Probabilmente la questione verrà compresa solo quando si arriverà all'inevitabile shock finale.