lunedì 9 marzo 2015
Depressione greca
L'euforia del quantitative easing europeo è già passata. Seppure i media continuino a sminuirne l'importanza, la crisi greca prevale sulle belle speranze di Draghi di cancelare ogni problema europeo con un mega intervento monetario.
La verità è che Tsipras e Varoufakis hanno intrappreso un confronto con l'Ue che il precedente accordo sul nulla, su parole scritte sull'acqua, non poteva di sicuro essere considerato definitivo. Infatti ora l'Ue afferma che è impensabile concedere i 7,5 miliardi di euro di anticipo sugli aiuti in base alle tre pagine di impegni inviate da Varoufakis (o da qualche funzionario Ue...). Un elenco di proposte abbastanza evanescenti, come la lotta all'evasione che non è quantificabile in gettito per definizione.
"(proposta numero 3 nella lista), (…). La proposta è tragicomica. Il governo propone testualmente di assumere, in via temporanea, “studenti, casalinghe e anche turisti” che, muniti di “strumenti per la registrazione audio e video”, passeggeranno in giro per la città registrando le violazioni nell’emissione degli scontrini e ricevute di pagamento IVA. Questo, sempre testualmente, dovrebbe portare, in un paese dove “l’evasione fiscale è radicata profondamente”, ad “un cambiamento molto rapido dei comportamenti
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La proposta 5 è la fantomatica vendita di licenze e raccolta di tassazione dal settore dei giochi online (vi ricorda qualcosa?).
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La proposta 6 è invece intitolata “Lotta alla burocrazia – programma per un settore pubblico auto-informato”. Di lotta alla burocrazia ce n’è indubbiamente parecchia da fare in Grecia. La proposta del governo è una sola: “Il governo intende introdurre una legislazione che impedisca all’amministrazione pubblica di richiedere ai cittadini documenti che certifichino informazioni che lo stato già possiede” (vi ricorda qualcosa?).
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“L’argomento usuale contro tali proposte legislative sarebbe che prima bisogna digitalizzare l’amministrazione. Il governo greco non concorda su questo, anzi crede che l’opposto sia vero […]. Se i dipendenti pubblici non vengono prima obbligati a raccogliere i documenti per conto dei cittadini e delle imprese, essi si opporranno all’introduzione di servizi basati sulla rete [faranno ciò per inerzia e/o riluttanza a darsi da fare per apprendere nuove abilità]. Ma se i dipendenti pubblici sono prima obbligati a raccogliere i documenti per conto di cittadini e imprese, saranno loro a domandare ai propri superiori l’introduzione di servizi di IT!”. Certo, o Tsipras e Varoufakis si sono drogati, o hanno deciso di ciurlare nel manico e prendere in giro il mondo.
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proposta 1. Essa prevede la creazione di un organismo autonomo (“fiscal council”) che abbia il compito di dare un parere autorevole ed indipendente riguardo al reale impatto sulle finanze pubbliche delle leggi di bilancio. Buona proposta, no? Ah si, certo. Il problema però che mettere questa tra le proposte di contrattazione è un’ennessima e sonora presa per i fondelli. Con la firma, il 2 marzo del 2012, del cosiddetto Fiscal Compact, la Grecia si è già da tempo impegnata, assieme a tutti gli altri paesi europei, a mettere in piedi un fiscal council…"
(www.rischiocalcolato.it)
Non penso che Varoufakis e Tsipras siano dei cretini inetti. Se hanno redatto un documento con queste proposte, è perché sono disperati. Hanno cercato di prendere tempo. Ma i nodi vengono ugualmente al pettine e prima o poi dovranno prendere la decisione delle decisioni.
"Se però Bruxelles non accetta il vostro piano…
«Potrebbero esserci problemi. Ma, come mi ha detto il mio primo ministro, non siamo ancora incollati alle poltrone. Possiamo tornare alle elezioni. Convocare un referendum (sull’euro, ndr)»… ha detto Varoufakischi?
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In una nota il dicastero di Varoufakis ha tenuto a precisare che il ministro non ha mai suggerito che il referendum sarebbe sul futuro della partecipazione della Grecia nell’eurozona: “L’appartenenza della Grecia alla zona della valuta comune europea non è in discussione … ovviamente in caso di un referendum la questione sollevata riguarderebbe l’agenda fiscale e di riforme del governo”.
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Spiace cari amici greci ma forse non l’avete capito, a loro della Grecia nell’euro non importa più nulla, hanno dato incarico alle agenzie di rating di sminuire il rischio, Grecia, Fitch: uscita da euro resta possibile ma crisi sistemica improbabile e a Draghi di chiudere i rubinetti, tanto non c’è più alcun pericolo, peccato che dimenticano cosa significhi creare un precedente nel bel mezzo di una “debt deflation” e cosa sia un rischio reputazionale."
(icebergfinanza.finanza.com)
Ma a che serve un referundum sull'austerità? Per confermare che il popolo greco non ne può più della crisi provocata dall'Europa? E poi? Tanto la Germania continuerà a dire no ed invocare la troika.
"Parla anche il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che secondo alcune fonti continua a ripetere che è la troika che deve occuparsi del caso Atene. Usa proprio quella parola: troika, che il premier greco aveva chiesto di non usare più. Sulla Grecia "non c'è niente di nuovo, non è successo quasi nulla dal nostro ultimo Eurogruppo, ora è soprattutto una questione per la Troika"."
(www.wallstreetitalia.com)
La Grecia è sempre più in un vicolo cieco. Finché non si riconoscerà che il problema è l'adesione alla moneta unica, i suoi problemi continueranno a peggiorare. E' vero che i greci non pagano abbastanza tasse, che le evadono facilmente. Ma credo che se in questo momento pagassero tutte le tasse che dovrebbero, la crisi sarebbe ancora più pesante. Magari lo Stato sarebbe risanato (però ne dubito), ma i cittadini ancora più dissanguati. L'economia greca è troppo debole per potersi confrontare con quella tedesca, che è oggi il nostro punto di riferimento europeo. Non ce la fanno neppure la civilissima Francia e la meno civica Italia, figuriamoci la piccola Grecia.
I greci mancano probabilmente di civismo, ma anche se si trasformasse di colpo la loro indole greca in teutonica, non sarebbe sufficiente a rendere la Grecia in grado di sopportare il confronto con l'economia tedesca. Ci vorrebbe sempre una politica di trasferimento fiscale, per mantenere in sesto la Grecia. Cosa che la Germania non vuole assolutamente. Inoltre, facendo proprio l'esempio di uno dei punti del documento greco, quello sull'informatizzazione della Pa, per portare la Grecia ad essere competitiva, occorrono degli investimenti. I computer, i software e gli agiornamenti del personale non piovono magicamente sulle scrivanie degli impiegati pubblici. Ed in questo momento lo Stato greco non è in grado nemmeno di sostenere la normale amministrazione.
Il governo greco vorrebbe trattare, ma non ha armi. L'unica arma è minacciare l'uscita dall'euro. Non quella patetica di un suo ministro:
""Se loro (l'Eurogruppo) ci colpiranno, noi colpiremo loro. Daremo ai migranti che vengono da qualsiasi luogo i documenti di cui hanno bisogno per viaggiare nell'area Schenghen, in modo tale che un'ondata di uomini andrà diritta a Berlino".
E se poi tra gli immigrati ci sarà anche qualche terrorista dell'Isis, la colpa secondo Pannemos sarà ancora una volta dell'Europa, e del suo rifiuto di aiutare la Grecia."
(www.wallstreetitalia.com)
Non prevedo niente di buono per la Grecia, se non un bel periodo di caos. Un ambiente adatto alla crescita elettorale di Alba Dorata. Poi ne vedremo delle belle.
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