venerdì 21 marzo 2014

(Crimea), Usa, Russia, Europa, Germania (e Belgio)


C'è qualcosa di sommamente stonato negli Stati Uniti che minacciano la Russia di Putin con sanzioni e altro. Gli Usa sono ancora una grande potenza militare. Forse la più grande attualmente. Ma non ha senso minacciare un paese come la Russia che possiede l'arma nucleare: è difficile che gli Usa si avventurino in una guerra aperta con la Russia. A meno che siano impazziti. Oppure a meno che vogliano azzerare in qualche modo la storia.

Ma se togliamo dal campo l'opzione militare, mi pare che gli Usa stiano giocando ad una specie di "lascia o raddoppia" geopolitico. Rischiano di perdere la loro supremazia economica, di perdere il signoraggio della loro moneta, usata oggi per gli scambi internazionali (anche se sempre meno).

"Gli Stati Uniti stanno vivendo una profonda crisi economica ed il debito pubblico continua a crescere; il 17 marzo (ultimo dato disponibile) il debito pubblico statunitense è arrivato a 17.546, 81 miliardi di dollari, ennesimo massimo storico.
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Il debito estero degli Stati Uniti alla fine di gennaio era 5.832,70 miliardi di dollari, ossia il 33,73% di tutto il debito pubblico statunitense, che al 31 gennaio 2014 era pari a 17.293,02. Come si evince dalle cifre, tra il 31 gennaio ed il 17 marzo il debito pubblico USA è cresciuto di oltre 253 miliardi.
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Chi sono i detentori del debito estero? Il principale detentore del debito estero è la Cina che possiede titoli di stato USA pari a 1.273,50 miliardi di dollari, ossia il 21,83% di tutto il debito estero, pari al 7,36% di tutto il debito pubblico statunitense. Al secondo posto tra i detentori del debito estero USA c’è il Giappone con 1.201,40 miliardi.

Anche la Russia ha una importante quota del debito estero USA: 131,80 miliardi di dollari. Con la crisi in Ucraina in atto e le annunciate sanzioni da parte di USA e Unione Europea, la Russia potrebbe decidere di vendere tutti i titoli di stato USA, anzi è probabile che lo faccia o lo stia facendo visto che negli ultimi mesi ha già ridotto la quantità di titoli USA in suo possesso: ad ottobre del 2013 deteneva titoli per 149,90 miliardi; ad ottobre del 2012 la cifra era ancora più alta, ben 171,10 miliardi.

Non solo il governo russo, ma anche i cittadini russi stanno smettendo di investire in USA; è di ieri la notizia, riportata da Bloomberg, che l’uomo più ricco di Russia, Alisher Usmánov, ha venduto le sue azioni di Facebook ed Apple per investire in Cina, comprando azioni di Alibaba,
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Analizzando i dati del debito estero USA, si nota chiaramente che anche la Cina sta vendendo: a novembre aveva titoli USA pari a 1.316,70 miliardi di dollari, quindi ha venduto titoli per oltre 43 miliardi.
La Cina avendo questa gran massa di titoli USA non può vendere grandi quantità, perché la mancanza di acquirenti farebbe crollare il loro valore ed alla fine a rimetterci sarebbero proprio i principali creditori, a partire dai cinesi
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Se i principali detentori del debito USA continuassero a vendere i titoli USA in loro possesso ciò determinerebbe un crollo del valore di questi titoli. Non solo, gli USA nell’impossibilità di finanziare il loro debito, sarebbero costretti sempre più a ricorrere alla stampa di dollari (il famoso Quantitative easing). Elevare ancora di più il numero di dollari stampati significa accelerare il tracollo della moneta USA, che sarebbe sempre più sostituita da altre monete negli scampi commerciali."

(www.comedonchisciotte.org)

E mentre l'Amministrazione Usa si sta giocando una partita pericolosa con i maneggi monetari della Fed e con un debito pubblico fuori controllo dovuto al mantenimento della mostruosa potenza militare, non può nemmeno fare affidamento sulla consueta esuberanza economica interna:

"Gli Stati Uniti continuano a mentire sia sul presunto recupero dell’economia, che sull’acquisto di titoli del debito pubblico da parte di altri stati. Che gli USA non sono mai usciti dalla recessione lo dimostra il fatto che solo il 47% dei cittadini ha un lavoro a tempo pieno, il 40% guadagna meno di 20.000 dollari all’anno e ben 47 milioni di cittadini sopravvivono grazie alle sovvenzioni alimentari del governo. Secondo noi mentono anche sul fatto che ci siano paesi disponibili ad acquistare titoli del debito pubblico statunitense."
(www.comedonchisciotte.org)

Ma che tipo di politica estera stanno conducendo gli Usa, proprio in un periodo in cui dovrebbero essere maggiormente cauti? Va bene l'orgoglio ferito per essere stati presi in castagna in Ucraina a giocare ai golpisti. Ma mi pare si stiano prendendo troppi rischi.

"... nei giorni scorsi Kissinger, l’immortale modello del dottor Stranamore, visto anche che in una vita intera non è riuscito a perdere l’accento tedesco, ha parlato di dilettantismo e idiozia delle elite occidentali nel mettere a punto un golpe quando sarebbe stato molto più fruttuoso agire in altri modi.

Questo perché l’economia russa si basa sulle materie prime e non certo sulla finanza e le famose sanzioni rischiano di ottenere un effetto del tutto contrario: vale a dire rendere più stringente un raccordo stretto fra i giganti emergenti, in primis la Cina che ormai si sente minacciata dagli Usa per interposto Giappone ma anche il Brasile che teme le manipolazioni politiche made in Usa e pure l’India con cui esiste già uno stretto rapporto di interscambio di tecnologie militari, tanto che il prossimo caccia di quinta generazione ( che vola benissimo, al contario dell’F35) sarà costruito congiuntamente. In concreto la vicenda Ucraina potrebbe dare avvio non solo a una nuova guerra fredda, ma a uno scambio di merci e materie prime tra grandi Paesi che bypassano il dollaro e che naturalmente rischia di estendesi pian piano a molte altre aree con un effetto domino. Un arma temibile perché è evidente che la centralità e prosperità dell’economia Usa è in gran parte legata al ruolo del dollaro come moneta universale e “obbligata” del commercio mondiale: se questo venisse meno la divisa statunitense dovrebbe fare i conti con l’economia reale e arrendesi alla dure necessità di un Paese normale."

Ora anche se non appare chiaramente, gli Usa sono spaventati dalla situazione finanziario-economico in cui si sono cacciati, con le politiche espansive messe a punto dalla Fed, i quantitative easing che hanno immesso nella finanza 3.000 miliardi di dollari stampati di torchio. Non è possibile proseguire così. Si rischia una deflagrazione sia del dollaro che diventerebbe carta straccia, sia delle "scommesse" borsistico-finanziarie.

Ecco perché la Yellen, al contrario di quanto si pensava un anno fa, continuerà il tapering e aumenterà il tasso di interesse ufficiale. Gli Usa hanno necessità di attirare "clienti" che gli acquistino il debito, meglio pagare un po' di interessi in più. Stanno perdendo troppi compratori in questo periodo, ed hanno un bisogno assoluto di collocare i loro titoli di debito senza dover stampare dollari come pazzi.

"La Fed riduce gli aiuti all’economia a 55 miliardi di dollari al mese. Si tratta di una riduzione di 10 miliardi (5 miliardi in meno di acquisti di Treasury e 5 miliardi in meno di acquisti di titoli legati ai mutui) rispetto ai 65 miliardi attuali.
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Le reazioni immediate sui mercati dicono poco ( è speculazione appunto), vedremo se l’economia americana reggerà la mancanza di ossigeno."

(www.rischiocalcolato.it)

"Per il numero uno della Banca Centrale americana la situazione attuale richiede una politica monetaria fortemente accomodante, anche perchè il tasso di disoccupazione è ancora lontano dal raggiungere un livello sufficiente.
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Janet Yellen precisa però che il costo del denaro potrebbe aumentare prima del previsto in relazione all'andamento dell'economia. Un'indicazione che non è piaciuta ai mercati: Wall Street chiude in calo dello 0,70%, la Borsa di Tokyo del 1,65%"

(finanza.lastampa.it)

Forse fra poco gli Usa dovranno scegliere se salvare il dollaro e lo Stato federale, o le banche finanziarie e la borsa. Sembra dagli ultimi avvenimenti che sacrificheranno la finanza creativa. E sarebbe anche ora.

E mentre gli Usa guidano il mondo occidentale in modo folle, la Germania fa altrettanto con l'Europa seguendo, anche perché in parte obbligata, la strada sbagliata sulla politica estera in Ucraina. Anche la Germania rischia abbastanza, e si sta giocando una partita pericolosa con la Russia.

"... vedere la povera Angela in preda all’angoscia fa un po’ pena: ha creduto all’amico americano che le ha venduto l’avventura ucraina come una passeggiata e a un Putin che non avrebbe reagito. Erano balle che potevano anche convincere un americano, ma che un europeo avrebbe dovuto sgamare fin da subito: così adesso la cancelliera si trova ad essere trascinata in un confronto con la Russia da cui la Germania compra il 35% del proprio gas e che costituisce il mercato di sbocco del 5% delle proprie esportazioni. In complesso l’Europa esporta in Russia per 230 miliardi euro con un attivo di 80 miliardi"
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Tanto la Cancelliera tedesca sarà comunque in preda all'angoscia. Se l'Ucraina deve essere in qualche modo trascinata e convinta a far parte della sfera d'influenza dell'Occidente, qualcuno dovrà aprire il portafoglio. Servono circa una decina di miliardi d'euro per rimettere in carreggiata il relitto Ucraina. La Germania si farà i suoi conti e si metterà in prima fila per lo sfruttamento del lavoro sottopagato in Ucraina (vedi: "Der neue Lebensraum") e forse del petrolio da scisto in Polonia e anche in Ucraina. Ma l'Ucraina non è interessante per la Germania come mercato di sbocco delle sue produzioni. Troppo povera. Alla fine sarà un buon affare? Agire solo sempre sull'offerta non crea crescita nemmeno in Germania.

L'Europa, come dice Crozza imitando Razzi: è un posto molto bello, ma non ci vivrei. Condivido. E' un posto sgangherato in cui non si capisce più nulla. Mentre i burocrati europei Barroso&C. sorridono degli sforzi vacui e delle capriole a cui sottopongono il governo italiano, non dicono nulla in merito alle manovre finanziarie dell'Austria:

"...un’altro Paese di questa Europa felix, in una sola notte ha aumentato il proprio debito pubblico del 6%, portandolo dal 74 all’ 80 per cento del Pil e sforando di molto anche il limite del 3% di deficit di bilancio, senza che nessuno abbia puntato il dito o detto nulla. Nemmeno Olli Rehn che è sempre lì ad ammonire

Certo i motivi di questo passo non sono quelli così futili di mantenere un po’ di welfare, un po’ di tutele e magari fare investimenti sul futuro, sulla scuola, le infrastrutture, la ricerca o di fare argine all’iniquità, ma qualcosa di molto più importante, per cui tutto è giustificato: salvare una banca."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Capito come funziona questa Europa di folli? Forse non avete capito nulla invece. Se pensavate che la Germania fosse il paese leader e più importante del continente siete fuori strada. Oggi la nazione europea fondamentale è un'altra. Stiamo parlando del Belgio. Un vero gigante economico-finanziario che addirittura sostiene gli Stati Uniti:

"secondo l’ultimo rapporto sul debito estero, pubblicato dal Tesoro USA, rispetto a due mesi prima, hanno comprato titoli del debito USA paesi come Hong Kong (+18,60 miliardi), Giappone (+15,00), i paesi esportatori di petrolio (+10,20), Corea del sud (+9,20), Messico (+7,70) ed altri con un minore investimento. In realtà il totale di tutti i titoli acquistati da questi paesi non avrebbe compensato minimamente i titoli venduti e le nuove necessità, se non fosse intervenuto l’acquisto massivo del governo belga; infatti il Belgio negli ultimi due mesi, secondo i dati pubblicati dal Tesoro, avrebbe acquistato titoli per 109,70 miliardi; addirittura rispetto a dicembre 2012 avrebbe accresciuto il possesso di titoli USA di ben 171,50 miliardi. In definitiva, oggi il Belgio sarebbe il terzo detentore di titoli del debito USA dopo Cina e Giappone. Il piccolo Belgio, dunque starebbe finanziato il gigante USA. Usiamo il condizionale, perchè noi riteniamo che questa sia una balla, una invenzione, una manipolazione evidente dei dati: come potrebbe il Belgio acquistare in due mesi titoli USA per quasi 110 miliardi di dollari, quando il suo PIL annuale nel 2012 (ultimo dato annuale conosciuto) è stato di 483 miliardi, tra l’altro in diminuzione rispetto ai 514 miliardi del 2011? Come potrebbe un piccolo paese come il Belgio passare agli USA oltre 100 miliardi di dollari in due mesi?

Visto come stanno le cose, tra due mesi, quando saranno resi noti i dati al mese di marzo, possiamo scommettere che il Belgio arriverà a 400 miliardi di dollari in titoli USA.

Dietro le cifre attribuite al Belgio c’è forse un paese che non vuole o non può apparire come finanziatore degli USA? Oppure, dietro tali cifre si nasconde la stampa di dollari?"

(www.comedonchisciotte.org)

Ma dico, perché Renzi si è recato dalla Merkel e dai burocrati dell'Unione Europea per illustrare la sua politica economica? Ha sbagliato completamente indirizzi, doveva incontrare il governo belga.

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