martedì 18 marzo 2014

Le coperture di bilancio in divenire


C'è chi odia Renzi un po' come prima odiava Berlusconi. Ci deve essere qualcosa nel temperamento di questi uomini che infastidisce notevolmente certi italiani dall'indignazione facile. Io non ho mai odiato Berlusconi e non odio di certo Renzi. Certo non si può non notare una "parentela" fra i due. Un certo atteggiamento da italiano guascone, che forse è un tratto tipico di molti italiani estroversi e "compagnoni". Un tipicità di carattere italiano che ha fatto la fortuna di molti famosi attori italiani di commedie e tragedie, di cui è inutile fare l'elenco.

Fatta questa premessa, c'è comunque qualcosa in Renzi che mi spaventa e che invece non ho mai temuto da Berlusconi. Malgrado i grandi media hanno sempre dipinto il Cavaliere come agente del male, a me questa caricatura è sempre parsa eccessiva. Del tutto fuori luogo. Berlusconi è stato innocuo rispetto ad una politica italiana già percorsa da abbondante veleno. Il Caimano non è mai stato in grado di produrre un vero cambiamento, perché si è attorniato di personale proveniente ed immischiato con il vecchio regime. Come poteva cambiare l'Italia date queste condizioni. Il suo merito è stato unicamente estetico. Ha dato alla politica una veste più popolare e comprensibile alle grandi masse, costringendo anche gli avversari a fare altrettanto.

Renzi mi spaventa di più, perché malgrado sia stato costretto a dei compromessi, è evidente che l'istinto del rottamatore prevale. La sua intenzione è di disfarsi del vechio. Il vecchio apparato del Pd, il vecchio apparato dello Stato. Quando riesce ad agire con mano libera, si libera del vecchiume con azioni da guerra lampo. Quando non può aspetta e fa buon viso a cattivo gioco. Come per esempio per la scelta coatta del ministro dell'economia Padoan, che evidentemente non voleva. Ed infatti ha stralciato alcune deleghe dell'economia accentrandole alla presidenza del consiglio, direttamente nelle mani del suo secondo Delrio.

Le parole di Delrio dovrebbero far riflettere, e probabilmente far capire che Renzi si è posto degli obiettivi che ha intenzione di rispettare. Costi quel che costi, anche al costo di "asfaltare" le varie lobby che vi si oppongono.

""Sui tagli lineari di Bondi, determinati dalla necessità di trovare risorse in fretta, io fui all'epoca critico. Quanto a Cottarelli, il suo lavoro con Letta era appena iniziato. Nella riunione con gli altri ministri ho messo in chiaro cheabbiamo portato la spending review a Palazzo Chigi perché quelli indicati non saranno obiettivi facoltativi. Se il premier ha messo in gioco se stesso, la regola deve valere per tutti: non possiamo più immaginare che ministri e alti dirigenti ci vengano a dire a fine anno che si sono sbagliati. Che ci hanno provato, ma... No, stavolta è diverso".

E quindi?
"Verranno giudicati sulla base della loro "performance" e chi non l'avrà raggiunta andrà a casa".
Anche i ministri?
"Chi non funziona va via. Per il premier fallire questa strategia è impossibile perché a questa è legato il taglio delle tasse"."

(www.repubblica.it)

Il che tradotto significa che le coperture si trovano o si trovano. Non ci sono vie d'uscita facili come l'aumento delle accise sui carburanti. Non escludo che il governo Renzi metterà nuove tasse, ma probabilmente i 10 miliardi che ha messo in campo saranno rintracciati ad ogni costo, anche con tagli pesanti.

E i ministri hanno già cominciato a verificare dove si può tagliare:

"Sui cacciabombardieri F35 "è lecito immaginare che si può ripensare, si può ridurre, si può rivedere". Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti
...
l'ordine degli F35 prevede l'acquisto di 90 aerei. Pinotti aggiunge che prima di tagliare o ridurre "bisogna chiedersi: vogliamo un'aeronautica? Dobbiamo chiederci che tipo di difesa vogliamo, quale tipo di protezione ci può servire.
...
E, sempre in tema di risparmi il ministro ha anche rivelato che il suo dicastero è pronto a chiudere 385 caserme o presidi per poter poi rivendere gli immobili. Per fare questo sarà allestita una task force attiva 12 ore al giorno
...
Per quanto riguarda i tagli, "stiamo passando da 190 mila a 150 mila militari da qui al 2024, e da 30 mila a 20 mila unità del personale civile della Difesa. E se ci sono ancora attendenti, li taglieremo"

(www.repubblica.it)

Il ministro Pinotti ha già fatto i compiti a casa. Anche se sentire un ministro della difesa che si chiede se è necessaria l'aviazione, è leggermente ridicolo. A meno che le forze armate italiane si siano già dotate di dischi volanti, credo che l'aviazione sia irrinunciabile. Ci sono poi nazioni come il Costarica che hanno rinunciato del tutto all'esercito, ma l'Italia essendo parte di alleanze militari forse non può farlo.

Ad ogni maniera c'è modo e modo di spendere per armamenti. Spendere soldi per i bidoni f35 è un modo pessimo.

Renzi quindi si pone con una forza impressionante anche contro la lobby militare, che tra l'altro ha il pieno appoggio del Presidente Napolitano. Che già una volta è intervenuto per salvare gli f35. Come andrà a finire questa volta? Renzi si scontrerà con Napolitano cercando di "asfaltare" anche lui? Vedremo, mi pare difficile ma ormai non ci si può più stupire di nulla. E' in corso uno scontro generazionale, e la generazione più vecchia non potrà continuare a difendere i suoi interessi all'infinito.

Ma se Renzi riuscirà almeno in parte a domare la lobby industrial-burocratica che guida le scelte parlamentari e legislative, non lo fermerà più nessuno. Potrà tagliare senza remore e trovare oggi i 10 miliardi per il cuneo fiscale e domani i 50 per il fiscal compact.

Non è detto che poi queste politiche saranno efficaci. Condivido abbastanza l'idea di Fassina, che tagli fatti sulla spesa si traducono in recessione, mentre spese in deficit no. Ovviamente, come afferma spesso Barnard, un taglio della spesa pubblica per quanto possa apparire etico e logico, è un taglio del Pil. Si tratta di meno denaro che circolerà anche in ambito privato. La spesa in deficit invece è creazione di nuovo denaro dal nulla che entra in circolo nell'economia. Il debito non è solo una "colpa" come lo intendono i tedeschi, ma anche una ricchezza.

Se è vero che con Renzi siamo all'ultima spiaggia, potremo constatare sia che abbia successo che fallisca, se le politiche economiche europee funzionano. Se Renzi avrà successo, e troverà i soldi necessari attraverso i tagli alla spesa, constateremo se questo porterà all'agognata crescita. Ne dubito molto. Dieci miliardi in più o in meno non fanno la differenza. Visto che l'Italia è regredita in questi anni di diversi punti, per esempio del 20% in produzione industriale, per cambiare le cose occorrerebbe immettere nell'economia dosi di 100 miliardi alla volta...

Se invece Renzi fallirà, vorrà dire che le politiche europee non sono applicabili in Italia, e l'unica cosa che ci resterà da fare è uscire dall'euro, o finire in serie "B" in un euro due per nazioni povere e corrotte.


Nessun commento:

Posta un commento