venerdì 4 novembre 2011

Prigione Europa.




Secondo quanto riportato nell’articolo seguente, inerente la possibilità per la Grecia di uscire dall’Euro:

“COME SI ESCE DALL’UNIONE EUROPEA?”

Per uscire dall’Euro ci vogliono almeno due anni di preavviso ed estenuanti trattative con gli altri paesi membri. Si dovrebbe capire se gli accordi di libero scambio e libero transito continuerebbero a valere anche dopo l’uscita dall’Euro, addirittura la Grecia dovrebbe lasciare l’UE, stando agli accordi vigenti.

Inoltre, tornando alla Dracma, le obbligazioni che erano in Euro, sia in ambito pubblico che privato dovrebbero essere convertite nella nuova moneta. Ma i creditori potrebbero non essere d’accordo e nel caso di forte svalutazione della nuova moneta, avrebbero il diritto a continuare ad essere rimborsati in Euro.

Non critico l’estensore dell’articolo, ma penso che se una nazione decide di tornare in possesso della propria sovranità è logico che possa prendere decisioni d’imperio. Se ci sono stati casi di nazioni come l’Equador che ha stabilito di onorare il proprio debito nella moneta più forte, ci sono stati altri casi in cui la nazione fallita non ha proprio onorato il debito, nè con una moneta svalutata, né con una più forte. I risparmiatori italiani lo sanno per esperienza dei titoli argentini.

Inoltre, il problema di rimanere o meno nell’Europa, può essere risolto con un accordo bilaterale. Se il problema fosse il mantenimento o meno dell’Euro, anche il Regno Unito dovrebbe essere già fuori da un pezzo.

L’Europa così detta Unita, è un vero castello di carte senza valore. Di fatto i vari stati che la compongono non hanno mai rinunciato alla propria sovranità, ognuno decide di aderire per sua libera scelta. Finora è andata sempre bene, ma se per esempio dopo Papandreu vincesse le elezioni in Grecia un esponente estremista, potrebbe anche decidere di uscire dall’UE senza sentirsi troppo in colpa e senza partecipare a nessuna trattativa. Cosa potrebbero fare le altre nazioni per impedirglielo? Sanzionare la Grecia? Dichiararle guerra?

L’Europa così detta Unita sembra quelle alleanze di liberi comuni che si costituivano periodicamente nell’Italia medievale. Quando le cose andavano bene erano uniti contro un nemico esterno, quando le cose andavano male ognuno per se, cercando di ottenere la posizione migliore, o addirittura si combattevano fra loro.
Fintanto che l’UE non diventerà un vero stato (naturalmente federale) e una vera democrazia con un unico sistema di governo, tassazione e politica economica, non potrà sostenere le sfide che il resto del mondo le impone.

Questo attacco all’Euro ne è la dimostrazione. E’ un attacco che probabilmente ha una provenienza ben precisa: dalla sponda occidentale dell’Atlantico. Del resto un fallimento dell’Euro farebbe comodo da quelle parti.
Ma non si può gettare tutta la colpa sugli “stranieri” che ci vogliono distruggere, si doveva prima pensare ad erigere difese efficaci e solide. Ma per fare ciò bisogna innanzi tutto rinunciare a parte dei nostri egoismi.

L’UE non sarà mai un’entità efficiente ed efficace fintanto che ogni nazione guarderà solo al proprio ombelico. Ci vuole mediazione, rinuncia a parte dei particolarismi nazionali e costruzione di nuove opportunità.
Se da un lato è giusto che i paesi PIGSS risolvano al meglio i loro problemi di efficienza e spreco di risorse pubbliche, dall’altra i paesi più forti capeggiati dalla Germania devono rinunciare a parte della loro sovranità e mettere in comune le loro risorse. Più che la revisione dell’unione monetaria è necessaria la revisione dell’unione politica: il punto di arrivo deve essere l’uniformità di comportamenti pubblici e legislativi su tutto il territorio europeo, lasciando ai singoli stati la possibilità di legiferare in poche materie, o di migliorare le norme europee.

Questo consentirà ai popoli dotati di legislazioni carenti e confuse (per esempio quella nazione del sud con più avvocati che ingegneri…) di avere finalmente un governo statale funzionale. Allora anche le nazioni che da questo punto di vista sono già oggi in ottima posizione, avranno meno timori verso quegli sfaccendati del sud che generano solo buchi di bilancio e casini. Smetteremo di sentirci Italiani, Francesi o Tedeschi e potremmo dirci finalmente europei a pieno titolo. Io non credo al limite linguistico, come molti sostengono: la Svizzera dei cantoni è li a dimostrarcelo.
Se poi in un’Europa veramente unita gli studenti potranno spostarsi con più facilità di quanto avvenga oggi, con il tempo aumenteranno famiglie miste, in cui si parleranno più lingue e che saranno composte dai veri cittadini dell’Europa di domani.

Altrimenti l’Europa sarà sempre più percepita dai suoi abitanti come una prigione e non come un’opportunità di miglioramento delle loro condizioni. E piuttosto che rimanere in una prigione, è meglio evadere quanto prima e tornare alle nostre vecchie monete nazionali.

Nessun commento:

Posta un commento