" i dati Ocse dunque spiegano che la retribuzione netta media di un single italiano senza figli a carico nel 2011 era pari a 25mila e 160 dollari (19mila e 34 euro)"
(www.ilfattoquotidiano.it - dati 2012)
Questo significa che l'italiano medio prende uno stipendio, compresa tredicesima e quattordicesima chi ce l'ha, fra 1300 e 1400 euro netti.
Non un gran che, ma c'è sempre in Europa qualcuno che sostiene che gli italiani sono troppo ricchi. Che se le loro banche hanno dei problemi, gli italiani con la loro ricchezza possono risolvere queste insolvenze (agendo sui loro risparmi chiaramente). E se l'Italia ha un debito pubblico fuori controllo, lo si può tagliare sempre agendo sulla nostra ricchezza.
In Europa del nord la vedono così, e se non ci svegliamo dal letargo (prima montiano, poi lettiano ed ora confusamente renziano) ci faranno la festa. Ci cacceranno una volta per tutte in una recessione ventennale (o più lunga) senza alcuna via d'uscita. O forse con un'unica via d'uscita: le barricate in piazza.
"... mentre i politicanti italiani fingono che le priorità siano altre, a Bruxelles c'è chi lavora alacremente per dare al Fiscal Compact una forma attuativa precisa quanto atroce. Anche in questo caso, come in quello dell'italica Spending Review, sono all'opera gli "esperti": undici tecnocrati di provata fede liberista, guidati dall'ex governatrice della banca centrale austriaca, la signora Gertrude Trumpel-Gugerell. Entro marzo, costoro dovranno presentare al presidente della Commissione UE, Barroso, le proprie proposte operative.
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Sul lavoro di questi undici taglieggiatori erano già uscite delle indiscrezioni. Ma ora che la scadenza si avvicina i rumors si fanno più precisi. Ed anche la stampa italiana, dopo le balle a iosa sui "successi" di Renzi a Berlino, comincia a scrivere qualcosa. Ha iniziato ieri l'altro Il Foglio, con il titolo «Dare soldi, vedere cammello. L'Ue fruga nelle nostre tasche». Ha proseguito ieri il Corriere della Sera che, quasi a voler bilanciare il trionfalismo filo-governativo, ha titolato: «I nuovi vincoli e quelle illusioni sul "fiscal compact"».
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Partiamo dal nuovo Fondo che si vorrebbe istituire, Debt Redemption Fund (DRF) secondo i più, European Redemption Fund (ERF) secondo altri, ma il nome non cambia la sostanza. In questo Fondo verrebbero fatti confluire i debiti di ogni Stato che eccedono il 60% in rapporto al pil. Per l'Italia, ad oggi circa 1.100 miliardi di euro.
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Una vera pacchia, se non fosse per la clausola che dovrebbe garantire - in automatico - l'azzeramento del debito assorbito dal Fondo in un periodo di vent'anni.
Come funzionerebbe questa clausola? Secondo i due giornali citati, con un prelievo diretto da parte del Fondo su una quota delle entrate fiscali di ciascun stato debitore. Così, giusto per non rischiare. Leggere per credere.
Scrive ad esempio Antonio Pilati su Il Foglio: «In realtà l’idea degli esperti è a doppio taglio e la seconda lama fa molto male all’Italia: è infatti previsto che dal gettito fiscale degli stati partecipanti si attui ogni anno un prelievo automatico pari a 1/20 del debito apportato al Fondo. Nel progetto, le risorse raccolte dal fisco nazionale passano in via diretta, tagliando fuori le autorità degli stati debitori, alle casse del Fondo. Si tratta di un passaggio cruciale e drammatico tanto nella sostanza quanto – e ancora di più – nella forma».
E così pure Riccardo Puglisi sul Corriere della Sera: «L'aspetto gravoso per l'Italia è che la commissione sta anche pensando ad un prelievo automatico annuo dalle entrate fiscali di ciascuno stato per un importo pari ad un ventesimo del debito pubblico trasferito al fondo stesso. Il rientro verso il 60 percento avverrebbe in modo meccanico, forse con un eccesso di cessione di sovranità».
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la direzione di marcia è chiara. La linea dell'austerity non solo non è cambiata, ma ci si appresta ad un suo drammatico rilancio, del resto in perfetta coerenza con i contenuti del Fiscal Compact, noti ormai da due anni.
Per l'Italia si tratterebbe di un prelievo forzoso - in automatico, appunto - di 55 miliardi di euro all'anno per vent'anni. Cioè, per parafrase lo spaccone di Palazzo Chigi, di mille euro a persona (compresi vecchi e bambini) all'anno, per vent'anni. Per una famiglia media di tre persone, 60mila euro di tasse da versare all'Europa.
Naturalmente si può dubitare che si possa arrivare a tanto. Ma sta di fatto che questa è l'ipotesi sulla quale l'Unione Europea - quella vera, non quella immaginata a forza di Spinelli - sta lavorando. "
(www.comedonchisciotte.org)
Quindi considerando che la quota di 1.000 euro riguarda anche chi non lavora, si fa prima a dire che in pratica l'idea è di espropriare la tredicesima degli italiani. Magrissimi natali per i bambini nei prossimi venti anni se la proposta avrà successo. Ma forse non durerà venti anni questa situazione, perché ovviamente in un quadro del genere le tredicesime spariranno assieme alle altre dodici mensilità. La gente spenderà ancora meno e, servizi e prodotti saranno ancora meno richiesti. Sono prevedibili chiusure di aziende e nuova disoccupazione. Tanto per cambiare. Ma è quello che sta avvenendo con l'austerità attuale e che accelererà con una proposta come questa del Debt Redemption Fund.
Forse ho capito. Questa è veramente l'Unione Sovietica Europea, ma ora deve forgiare il nuovo cittadino sovietizzato. Non è cosa facile. Ce ne stanno combinando una più di Bertoldo perché vogliono scuoterci dall'apatia di questi ultimi cinquanta anni. Gli europei si stanno afflosciando, hanno una coscienza politica inesistente, il morale sotto le scarpe, una pigrizia delittuosa. Cosa si sono studiati i burocrati dell'U.S.E.? Tutto un sistema di sgarbi e cattiverie, sottrazioni di diritti e soprusi in crescendo per farci scendere nelle strade con i forconi, e replicare finalmente la rivoluzione d'ottobre! Viva il socialismo reale!
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