Come molti mi chiedo perché sul blog di Beppe Grillo sia apparso nei giorni scorsi un post leghista, in cui si guarda con nostalgia alla Regno di Sicilia e alla Repubblica Veneta. Sulle prime l'articolo mi ha spiazzato e l'ho trovato anche ridicolo con l'abbinamento di una carta d'Italia "spezzatino" dove compaiono addirittura il Marchesato di Saluzzo e quello del Monferrato. Per i non piemontesi due entità geografiche così lontane nel tempo che penso nessuno oggi ricordi i confini o le peculiarità.
"E se domani i Veneti, i Friulani, i Triestini, i Siciliani, i Sardi, i Lombardi non sentissero più alcuna necessità di rimanere all'interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa, un signore di novant'anni decide le sorti della Nazione e un imbarazzante venditore pentole si atteggia a presidente del Consiglio, massacrata di tasse, di burocrazia che ti spinge a fuggire all'estero o a suicidarti, senza sovranità monetaria, territoriale, fiscale, con le imprese che muoiono come mosche. E se domani, invece di emigrare all'estero come hanno fatto i giovani laureati e diplomati a centinaia di migliaia in questi anni o di "delocalizzare" le imprese a migliaia, qualcuno si stancasse e dicesse "Basta!" con questa Italia, al Sud come al Nord? Ci sarebbe un effetto domino. Il castellodi carte costruito su infinite leggi e istituzioni chiamato Italia scomparirebbe. E' ormai chiaro che l'Italia non può essere gestita da Roma da partiti autoreferenziali e inconcludenti. Le regioni attuali sono solo fumo negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici che sfuggono al controllo del cittadino. Una pura rappresentazione senza significato. Per far funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie."
(www.beppegrillo.it)
E quindi, mi sono chiesto, come si dovrebbero costruire i confini di queste nuove ipotetiche unità statuali. A quale epoca fare riferimento? E' quasi più difficile dividere che unire. L'ex Jugoslavia insegna che le difficoltà non sono poche.
Come anche Crozza ha affermato intervenendo sulla questione, dove li mettiamo i diritti degli Etruschi? Dobbiamo fare sgomberare Bologna e ridarla ai toscani con il nome originario di Felsina?
Per esempio (restando seri ma non troppo), tornado al nord ovest, la regione geografica che conosco meglio, è più giusto per i piemontesi confluire nella macro regione del nord, da Genova a Venezia (Emilia Romagna compresa?). O è meglio fare riferimento ai confini storici del Ducato di Savoia? A parte la Savoia vera e propria che penso resterebbe più volentieri in Francia, quali sarebbero questi confini? I saluzzesi e i monferrini avrebbero veramente necessità di restare separati dagli altri piemontesi, o preferirebbero essere assoggettati al giogo di Torino? Ma i confini storici del Ducato di Savoia furono molto variabili. Capisco che il genovese Grillo faccia finta di nulla, ma per molti decenni la Liguria ha fatto parte del ducato di Savoia. Come per qualche anno la Sicilia è stata unita al Piemonte (sembra assurdo ma è avvenuto) e poi per molti anni Sardegna, Liguria e Piemonte sono state unite in un'unico Stato.
E la Lombardia? Nella cartina allegata all'articolo quasi non esisterebbe più, con Brescia e Bergamo assegnate alla Repubblica Veneta. Cosa ne penserebbero i lombardi di una simile riconfinazione?
Forse si potrebbero realizzare nuove unità statuali su basi linguistiche. I dialetti non sbagliano. Ne verrebbero fuori sicuramente cartine più coerenti di quelle del '500 o del '700.
Al di la di queste disquisizioni su come ridividere un'Italia che è costata anche il sangue di migliaia di persone che si sono spese per unirla 150 anni fa (ma questi sono i corsi e ricorsi storici), forse ci sono motivazioni più squisitamente politiche per questo post di Grillo.
Prove di avvicinamento in Europa fra Lega e M5s, per pianificare politiche comuni sugli scranni dell'europarlamento? Un'alleanza contro l'euro da proporre in anche Italia per le prossime politiche? Può essere tutto questo e molto altro, ma il Movimento di Grillo ha scritto in statuto il divieto di allearsi con altre forze politiche. Quindi è più probabile che Grillo punti a rubare elettori anche alla Lega, quelli che ancora non gli ha portato via.
Certo che Grillo e Casaleggio rischiano corteggiando gli elettori leghisti, di perdere parte di quelli che invece vengono dal mondo di sinistra e giustizialista.
Oppure potrebbe esserci una visione più lunga che guarda lontano alle conseguenze della politica europea dell'austerità.
(vocidallestero.blogspot.it)
Perché effettivamente l'evoluzione della crisi europea potrebbe portare ad una balcanizzazione dell'Europa stessa. Se Grillo vede questo, probabilmente allora il suo post ha un'altra chiave di lettura diversa dal leghismo del secolo scorso.
Se avvenisse che la Scozia ottenendo l'indipendenza, si ritrovasse di colpo fuori dall'Ue, tutte le altre forze centripete e localiste in Europa vedrebbero la cosa come un punizione (forse l'interpretazione di Barroso), o vedrebbero la cosa come l'opportunità di uscire dal giogo dell'Europa e dell'euro?
Vedendo la Scozia "libera" dall'Europa più opprimente, cosa penserebbero Catalani, Fiamminghi, Baschi, e perché no anche i "padani"? Che forse il localismo è la via d'uscita più facile dalle politiche del rigore e dallo stritolamento economico provocato dai tecnocrati euro/tedeschi.
In questo caso la macroregioni di Grillo (e della Lega) tornerebbero presto in auge, e il dibattito si sposterebbe velocemente in questa direzione. Barroso ha veramento aperto il vaso di Pandora involontariamente. Forse questi eurocrati non si rendono conto che ormai sono in molti gli europei che starebbero ben lontani dalle istituzioni europee, e fare balenare la cosa come una punizione o una minaccia non funziona più.
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