lunedì 6 gennaio 2014

Befana Saccomanni


La befana Saccomanni porta una calza piena di ottimismo e piena di promesse. L'Italia del 2014 sarà un bengodi, come tutti i cittadini italiani ormai sono persuasi. Scendete in strada a festeggiare, la crisi è finita!

"Le dichiarazioni arrivano proprio a poche ore dall'ennesimo studio del Centro Studi diConfindustria, che accusa l'eccessivatassazione in Italia, la più alta in Europa. E dalla denuncia, anche della Cgia di Mestre, che parla di inasprimento del fisco, che ha colpito tutte le aziende con meno di 10 addetti che costituiscono il 95% delle imprese presenti in Italia, con una pressione fiscale record tra il 53 e il 63%. 

Ma si sa, il ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni è noto per la visione ottimistica che ha dell'Italia; e vive, sembra, anche in un altro mondo rispetto a quello che vivono milioni di italiani, ogni giorni. E così, in una intervista a La Repubblica, assicura che il 2014 sarà l'anno della svolta, con meno tasse (quando il caos sulle imposte sulle case -Iuc, mini Imu, Tares e Tari - già alimenta dubbi su una tassazione maggiore rispetto a quella della vecchia Imu cancellata).
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"Io sono fiducioso: in questo 2014 gli italiani cominceranno a sentire concretamente che l'economia si è rimessa in moto". Sul fronte fiscale, poi il ministro dell'Economia sottolinea, sempre più convinto: "Lo dico senza alcuna esitazione, le famiglie, i lavoratori e le imprese pagheranno meno tasse. Capisco che la gente si aspettava di più. Ma quest'anno la riduzione dell'Irpef non sarà insignificante. E nel prossimo triennio le tasse si ridurranno di ben 9 miliardi, con un calo graduale anno per anno".
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Considerando il totale delle imposte pagate dalle imprese, quantificato annualmente dalla Banca mondiale e ricordato dal Csc, per il 2012 il valore si conferma il 16esimo più elevato al mondo e pari al 65,8% degli utili. E' il più elevato tra i più importanti paesi avanzati
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Unioncamere mette in evidenza poi in una sua analisi il balzo delle tariffe locali, in crescita +4,1%, seguite dal +3,8% delle tariffe pubbliche nazionali."

(www.wallstreetitalia.com)

Peccato però che nella sua calza la befana Saccomanni non sia riuscito ad infilarci anche lo spread. Purtroppo oggi l'Italiano non è più così gonzo, come quando gli fecero credere che lo spread alto era causato dal governo Berlusconi, e la sua discesa dal governo Monti. Ormai certe panzane non passano più nemmeno su tele yo-yo...

"Saccomanni infatti, riconosce che la diminuzione dello spread non è attribuibile all’azione di governo, tanto che essa si è verificata talvolta in misura maggiore anche in altri paesi, per dire però che questo “miracolo” si è compiuto grazie alla persistenza della maggioranza. La tesi è persino grottesca poiché attribuisce alla stabilità in se stessa e senza alcun riferimento a ciò che essa produce, la capacità di creare fiducia nel mercato, a prescindere da qualsiasi altro elemento.

Certo, come si potrebbe dire con buona dose di bon ton, si tratta di una stronzata, ma abbastanza caratteristica dello spirito del tempo, nel quale è il mercato stesso che determina la politica."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

La pubblicità è l'anima del commercio, sarà per questo che Saccomanni si cimenta in tutti questi spot. Ormai anche i governi sono prodotti commerciali, non più della democrazia e della politica. Forse in cuor suo sogna di superare certe antiquate e inefficienti procedure, come quelle del voto. Una perdita di tempo per la finanza e destabilizzante per gli investitori internazionali...

La verità forse è che questo governo ha cominciato il conto alla rovescia. Siamo in fase "governicchio" e si sa che la durata di questi governi raffazzonati è di pochi mesi, massimo un anno. Poi si stanno approssimando le elezioni europee e facilmente si potrebbe votare anche per il Parlamento nazionale. Il film la cui sceneggiatura sta scrivendo Renzi, è abbastanza evidente. Forse Fassina l'ha capito e ha deciso di non far parte del cast. 

Renzi ha proposto tre tipi diversi di legge elettorale. A chi? A Berlusconi come è evidente dalle intemperanze degli alfaniani del Ncd. E Berlusconi come ha risposto? Diremo quale delle tre ci piace, ma a una condizione: "election day". Cioè che si voto lo stesso giorno delle europee. L'accordo Renzi/Berlusconi procede liscio senza più ostacoli. Anche Napolitano non lo è più, visto che ha "minacciato" di farsi da parte e nessuno si è strappato i capelli dalla disperazione...

Ecco perché la befana Saccomanni spande tanto ottimismo, cercando di fermare l'inevitabile.

domenica 5 gennaio 2014

Rumors di QE europeo?


Si sente profumo di svolta, anche se non proprio di ripresa. Non esageriamo. Eppure ci deve essere un cambiamento importante alle porte altrimenti non si avrebbe avuto una discesa dello spread così forte senza motivi validi. Di sicuro non per la manovra di Letta. Infatti non è merito della nostra economia (malgrado i successi Fiat) o del nostro governo. Anche la Spagna beneficia dello stesso regalo.

"Oggi c'è la condizione perché il Paese riparta e questa condizione va assolutamente colta". Lo dice il premier, Enrico Letta, al Tg1. "Lo spread - spiega - non è un dato statistico astratto, è una cosa molto concreta. Perché le cose sono andate male in Italia in questi anni? Sono tre anni che lo spread ballava attorno ai 400-500 punti e questo vuol dire aver buttato via una ventina di miliardi di euro soltanto per pagare interessi in più. Se noi avessimo, come avremo adesso, queste risorse disponibili, queste potranno essere usate per abbassare le tasse sul lavoro, per aiutare l'occupazione e in particolare l'occupazione giovanile, ma soprattutto questo renderà le imprese italiane più competitive perché fino a ieri, con lo spread così alto, non erano in grado di acquisire credito e di fare gli investimenti così come lo facevano le imprese tedesche, austriache o francesi".
(www.wallstreetitalia.com)

Letta ci prova lo stesso ad intestarsi la discesa dello spread, o almeno ad associarla al suo governo. Ma non credo proprio che il governo italiano, o quello spagnolo, o quello portoghese, abbiano di questi poteri taumaturgici.

Ci deve essere qualcosa di grosso nell'aria d'Europa. Del resto lo spread si è sempre mosso a seguito delle iniziative di Draghi, di sicuro non fu Monti a far scendere lo spread nel 2012. E Fannyking conferma in qualche modo le mie sensazioni a pelle.

"Dunque dopotutto e malgrado i cattivi tedeschi, pare che finalmente la BCE si appresti a stampare soldi a manetta, per comprare titoli di stato europei, in particolare quelli degli Stati in maggiore difficoltà e con spread molto alti.

Perché lo dico? Semplice:

1- A Maggio il Parlamento Europeo rischia di bloccarsi a causa della massiccia elezione di forze politiche euro.scettiche, la Germania ha già preso le sue contromisure e sta facendo le prove di una Grande Coalizione Europea tra PPE e PSE versus Euroscettici. Infatti la cancelliera Merkel del PPE (in Europa) intende appoggiare il connazionale Martin Shultz del PSE alla presidenza del parlamento europeo. Ma ovviamente non basta. Bisogna depotenziare i partiti europei euro-scettici colpendoli proprio dove più forte è la loro propaganda (Ukip escluso, che muove le uniche critiche realmente serie a BCE e UE) , ovvero il fatto che la BCE e l’Europa non sono abbastanza “solidali” con gli euro-deboli e non permettono il rientro degli spread attraverso politiche di Quantitative Easing (ovvero si stampano euro per comprare BTP, BONOS e altra cartaccia di Stato)

2- Il secondo maggiore azionista dell’Euro, ovvero la Francia sta entrando, anzi è già entrata nel mitico club dei PIGS (diveneterà SFIGp?). Probabilmente che più che l’Euro potè l’immensa, assoluta e inarrivabile stupidità di Hollande, ma “pare” che l’eliseo sotto traccia stia facendo pressioni durissime per un cambio di rotta.
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3- guarda caso ieri, abbiamo assistito in contemporanea ad un notevole calo dell’Euro e ad una clamorosa chiusura degli spread europei:
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4- ehm… forse ho sentito un voce, di quelle di cui mi fido…..(ma shhhhhh)

Dunque non è in discussione SE la BCE stamperà Euro ma piuttosto come stamperà e come aggirerà il suo statuto per farlo"

(www.rischiocalcolato.it)

Mi ha convinto forse più il punto 4... ma comunque mi stavo giusto chiedendo cosa c'è dietro la caduta degli spread degli sfigati d'Europa, quando mi è capitato sotto gli occhi il post di Rebuffo.

Ma se la Bce è pronta ad un Quantitative easing, significa una cosa sola: malgrado le apparenze siamo di nuovo sull'orlo del disastro. E questa volta non si potrà nemmeno scaricare le responsabilità su Berlusconi per salvare l'euro dalle sue colpe. Alla fine per tenere in piedi la moneta unica i tedeschi saranno obbligati a cedere su qualcosa, anzi su tutto il fronte. Hanno di fronte a loro solo due strade del resto: o si acquistano gratis i titoli di Stato dei Pigs, cioè stampando euro, oppure la Germani abbandona l'euro.

La seconda opzione sarebbe una scelta muscolare, costosa e forse anche suicida per la Germania. Di colpo perderebbe i vantaggi che ha goduto con l'euro e dovrebbe pagare un prezzo corrispondente e proporzionale alla crisi che sta strangolando tutti i Pigs e oggi anche la Francia. La Germania verrebbe travolta e distrutta da una crisi enorme. Forse a conti fatti conviene ai tedeschi stampare euro e mantenere un vantaggio di leadership in Europa. E farsi passare le fobie dell'inflazione, visto che comunque essendo in deflazione sarà difficile che l'inflazione cresca molto anche stampando euro.

E quindi stiamo forse per entrare anche noi europei nel magico mondo dei quantitative easing? Mentre l'America comincia a tirare il freno a mano con il tapering (per ora poco convinto), Draghi è forse pronto a raccogliere il testimone? Una cosa è certa: se la Bce cambierà politica monetaria, con l'avallo tedesco, dovremo ringraziare Marine Le Pen, Beppe Grillo e Alba Dorata. Solo per paura di perdere il potere i potenti europei inizieranno a cambiare politiche, a cedere qualcosa in favore del popolo (più politiche espansive e meno austerità) e finalmente a salvare l'euro e l'Europa.

Vuoi vedere che ha ragione Draghi, che l'euro è veramente irreversibile?

sabato 4 gennaio 2014

Renzi ha un problema (2)


Renzi ha un problema, deve fare maledettamente in fretta a demolire il governo Letta e tutto il disegno di Napolitano. Non passa giorno che sprona i suoi e le opposizioni a giungere a scrivere una nuova legge elettorale. Sta procedendo come un un rullo compressore, e più maltratta il governo, soprattutto i mini alleati del Nuovo Centro Destra, più è soddisfatto.

Il suo obiettivo è duplice, ma il progetto è unico, cioè arrivare sulla poltrona di premier. Per questo oggi ha due obiettivi: promulgare una nuova legge elettorale velocemente, e in contemporanea logorare la maggioranza di governo. Renzi e i suoi non hanno alcun riguardo verso gli alfaniani, i cui desiderata e idee vengono del tutto ignorati. Senza dirlo in modo esplicito Renzi fa sponda con Berlusconi, anche se dichiara di cercare l'accordo con i cinquestelle. Ed infatti Berlusconi sembra abbastanza soddisfatto del nuovo segretario Pd: e vorrei vedere... è come se si specchiasse in uno specchio magico che gli toglie 30 anni d'età!

E incredibile come tutte le manovre messe su dal capo dello Stato, e forse volute dall'estero, falliscano nel volgere di pochi mesi. Nel 2011 fatto fuori il governo Berlusconi, Napolitano e i suoi mandanti ignoti, pensarono fosse fatta, di aver per sempre defenestrato il piccolo Bonaparte italiano. Napolitano pensò persino di modificare l'anima del centro destra italiano, chiamando Monti al governo. Monti portava sicuramente uno stile diverso e migliore di quello berlusconiano. Ma chi gliel'aveva detto a Napolitano che agli elettori di centro destra sarebbe piaciuto un cambio di stile politico così netto? Come può pensare un uomo di sinistra di conoscere i desideri di chi vota a destra? Ed inoltre, la sinistra pensa veramente di potersi scegliere gli avversari?

Tutte domande che ebbero risposte negative per Napolitano. Monti gli sfuggi di mano, e pensò veramente di rappresentare il nuovo centro destra. Anche la stampa, quella di solito più schierata verso sinistra, pensò di poter sostituire Berlusconi con un loden ben stirato. Costruirono pesino sondaggi farlocchi per spingerlo alla vittoria. Come sappiamo fu un disastro elettorale. Monti e la sua Scelta Civica si dimostrarono irrilevanti nella politica italiana, e Berlusconi ancora il saldo padrone del centro destra. Entrambi gli esiti stupirono molto gli osservatori stranieri: come mai gli italiani punivano il "salvatore d'Italia" e salvavano l'unfit su cui fu scaricata la colpa della crisi?

Oggi la risposta può essere data serenamente senza tema di smentita: Monti è stato l'affossatore dell'Italia calata nell'austerità, e Berlusconi non è stato l'unico artefice della crisi, anzi molti sostengono che avesse una soluzione che però non piaceva alla Germania: l'uscita dall'euro.
Gli italiani non lo sapevano con certezza all'inizio del 2013 quando si è votato, ma probabilmente sentivano dentro di loro che quello che blaterava la propaganda da un anno era falso.

In poco tempo Scelta Civica e il montismo, un esperimento uscito dalle cantine segrete del quirinale e di qualche ex potere forte, si sono squagliati. Ora il partito si è suddiviso in entità da prefisso telefonico. Napolitano però non si è dato per vinto, e probabilmente è riuscito a convincere i ministri dell'ex Pdl ad abbandonare Berlusconi. Napolitano ha comprato un po' di tempo, mentre Berlusconi come al solito si rafforza schiantando tutti i concorrenti costruiti negli editoriali politici dei grandi quotidiani.

Il Nuovo Centro Destra, stampella del governo Letta/Napolitano, seguirà lo stesso destino di Monti. Forse diventerà irrilevante anche prima di Scelta Civica, che comunque era un partito di un certo spessore etico e intellettuale. Nuovo Centro Destra è un accozzaglia di seconde figure del Pdl.

Ma c'è di peggio, nella situazione già pessima che si vede di fronte Napolitano. Infatti il Presidente aveva perlomeno un punto fermo: il Pd, il maggior partito di centro sinistra era sotto controllo.
Oggi invece il populismo e il berlusconismo ha aggredito anche il grande partito erede del Pci di Napolitano. Anche il Pd sta diventando come Forza Italia, come la Lega, o come il M5s, un partito imprevedibile. E' stato conquistato da Renzi che non ha fatto prigionieri e lo sta guidando come un carrarmato. Renzi se ne frega assai delle esigenze di Napolitano di preservare la maggioranza di piccole intese, del semestre europeo italiano e tante fissazioni di Napolitano e dei poteri che sono dietro di lui.

Renzi va per la sua strada. Fa dichiarazioni forti senza temere di offendere qualcuno. Senza temere di danneggiare il suo governo e la sua maggioranza, che sicuramente non piace e non convince Renzi. Il governo Letta in effetti non piace quasi a nessuno, e Renzi che è populista nell'anima, non può di sicuro difenderlo a spada tratta, se Letta e Saccomanni deludono l'opinione pubblica e non risolvono i problemi dell'Italia. A Renzi non importa che il suo partito mantenga il controllo del governo, se non è lui direttamente a governare.

Quindi Renzi ha un problema sempre più impellente: legge elettorale ed elezioni quanto prima, cercando di sbaragliare chi gli si mette di traverso. Che sia Alfano, o che sia Napolitano. Che poi Renzi giunga all'agognato risultato è tutto un altro discorso: ci sono molte variabili ormai nella politica italiana. Berlusconi non retrcede, anzi si rafforza. La forza del grillismo non si sta estinguendo. Renzi può vincere, ma la sua impresa è abbastanza complicata. Sarebbe stato più semplice se fosse stato al posto di Bersani nel 2013.