Baia di Hudson - Canada
(la parte meridionale della baia corrisponde all'Inghilterra ed il clima è molto più rigido di quello inglese)
La glaciazione economica di questi anni potrebbe essere il preludio a quella ben peggiore del clima. Le dinamiche fisiche sono già in atto e se proseguiranno nel giro di un secolo il nord Europa assomiglierà alle lande desertiche e ghiacciate del nord del Canada odierno. Lo afferma il prof. V. Ferrara.
“<<Brutte notizie. Arriva la conferma che la Corrente del Golfo è in fase di rallentamento. Questo significa che aumenta il rischio di un nuovo stadiale come lo Younger Dryas cioè di un cambiamento improvviso del clima verso una glaciazione millenaria del nord Europa e di parte dell’emisfero nord. Come dire: glaciazione per eccessiva velocità di riscaldamento.>>
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Dott. Ferrara, Nel primo numero del 2014 della rivista scientifica Ocean Science è stato pubblicato un articolo, “Observed decline of the Atlantic meridional overturning circulation 2004–2012”, in cui sono riportate le osservazioni che confermano il rallentamento della Circolazione Meridionale Atlantica, una delle principali correnti mondiali da cui dipende la Corrente del Golfo. Il film “The Day After Tomorrow” si sta avverando?
<<In quel film l’arresto della Corrente del Golfo, con la conseguente glaciazione, avveniva nel giro di pochi giorni, in realtà il processo è molto più lento, almeno 100 anni. E’ comunque uno scenario possibile, tanto è vero che è già successo: 12.500 anni fa, nel periodo Younger Dryas, quando la Terra stava uscendo da un periodo di glaciazione e si stava riscaldando, per cui si stavano sciogliendo i ghiacci del nord. Questo ha provocato, tra l’altro, anche dei terremoti, dovuti al minor peso della massa ghiacciata, che fa sollevare la crosta terrestre (cosiddetti terremoti isostatici): tra l’altro sono stati registrati dei piccoli terremoti in Alaska e Groenlandia, per cui ci si colloca in questo scenario. L’altro fenomeno conseguente all’aumento delle temperature è stato il riversarsi nell’Oceano di una massa notevole di acqua dolce, che ha rallentato la Corrente del Golfo, tanto da causare una glaciazione dell’emisfero settentrionale del Pianeta, durata 1300 anni; poi lentamente la Corrente del Golfo si è ripristinata.>>
Adesso invece qual è la causa del rallentamento della Corrente del Golfo?
<<Adesso le grandi quantità di acqua dolce che stanno confluendo nell’Atlantico sono una conseguenza del cambiamenti climatici provocato dall’uomo: la deglaciazione della Groenlandia sta avvenendo a un ritmo di 220 miliardi di metri cubi di acqua dolce all’anno. E’ una quantità così grande, che l’Oceano non riesce a rimescolarla, per cui si accumula nel Nord dell’Atlantico. Il fatto che da una parte è più dolce, mentre l’acqua che proviene da sud è salata, rallenta la corrente del Golfo: oltre a un certo limite, la blocca. Infatti, l’acqua calda si forma nel Golfo del Messico: è acqua calda e salata. A parità di salinità, l’acqua calda è più leggera di quella fredda: quindi, per la forza di Cornelis, la Corrente del Golfo porta il calore verso nord, verso l’Europa. Grazie a questo processo, l’Europa è “riscaldata”: il nord Europa è abitabile pur essendo localizzato a latitudini simili alla Groenlandia e all’Alaska. Ad esempio, all’altezza della Norvegia in Groenlandia ci sono 2-3000 metri di ghiaccio; il nord della Gran Bretagna corrisponde a zone disabitate del Canada. Questo è l’effetto della Corrente del Golfo. Se l’acqua dell’Atlantico diventa dolce, l’acqua calda e salata che arriva dal Golfo del Messico, troverebbe un ostacolo scontrandosi con l’acqua dolce, perché l’acqua salata è più pesante dell’acqua dolce. Quindi anche se acqua calda, non riesce ad andare avanti: in qualche modo sprofonda o torna indietro, e ricircola nel medio-basso Atlantico. Per cui l’Europa andrebbe verso una glaciazione, in maniera analoga a Groenlandia e Alaska. E’ un processo lento ma inesorabile. >>
Questo processo di rallentamento della Corrente, è già iniziato?
<<Sono una decina d’anni ormai che si osserva che la Corrente del Golfo è rallentata, all’altezza della Groenlandia. Adesso queste misure confermano che il rallentamento esiste e continua. Indica che il fenomeno si è innescato, anche se, come detto, è un processo lungo di 100 anni. Il problema non è solo il riscaldamento climatico in sè, ma è la rapidità con cui avviene, che non permette un rimescolamento omogeneo dell’acqua. Insomma, il cambiamento del clima è troppo veloce rispetto al grado di riassestamento del Pianeta. In realtà questo non è un problema per il Pianeta, in quanto la Terra si riadatta con i suoi tempi in genere: è un problema invece per gli equilibri del genere umano. Il segnale è chiaro: bisogna fermare questo treno che sta correndo. >>
Riguardo alla tempistica, è possibile conoscere in maniera più precisa quando si interromperà la Corrente del Golfo?
<<Noi non conosciamo quando con esattezza: è un fenomeno cosiddetto di “isteresi”. Sappiamo che più alto è il riscaldamento globale, maggiore è il rischio dell’interruzione della Corrente del Golfo. Inoltre, c’è un alto rischio: più è alta la velocità a cui aumenta la temperatura, maggiore è il rischio del collasso dei ghiacci della Groenlandia, improvvisamente (dove per “improvvisamente” si intendono alcune decine di anni, o più): questo, oltre ad interrompere la Corrente del Golfo, potrebbe portare anche a far sollevare il mare di 6-7 metri, proprio come successo 125.000 anni fa. Oltre alla glaciazione, avremmo anche questo ulteriore problema. Quindi, è come nel film “The Day After Tomorrow”, ma con un’altra tempistica…>>
(daltonsminima.altervista.org)
Conoscevo già questa dinamica, riportata per mesi da altri autori nel sito NewIceAge, ma ora sembra certificata ufficialmente. Mi sento di criticare comunque la sicumera con cui il professore, ma chiaramente non è l'unico, imputa l'aumento di acqua dolce nel mare Artico al riscaldamento globale. Quando è lo stesso professore a contraddirsi affermando che avviene tutto come già accaduto 12.500 anni fa.
Ora, benché ci siano degli storici eretici che affermano che già all'epoca l'umanità era in grado di combinarne di tutti i colori (basta pensare ai Vimana, specie di Ufo della tradizione vedica indiana, che sarebbero stati addirittura impiegati in guerre nucleari; o basti pensare alle grandi costruzioni megalitiche da Stonehenge a Baalbek, passando per Cuzco dove secondo alcuni erano già impiegate tecniche che prevedevano l'uso di metalli ben prima dell'età del bronzo...), mi risulta che ufficialmente 12 millenni fa l'industrializzazione fosse ancora di la da venire.
Ora può anche essere che la causa del riscaldamento globale oggi sia antropica, ma è ovvio che esistono dinamiche naturali ben più potenti delle nostre ciminiere che nel corso dei millenni hanno provocato periodi torridi e glaciazioni. Dinamiche che non conosciamo e quindi quello che avviene oggi potrebbe anche essere del tutto naturale. Va ricordato che non sta avvenendo tutto nel modo così lineare come raccontano i media mainstream: non è vero che il riscaldamento globale segue il ritmo preventivato; non è vero che oggi viviamo nell'epoca storica più calda di tutti i tempi; non è vero che il riscaldamento globale sia uniforme, tanto che in Antartide si assiste ad un aumento dei ghiacci (ma non ne parla nessuno per non rovinare il facile teorema del global warming); il sole negli ultimi anni sta diminuendo la sua attività per dinamiche naturali del tutto sconosciute e mai viste; il campo magnetico terrestre si sta indebolendo e potrebbe scomparire nel 2020.
Insomma le cose non sono mai facili da inquadrare in teorema politico semplificativo. Il clima come al solito, fa quello che vuole e non quello che prevediamo o vorremmo.
Detto ciò il possibile congelamento del nord Europa ha delle notevoli implicazioni socio economiche da non sottovalutare. Secondo alcuni, le invasioni barbariche che decretarono la fine del mondo mediterraneo romano, sono da imputare a cambiamenti climatici che hanno spinto le popolazioni nordiche a cercare terre più calde al sud. Oggi se mezza Europa dovesse finire sotto i ghiacci, ci sarebbero implicazioni sociali simili a quelle che hanno portato alla distruzione del mondo antico.
Significherebbe lo spostamento di molti milioni di abitanti del nord europa verso aree più a sud maggiormente abitabili. Significherebbe ridurre di molto la possibilità di coltivazione dall'Inghilterra alla Germania, senza parlare dell'impossibilità di farlo in Scandinavia. Sarebbe un declino economico e sociale dell'Europa, che diverrebbe un continente senza grandi prospettive, un luogo che offrirebbe condizioni di vita sempre più difficili. I fiordi della Scozia tornerebbero ad essere ostruiti dai ghiacci. Forse in inverno congelerebbe anche la foce del Tamigi. Parigi si ritroverebbe ai limiti delle zone europee abitabili. Mezza Germania che si affaccia sul baltico sarebbe molto fredda e ricoperta a lungo di neve e ghiaccio. Lo stesso mar Baltico, poco profondo e poco salato potrebbe ghiacciarsi per diversi mesi.
Il clima Mediterraneo risulterebbe sicuramente più rigido, ma ancora vivibile. Le zone del sud Europa vedrebbero incrementare perciò la popolazione, e quindi gli scambi economici. Le piazze economiche di Madrid, Milano e Monaco potrebbero diventare più importanti di quelle di Londra, Parigi e Francoforte.
Si prospetterebbe quindi un mondo del tutto diverso dall'attuale, nel caso continuasse la dinamica della scomparsa della Corrente del Golfo. E se come sospetto è una dinamica naturale ciclica, non c'è nulla che possiamo fare per invertirla. Non possiamo fare altro che adattarci all'alternarsi di climi caldi e climi glaciali, sperando di imparare qualcosa su questo pendolo climatico, e quindi prevenire in tempo i mega cambiamenti climatici.
Si prospetterebbe quindi un mondo del tutto diverso dall'attuale, nel caso continuasse la dinamica della scomparsa della Corrente del Golfo. E se come sospetto è una dinamica naturale ciclica, non c'è nulla che possiamo fare per invertirla. Non possiamo fare altro che adattarci all'alternarsi di climi caldi e climi glaciali, sperando di imparare qualcosa su questo pendolo climatico, e quindi prevenire in tempo i mega cambiamenti climatici.
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