mercoledì 20 novembre 2013

Aggiornamenti dalla crisi e relative balle



Saccomanni non è solo, è in buona compagnia. Il livello di balle raccontate in Europa ormai supera di gran lunga l'"indice Berlusconi"...

La Spagna è uscita dalla crisi, dice la vulgata. Ma forse bara di brutto sui dati economici e i tedeschi voltano la testa dall'altra parte. Per interesse proprio naturalmente.

"La Spagna semplicemente non può campare a lungo con fondamentali del genere. Nel mese di settembre il debito pubblico è cresciuto di 1 0,1 81 miliardi di euro rispetto al mese precedente, raggiungendo la cifra record di 954,863 miliardi di euro: siamo al 93,4% di ratio debito/Pil. Vista la struttura dell’economia spagnola, superata quota 100% ci sarà da ridere. O piangere, al netto dei costi annuale per il servizio degli interessi. Il governo ha come obiettiv o di fine anno, già rivisto al rialzo, il 94,2%: di questo passo c’è poco da sperare che la previsione sia rispettata. Tanto più che lo stesso ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, ha parlato di «preoccupazioni per la velocità della crescita del debito».
...
Vi pare normale che a fronte di una crescita record del debito, il differenziale di rendimento continui a scendere oppure resti placido come un lago alpino? A me no. Tanto più che il governo spagnolo ha già annunciato un’iniezione di 26 miliardi di euro, sotto forma di credito d’imposta, per il sistema bancario, al fine di migliorare le ratio Core Tier 1 e passare indenni la supervisione Bce e gli stress test del prossimo anno: al netto dei trucchi contabili, di cui gli spagnoli si sono dimostrati maestri, quei soldi sono garanzie statali di fatto, quindi v anno conteggiati nel debito governativo totale.
E se anche il ministero troverà qualche colpo di genio in stile Parmalat, chi investe lo sa, non si fa
abbindolare dalle cifre ufficiali."

Un po' di tempo fa era uscita una notizia curiosa: in Spagna il ministero aveva sbagliato a stampare i dati:

"La Spagna corregge al ribasso la previsione del debito pubblico, portandola a 98,9% del PIL, anziché 99,8 come era stato annunciato lunedì scorso dal ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, presentando al Congresso il Bilancio dello Stato per il 2014.
Si è trattato - ha spiegato oggi il segretario di stato ai bilanci statali, Marta Fernandez Curras - di un semplice errore materiale nello scrivere il documento"

(www.ansamed.info)
La cosa mi ha sempre lasciato un po' dubbioso. Ma del resto se lo stile è quello Parmalat bisognerà aspettare le dichiarazioni di un comico per capire dove sta la verità.

"...lo spread resta fermo per due motivi, la tregua sui mercati garantita e perpetuata la scorsa settimana dalla Fed e la volontà tedesca di liberarsi del fardello periferico che giace nei bilanci di banche e assicurazioni senza dare nell’occhio. Ovvero, piano piano ma fin quando ci sono frotte di compratori entusiasti e al prezzo massimo. Occorre la tanto declamata stabilità per compiere certe operazioni, serve tranquillità e poco rumore.
...
la Germania ha un unico interesse: tutelare le proprie banche e società assicuratrici dall’ipotesi di unione bancaria e supervisione unica, ovvero deve tenere occhi indiscreti fuori dai bilanci dei polmoni finanziari della sua economia in surplus"

Oppure, come afferma Grillo, una volta scaricati i debiti periferici, ci cacceranno dall'euro, il nostro debito verrà ridenominato in neo lire, e le banche tedesche non perderanno nulla. Le perdite verranno sobbarcate dalle banche italiane che vedranno il loro conto titoli svalutarsi istantaneamente del 20-30%.

Ma se invece l'obiettivo è continuare nella follia dell'euro, si prospetta un bel salasso, probabilmente l'ultimo prima del baratro (vedi: "Facciamo tesoro degli insegnamenti del passato"):

"di unione bancaria si sta parlando molto in sede europea, nonostante il silenzio totale dei media. E,
oramai, sembra dato per assodato il modello cipriota ovvero, fino a 1 00mila euro i depositi saranno
protetti in Europa, oltre tale soglia i conti correnti possono essere coinv olti nei fallimenti bancari.
Dunque, obbligazionisti e correntisti di fatto partecipano in parte al rischio di impresa della banca.
...
siamo proprio sicuri che in caso di comprov ata emergenza, vedi paesi con debito molto alto il
cui stock v a abbassando con una cura da cavallo una tantum, quella soglia dei 100mila euro non possa diventare di 70mila? O 60mila? Ricordate che, seppur chiuso in un box piccolo piccolo, il Fondo monetario ha detto che per paesi indebitati come l’Italia esiste l’extrema ratio di una patrimoniale secca del 10% su tutti i conti correnti. E nessuno ha smentito, si sono limitati soltanto a minimizzare: come per il crollo Lehman, la crisi greca, quella irlandese, portoghese, spagnola, cipriota e via negando e poi fallendo"

E mentre il debito cresce, lo spread rimane stabile, qualcuno acquista o vende a man bassa bonos spagnoli:
"guardate quest’ultimo grafico a fondo pagina, fresco fresco. Mette in comparazione le sofferenze bancarie spagnole con lo spread tra Bonos e Bund: bene, sapete a che quota sono arrivate le sofferenze del sistema bancario iberico in settembre? Qualcosa come 187 ,8 miliardi di euro, pari al 12,68% di tutti i prestiti in essere, un livello mai raggiunto, il record assoluto. E lo spread?
In area 250, il livello più basso da 29 mesi a questa parte. Vi sembra normale un mondo così? A me no e quindi so che tutto quanto sta accadendo è strumentale a qualcosa, a un disegno più grande e articolato che si disvelerà a tempo debito e, temo per noi, a cose fatte."

 

E intanto, era evidente che l'ottimismo di Saccomanni finisse per essere messo in ridicolo da altre stime. Ma l'ho già scritto: non credo minimamente che il ministro dell'economia pensi che le cifre da lui sbandierate siano realistiche. Il problema è che si trova costretto a mentire. Deve usare previsioni illusorie per non dover compilare una legge di stabilità ancora più recessiva. Purtroppo le sue bugie sono troppo smaccate e palesi, tanto che Olli Rehn è stato obbligato a richiamarlo all'ordine.

"Una insopportabile macchietta. A questo siamo ridotti, cioè ad un ministro dell’economia che racconta palle ai giornali e nei consessi europei sullo Stato dell’economia italiana, se la prende pure se i dati reali (tipo il PIL rilevato dalll’Istat) non si accordano ai suoi desideri e ora ce lo ritroviamo a battezzare l’ennesima Spending Review, redatta dall’ennesimo super consulente galattico..."
(www.rischiocalcolato.it)

E si! E' proprio così, ora i nodi vengono al pettine. Non è più sufficiente caricare le colpe sulle spalle di un vecchio satiro unfit a governare. Perché se Berlusconi e Tremonti hanno fallito, Saccomanni è obbligato a percorrere la stessa strada di menzogne. Questa non è la crisi delle politiche berlusconiane del 2011 (per quanto poco incisive), questa è la pesante crisi dell'euro. Non è sufficiente essere considerai affidabili in Europa per uscirne.

"Anche l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico smorza l’entusiasmo del governo italiano, pochi giorni dopo la bocciatura della Legge di stabilità da parte della Commissione Ue. L’Ocse prevede per quest’anno un calo del Pil dell’1,9%, abbassando le stime rispetto a sei mesi fa, e avverte che nel quarto trimestre la flessione sarà dello 0,9%, smentendo il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che negli ultimi giorni prevedeva un ritorno alla crescita nello stesso periodo.

L’economic outlook ricorda che l’Italia resta l’unico Paese del G7 ancora in recessione e che la ripresa “è ancora debole”. E le incertezze riguardano anche il 2014. L’organizzazione di Parigi ha alzato leggermente le stime sulla crescita per l’anno prossimo, dallo 0,5% allo 0,6%. Una cifra che tuttavia resta decisamente inferiore rispetto all’1,1% atteso dall’esecutivo italiano, anche se in linea con quanto annunciato dall’agenzia di rating Moody’s.

I numeri citati dall’Ocse sulla situazione economica italiana non sono migliori per quanto riguarda ildebito pubblico, che si “si attesterà al 132,7% del Pil nel 2013 e crescerà ancora al 133,2% il prossimo anno”, cominciando a calare nel 2015 “solo se la stretta fiscale sarà almeno pari a quanto già programmato” dal governo, che ha annunciato un “consolidamento dei conti dello 0,5% del Pil” entro il prossimo biennio.
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l’Ocse segnala che in Italia “la disoccupazione è destinata a rimanere alta”, precisando che il tasso dovrebbe attestarsi al 12,1% nel 2013 e aumentare ancora al livello record del 12,4% nel 2014, per poi ripiegare al 12,1% nel 2015.

Un avvertimento riguarda infine le banche e il credit crunch. La ripresa italiana “potrebbe essere compromessa se la salute del sistema bancario limiterà il credito interropendo il normale ciclo di investimenti”, scrive l’organizzazione, precisando che “il prestito bancario ha continuato a contrarsi, in parte a causa della domanda ridotta di credito. Ciononostante, i tassi d’interesse applicati sono significativamente più elevati che in alcuni altri Paesi dell’Eurozona, cosa che suggerisce che anche la disponibilità di prestiti sia limitata, riducendo gli investimenti e forse i consumi”."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Come dovrebbero comportarsi le banche italiane? Probabilmente il modello dell'Ocse è la Spagna, dove malgrado l'economia non sia ancora in forma, le banche e lo Stato tornano ad erogare droga a buon mercato.

"Come si fa ad avere un’economia moribonda e contemporaneamente far registrare un aumento delle immatricolazioni di veicoli del 34% su base annua? Non è difficile da intuire, c’è riuscita la Spagna. Che sta prendendo a prestito il proprio futuro.
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Ottimo, direte voi, corriamo a scrivere editoriali sul “modello spagnolo”. Se non fosse che la Spagna ha in corso un programma di rottamazione, rinnovato per la quarta volta in un anno alla fine di ottobre, dietro stanziamento di ulteriori 70 milioni di euro. Il programma prevede un contributo statale di 1.000 euro, che deve sommarsi ad identico sconto dei concessionari, per la sostituzione di veicoli commerciali più vecchi di sette anni e di autovetture con più di dieci anni di vita e prezzo non superiore a 25.000 euro. Il governo spagnolo stima che il programma di rottamazione abbia sinora permesso di vendere 300.000 nuovi veicoli."

Intanto dove tutto è cominciato si continuano a ripetere gli stessi errori:

"Nel frattempo, l’entità delle sofferenze bancarie spagnole tocca in settembre il 12,7% degli impieghi, dal 12,1% di agosto e 10,7% di settembre 2012. In parte questo aumento è frutto delle nuove e più rigide disposizioni della banca centrale spagnola"
(phastidio.net)

"La crescita esplosiva dei prestiti stipulati negli Stati Uniti in cui il creditore contraente non è protetto offre un esempio lampante del genere di bolla in atto nei mercati del credito.
Sono passati ormai più di 6 anni dallo scoppio della crisi dei mutui subprime, ma le cattive abitudini in America, come la sete per rendimenti alti, non sono sparite.
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Come riporta il Financial Times, negli Stati Uniti sono ormai pari al 55% del totale i prestiti in questa forma.

All'apice del boom di acquisti che ha fatto da apripista alla crisi finanziaria del 2007-2008 lo stesso tasso aveva raggiunto il 29%."

Fantastico. Intanto quelli cattivi siamo noi:

Italia, finanziaria: Ocse chiede modifiche;

Bce gela i mercati. Borsa Milano -1,77%, pesano stime su debito e deficit Italia.

martedì 19 novembre 2013

Cancellieri e portinai della casta


Quando si dice casta non si parla solo di personaggi fortunati e arrivisti che grazie ad una tessera di partito hanno raggiunto l'apice del potere. A volte tale potere affonda le radici in un passato molto remoto e sconosciuto ai più. Ci sono politici, intellettuali e imprenditori in Italia le cui famiglie sono potenti da secoli. Erano già nobili e intoccabili nei secoli dell'assolutismo e poi queste ricche famiglie sono state in grado di incidere sulla vita pubblica italiana dopo l'unità grazie anche al nome altisonante. Quanti doppi cognomi ci sono nel ceto dirigente italiano. I casi letterari risorgimentali come "I Vicerè" o come "Piccolo mondo antico" dove  sono protagonisti nobili intellettuali, perfidamente intelligenti o sinceramente militanti che si dedicano alla politica, non credo siano casi totalmente inventati e isolati.

La nascita in una famiglia illustre non è una colpa, a volte persone appartenenti a grandi casate riescono per i propri meriti personali a far dimenticare di essere di nascita fortunata. Non è importante il cognome, ma è importante come si utilizza il blasone.

Ma ci sono anche ricchezze e potere che provengono da un passato oscuro.
"... è una storia lunga, nera, per gran parte infame. E forse il miglior punto per penetrare nelle cavità della mela marcia è proprio il caso Cancellieri il ministro che “non ha mentito”, mentendo anche sull’evidenza dei contati telefonici. Il ministro che il vegliardo del Quirinale e Letta vogliono mantenere a tutti i costi sulla poltrona, senza alcuna ragione apparente. Si la Cancellieri è un buon inizio perché parte da lontano ed entra subito in argomento. Come sappiamo il donnone prefettizio ha per così dire origini libiche, appartiene a quel ceto coloniale di avventurieri assai vicini al fascismo e ai potentati economici, il cui potere è continuato per alcuni decenni dopo la perdita ufficiale delle quarte e quinte sponde, svolgendovi un ruolo ambiguo nella guerra per le materie prime ed energetiche. Il nonno della Cancellieri , dopo la guerra del 1911, diviene un ras della nuova colonia e addirittura ”commissario ai beni sequestrati ai berberi”, mentre il padre, sempre in Libia e sotto l’ala protettrice del regime e in particolare di Italo Balbo, si dedica alla costruzione di centrali elettriche. Lei sta a Roma andando in Libia solo per le vacanze, trascorrendo il tempo fra la colonia dei ricchi italiani che sono rimasti anche dopo la guerra e che sotto re Idris fanno il bello e cattivo tempo. Tanto che a 19 anni, appena finite le scuole comincia a lavorare, non in un ufficio, ma nientemeno che alla Presidenza del Consiglio.

Bene ma ai tempi di Mussolini chi era il colono libico più in vista, più ricco e abbondantemente foraggiato dal duce sotto ricatto? Nientemeno che Amerigo Dumini, il capo della squadra che assassinò Matteotti.
...
E’ sera in Libia, la sigaretta dell’assassino di Matteotti si accende nei circoli frequentati anche dai Cancellieri e dai Ligresti, mentre si festeggia l’arrivo della prima bottiglia di petrolio inviata da Ardito Desio."


Chi è abituato ad un certo potere, chi è abituato ad ordinare e non essere contraddetto, chi ha abitudine a questo mondo, nemmeno riesce a concepire che una telefonata fatta dalla poltrona di un ministero per aiutare personaggi ex potenti in galera, possa configurarsi come un atto eticamente riprovevole. Chi sono quegli "inferiori" fantozziani che si permettono di intromettersi nelle faccende della varia nobiltà d'Italia, di chi non deve dar conto a nessuno per volontà divina? Il mondo si divide in due: loro e gli "sfigati". Se si appartiene al secondo gruppo non si è nessuno, in carcere si può morire malati o pestati dalla polizia. E i congiunti non riusciranno mai a ottenere giustizia. Gli apparati di stato si chiudono a riccio, si coprono, impediscono le indagini e anche l'informazione.

Spero che Civati riesca a dare uno scossone ad un Pd che solo pochi mesi fa si accaniva su qualsiasi respiro di Berlusconi, anche esagerando, mentre per le gravi vicende della Cancellieri sembrava monolitico nel difenderla. Ora però con Civati si è schierato opportunisticamente anche il futuro segretario del Pd. Sarà difficile non ascoltarlo, perché già ora è propenso a fare tabula rasa del vecchio Pd, contraddirlo su questo punto sarebbe ancora peggio. Mi spiace per Cuperlo, ma Civati e Renzi con le dichiarazioni sulle dimissioni del ministro hanno fatto sicuramente un bel balzo avanti. Cuperlo è un'ottima persona, ma ha dietro di se tutti i vecchi dirigenti, i loro vizi, i loro scheletri nascosti e i loro calcoli sbagliati.

Sarà difficile comunque che Civati la spunti da solo. Re Giorgio non vuole che si tocchi il governo Letta in nessun caso.
"La procura di Torino ha infatti deciso di non indagare il ministro e di inviare gli atti a Roma. Una scelta che riceve i complimenti di Giorgio Napolitano, che secondo fonti del Quirinale ha apprezzato il rigore dei pm piemontesi."

lunedì 18 novembre 2013

Silvio prepara un trappolone?


Dopo il discorso programmatico del Cavaliere per la rifondazione di Forza Italia, mi sovviene un grande dubbio. Il litigio in seno al centro destra è tutto vero, solo in parte o un piano studiato a tavolino?

Se fosse tutto vero, devo ammettere che il comportamento di Berlusconi mi ha stupito. Niente toni aggressivi, niente minacce di schiacciare i nuovi avversari come fece con Fini, nessuna chiusura definitiva del dialogo tra le diverse forze del centro destra. Anzi, la raccomandazione ai suoi di non fare dichiarazioni ostili in quanto prima o poi si dovranno fare nuove alleanze e Alfano con gli altri fuoriusciti dovranno trovare una collocazione nel centro destra. Probabilmente non essendo più i bei tempi delle super maggioranze, il Cavaliere è stato consigliato di non buttare via niente...

Può anche essere che le vicende di Casini e Fini abbiano insegnato qualcosa a Berlusconi. Cioè ad evitare di fare terra bruciata attorno, che poi diventa difficile recuperare nuovamente i rapporti politici e umani. Mentre tutti i delegati sbavavano verde bile gridando "traditori!", il Cavaliere ha spiazzato tutti:

"Il grande assente è Angelino Alfano, il “traditore” che ha deciso la scissione per formare il “Nuovo centrodestra“. Un addio che il Cavaliere definisce “doloroso”, trattenendo però gli attacchi. “Non ho dormito tutta la notte. Siamo rimasti quelli del ’94″, esordisce dopo aver intonato l’inno d’Italia, “ma adesso abbiamo bisogno di rinforzi”. Ma se l’amarezza per la rottura è tanta, trattiene i commenti: “No a dichiarazioni contro questa nuova formazione, perché dopo le larghe intese dovremo fare una coalizione insieme. Li tratteremo come Fratelli d’Italia e Lega Nord“."(www.ilfattoquotidiano.it)

L'Italia della politica insultante sta cambiando? O forse la strategia politica berlsconiana è diventata più raffinata di quel che gli avversari pensano?

In effetti il modo pacato con cui il Cavaliere affronta la scissione, lascia interdetti. Rimane il dubbio che sia stato tutto studiato a tavolino in precedenza. I "più democristiani" da una parte separati e scelti per compiere una determinata missione, i "più falchi" da un'altro versante utilizzati per compiere una missione diversa.

La missione degli alfaniani è abbastanza chiara, visto che in contemporanea della rinascita di Forza Italia, avviene il distacco degli ex centristi da Scelta Civica. La missione segreta degli alfaniani potrebbe essere quella di riaggregare le forze di centro. Riprendersi i fuoriusciti con Mauro che avevano contribuito a costruire SC, riprendersi Casini che forse non a caso sta preparando il suo elettorato ad una svolta meno europeista (vedi "Fermare il populismo con il populismo"). Recuperati i vari pezzetti ciellino-caltagironensi, poi verrebbero in qualche modo convogliati in una coalizione di centro destra con Forza Italia e la sua galassia.

Non mi sembra nemmeno così casuale che tutti i ministri facciano parte dei fuoriusciti del Pdl. Certo, potrebbero voler mantenere l'ambita poltrona di ministri, anche se non mi pare che la carica dia grandi soddisfazioni di questi tempi. Sembra anche questa una scelta ben studiata come in un piano di battaglia. Se si fosse dimesso qualche ministro si sarebbe poi dovuto fare un pericoloso rimpasto (anche se ora si rischia lo stesso con il min. Cancellieri). Invece così la nuova Forza Italia potrà lasciare il governo senza che sia necessario far cadere il governo. Sembra un dribbling istituzionale concordato in alto. Infatti Napolitano non si è ancora fatto sentire...

Quindi il centro destra si appresterebbe a battere tutte le tendenze elettorali. Gli alfaniani si dedicherebbero all'elettorato più conservatore, meno incline all'avventurismo e quindi meno disponibile a farsi trascinare da temi che reputa estremistici come l'antieuropeismo. I "falchi" potrebbero invece entrare liberamente in concorrenza con i grillini sui temi economici ed europei in particolare. Ognuno farebbe campagna elettorale a se, ma portando entrambi un contributo alla crescita elettorale del centro destra. Che in questo caso farebbe una non scelta fra diventare antieuropeista o fedele esecutore dei dettami di Bruxelles. Si prendono tutti i voti e poi si decide cosa fare dopo...

Ma esiste anche la possibilità intermedia: cioè che effettivamente entrambi i gruppi scissionisti del centro destra siano sinceri e pensino veramente a politiche inconciliabili fra loro. In questo caso l'astuzia del Cavaliere sarebbe quella di cogliere l'attimo e di comprendere che il proprio elettorato oggi è effettivamente diviso in due parti, e quindi conviene mantenere buoni rapporti fra le due diverse sensibilità. Con la previsione di riuscire in un futuro di conciliarle e trovare una sintesi.

Sicuramente l'atteggiamento del Cavaliere ha un po' spiazzato anche il centro sinistra che non sa bene a questo punto cosa aspettarsi. Quello che dovrebbe spaventare il centro sinistra è il fatto che si appresta a raccogliere i "frutti amari" del governo Letta in piena solitudine. E forse è proprio quel che vuole il Cavaliere più delle elezioni che tanto non risolverebbero nulla. Il suo obiettivo è logorare il centro sinistra e farlo arretrare nei sondaggi. O anche far emergere le contraddizioni interne al Pd che si appresta ad essere conquistato da un corpo estraneo che potrebbe risolvere molti problemi elettorali ma crearne altrettanti. Renzi vince anche contro il vecchio Pd.