Vedo avvicinarsi sempre più velocemente il momento della resa dei conti. Ormai siamo alla svolta definitiva, l'Italia è praticamente senza una guida. E' priva di una maggioranza di governo e priva di una minoranza di ricambio.
308 deputati sostengono il governo e le scelte economiche imposte dall'Europa. 321 deputati sembrano in teoria formare la nuova maggioranza di governo. Ma sarà abbastanza compatta da seguire il dettato dei vertici europei? Oppure sarà in grado di imporre all'Italia altre scelte altrettanto forti per rimanere nell'euro, come una patrimoniale da confisca?
Senza scendere nel particolare su cosa dichiari o pensi ogni politico, partito, fazione di questo parlamento Arlecchino, un pensiero viene subito alla mente: siamo all'epilogo, la nave è ingovernabile. Al prossimo iceberg si cola a picco. Finchè si tratta di risolvere la crisi a parole, hanno tutti la soluzione in tasca, ma quando si tratta di fare i conti con la realtà, cambia tutto. Contro la matematica c'è poco da fare.
Credo che molti politici siano ormai consapevoli che l'uscita dall'euro è imminente ed è l'unica soluzione possibile. L'Europa di Merkel&Sarkò non potrà/vorrà salvarci (e ci rimetteranno anche loro...). Stanno solo cercando un "capro espiatorio" su cui indirizzare tutti gli strali degli italiani incaxxati. E credo che non avranno difficoltà a trovarlo nell'attuale premier su cui addosseranno tutte le colpe. Il debito pubblico di decenni e decenni di una repubblica mal gestita, ricadrà tutto sulle spalle dell'ultimo odiato "despota".
E di sicuro alcune colpe l'attuale premier le ha. Ma non quelle di non aver fatto nulla e nemmeno quella di essere eticamente impresentabile.
La sua colpa principale è quella di aver creduto veramente di poter cambiare qualcosa in senso liberale contro una borghesia italiana (e anche un ceto popolare) che è tenacemente attaccata ai corporativismi e al clientelismo. Ama il liberismo e la meritocrazia solo a parole. Guai a toccarle un ordine professionale o a rendere il lavoro e la scuola più meritocratici. I feudi conquistati dalle generazioni precedenti non si toccano, sono beni di famiglia. La concorrenza è una parolaccia, infatti non viene mai detta, in compenso i media sciorinano scurrili trascrizioni di intercettazioni telefoniche.
Spero che dalle macerie possa sorgere presto una nuova classe politica, cresciuta lontano dalle ideologie, e più incline al pragmatismo. Dobbiamo cercare finalmente di chiudere definitivamente una crisi lunga 150 anni, passata dalla guerra civile contro il brigantaggio, al trasformismo, dal fascismo e alla finta democrazia dei blocchi contrapposti del dopoguerra. Dovremmo ricominciare rifondando il patto repubblicano su maggiore chiarezza e semplicità. Anche Bisanzio è caduta a causa della confusione normativa.
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