lunedì 18 novembre 2013

Silvio prepara un trappolone?


Dopo il discorso programmatico del Cavaliere per la rifondazione di Forza Italia, mi sovviene un grande dubbio. Il litigio in seno al centro destra è tutto vero, solo in parte o un piano studiato a tavolino?

Se fosse tutto vero, devo ammettere che il comportamento di Berlusconi mi ha stupito. Niente toni aggressivi, niente minacce di schiacciare i nuovi avversari come fece con Fini, nessuna chiusura definitiva del dialogo tra le diverse forze del centro destra. Anzi, la raccomandazione ai suoi di non fare dichiarazioni ostili in quanto prima o poi si dovranno fare nuove alleanze e Alfano con gli altri fuoriusciti dovranno trovare una collocazione nel centro destra. Probabilmente non essendo più i bei tempi delle super maggioranze, il Cavaliere è stato consigliato di non buttare via niente...

Può anche essere che le vicende di Casini e Fini abbiano insegnato qualcosa a Berlusconi. Cioè ad evitare di fare terra bruciata attorno, che poi diventa difficile recuperare nuovamente i rapporti politici e umani. Mentre tutti i delegati sbavavano verde bile gridando "traditori!", il Cavaliere ha spiazzato tutti:

"Il grande assente è Angelino Alfano, il “traditore” che ha deciso la scissione per formare il “Nuovo centrodestra“. Un addio che il Cavaliere definisce “doloroso”, trattenendo però gli attacchi. “Non ho dormito tutta la notte. Siamo rimasti quelli del ’94″, esordisce dopo aver intonato l’inno d’Italia, “ma adesso abbiamo bisogno di rinforzi”. Ma se l’amarezza per la rottura è tanta, trattiene i commenti: “No a dichiarazioni contro questa nuova formazione, perché dopo le larghe intese dovremo fare una coalizione insieme. Li tratteremo come Fratelli d’Italia e Lega Nord“."(www.ilfattoquotidiano.it)

L'Italia della politica insultante sta cambiando? O forse la strategia politica berlsconiana è diventata più raffinata di quel che gli avversari pensano?

In effetti il modo pacato con cui il Cavaliere affronta la scissione, lascia interdetti. Rimane il dubbio che sia stato tutto studiato a tavolino in precedenza. I "più democristiani" da una parte separati e scelti per compiere una determinata missione, i "più falchi" da un'altro versante utilizzati per compiere una missione diversa.

La missione degli alfaniani è abbastanza chiara, visto che in contemporanea della rinascita di Forza Italia, avviene il distacco degli ex centristi da Scelta Civica. La missione segreta degli alfaniani potrebbe essere quella di riaggregare le forze di centro. Riprendersi i fuoriusciti con Mauro che avevano contribuito a costruire SC, riprendersi Casini che forse non a caso sta preparando il suo elettorato ad una svolta meno europeista (vedi "Fermare il populismo con il populismo"). Recuperati i vari pezzetti ciellino-caltagironensi, poi verrebbero in qualche modo convogliati in una coalizione di centro destra con Forza Italia e la sua galassia.

Non mi sembra nemmeno così casuale che tutti i ministri facciano parte dei fuoriusciti del Pdl. Certo, potrebbero voler mantenere l'ambita poltrona di ministri, anche se non mi pare che la carica dia grandi soddisfazioni di questi tempi. Sembra anche questa una scelta ben studiata come in un piano di battaglia. Se si fosse dimesso qualche ministro si sarebbe poi dovuto fare un pericoloso rimpasto (anche se ora si rischia lo stesso con il min. Cancellieri). Invece così la nuova Forza Italia potrà lasciare il governo senza che sia necessario far cadere il governo. Sembra un dribbling istituzionale concordato in alto. Infatti Napolitano non si è ancora fatto sentire...

Quindi il centro destra si appresterebbe a battere tutte le tendenze elettorali. Gli alfaniani si dedicherebbero all'elettorato più conservatore, meno incline all'avventurismo e quindi meno disponibile a farsi trascinare da temi che reputa estremistici come l'antieuropeismo. I "falchi" potrebbero invece entrare liberamente in concorrenza con i grillini sui temi economici ed europei in particolare. Ognuno farebbe campagna elettorale a se, ma portando entrambi un contributo alla crescita elettorale del centro destra. Che in questo caso farebbe una non scelta fra diventare antieuropeista o fedele esecutore dei dettami di Bruxelles. Si prendono tutti i voti e poi si decide cosa fare dopo...

Ma esiste anche la possibilità intermedia: cioè che effettivamente entrambi i gruppi scissionisti del centro destra siano sinceri e pensino veramente a politiche inconciliabili fra loro. In questo caso l'astuzia del Cavaliere sarebbe quella di cogliere l'attimo e di comprendere che il proprio elettorato oggi è effettivamente diviso in due parti, e quindi conviene mantenere buoni rapporti fra le due diverse sensibilità. Con la previsione di riuscire in un futuro di conciliarle e trovare una sintesi.

Sicuramente l'atteggiamento del Cavaliere ha un po' spiazzato anche il centro sinistra che non sa bene a questo punto cosa aspettarsi. Quello che dovrebbe spaventare il centro sinistra è il fatto che si appresta a raccogliere i "frutti amari" del governo Letta in piena solitudine. E forse è proprio quel che vuole il Cavaliere più delle elezioni che tanto non risolverebbero nulla. Il suo obiettivo è logorare il centro sinistra e farlo arretrare nei sondaggi. O anche far emergere le contraddizioni interne al Pd che si appresta ad essere conquistato da un corpo estraneo che potrebbe risolvere molti problemi elettorali ma crearne altrettanti. Renzi vince anche contro il vecchio Pd.

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