Chi pensava che bastava eliminare sprechi e corruzione rimarrà deluso constatando che il piano Cottarelli di speding review prevede tagli ai dipendenti pubblici, tagli alle pensioni, alle spese degli enti locali che incideranno su welfare sociale e trasporti.
Il mito che basterebbe eliminare la corruzzzzione (prendo un
po’ di zeta in prestito da Bagnai), l’evasione ecc. è appunto un mito.
L’economia si dimostra sempre più una scienza imperfetta, ma l’aritmetica lo è
un po’ meno. Si tratta di normali patologie delle società complesse sempre
esistite negli Stati a partire da Caligola, ma direi anche da Tutankamen in
avanti. Sia la corruzione che l’evasione non hanno mai impedito ad uno Stato di
prosperare quando le cose in economia vanno bene. Non si capisce perché di
colpo questi diventino i motivi principali del default di un paese.
Anche perché numericamente queste patologie non incidono in
modo così rilevante. E soprattutto come si fa in un bilancio Statale ovviamente
a termini di legge e fiscalità dichiarata, eliminare ciò che è nascosto come la
corruzione, o eliminare ciò che è invisibile come l’evasione?
Entrambe le patologie poi sono solo stimate. Sulla
corruzione c’è una percentuale stimata variabile fra il 5 e il 10% della spesa pubblica,
cioè della spesa pubblica per forniture e appalti. Non certo nella spesa
pubblica per stipendi e pensioni. Si parla di meno del 3% del Pil di “investimenti
pubblici”, cioè una 50 di miliardi su cui gravano circa 5 miliardi presunti di
corruzione. E’ molto? Forse, ma si tratterebbe comunque dello 0.6% della spesa
pubblica complessiva di 800 miliardi. Insomma un’attività eticamente
riprovevole ma non poi così grave se si valuta nel complesso della spesa
pubblica.
E l’evasione? Anche questa stimata alla grossa, va da 100 a 180 miliardi all’anno.
Non so fino a che punto tale evasione sia realistica, io non ci credo
moltissimo. Ma comunque fosse vera, stimando 150 miliardi di evasione, vuol
dire che in rapporto alla spesa pubblica inciderebbe del 19%. Quindi se tutta
l’evasione fosse riassorbita, la tassazione complessiva potrebbe essere ridotta
di altrettanto, passando dal 42% in media al 34%. Ma in realtà anche l’evasione
paga le tasse. Si tratta insomma di denaro che entra in circolo nell’economia,
ed è probabile che la gran parte sia almeno tassata al 20% di Iva, quindi circa
30 miliardi ritornerebbero nelle casse dello Stato.
Ma poi come può lo Stato italiano criminalizzare dei
cittadini che si difendono da una tassazione devastante evadendo qualche
scontrino, quando la Fiat
decidendo di “non” pagare le tasse ne in Italia, ne in Inghilterra e/o Olanda
viene applaudita e sostenuta dai vari governi dell’austerità?
L’unica cosa che poteva fare Cottarelli, era incidere su
quelle che ormai sono considerate spese inutili, sprechi: cioè dipendenti
pubblici che sono troppi (in realtà mal distribuiti: sono meno rispetto alla popolazione attiva che in Francia e
Germania, molti meno che in Norvegia, circa la metà) e il welfare
inutile per definizione secondo la mentalità neoliberista imperante.
Sul licenziamento o comunque riduzione del personale
pubblico, abbinato alla riduzione del cuneo fiscale di Renzi, trovo una
relazione piuttosto aberrante e grottesca. Da un lato si licenziano dei
dipendenti per dare con l’altra mano una mancia al resto dei dipendenti
(pubblici e privati). La cosa mi ricorda la vicenda della mucca pazza, in cui
venivano nutriti i bovini con mangimi ricavati dall’abbattimento di altri
bovini. Un'altrettanta genialata pensata da Renzi-Cottarelli: nutrire una
parte del corpo salariato con i resti di un’altra parte eliminata per legge.
“Il punto più discusso
riguarda gli “almeno 85mila esuberi al 2016″ tra i dipendenti pubblici,confermati dallo stesso Cottarelli in Senato, che serviranno a ottenere
“circa 3 miliardi di euro”.
…
Sul tavolo del
commissario ci sono anche tagli alle pensioni. Le slide che ha presentato
parlano infatti di una “maggiore deindicizzazione” all’inflazione ”delle
pensioni dal 2015″.
…
Altro punto dolente
riguarda gli invalidi. Il piano prevede di recuperare 300 milioni in tre
anni legando l’assegnamento al reddito. La proposta è di cancellare
l’indennità per chi ha redditi di 30mila euro lordi oppure arriva a 45mila
sommando coniuge e figli.
…
Quanto agli enti
locali, il super commissario propone di unire i Comuni sotto i 5mila
abitanti e ridurre sia i loro consiglieri che degli assegni che percepiscono.
Stesso discorso per le Regioni, per cui è richiesta una “ulteriore
riduzione” dei consiglieri e dei loro vitalizi, con un monitoraggio stretto che
“eviti l’aggiramento delle misure (come nel caso delle misure introdotte dal
governo Monti)”. Per quanto riguarda la spesa degli Organi Costituzionali,
infine, Cottarelli vuole tagliarla del 25% nel triennio dai 2,4 miliardi
attuali, portandola a 1,9 miliardi entro il 2016. “Dal 2009 – si legge nelle
slide – non c’è stata alcuna riduzione della spesa contro un calo del 10% delle
amministrazioni centrali”
…
Sinergie tra corpi di
polizia Il secondo capitolo riguarda invece le riorganizzazioni: delle province
(100 milioni quest’anno) e delle spese degli enti pubblici (altri 100 milioni).
Dello stesso ramo fanno parte anche le sinergie tra i corpi di polizia, la
digitalizzazione, le prefetture, i vigili del fuoco, le comunità montane, che
però cominceranno a dare i loro frutti nel 2015.
Dalla riduzione
dei trasferimenti inefficienti, quarto capitolo, potrebbero invece arrivare
2 miliardi”
E per non fare brutta figura, per mostrare di essere dalla
parte dell’equità sociale, Cottarelli inserisce anche qualche modesto taglio di voce
molto antipatica agli elettori:
“Un capitolo a
parte riguarda i tagli alla politica, che – come
spiega Repubblica - ammontano a 900 milioni in tre
anni. Nel mirino di Cottarelli sono finiti partiti politici, enti locali,
organi costituzionali e di rilevanza costituzionale. La sforbiciata a Comuni,
Regioni e partiti è di 200 milioni quest’anno, 400 nel 2016, e 300 milioni del 2015.”
Ma tutti questi tagli alla fine serviranno? Questa è la
domanda fondamentale.
“Si lui non è cattivo
è solo sbagliato, al Fondo monetario internazionale insegnano solo a tranciare,
tagliare, liberalizzare, privatizzare e mi fermo qui.
All’improvviso su
twitter uno dei figli di questo sistema fallito, si quelli che si riempiono la
bocca di liberismo o neoliberismo ha incominciato ad urlare…
“…ci sono troppi
statali punto. Per mantenerli si soffoca economia punto. Licenziamoli.”
…
A questo punto ho
tirato fuori il fioretto e la stoccata è stata facile, senza risposta.
“…senza i soldini
dello Stato in America il liberismo avrebbe fatto PUFF!”
Un numero
impressionante di ragazzi e ragazze in questi anni sono stati violentati nelle
università dalla leggenda metropolitana del liberismo, l’unico in grado di
debellare la peste, il pubblico.
…
Ripeto per l’ennesima
volta che senza l’intervento STATALE o meglio ancora PUBBLICO, senza che
America ed Europa avessero tirato fuori TRILIONI di dollari ed euro, il libero
mercato, si sarebbe squagliato definitivamente come neve al sole, fallito,
PUFF!
Chiaro il concetto.
Detto questo il finale per gli amanti della realtà è stato spettacolare.
Il nostro eroe non
contento delle sue esternazioni ha suggerito “… le opinioni sono
come le palle ognuno ha le sue. Ma dati economici dicono troppo pubblico in
Italia.”
Con il sottoscritto è
caduto malissimo etvoilà ho tirato fuori il coniglio bianco dal cappello…
(vedi grafico a inizio
post, ndr)
La percentuale dei
dipendenti pubblici in rapporto alla forza lavoro complessiva su dati ILOInternationalLabour Organization, no radio scarpa o la voce del pirla, no
ILO, dati del 2008, prima che scoppiasse la peste!
E tenete conto che nel
frattempo, durante la crisi in molti si sono dati da fare per assumere nel
pubblico, per sopperire l’estinzione del libero mercato e quindi oggi dopo sei
anni in Italia il rapporto tra dipendenti pubblici e forza lavoro è sceso.
Se non vi piace l’ILO
leggetevi “Governmentat a Glance 2013 ” dell’OCSE nel quale risulta che il numero di
dipendenti del settore pubblico sul totale della forza lavoro è un misero
(13,7%) mentre detiene il primato dello sperpero di denaro pubblico a
favore di alti dirigenti con 650 mila dollari rispetto ai 250 mila
dollari della media Ocse.
Di cosa volete parlare
oggi dei polli di trilussa?
Il problema non è il
numero dei dipendenti pubblici ma la loro produttività senza usare medie da
polli di trilussa, il problema non è la spesa pubblica, ma la sua
redistribuzione in nome dell’efficienza.
Anche un bambino può
capire che se dopo aver deliberatamente distrutto la domanda interna,
deflazionando salari soprattutto privati uccidi anche l’occupazione pubblica,
il debito ti esplode in faccia, perchè i consumi e la crescita puoi solo
sognarli.
…
“Raccontiamo l’Europa
che immaginiamo o vince Grillo” ha detto Renzi ieri.
L’avete immaginata per
troppo tempo, per troppo tempo avete difeso l’indifendibile, il tempo è
scaduto.”
Che cos’è in fine la spending review proposta da Cottarelli
assieme alla manovra di Renzi? E’ in termini economici un intervento a saldo
zero. Se da un lato si immettono nell’economia 10 miliardi di euro, ma da un altro si riduce la spesa pubblica di
altrettanto, alcuni saranno sicuramente soddisfatti per la maggiorazione del proprio salario, ma per l’economia nel suo complesso non succederà nulla. Non ci sarà
nessun investimento keynesiano, solo un travaso di ricchezza dalla spesa
pubblica (che significa nel caso di Cottarelli: stipendi, pensioni ed altre
prebende che finiscono solitamente nell’economia reale, cioè nel Pil) a quella
privata propriamente detta: meno 10 miliardi, più 10 miliardi. Somma uguale a
zero.
“…il ventilato aumento
in busta paga è di fatto sovvenzionato dallo Stato, attraverso uno sconto irpef
per i redditi dagli 8000 ai 25 mila euro all’anno. Le risorse necessarie
dovranno dunque essere trovate in termini strutturali attraverso nuove
tassazioni, nuovi licenziamenti nella pubblica amministrazione come annunciato
da Cottarelli con i suoi 85 mila esuberi e da nuovi tagli alle pensioni. Ben
che vada per l’economia nel suo complesso è un’operazione a risultato zero,
come del resto è inevitabile dovendo comprimere il bilancio dello stato e non
potendo battere moneta. E non sposta nemmeno di un millimetro la proporzione
tra profitto e reddito da lavoro.”
Del resto cosa può fare un paese che non può contabilizzare
ne deficit ne debito pubblico? Può fare qualche barbatrucco contabile… guarda
la carta… op! op! op! adesso dov’é? A destra, sinistra o al centro, ci chiede
Renzi al banchetto delle tre carte.
Provando a spostare i capitoli di spesa di qua e di la per
vedere se avviene la magia della crescita. Per esempio togliendo ai pensionati
per dare ai lavoratori più giovani, che normalmente spendono di più, quindi
qualche 0,01% di Pil lo forniscono effettivamente rispetto al pensionato. Chi se ne frega se
poi il pensionato e l’invalido muoiono di fame o malattie non curate.
Il problema è che sia i tagli di Cottarelli che la
reimmissione di denari attraverso il cuneo fiscale, sono interventi marginali.
Probabilmente una manovra che sarà utile a racimolare un paio di punti
percentuali per il
Pd alle europee rubandoli a Grillo. Ma una manovra che difficilmente,
con tutta la buona volontà e speranza riposta in Renzi, potrà portare crescita.
Solo agendo sulla domanda interna sarà possibile invertire la rotta del Titanic Italia. Il Job Act/Mini Job di Renzi, che ha tanto impressionato la Merkel, va nella direzione contraria. Va verso la deflazione interna che se va be porta stagnazione, a essere ottimisti, ma di sicuro non crescita.
Dunque lo scopo finale che si vuole raggiungere è una generale diminuzione dei salari, il che naturalmente metterà ancor più nei guai le aziende che lavorano sul mercato interno. Ma il gioco funziona così: sei in un lager e non te ne accorgi perché ognuno pensa al premio finale. Anche se si già chi sarà il vincitore. Si, La vita è bella."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)
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