Mentre il nazional giornalismo mainstream si fa pippe cervellotiche con le coperture fantasma del piano del premier televenditore, sono stati avvistati nei cieli d’oriente stormi di cigni neri pronti ad abbattersi sulle traballanti economie occidentali. Qualcosa di molto più preoccupanti rispetto a dove andrà a trovare i soldi Renzi.
“Defaultdi pagamento in Cina, timori per una nuova crisi dei subprimes
13 marzo 2014
Le autorità cinesi sono pronte ad accettare default di pagamento su prodotti finanziari, dato che “è difficile evitare simili incidenti”.
Lo ha detto giovedì 13 marzo il primo ministro cinese Li Keqiang,evocando i pericoli di una finanza dell’ombra disseminata da crediti tossici.
“Diamo molta importanza ai rischi finanziari e ai pericoli legati all’indebitamento....Casi isolati di default di pagamento su prodotti finanziari sono difficili da evitare.”
Caso emblematico, un fabbricante di Shanghai di pannelli solari, Chaori Solar, settimana scorsa ha annunciato di non avere i mezzi per pagare 89,8 milioni di yuan (10,7 milioni di euro) d’interessi su obbligazioni emesse nel 2012.
Questo primo default di pagamento su obbligazioni di imprese emesse in Cina accende le inquietudini sui prodotti d’investimento emessi da decine di trust e società di credito, evocando per alcuni lo spettro dei subprimes americani.”
13 marzo 2014
Le autorità cinesi sono pronte ad accettare default di pagamento su prodotti finanziari, dato che “è difficile evitare simili incidenti”.
Lo ha detto giovedì 13 marzo il primo ministro cinese Li Keqiang,evocando i pericoli di una finanza dell’ombra disseminata da crediti tossici.
“Diamo molta importanza ai rischi finanziari e ai pericoli legati all’indebitamento....Casi isolati di default di pagamento su prodotti finanziari sono difficili da evitare.”
Caso emblematico, un fabbricante di Shanghai di pannelli solari, Chaori Solar, settimana scorsa ha annunciato di non avere i mezzi per pagare 89,8 milioni di yuan (10,7 milioni di euro) d’interessi su obbligazioni emesse nel 2012.
Questo primo default di pagamento su obbligazioni di imprese emesse in Cina accende le inquietudini sui prodotti d’investimento emessi da decine di trust e società di credito, evocando per alcuni lo spettro dei subprimes americani.”
Forse l’avevo già scritto in un altro post, ma viene quasi
il dubbio che l’austerità, malgrado i danni che sta provocando all’economia
europea, sia stata studiata e praticata ad arte per fare implodere l’economia
del dragone che così non riesce più ad esportare a sufficienza. Del resto
quando un’economia sopravvive e lievita grazie solo alle esportazioni, si mette
in una situazione di pericolo. Vuol dire mettere il proprio sviluppo nelle mani
dello straniero. La Germania
dovrebbe osservare, prendere appunti e cambiare di conseguenza obiettivi
economici.
Il Giappone ha visto il Nikkei cedere più di tre punti
percentuali in una seduta, malgrado i quantitative easing della sua banca
centrale. Evidentemente anche li qualcosa non ha funzionato. Anche li si è
pensato di aumentare le esportazioni svalutando lo yen, ma mettendo di fatto lo
sviluppo nelle mani e portafoglio degli stranieri. Prima o poi si dovrà avere
il coraggio di guardare in faccia la realtà. E’ necessario come l’aria, se vogliamo
conservare le regole del capitalismo, rinfocolare la domanda interna di tutte
le nazioni di questo mondo. Non dico che vadano abolite le esportazioni,
un’assurdità. L’economia a Km zero funziona se si vuole tornare a cento anni
fa. Ma bisogna perlomeno riuscire a mantenere un equilibrio tra import ed
export. Altrimenti avremmo sempre nazioni che vivono sulle spalle di altre
indebitate, e poi accusate dalle “virtuose” di avere tanti debiti (per es. la Germania verso l’Italia).
Gli Stati Uniti come al solito giocano al “gendarme del
mondo”, ma purtroppo questa volta lo fanno nel cortile di Putin. La Germania non ha potuto
sottrarsi al gioco, malgrado abbia solo da perderci (e noi purtroppo anche). La Germania si sta giocando
le forniture del gas russo per accontentare Obama e fare la voce grossa con
Putin. A meno che sia tutta una finta: in pubblico la Merkel mostra i denti,
sottobanco tratta con la Russia
e spera si accontenti della Crimea. Ma se Putin deciderà che non è il caso di
passare come fesso, e deciderà di invadere l’Ucraina orientale, un altro bel
cigno nero si paleserà sui cieli grigi dell’economia mondiale.
Oppure Obama potrebbe aver promesso alla Merkel il futuro
petrolio polacco.
“Il governo polacco afferma
che offrirà agevolazioni fiscali per 6 anni alle società del gas di scisto, nel
tentativo di incentivare investimenti ed esplorazione. L'annuncio arriva a
seguito dell’alta tensione energetica fra Russia ed Ucraina.
La nuova agevolazione
fiscale mira ad aiutare la
Polonia ad attrarre imprese straniere per esplorare ed
investire in riserve di petrolio di scisto del paese, che si ritengono essere
le più grandi in Europa, secondo i dati dalla US Energy Information
Administration.
…
Tra 2020-2029, i nuovi
incentivi potranno contribuire fino a 5 miliardi di dollari di entrate, secondo
Tusk.
La proposta sarà
inviata al Parlamento entro due settimane, e il primo ministro spera che
passerà senza alcun inconveniente.
In precedenza nel mese
di febbraio, la Polonia
ha abbandonato i piani per utilizzare una società statale per l’esplorazione
del gas shale, invece di mettere all'asta le licenze a società estere.
Exxon Mobil e la Marathon Oil sono
entrambi interessati nel settore dello scisto del paese. Alcune aziende
controllate dallo Stato hanno vinto anche le licenze per l'esplorazione.
Maciej Grabowski,
ministro dell'ambiente della Polonia, si aspetta primo pozzo di gas shale
commerciale del paese già quest'anno, e spera di avere più di 200 pozzi nei
prossimi anni. Il paese vuole diventare un esportatore, e non un importatore di
gas naturale.”
Wall Street non aspetta altro per fare retromarcia. Sono un
paio d’anni che si dice che il mercato borsistico non ha alcuna ragione di crescere
all’infuori dei QE della Fed che ha stampato dollari per quasi 3.000 miliardi
in cinque anni.
Se più cigni neri si sommeranno, sarà una catastrofe
mondiale. Anche la promessa di continuare i QE non sarà sufficiente. La crisi sarà simile a quella 2008, forse anche peggiore viste le
dimensioni delle bolle che sono state gonfiate in questi anni.
Cosa significherà per l’Italia? Potrebbe essere un fatto
negativo e positivo allo stesso tempo. Sicuramente sarà negativo perché
l’arresto degli ordini dall’estero farà terminare anche la timida ripresa
dipendente dall’export. Ma potrebbe essere anche un fatto positivo, in quanto
un grave crisi mondiale probabilmente renderà insostenibili ed impossibili le
politiche di austerità ovunque in Europa. Probabilmente si dovrà per forza
abbandonare politiche di tagli e riduzioni di spesa pubblica. Si dovrà anzi
ricorrere a massicce dosi di denaro pubblico per sostenere una situazione molto
difficile, senza badare al deficit, al debito, al fiscal compact, ai bilanci
bancari e a tante problematiche che comunque ora l’Europa non sta risolvendo.
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