giovedì 31 gennaio 2013

Il giocattolo di Napolitano è sempre più rotto



L'anno scorso aveva un bel progetto avviato. Un premier tecnico, risorsa preziosa della repubblica, da tenere di buon conto per il 2013, come un vino d'annata da stappare al momento giusto.
Purtroppo nel corso del 2012, il vino tecnico, si è dimostrato un banale "tavernello" che sa di tappo. E a dicembre è arrivata la prima cocente delusione: Monti non ha voluto fare la riserva della repubblica. Anzi si è buttato in modo alquanto maldestro nella campagna elettorale: non ha mai trovato ne feeling, ne ritmo e alla fine si è dimostrato più camaleontico di Berlusconi, cambiando opinioni a seconda dell'umore dell'elettorato.

Credo che Napolitano a questo punto abbia dovuto rinunciare al suo sogno tecnico ed europeista per il 2013. C'era però il piano "B", indurre il suo vecchio partito ex comunista a seguire l'agenda Monti e magari anche a dare un ruolo al tecnico impazzito per le elezioni. Sembrava che il piano "B" procedesse bene, ma ad un certo punto anche in questo caso le prime delusioni: mentre Bersani cercava di dimostrarsi amicale verso il centro montiano, il tecnico divenuto irriconoscibile mostrava i denti, come un cane idrofobo che si rivolta al suo padrone.

Va be, avrà pensato il Presidente, si sa che la politica è una commedia: prima ci si scanna e poi si amoreggia come niente fosse. Basta ricordare le "belle" parole di Bossi verso Berlusconi dopo il ribaltone del '94, e poi le cene romantiche fra i due appena pochi anni dopo.

Ma come afferma Tremonti, la crisi è come un videogame. Hai appena distrutto un mostro che ne spunta un altro ancora più cattivo. Così mentre il Presidente assisteva all'assottigliarsi della differenza fra centro destra e centro sinistra nei sondaggi, ma ancora con la speranza nei numeri del piano "B", ancora con la speranza che alla fine il ritorno di Monti di riffa o di raffa era scritto nel destino...

boom! arriva la tegola Mps...

Il Presidente si è arrabbiato:

"Napolitano chiede con forza che si “manifesti quella consapevolezza dell’interesse nazionale cui sono di certo sensibili tutte le forze responsabili, ferma restando la netta distinzione tra la doverosa azione penale e le riconosciute condizioni distabilità della banca oggetto d’indagine. ‘So quanto possano essere importanti il ruolo e l’impulso della stampa per far luce su situazioni oscure e comportamenti devianti. Sono altrettanto fermamente convinto che va salvaguardato il patrimonio di credibilità e di prestigio, anche fuori d’Italia, di storiche istituzioni pubbliche di garanzia, insieme con la riconosciuta solidità del nostro sistema bancario nel suo complesso”. Napolitano difende Bankitalia ”ha esercitato fin dall’inizio con il tradizionale rigore le funzioni di vigilanza nei limiti delle sue attribuzioni di legge. E la collaborazione che ha prestato e presta senza riserve alla magistratura è garanzia di trasparenza per l’accertamento delle responsabilità”."

(www.ilfattoquotidiano.it)

E certo. Il Capo dello Stato dice in pratica alla stampa allineata con le tesi euriste e merkeliane (forze responsabili), lasciate stare Mps e soprattutto la Banca d'Italia (vedi alla voce Draghi), se proprio dovete parlarne mettete le notizie nella pagina economica prima dello sport, non in prima pagina.

Se accade che il Pd viene sbaragliato dallo scandalo bancario, poi il progetto iniziale del 2012 (Monti bis), già pesantemente ridimensionato per colpa dell'interessato, potrebbe svanire per sempre. Un colpo durissimo per la finanza internazionale e la Troika che tifavano Monti, che si sono dovuti accontentare di Bersani-Monti e ora magari dovranno rifare i conti con Berlusconi.

E' un bel problema per Napolitano... e per la Merkel. Il giocattolo progettato nel 2012 senza fare i conti con gli italiani, rischia di andare in pezzi. E la cosa non mi stupirebbe per niente.

Allearsi con i tedeschi porta sfiga



Noi italiani lo sappiamo bene. Ma lo sanno anche altri popoli. I tedeschi in un secolo (quello appena trascorso) hanno perso una guerra dietro l'altra, sbagliando clamorosamente i conti in entrambi i casi. Eppure dei tedeschi si ha un'immagine di popolo lungimirante, solido poco incline a rischi inutile. Un'immagine che inganna. Nella prima come nella seconda guerra mondiale, furono la nazione militarmente meglio organizzata. Miglior disciplina e miglior armamento. Eppure non fu sufficiente, c'era un'arrogante errore di fondo, di supremazia intransigente e cieca.

Oggi si apprestano invece a combattere una guerra solo economica, ed appaiono ancora una volta quelli meglio disciplinati ed organizzati. Ma anche questa volta perderanno, e trascineranno con loro gli alleati europei come noi, seppur in parte recalcitranti e pronti a tradire.

La guerra valutaria che cambia l'Europa

"Il World Economic Forum di Davos ha avuto il merito di portare davanti alle opinioni pubbliche quella che si annuncia come la questione centrale del 2013: la guerra delle valute.
...
dalle valute che oggi passa la leva più potente per la competizione tra i sistemi produttivi e, quindi, la capacità per ciascuno di essi di creare posti di lavoro."

Secondo il Sole24ore, il vecchio e bistrattato "vizietto" italico della svalutazione competitiva, sarà il tema dell'anno. In pratica eravamo all'avanguardia nel mondo e invece ce ne vergognavamo. Il segreto della competitività (ma guarda un po'...) è la svalutazione competitiva della valuta. In questa guerra avevamo gli armamenti migliori, ed invece di tenerli oliati ed efficienti, ci siamo infilati nel "cul de sac" dell'euro!

"A dare fuoco alle polveri è stato il premier giapponese Shinzo Abe, che sta spingendo la Banca del Giappone a stampare yen sempre più aggressivamente. Negli ultimi due mesi lo yen ha già svalutato del 10% sul dollaro e del 14% sull'euro, rendendo più competitive le esportazioni nipponiche e aprendo di fatto il conflitto commerciale. Ma non tutto parte da qui. Anche se non lo ammetteranno mai, Stati Uniti e Regno Unito hanno fatto qualcosa di non molto diverso in questi anni, con la Federal Reserve e la Bank of England che stampavano moneta per acquistare titoli. Per non parlare della Cina con il suo Yuan, e poi la Corea del Sud e il Brasile, Thailandia e Singapore, India, Taiwan, Svizzera: tutti impegnati ad abbassare il valore delle loro monete per non rimanere al palo nella corsa all'export."
(www.ilsole24ore.com)

Persino la Svizzera che si è sempre fatta un vanto del valore monetario del suo franco, sta partecipando al gioco della svalutazione. Solo noi con l'euro stiamo masochisticamente seguendo le idee austerico-rigoriste e valutarie in stile marco, della Bundesbank.

"La Banca Centrale Elvetica sta espandendo il proprio bilancio come ogni altra Banca Centrale, né più né meno. Detenere Franchi Svizzeri non è la soluzione. Il Franco Svizzero non può essere considerato un bene rifugio.

Gli investitori stanno attaccando lo spread tra l’Euro e il Franco Svizzero. La Banca Centrale Elevetica dovrà immettere sul mercato (espandendo le proprie riserve) montagne di franchi per non fare apprezzare ulteriormente il cambio Euro-Franco. Questa manovra è (e sarà) necessaria al fine di tutelare la capacità del sistema industriale elvetico di esportare merci e servizi.

Un Franco forte impedirebbe la capacità del nostro export. Pertanto è folle per un investitore, in questo particolare momento, acquistare franchi svizzeri o assets in questa valuta a titolo di porto sicuro per i propri investimenti."

(www.rischiocalcolato.it)

Gli euro teutonici, quali siamo anche noi, praticamente sono gli ultimi Moicani di un mondo che si sta estinguendo. Difendere il valore della moneta e impedire alla Banca Centrale di stamparla, non solo non ha più senso, ma sta diventando pericoloso.

"E l'euro? L'euro è restato alla finestra senza possibilità di reazione. Un guscio di noce in balia delle onde. Fino al paradosso che, pur essendo la moneta dell'area economicamente più debole, l'Europa, si è apprezzato rispetto ai minimi del 10% sul dollaro, del 25% sullo yen e dell'8% sulla sterlina."
(www.ilsole24ore.com)

E come pensa di rimediare Angelina? vorrebbe andare a piagnucolare e fare la "sceneggiata napoletana" al G20:

"Ora c'è chi invoca il G20 e anche i sacerdoti della Bundesbank si accorgono di quanto rischiosa sia questa guerra valutaria. Ma il problema non è il G20. E non è neppure l'aggressiva politica monetaria giapponese. Sono le mani legate dell'Europa. Mai come davanti a questa competizione valutaria noi europei tocchiamo con mano l'inefficienza della governance economica che ci siamo dati con la nascita della moneta unica. Mai come oggi dovremmo guardare al nostro interno e fare mea culpa per gli errori fatti in questi anni.

Attraverso le valute, è stata lanciata la guerra atomica per la competitività delle grandi aree economiche mondiali. E l'Europa combatte a mani nude. Con la sua "strana" banca centrale che per statuto ha come mandato la sola stabilità dei prezzi e il buon funzionamento del mercato. 
...
La Fed ha per legge il compito di tutelare l'occupazione ed è impegnata in due programmi di allentamento quantitativo (QE 3 e 4) per un totale di 85 miliardi di dollari al mese. In Giappone l'autonomia della Banca centrale è di fatto sospesa e ancora di più lo sarà quando tra pochi mesi ci sarà il cambio ai suoi vertici. La zona euro è invece bloccata dalle su sue stesse regole di funzionamento.

La Germania fa bene, perciò, a guardare con preoccupazione all'offensiva giapponese. 
...
Ma si illude se pensa di potervi far fronte attraverso la politica multilaterale del G20.
....
Quando una guerra è in corso non conta il peso del tuo passato, contano le armi che sai mettere in campo. Un'Europa senza un Tesoro unico, divisa sulle politiche da adottare, dove continua a prevalere il dogma tedesco per una competitività fondata solo sulle riforme strutturali e dove le regole statutarie impediscono di avvalersi degli strumenti tipici di una Banca centrale, è destinata a perderla quella guerra. Forse a non combatterla neppure. A meno che, sotto il fuoco del nemico, non prenda coscienza che è venuto il mome"

(www.ilsole24ore.com)

Sarà sufficiente la minaccia, o ancora una volta la Germania farà affidamento fino all'ultimo, fino alla disfatta, sul suo orgoglio e alla sua macchina militare-economica? Sarà necessario un nuovo salvifico sbarco in Normandia? Ho l'impressione che ai tedeschi piace perseverare nei loro errori. Sarebbe auspicabile che l'Italia almeno questa volta si sfili dal disastro annunciato almeno qualche mese prima dell'8 settembre. Usciamo dall'austerità, usciamo dall'euro, finché siamo in tempo.

mercoledì 30 gennaio 2013

Trend elettorale (2)





Da Scenaripolitici.com, altri due grafici con i trend delle maggiori formazioni politiche. Come già scritto, questi grafici sono ricavati utilizzando vari e diversi sondaggi. Per questo assumono un aspetto di sintesi della situazione del consenso delle coalizioni.

Ai grafici originali ho aggiunto una linea di derivata (del tutto intuitiva) che chiarisce meglio l'andamento delle tre forze maggiori: centro destra (Cdx), centro sinistra (Ibc) e M5s. Come si evince dal primo grafico, nella campagna elettorale del Pd c'è qualcosa che non funziona. E credo non dipenda solo dallo scandalo Mps, perché la discesa è cominciata una settimana fa.

Non saprei esattamente a cosa addebitare questa flessione: non so se dipenda dall'appiattimento del Pd sulle agende montiane, o alla concorrenza interna di Lista Civica, o alla crescita di Rivoluzione Civile di Ingroia. Certo che se a questa flessione si aggiungerà il colpo inferto all'immagine del Pd dal suo impegno nella banca Mps, Bersani dovrebbe cominciare a preoccuparsi seriamente.

Per quanto riguarda il centrodestra, sono costretto a ripetermi: la terapia Berlusconi malgrado le cadute mussoliniane (o magari grazie anche a queste), funziona veramente. La derivata del grafico Pdl è nettamente in salita. Con buona probabilità il centro destra riuscirà a riprendersi molta parte dei propri elettori. Potrebbe non essere del tutto assurda l'ambizione di vittoria del Cavaliere. Se dovesse accadere l'impossibile, non so casa darei per una foto della Merkel la sera del 25 febbraio...

Per quanto riguarda il M5s, ha arrestato la sua discesa nei sondaggi. Ora si è stabilizzato su una linea quasi orizzontale. Potrebbe tornare a salire e giovarsi soprattutto dello scandalo Mps. Per quanto mi riguarda comunque, continuano a lasciarmi piuttosto perplesso i sondaggi sul M5s. Ho l'impressione, come avvenne in Sicilia, che la reale forza del movimento grillesco non sia valutata in modo corretto (vedi "Possibili errori nei sondaggi", "Indecisione elettorale").

Il tenero Olli


Olli Rhen, commissario agli Affari economici parla al Parlamento europeo:

"L'Italia aveva preso impegni di consolidamento di bilancio nell'estate 2011 per facilitare l'intervento Bce nel mercato secondario per acquistare titoli di Stato: quando il governo Berlusconi decise di non rispettare più gli impegni assunti il costo del finanziamento per lo Stato è aumentato soffocando la crescita dell'Italia, poi con la formazione del governo monti la situazione si è stabilizzata. Questo è un chiaro esempio di fattore fiducia" che ha prodotto dei risultati positivi in termini di premio sul rischio."
(www.repubblica.it)

L’uomo che riesce a rendere simpatico Silvio

"Sopportare Berlusconi richiede ormai il massimo grado delle le virtù teologali e cardinali. Anzi capacità sovrumane. E tuttavia ogni tanto c’è qualcuno che riesce nel miracolo supremo di renderlo persino simpatico, a mostrare che dopo tutto c’è anche di molto di peggio: l’apertura del Mar Rosso è uno scherzo al confronto. Tra quei qualcuno a cui questo prodigio riesce sempre e che probabilmente renderebbe un piacevole compagno di strada Satanasso, è il Signor Olli Rehn, nientemeno che il Commissario europeo agli Affari Economici e Monetari.

Ieri questo sconosciuto finlandese si è permesso di entrare pesantemente dentro la campagna elettorale italiana, sostenendo che ”Berlusconi ha soffocato la crescita dell’Italia” perché “tra agosto e novembre 2011 il governo Berlusconi ha deciso di non rispettare più gli impegni presi in estate con l’Europa e in questo modo ha soffocato la crescita economica italiana”. Ora dopo un anno di rispetto montiano di quegli impegni sappiamo come siamo messi e vediamo in quale disastro sono i Paesi che sono stati sottoposti alla medesima cura. Lo stesso Fmi ha ormai ufficialmente riconosciuto il catastrofico errore commesso e al di là di queste aspersioni di cenere , la realtà della recessione parla da sé.

Ma prima che lo capisca Olli Rehn ce ne vuole: tra tutti clamorosi casi di incompetenza cui siamo stati abituati noi italiani, questo riesce a battere persino il tunnel dei neutrini. Si perché il responsabile dell’economia continentale è un laureato in giornalismo e relazioni internazionali al Macalaster College, semisconosciuta università privata del Minnesota per arti liberali, molto evangelica, molto costosa, molto adatta alle ragazze da marito e alla formazione di un classe dirigente di terzo piano per guerra fredda, vicina alla banche e sostanzialmente lanciata dal fondatore del Readers Digest. Insomma un quadro a dir poco deludente per chi dovrebbe essere il maitre a penser dell’intera economia Ue. E infatti Olli si limita a prendere ordini dalla Bundesbank e ad esserne l’utile idiota.

Così tra idioti utili e inutili nazionali, dobbiamo sopportare persino quello finlandese."

Il "tenero Olli" ha i neuroni soffocati da una foschia mortifera simile a quella che sta uccidendo Atene...

martedì 29 gennaio 2013

Abbasso le tasse



Per un moderato, a dicembre 2012, la scelta era tra il "rigore serio" di Monti e le improbabili "promesse da marinaio" berlusconiane. Benché l'economia nazionale abbia bisogno di un taglio deciso dell'imposizione fiscale per riprendersi, le parole del Cavaliere che prometteva di eliminare l'Imu nel caso di un suo governo, erano ritenute dalla stampa mainstream un pericolo per la stabilità finanziaria dell'Italia. L'anno seguente, cioè nel 2014, si sarebbe dovuta mettere una imposta di valore doppio dell'Imu del 2012. Questa era la risposta terroristica della stampa alle sirene del centro destra.

Oggi a fine gennaio 2013? Dalla stampa non si levano più strali di indignazione, semplicemente perché non c'è solo più Berlusconi a chiedere il taglio delle tasse. Anche il serissimo Monti promette, promette e poi promette ancora:

“Presenteremo presto un piano per ridurre il gettito di Imu, Irap e Irpef“. ... “Proponiamo – dice l’uomo che è tuttora premier e che ha determinato e fissato le aliquote attualmente utilizzate – misure per bloccare la spesa pubblica corrente al netto degli interessi, con una riduzione spesa pubblica-Pil del 4,5 per cento al termine dei cinque anni. Non vogliamo fare promesse, ma prendere impegni seri”. 
Monti ha poi spiegato: “L’Imu detrazione da 200 a 400 euro; detrazioni per figli a carico fino a 800 euro. Questa riforma dell’Imu renderà l’imposta piu equa e piùprogressiva. Irap ridotta dal 2014. Meno Irpef dal 2014, a partire dai redditi medio bassi”.
...
L’Irap va “ridotta e deve essere favorevole al lavoro”, prevedendo dal 2014 “l’ eliminazione del monte salari dalla base imponibile Irap. Alla fine della prossima legislatura puntiamo su un dimezzamento di 11,5 miliardi di euro di imposta in meno in 5 anni sulle imprese”
...
Meno Irpef dal 2014, “riducendo a partire dai redditi medio-bassi, con un aumento della detrazione dei carichi familiari e una riduzione delle aliquote a partire da quelle più basse. Vogliamo ridurre il gettito Irpef di 15,5 miliardi di euro in cinque anni, portando il rapporto tra gettito e Pil al 2%, anche per sostenere i consumi”. "

(www.ilfattoquotidiano.it)

Oggi i moderati italiani possono quindi scegliere tra "promesse da marinaio" in originale (Berlusconi) e "promesse da marinaio" in fotocopia (Monti). Non so se sia meglio per questi elettori votare l'originale o la brutta copia.
Mentre l'agenda Monti è diventato un gadget ormai solo in uso presso il Pd. Ma anche qui si strappa una pagina al giorno: 

"A Monti Bersani replica anche sul ruolo dei sindacati: “E’ un giudizio un po’ dall’alto, perché dire ai sindacati che cosa interessa ai lavoratori faccio un po’ fatica a pensare a qualcuno che lo sappia meglio dei sindacati. A me non risulta che siano di intralcio per le riforme
...
“Spiace che nell’agenda Monti non ci sia una parola sugliesodati perché la stessa Fornero ha riconosciuto che c’è un problema e va risolto. Il meccanismo va reso più flessibile per evitare buchi drammatici, se no rischiamo di lasciare gente che per due e tre anni non sa dove sbattere la testa”
...
il segretario del Pd ribadisce che la strada dovrebbe essere l’eliminazione dell’imposta sulla prima casa per chi “sta pagando fino a 400-500 euro”. La misura, spiega il candidato del centrosinistra, potrebbe essere coperta con una patrimoniale sugli immobili “fino a 1,5 a mezzo catastale che significa a mercato 3 milioni”. ”Sulla tassazione degli immobili – ha aggiunto Bersani – io credo che si può fare un’operazione redistributiva di questa imposta.
...
Il lavoro stabile deve costare meno e quello precario deve costare di più. Se si intende un sistema di convenienza alle imprese se il giovane ha un contratto a tempo indeterminato sono più che d’accordo”.
...
bisogna, dichiara, “allentare la morsa delle politiche di austerità per gli investimenti, questa è una priorità assoluta”. Una priorità anche per “le politiche economiche anche a livello europeo”."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Oggi l'agenda Monti è sempre più carta straccia. Mi chiedo allora perché Monti si è dato tanta pena per divulgarla e difenderla a spada tratta manco fosse un testo sacro (vedi "Il vangelo di Monti"), e perché personaggi come Ichino che forse l'ha realmente scritta, siano usciti dal Pd, se poi tutti aderiscono alla fin fine alla linea Berlusconi. Dove stanno le differenze fra i tre schieramenti  destra, centro e sinistra? Non c'è molta differenza visto che poi questi partiti e relativi personaggi, hanno governato un anno assieme ed hanno alzato il livello di imposizione fiscale votando i provvedimenti montiani. E mentre lo facevano nessuno di loro si è lamentato, per primo Berlusconi, che è rimasto silente nell'ombra per mesi e mesi.

Ho l'impressione che Berlusconi abbia impostato la campagna elettorale sull'abolizione dell'Imu ben sapendo che non avrebbe vinto le elezioni. Quindi pensava di poter promettere tutto, anche di lanciare banconote dagli elicotteri, tanto non avrebbe avuto responsabilità di governo. Poi però c'è stato un avanzamento nei sondaggi del centro destra, e gli avversari si sono spaventati. Quindi Bersani ha cominciato a fare timide aperture nel muro dell'austerità, ed alla fine Monti ha addirittura fatto un'inversione a "U" rispetto al suo programma iniziale di "non sprecare i sacrifici fatti dagli italiani". Anche questa volta si sono fatti involontariamente turlupinare dal Cavaliere.

Premettendo che trovo questi personaggi tutti poco seri, il peggiore è sicuramente Monti: sembrava Torquemada, ora sembra Babbo Natale. Se Berlusconi promette di eliminare parte dell'Imu aumentando le tasse su sigarette e alcool (ma quanto fumano e bevono gli italiani?), adesso Monti dice di voler abbassare le tasse tagliando la spesa pubblica. In effetti sarebbe bastato evitare di dare 4 miliardi dei euro ai manager di una banca fallita, per togliere l'Imu sulla prima casa. Ma se i tagli che propone Monti sono quelli ai terremotati dell'Emilia, allora è meglio continuare a pagare l'Imu. Monti si è detto dispiaciuto con i terremotati, purtroppo il bilancio dello Stato non consentiva di fare di più, c'erano già gli F35 e gli aiuti a Mps. Veramente non si poteva fare di più...

Monti poi afferma che quello a Mps è un aiuto sotto forma di prestito. Un prestito al 9% ad un istituto che sta fallendo o è già fallito, non so se sia proprio una buona idea. Come al solito si fanno le cose al contrario. Un prestito del genere, se dovesse essere onorato veramente, contribuirà al fallimento della banca. Si sarebbe dovuto invece utilizzare denaro pubblico per nazionalizzare la banca e sostenere i più deboli in questa situazione, cioè i correntisti, dando un bel calcio nel sedere a manager e fondazione.
Ma per fortuna di Mps (e sfortuna nostra), forse il prestito non dovrà essere restituito con denaro vero. Ma con bond Mps che non varranno neanche la carta su cui sono stampati (tipo "canistracci oil").

"I bond supposta di Mario Monti. Monte dei Paschi non è obbligata a restituire i soldi allo Stato Italiano, e gli interessi li potrà pagare con altre obbligazione senza scadenza.
Tutto questo per consentire al PD di comandare ancora senza soci scomodi.
Non ci credete? è tutto nero su bianco..."

lunedì 28 gennaio 2013

Mps: la politica c'entra



La Politica c'entra eccome. Ha ragione Monti quando dice che i partiti devono uscire dalle fondazioni bancarie, e le banche non devono avere rapporti con la politica.

Se parte dell'Imu è stata usata per tamponare le perdite di Mps, se questa ha dovuto fare operazioni spericolate coi derivati, se poi ha dovuto chiedere l'aiuto dei Monti-bond, è perché all'origine ci fu una tangente sull'acquisto della Banca Antonveneta.
Una tangente anche piuttosto pacchiana:

"Lo schema è di una semplicità disarmante: roba da piccolo impresario edile che gonfia il preventivo per poi passare la stecca al tecnico del comune, a tizio e caio...Ed è proprio la semplicità disarmante e la macroscopica sfacciataggine della mega-stecca Antonveneta che dimostra ulteriormente come si potesse contare su AMPIE COPERTURE DI ALTO LIVELLO....

Acquisizioni gonfiate, tangenti, operazioni "segrete" sui derivati che saltano fuori dai cassetti, responsabilità interconnesse con la Politica, Bankitalia, Presidenti del Consiglio etc etc
L'affaire MPS si allarga a macchia d'olio: ci mancano solo la Mafia , la 'Ndrangheta, i Servizi Segreti ed i Man in Black...ed il quadro sarà completo...;-)"

(www.ilgrandebluff.info)


"Il “peccato originale” fu l’acquisto di Antonveneta dicevano gli analisti finanziari e ora sembrano essersene sempre più convinti gli inquirenti di Siena. Ma a quel peccato, commesso ormai cinque anni fa da Monte dei Paschi per l’acquisto dell’istituto veneto già al centro di un caso giudiziario, potrebbe essere gravato anche da un altro reato: la corruzione. Ovvero il pagamento di un maxi tangente, tra uno e i due miliardi di euro perché l’”affare” tra Mps e Santander, che vendeva, andasse a buon fine.

L’esborso di Mps, ben 10,1 miliardi come da bilancio, sarebbe stato, come riportano il Sole24ore e la Repubblica, appesantito da una mazzetta. Il pagamento, stranamente, fu diviso su due conti correnti: 7 miliardi su uno, due miliardi su un altro. Soldi che potrebbero essere passati dall’Inghilterra per arrivare in Brasile. E forse rientrare, in parte in Italia, attraverso lo scudo fiscale. Tra le risposte che gli investigatori della Finanza cercano, e alcune rogatorie sarebbero state portate a termine in Spagna, Brasile e Regno Unito, anche il motivo della cessione di Interbanca (la banca d’affari braccio operativo della popolare padovana) poi riacquistata dalla banca spagnola e ceduta a GeCapital.

Se Mps non avesse pagato così tanto l’istituto veneto, forse non avrebbe dovuto giocare la rischiosissima carta dei derivati per coprire i buchi causati dagli strumenti strutturati Alexandria eSantorini. Il pasticciaccio brutto dei derivati, come rivelato dal Fatto Quotidiano, ha quindi riportato d’attualità l’inchiesta della primavera dell’anno scorso, e che aveva subito un’accelerata in autunno, sull’anomala acquisizione. Nell’inchiesta ci sono quattro indagati, tra cui tre componenti dell’ex collegio sindacale, cui viene contestato di aver esposto false informazioni alla Banca d’Italia) che chiedeva delucidazioni sulla ”compatibilità della complessiva operazione di rafforzamento patrimoniale da 1 miliardo di euro nel core capital”) e ostacolo all’organo di vigilanza. Un’altra ipotesi di reato, questa contro ignoti, riguardava la possibilità di una manipolazione del mercato sul titolo del Monte nei mesi precedenti ovvero l’aggiotaggio. A questa si potrebbe aggiungere ora la corruzione. Intanto per ora l’inchiesta sembra, come sostiene il Corriere della Sera, anche allargarsi su presunti maxi premi ai manager dell’affarre."

(www.ilfattoquotidiano.it)

A questo punto, se lo Stato italiano fosse un amministratore serio, dovrebbe o negare l'aiuto alla banca e restituire i 3,9 miliardi di euro di Imu sulla prima casa ai cittadini, oppure fornire l'aiuto e pretendere la nazionalizzazione della banca, facendo piazza pulita di tutti i dirigenti e del mondo politico gravitante attorno ad Mps.

Invece non si farà nulla. I politici si salveranno (forse perderà qualche punto percentuale il Pd alle elezioni), la banca continuerà ad essere gestita dai soliti noti sotto dettatura dei politici, lo Stato esborserà un prestito che probabilmente non verrà restituito per intero. Mi chiedo come potrà il Mps onorare un prestito di 3,9 miliardi al 9% di interessi nelle condizioni in cui si trova. Si sta agendo su questa banca nello stesso modo in cui si è agito con la Grecia: invece di risanare, si fanno interventi punitivi che aggraveranno ancora di più la posizione contabile. Queste sono situazioni in cui i privati dovrebbero farsi da parte e lo Stato intervenire senza per forza averne un guadagno. Una volta rimessa in piedi, la banca potrebbe essere di nuovo alienata a privati solidi (naturalmente senza tangenti annesse...).





domenica 27 gennaio 2013

Atene brucia... i mobili

Panorama ateniese

Questa foschia ateniese, pare non sia nebbia. E' l'Europa che affama i greci. E' l'Europa del nord che soffoca il sud. Il sud Europa soffoca nelle nebbie mefitiche che nel nord ammorbano i cervelli di politici ed burocrati fuori di testa.

"Una capitale Europea nel 2012 peggio della Londra a Carbone di Oliver Twist. Succede oggi, adesso ad Atene.

Fa freddo, la gente non ha i soldi per il gasolio o per l’elettricità e brucia quello che ha in casa. Mobili, plastica, scarpe. Decine di migliaia di piccoli “termovalorizzatori”.

Ma va bene, è tutto ok: E’ l’Europa che lo chiede.

Non un solo TG sta coprendo questa immonda vergogna, noi sia mai che anche dalle nostre parti venga ,messo in dubbio ciò che l’Europa e le Banche ci Chiedono.

di Fabio Pupulin

Racconta un blogger da Atene:

“… Infatti, ho appena realizzato quanto il gasolio sia dannatamente amico dell’ambiente, rispetto al bruciare cose in un camino o una stufa. Si, ho proprio detto “cose”: la gente sta bruciando mobili, plastica, materiali da costruzione e persino le ciabatte per scaldarsi quando fa freddo. E questo rende la coltre di fumi che copre le nostre città ancora più tossica.”

Scrive l’amico Paolo Barnard sul suo sito:

“Le notizie che arrivano dalla Grecia sono di quelle che uno non ci può credere. Li hanno ricacciati al medioevo. I greci stanno disboscando i parchi, i campi e le colline per scaldarsi. Buttano nel fuoco i libri di casa, i mobili, qualsiasi cosa bruci, con vernici e tutto. Ad Atene le malattie polmonari sono aumentate del 300% a causa dei fumi della legna arsa negli appartamenti. Ma vi rendete conto? Bruciano legna in casa, nel condominio, per non morire di freddo.“
Non stiamo parlando di fantascienza, stiamo parlando di quello che sta accadendo in queste ore drammatiche in Grecia, un paese amico e goegraficamente vicino a noi italiani, gran popolo di pecoroni, che mentre viene tosato e spolpato, ringrazia e implora i suoi carnefici di continuare.

In Grecia, mezzo milione di famiglie sono senza elettricità perché non sono più in grado di pagare la bolletta, ed intanto i nostri mezzi di disinformazione di massa se ne stanno bellamente in silenzio, limitandosi a riportare la notizia tra le righe, senza ricercare i veri motivi o approfondirne le cause.

Anzi, una simile tragedia viene strumentalizzata dai pavidi conduttori da salottini per V.I.P., per permettere al mentitore Monti, di affermare che in Italia, se non siamo costretti a bruciare i mobili, è solo grazie a Lui!

Il tutto per permettere a quest’impostore di farsi campagna elettorale in assoluta solitudine, senza avere di fronte nessuno a contraddirlo.
Assurdo, mai vita una cosa simile nella storia di questa disgraziata repubblica.

Questo attempato signore si sta prendendo gioco di un intero popolo, e si sta candidando a condurci tutti quanti all’inferno.

Un inferno fatto di disoccupazione, di deindustrializzazione, di attività che muoiono come mosche, di fuga di capitali e persone capaci all’estero, di fuga di investitori da un Paese ormai avviato verso l’inesorabile declino.

Un inferno fatto di forze dell’ordine impotenti davanti ai veri criminali e senza benzina per le auto e cancelleria per gli uffici.

Un inferno fatto di povertà e disperazione, che priva di una qualsiasi speranza di costruirsi un avvenire le giovani generazioni, ormai ridotte ad un tasso di disoccupazione che viaggia spedito verso il 40% e non intende arrestarsi, mentre chi è “fortunato” e trova un lavoro, è costretto al precariato a vita.

Un inferno voluto da pochi per far pagare a tutti noi le loro perdite al casinò della finanza speculativa (v. i derivati-bomba celati dentro tutte le più grosse banche del Paese) e soddisfare i loro peggiori istinti di prevaricazione dell’uomo sull’uomo.

Un inferno fatto di criminali senza scrupoli che si spacciano per salvatori della patria.

Noi italiani abbiamo solo una fortuna, guardando ora la Grecia, è come se ci guardassimo allo specchio tra un anno, o poco più, ma siamo talmente vili che facciamo finta che l’immagine riflessa sia di qualcun altro."

(www.rischiocalcolato.it)

Spazio elettorale: vota Pud€



Tanto va lo schiavo all'urne che si crede cittadino!

VOTA PUD€
Partito Unico Dell'€uro

Meno Lavoro - Meno Salario - Meno Pensioni
Meno Ospedali - Meno Scuole - Meno Stato Sociale
Meno Giustizia - Meno Uguaglianza - Meno Libertà
Meno Diritti - Meno Democrazia
Più tasse, Più soldi alle banche, Più privatizzazioni,
Più ricchezza ai più ricchi, Più €uropa per tutti...

IL PUD€ DICE LA VERITÀ! (in inglese, intervistato dal Financial Times)

Per mantenere l'€uro dobbiamo impoverirvi, come facciamo a trasferire la ricchezza dalle vostre alle nostre tasche? Non possiamo dirvi che il PROBLEMA non è il debito pubblico ma è il DEBITO PRIVATO ESTERO causato dall'€uro, che necessita della svalutazione del salario per sanare gli squilibri della bilancia dei pagamenti (importazioni/esportazioni) tra i paesi €uropei dato che non si possono svalutare/rivalutare le monete nazionali... secondo la legge della domanda e dell'offerta, legge che ci piace finché svalutiamo il vostro lavoro, non i nostri profitti.

Non possiamo dirvi che è e sarà necessaria una maggiore disoccupazione, altrimenti non diventerete come i tedeschi, che grazie alla riforma Hartz del lavoro (2001) e alla successiva disoccupazione accettano in 7,5 milioni salari di 400 €.

Non possiamo dirvelo ma noi lo sapevamo già da più di 50 anni, c'è chi ha preso il Nobel su questo...

Non possiamo dirvelo perché potreste “pensare” e informarvi e scoprire che abbiamo creato l'€uro apposta e che sul web, e negli altri paesi, ne parlano e dicono che l'Italia rinascerebbe senza €uro, perché è uno dei paesi più ricchi, più virtuosi nei conti pubblici, più ricchi nel tessuto produttivo, p. es. gran parte della meccanica di precisione viene fatta in Italia, ma noi vogliamo comprarci le vostre aziende ai saldi.

Non possiamo dirvi che il debito pubblico si è accumulato per pagare gli interessi alla finanza privata da cui da 30 anni prendete a prestito i soldi perché sono 30 anni che lo Stato (voi-il popolo) non ha la sovranità sulla moneta... Bravi, gridate corruzione, MENO STATO, che noi vi accontentiamo subito, lo privatizziamo e voi dovrete pagarvi scuola, sanità, pensioni, ricostruzione dopo disastri naturali, e tutto quello che vogliamo, tramite le nostre assicurazioni.

Non dovete sapere che la vostra Costituzione grazie al fiscal compact, al MES, al pareggio di bilancio, è di fatto sospesa, ...vi servirebbe...

Non possiamo dirvelo, dovete sentirvi in colpa, preferiamo parlare di Cina, di dollaro che ha paura (infatti noi ci teniamo i dollari e vi lasciamo l'€uro), di politici corrotti, come se ci fossero solo da voi ma noi lo chiamiamo lobbismo, mentre noi ci intaschiamo miliardi, ci compriamo gli stati interi e mettiamo i nostri dipendenti a governarvi. Bravi.

I (veri) FINANZIATORI DEL PUD€

VOTA PUDE E NON LEGGERE I SEGUENTI BLOG... (potresti informarti e pensare):

il-main-stream - vocidallestero - tempestaperfetta



La solitudine dei numeri reali - secondo volantino


"Lo “spread” della spesa pubblica 

Uno studio realizzato dalla Ragioneria Generale dello Stato, dal titolo “La spesa dello Stato dall'Unità d'Italia”*, certifica la sostanziale linearità della spesa pubblica italiana rispetto alla media europea. In particolare, i dati ufficiali certificano che la spesa pubblica nei quattro maggiori paesi della zona euro (Germania, Francia, Italia, Spagna) vede l’Italia in posizione intermedia tra Francia e Germania ..."

"Ricorda: la prima vittima della crisi è la verità!"

sabato 26 gennaio 2013

Mps la numero uno

Report - 9.12.2012

Non ho nessuna intenzione di difendere il Pd e i suoi intrecci economico-politici nelle regioni rosse. E nemmeno di difendere l'operato di Monti al governo. E nemmeno di fare il tifo per Berlusconi che ora si può avvantaggiare dello scandalo Mps, ma non lo fa perché faceva comodo anche a lui.
Ma la mia impressione è che Monte dei Paschi di Siena sia sola la punta di iceberg, di un sistema bancario nazionale e internazionale completamente marcio. Una gigantesca bisca, dove il più pulito ha la rogna.

Quelli di Mps sono i primi a cadere. Qualcuno doveva iniziare. Probabilmente pagano una certa superficialità, una certa faciloneria provinciale. Volevano fare come le grandi banche, aggiustare i bilanci con la solita cosmesi finanziaria, ma si sono comportati in modo malaccorto.
Questo non vuol dire che sia un bene che un partito come il Pd si occupi anche di banche. Però non credo siano gli unici a farlo, e probabilmente in passato la gestione della banca di Siena non era così incauta.

Purtroppo oggi si credono tutti più furbi, pensano di essere i più smaliziati trader di Wall Street:

"Navigando nell’oceano dell’informazione ma soprattutto grazie a Twitter ieri mi sono imbattuto in un altro pirata, uno di nome Jack Sparrow uno che come ci racconta lui …ha solcato i mari della finanza in lungo e in largo, su imbarcazioni piccole e grandi, con i mercati in tempesta oppure cavalcando grandi onde d’ottimismo.
...
Jack Sparrow: “Allora, cosa ne pensate di questa vicenda?”

Mr K: “Strano che facciano tanta notizia queste operazioni.”

Mr Y: “Sì, vero, operazioni così sono la norma per banche, assicurazioni e casse di previdenza (orrore!), io ne ho personalmente fatte un sacco. Se si va a scavare un po’ nei vari bilanci sapete quante se ne trovano?”

Jack Sparrow: “Mi spiegate in parole povere come avvengono queste operazioni?”

Mr K: “Inizia per esempio con una banca che ha delle grosse perdite derivanti da operazioni finanziarie e che non vuole fare apparire in bilancio. Cosa fa? Chiama unabanca d’affari come la mia e le chiede di mettere in piedi una ristrutturazione, che di solito prende la forma di un contratto swap. Uno swap è un contratto con il quale due parti si scambiano flussi di cassa o, per semplificare, si scambiano due titoli: pensate a un titolo con cedole legate a un tasso variabile scambiato con un altro a un tasso fisso, per esempio.

Il resto lo lascio leggere a Voi per una maggiore consapevolezza ma il punto principale sta qui…

Jack Sparrow: “E voi dite che queste operazioni sono molto frequenti, ma è possibile?”

Mr Y: “Eccome. Di solito queste operazioni si fanno prima delle relazioni semestrali, alla presentazione del bilancio. Si tratta di cosmesi dei bilanci.”

E pensare che c’è ancora qualche ingenuo o anima candida che crede che si tratti solo di eccezioni, che i bilanci delle banche siano tutti candidi, lindi, senza macchia, quando la cosmesi va di moda, per non parlare di elusioni fiscali varie, riciclaggio di denaro sporco e via dicendo!

Tesoro, Consob e Banca d’Italia non sapevano nulla … Se si va a scavare un po’ nei vari bilanci sapete quante se ne trovano … di operazioni simili!

Coraggio ragazzi ora vi attende la relazione del professore Monti, va tutto bene, tutto sotto controllo, non sono 4 i miliardi che si devono sborsare ma solo due e non abbiamo ancora versato un centesimo e poi li recuperiamo e poi non centrano nulla con l’iva con l’imu e poi co le elezioni e poi e poi…"

(icebergfinanza.finanza.com)

Lo scrive Mazzalai sul suo blog, che di professione è consulente finanziario e proviene da quel mondo. Credo sia informato dei fatti.

Ora naturalmente lo scandalo si riverserà nella campagna elettorale, e probabilmente si avvertono i primi sommovimenti politici:
"Mario Monti, su Radio Uno, apre alla possibile alleanza con il Pdl ... «Poniamo che il Pdl, magari non sempre guidato dall'onorevole Berlusconi... si potrebbe benissimo immaginare una collaborazione con quella parte, una volta mondata e emendata dal tappo che per natura sua impedisce le riforme». La condizione è però che il partito sia mondato dal tappo che impedisce le riforme». "

I casi sono due, o Monti è andato a scuola di "politica dei due forni" da Casini, o comincia a sentire odore di bruciato alla sua sinistra. Il Pd comincia una lenta rosolatura che lo porterà alle elezioni carbonizzato.

In ogni caso, l'impressione è che chi doveva vigilare sapeva, ma si è girato dall'altra parte. Non perchè volesse proteggere gli interessi di Mps e della sinistra italiana. Ma probabilmente perché fare dei controlli su Mps, significherebbe dover poi estendere gli stessi su tutto il sistema bancario. E ne uscirebbero fuori di tutti i tipi e a diversi livelli di marciume. Sono pronto a scommettere che Mps ne uscirebbe come una delle banche nelle condizioni migliori!

"Proprio Visco ha osservato che Bankitalia ha svolto fino in fondo il suo compito di vigilanza su Mps, anche se l’istituto di via nazionale «non è la polizia delle banche». “La Banca d’Italia ha svolto ispezioni al Monte dei Paschi negli anni scorsi”, quando l’istituto senese era presieduto da Giuseppe Mussari. A quell’epoca, ha detto oggi Visco a Davos, «abbiamo rilevato problemi in termini di liquidità». La sostituzione della primissima linea del management con Alessandro Profumo alla presidenza e Fabrizio Viola come amministratore delegato nasce anche da qui: «Siamo stati noi a fare pressione per la sostituzione del management», ha detto questa mattina Visco."
(www.corriere.it)

Non oso immaginare cosa ci nascondono Intesa-San Paolo e Unicredit, i due colossi bancari nazionali.

"Gli azionisti di tre delle quattro maggiori banche italiane hanno perduto oltre il 90% di quanto avevano investito nel 2007. Per la quarta le perdite si limitano al 75%. Per quelli che hanno acquistato obbligazioni argentine al momento del default andò molto meglio. Le fondazioni bancarie italiane hanno visto volatilizzarsi in meno di cinque anni un patrimonio che aveva origini plurisecolari. Talune banche popolari hanno distrutto ricchezza in termini di danni a uno specifico territorio tanto che per trovare qualcosa di simile si deve pensare ad una calamità naturale. Questo dal lato degli azionisti.

Dal lato dei clienti si deve pensare alla quantità devastante di derivati che hanno ammorbato i bilanci e compromesso il futuro di imprese sane, la quantità di titoli tossici di ogni tipo che hanno distrutto non solo i risparmi ma anche la voglia di risparmiare di centinaia di migliaia di famiglie, anche se, per alcuni, in quegli stessi momenti, il credito è stato facile come non mai ad alimentare speculazioni finanziarie e transazioni immobiliari molte delle quali sono oggi oggetto di cronaca giudiziaria
....
Le banche italiane si sono indebitate pesantemente verso l’estero creando uno squilibrio strutturale tra raccolta e impieghi e soprattutto senza preoccuparsi di pareggiare le scadenze tra raccolta ed impieghi. Non ci fosse stata la Bce vi sarebbe stato un problema di stabilità per il sistema. Difficile però meravigliarsi se le banche italiane non prestano nonostante il sostegno della Bce.
...
Derivati, prodotti opachi, obbligazioni di soggetti prossimi all’insolvenza trattate fuori mercato hanno gonfiato i conti economici delle banche italiane per anni: poi hanno gonfiato i ruoli dei tribunali con costi di gestione e perdite da contenzioso impressionati eppure quasi secondarie se poste a confronto con le distruzioni di avviamento e i danni reputazionali che hanno cagionato compromettendo la propensione stessa al risparmio. È maturato l’odio popolare per le banche e perfino la Cassazione ha negli ultimi dieci anni modificato orientamenti consolidati da cinquant’anni, quasi che l’interpretazione del diritto non potesse sfuggire al disgusto popolare.
...
se c’è chi ottiene profitti astronomici con i derivati è difficile spiegare ad azionisti non sempre molto esperti che usare disinvoltamente i derivati, oltre che essere disonesto, alla lunga sarà anche pericoloso;
...
Mussari era il soldatino più disciplinato della compagnia tanto che l’hanno fatto presidente della compagnia, hanno perfino modificato lo statuto dell’Abi per non perderlo.
È sufficiente vedere chi sono gli uomini nuovi che arrivano per gestire una banca dove qualche problema particolare affiora: in genere settantenni o comunque coinvolti in gestioni passate assai scadenti di banche non certo additabili ad esempio. Le garanzie che danno non riguardano mai la gestione, ma le relazioni che essi promettono di sapere gestire.
...
Per completare il quadro adesso alla Banca d’Italia arriva anche l’Isvap. Dalla Banca d’Italia si passa ai vertici delle istituzioni democratiche oramai di regola fino a prendere addirittura la Rai. Il collegamento con i mezzi di informazione è evidente e passa dal controllo del credito e della partecipazioni nei maggiori giornali di banche e finanziarie collegate alle fondazioni e ben vigilate dalla Banca d’Italia. Come per altri poteri italiani è l’autoreferenzialità a garantire la perpetuazione e la mancanza di trasparenza a preservare il prestigio.
...
I soldi stanno però per finire: Unicredit doveva essere l’esempio di una banca italiana controllata dalle fondazioni ed invece ormai azionisti esotici neppure molto noti pesano, almeno nei numeri, assai più delle fondazioni italiane. Vi fosse qualcuno che vuole scalare Unicredit non si vede chi in Italia potrebbe fermarlo (salvo i mezzi coercitivi). Non ci fosse stato Gheddafi all’ultimo minuto non si sarebbe saputo con chi sostituire la Fondazione Cariverona che si defilò da un aumento di capitale decisivo per la vita di Unicredit in un momento di grande turbolenza. La Fondazione di Siena ha finito da tempo i soldi e leggine di favore a Bruxelles non hanno incantato nessuno. Il presidente della Fondazione Cassamarca Dino De Poli è stato trionfalmente rieletto a 84 anni, dopo 25 anni di onorato servizio, ma il miliardo di patrimonio è perduto tutto e per sempre e anche le azioni Unicredit che aveva un tempo saranno di altri.

Fino a che la Bce continuerà a finanziare le banche italiane o almeno dirà di volerlo comunque fare, il sistema continuerà a funzionare. Poi i conti si dovranno fare anche lì, come sta cominciando a succedere per le Fondazioni. Fosse mai che alla Bce si stanchino di far credito a occhi chiusi, Mussari resterà alla storia come il primo caduto di una lunga rivoluzione."

Mps è la numero uno. Ora è sufficiente attendere ed arriverà anche la numero due, tre, quattro...

venerdì 25 gennaio 2013

Trend elettorale


(clicca l'immagine per ingrandire)


E' facile appassionarsi ai sondaggi elettorali che per queste elezioni sono sfornati a ritmo serrato. Anche qui nel blog (vedi "Nuovo sondaggio Tecnè") Mi è successo di cedere al fascino delle percentuali.

Ma a ben guardare, questo continuo uscire di nuovi sondaggi mi pare serva più che altro ad attirare lettori, che a fare chiarezza.
Un po' come gli oroscopi nelle ultime pagine dei giornali.
Capita infatti di leggere nello stesso giorno, su media diversi, da una parte: "scendono tutti nei sondaggi eccetto Grillo ed Ingroia" e da un'altra parte: "Grillo continua a perdere consensi scendendo dell'uno percento rispetto alle precedenti rilevazioni". Il sondaggio diventa un'arma di propaganda elettorale per demoralizzare gli avversari e galvanizzare i sostenitori.

Chi ha ragione? nessuno, perché i sondaggi non sono i risultati delle urne. I cittadini interrogati dai sondaggisti possono essere più o meno sinceri, o il campione selezionato, formato da qualche migliaio di persone, può essere casualmente sbilanciato verso una certa formazione. Mi pare che il margine di errore è almeno del 3%, una percentuale minima ma che può anche voler dire per il centro sinistra vincere o perdere il Senato.
Ma gli errori possono essere anche clamorosamente più alti, come è avvenuto per i sondaggi siciliani (vedi "Possibili errori nei sondaggi").

Per questo motivo trovo molto intelligente il lavoro fatto su www.scenaripolitici.com che non si sofferma più di tanto sulle percentuali, quanto piuttosto sui trend di medio periodo.
Nel grafico a inizio post, si stima il trend elettorale delle due maggiori formazioni politiche: centro sinistra (Ibc - verde) e centro destra (cdx - azzurro).

Il grafico non è formato da un singolo sondaggio, ma ogni punto colorato, indica una percentuale riferita alle due formazioni, desunta da vari sondaggi. La percentuale si legge sull'asse verticale sinistro.
Le linee azzurra e verde riassumono in modo semplificato il trend delle "nuvole" di punti colorati. La linea rossa indica la differenza percentuale fra le due formazioni (indicata sull'asse verticale destro).

Come si può vedere il trend indica, per il 24 febbraio, una leggera diminuzione dei consensi del centro sinistra e una decisa crescita dei consensi del centro destra. La linea rossa indica che la differenza fra le due formazioni tende a diminuire.
La tendenza generale indica quindi che si va verso uno scenario tipo 2006: vince il centro sinistra ma rischia di avere numeri troppo esigui per governare.
Avevo previsto che potesse accadere questo già agli inizi della campagna elettorale:

"Credo a questo punto che anche Bersani abbia festeggiato la vittoria elettorale con troppo anticipo. Se Berlusconi scende di nuovo in campo, ma questa volta arrabbiato e populista più che mai, antieuropeo e vendicativo, risolleverà probabilmente le sorti del centro destra. Non credo possa vincere, ma sicuramente produrrà un riallineamento delle percentuali dei sondaggi elettorali. Creando problemi di governabilità al centro sinistra."
(La strategia del Cavaliere (2) - 7.12.2012)

"Pertanto dai prossimi sondaggi mi aspetto tre cose: una limatura delle preferenze alla coalizione di centro sinistra, non perché perderà voti a favore del Cavaliere, ma perché arriveranno nuovi elettori dalle file degli astenuti verso Grillo e Berlusconi;
Un incremento di preferenze per la coalizione di centro destra, che dipenderà da quanto vorrà estremizzare la campagna elettorale il Cavaliere;"

(Effetto B. - 8.12.2012)

Secondo il grafico sopra riportato, i due maggiori contendenti tendono entrambi al 35% dei consensi. Questo significa che M5s e centro montiano (più tutti i partiti minori) dovranno spartirsi il restante 30%. E' uno scenario possibile. Ma va considerato che nelle elezioni siciliane, i sondaggi sottovalutarono proprio la formazione di Grillo (di tantissimo) e la formazione di centro. Per quanto riguarda le rilevazioni del M5s, va detto che, come avvenne per i sondaggi in Sicilia  (vedi "Indecisione elettorale"), c'e una grande differenza tra un sondaggio e l'altro: si va dal 10% al 16% (60% di differenza). In Sicilia questa incapacità di rilevamento della forza del Movimento, è stata seguita da un successo elettorale inaspettato. Sarà così anche a livello nazionale?

Questo vuol dire che i sondaggi, anche quelli degli studi demoscopici più seri ed equidistanti dai partiti, vanno presi con le pinze. In realtà la situazione è ancora apertissima. Le due formazioni maggiori potrebbero sommare assieme al 60%, oppure solo una delle due ( per es. il centro destra come in Sicilia) essere sopravvalutata. Nel primo caso aumenterebbero le difficoltà di formare una maggioranza al Senato, nel secondo il centro sinistra potrebbe sognare un governo anche senza il centro di Monti.

Sorprese maggiori, invece penso non ce ne possano essere: difficile che grillini e lista civica per Monti possano raggiungere una maggioranza autosufficiente. Ancora di più che possa farlo Rivoluzione Civile.

Inoltre, se il trend di Scenaripolitici.com verrà confermato, indica una volta in più che l'ingrediente Berlusconi è essenziale per la lievitazione della pietanza centro destra. L'obbiettivo minimo del Cavaliere verrebbe raggiunto: far vincere male gli avversari.
E vero che questa volta il centro sinistra ha a disposizione la carta Monti, ma questi più che una soluzione potrebbe diventare un ulteriore problema di governabilità.

La strategia per il centro destra è ottima. Lo stesso non si può dire per l'Italia. Berlusconi si avvicina agli ottanta, a chi giova una politica di logoramento del centro sinistra? Non voglio nemmeno pensare che il Cavaliere possa avere una recondita ambizione di ripresentarsi ad eventuali elezioni nel 2014 o 2015...

giovedì 24 gennaio 2013

Imu: imposta salva banche



Di solito si pagano le tasse senza avere una percezione precisa di dove vanno a finire i nostri soldi. Questa volta, grazie a Monti e al governo dei tecnici, non è accaduto. Sappiamo che almeno 3,4 miliardi del gettito Imu, sono finiti in Monte Paschi di Siena a fondo perduto per salvare una banca fallita.

E forse non basterà nemmeno, perchè Mussari, che da presidente affossatore di una banca, era stato giustamente promosso a presidente dell'associazione delle banche (Abi), non l'ha raccontata per intero. Ha firmato contratti segreti (?) di derivati capestro, facendo ampliare le perdite già note. Secondo me meriterebbe un ulteriore premio: facciamolo Presidente della Repubblica.

"L’INCHIESTA DEL FATTO
”Il Monte dei Paschi di Siena nel 2009 durante la gestione di Giuseppe Mussari ha truccato i conti con un’operazione di ristrutturazione del debito per centinaia di milioni di euro di cui oggi i contribuenti italiani pagano il conto”: questo l’attacco del pezzo di Marco Lillo sul Fatto Quotidiano di oggi, in cui si ricostruisce l’operazione Alexandria, dal nome di un contratto derivato siglato dal Monte con la banca giapponese Nomura e su cui sono in corso accertamenti da parte dell’attuale cda di Mps.

Il contratto, ricostruisce Marco Lillo, impone subito una correzione nel bilancio di 220 milioni di euro ma i consulenti di Pwc e Eidos stanno cercando di quantificare il buco reale nei conti del Monte che, secondo una fonte anonima citata dal nostro giornale, potrebbe salire a 740 milioni di euro. L’operazione Alexandria, al vaglio anche della Procura di Siena, sarebbe servita a Mps per “abbellire il bilancio 2009” scaricando su Nomura le perdite di un derivato basato su rischiosi mutui ipotecari che poi i giapponesi avrebbero riversato sul Monte attraverso un contratto ‘segreto’ a lungo termine non trasmesso dall’allora vertice di Mps, guidato da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, ai revisori dei conti Kpmg e a Bankitalia.

...
La relazione, firmata dall’ad Fabrizio Viola, sottolinea che “a fronte dei possibili impatti patrimoniali” derivanti da queste “operazioni strutturate” il cda ha aumentato da 3,4 a 3,9 miliardi di euro le richieste di Monti Bond al Tesoro. Sulla questione è intervenuto il Monte dei Paschi di Siena, che ha confermato come l’incremento di 500 milioni di euro di Monti Bond
...
I Monti Bond servono per coprire le perdite di bilancio generate da operzioni sbagliate fatte con strumenti derviati. Mario Monti, Bersani e Berlusconi, ci hanno tassato per salvare l’influenza dei partiti sul Monte dei Paschi di Siena."
(www.rischiocalcolato.it)

Che bravi a fare la campagna elettorale delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.

"Certo, la campagna elettorale non dovrebbe essere un cabaret e non c’è dubbio che Bersani e anche Monti si guardino bene di calcare le tavole dello Zelig, come avviene nel Pdl. Hanno invece scelto il teatro dell’assurdo alla Ionesco e mentre il premier in pectore demolisce ogni giorno tutto ciò che ha fatto, dicendo che è una schifezza, come fosse una Penelope che disfa la tela in attesa di Ulisse Goldman, il candidato del Pd, ... si dedica a riscoprire ciò che ha entusiasticamente votato."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

E' tutta una compagnia di giro che ci prende in giro: in Parlamento hanno votato tutto, dall'Imu ai caccia bombardieri F35, agli aiuti senza contropartita a banche italiane e straniere. Ora in campagna elettorale si dissociano tutti da loro stessi. Persino Monti che ha perlomeno supervisionato e guidato l'azione di governo, ora vuole tornare indietro sui suoi provvedimenti, oppure ne imputa gli effetti nefasti ai "governi precedenti". In economia bocciato, ma promosso a pieni voti in "scarica barile".

Quando Berlusconi dice che lo spread è un falso problema, perchè gli italiani hanno una ricchezza di 8.000 miliardi a fronte di un debito pubblico di 2.000 miliardi, ha perfettamente ragione. Infatti, detto e fatto: i nostri creditori (le banche) hanno qualche problema? si spolpa la ricchezza immobiliare degli italiani (Imu) e si sistema tutto.

Perchè ora sui giornali non spuntano i titoli in stile "mani pulite"? Tipo: non potevano non sapere. E qui non potevano non sapere praticamente tutti i partiti che in Parlamento hanno consentito di salvare Mps con i Monti bond. Dal Pdl al Pd passando per il centro, tutti hanno interesse a salvare le fondazioni bancarie, portafogli e potentati dei partiti.
E anche lui, il supremo (non il Cavaliere), il vero Presidente d'Europa, non poteva non sapere:

"E se sotto Monte dei Pacchi di Siena ci fosse L'INCIUCIO DRAGHI/MUSSARI?


Draghi all'epoca era Governatore della Banca d'Italia...

ed aveva la responsabilità del CONTROLLO di certe OPERAZIONCINE....

Infatti già si cerca di METTERLO IN SALVO

dicendo che certe porcherie di MPS-Nomura-Alexandria
ERANO STATE CELATE A BANKITALIA CHE NE ERA IGNARA...;-)

Immaginate le possibili conseguenze sull'Euro e sulla BCE...

anche se non sarà facile arrivare al vertice della Piramide...
soprattutto ADESSO che, grazie a Draghi,
si strappano di mano i Bonos di una Spagna fallita allo 0,44% di rendimento a 3 mesi...
od i nostri cess-BOT a 12 mesi allo 0,86%....

E comunque non c'entra di certo solo Draghi....

Lo sporco affaire MPS è il CLASSICO VASO DI PANDORA...
Qualcuno avrà il coraggio di aprirlo proprio quando l'Italia è stata tamponata sui Mercati grazie a Draghi?
Forse sotto Campagna Elettorale anche l'impossibile diventa possibile....
La Partita è aperta."
(www.ilgrandebluff.info)

Un motivo in più per non votare nessuno degli ex alleati (o futuri alleati e liste ciniche) di Monti.

mercoledì 23 gennaio 2013

Il Monti bis non è obbligatorio


L'avevo già scritto in un altro post: le tesi economiche di Brunetta (Pdl) a volte sembrano l'eco delle tesi di Fassina (Pd) e viceversa. Si era palesato in un confronto nella trasmissione di La7 "Omnibus". Non mi stupisce se fra i due ci sia un'intesa di massima, soprattutto per quanto riguarda la valutazione della disastrosa politica economica di Monti. Di cui entrambi sono sempre stati contrari. Brunetta non ha mai votato i suoi provvedimenti, Fassina non ha mai nascosto la sua contrarietà anche a costo di mettere in imbarazzo il Pd.

I due hanno un certo peso nei rispettivi schieramenti, ma non credo sia così determinante. Comunque potrebbero offrire una strada alternativa a quella già determinata dal Quirinale o dalle cancellerie straniere.

"Il tema è di quelli proibiti in campagna elettorale che, viceversa, potrebbe affacciarsi subito dopo il voto. Si tratta di un ipotetico accordo tra i due partiti maggiori.
...
Esiste un’alternativa: sostenere o il Pd o il Pdl nella prospettiva che si mettano d’accordo per governare assieme. Non un esecutivo tecnico, come quello degli ultimi 14 mesi, ma politico. Un governo non di emergenza ma di unità nazionale.
...
Bankitalia ha lanciato un allarme sui conti pubblici, che evidentemente non sono stati messi
sufficientemente in sicurezza dalle tecno-stangate. In un’economia depressa, al calo del Pil si somma la crescita delle spese sociali come quelle per la cassa integrazione. Il buco che si credeva chiuso si riapre da un’altra parte.


Si parla di una manovra primaverile da almeno 7 miliardi di euro. Una mungitura impopolare e forse
impossibile, v isto che il Paese è già stremato. Ma probabilmente inevitabile, se si dovesse sottostare alla lettera degli impegni presi con l’Europa. Soltanto un governo forte, con salda base parlamentare, frutto delle urne e non di situazioni d’emergenza, avrebbe il potere di spiegare all’Europa che certi impegni sono irrealistici e che la politica economica dell’eurozona va corretta.


Bersani potrebbe esplorare la via dell’intesa con Berlusconi. Il quale ha già detto che sulle grandi
riforme per rinnovare il Paese è disposto a lavorare con il Pd. E la difesa degli interessi italiani in Europa potrebbe rientrare a buon diritto tra le possibilità di collaborazione.
Sarebbe una «grande coalizione» sul modello del primo governo Merkel tra popolari e socialisti, guidata dal leader del partito che ha preso più v oti nelle urne, cioè − verosimilmente − Bersani. Il secondo partito, cioè il Pdl, potrebbe indicare per il Quirinale un nome che garantisca entrambi. Ed ecco un governo senza Monti, senza i centristi e senza massimalismi, capace di battere i pugni sui tavoli di Bruxelles."
(www.ilsussidiario.net)

Sarebbe evidentemente un tradimento degli elettori che si trovano sui due fronti opposti. Per altri sarebbe un evidente ritorno della vecchia politica incapace: ma se proprio bisogna essere onesti, la vecchia politica per un anno si è messa da parte. E i risultati ottenuti della "società civile" non sono stati particolarmente esaltanti, ne visti da destra, ne visti da sinistra.

La grande coalizione potrebbe quindi essere la soluzione migliore nel caso di risultati elettorali poco chiari: se il Pd non vincesse in Senato, sarebbe costretto a cercare i voti dei montiani. Ma da come procede la campagna elettorale non sembra la soluzione preferita di Bersani. Infatti il segretario Pd dicendo che non è il caso di rincorrere una manovra dietro l'altra, che non vuole la patrimoniale, ha in pratica preso le distanze dalla politica economica montiana tutta basata sulle tasse.

Un governo Monti-Pd-Sel (o senza Sel) potrebbe anche non durare a lungo. Il Pd potrebbe non essere più interessato a sostenere politiche antisociali come la "riforma" pensionistica comportante esodati, o la "riforma" Fornero dagli esiti incerti sul lavoro. Fare un governo claudicante per poi magari tornare alle urne dopo sei mesi, non sarebbe il massimo e pericoloso in questa fase di crisi.
Tanto vale trovare un accordo con i "nemici" del Pdl per chiedere tutti assieme una tregua o una revisione della politica economica imposta dalla Troika (ma soprattutto dalla Germania e messa in atto da Monti).




martedì 22 gennaio 2013

Pinocchio in loden



Eravamo abituati a considerare Silvio il più bugiardo, o forse il più contraddittorio. Un giorno dice "nero" e il giorno dopo dice"bianco"; anzi, che ha sempre detto "bianco", in sfregio a qualsiasi evidenza (registrazioni comprese). Ma il nuovo Pinocchio Monti, stupisce per aver quasi superato il maestro. Mentre sulle bugie di Silvio, in realtà c'è qualche dubbio che non lo siano del tutto. Per esempio su Repubblica sono state analizzate le risposte di Berlusconi alla trasmissione "Lo spoglio":

"Berlusconi: "Monti ha aumentato di 3 punti la pressione fiscale. Mai successo".
Fact-checking: Parzialmente vero. È aumentata di 2,6. E ci sono stati aumenti maggiori negli anni precedenti.

Berlusconi: "Miei governi hanno sempre tenuto i conti in ordine e mai aumentato le tasse".
Fact-checking: Non vero

Berlusconi: "Da miei governi leggi tutte a favore di maggiore civiltà della giustizia, sempre approvate da Consulta e Corte Europea".
Fact-checking: Non vero. La Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato sia il "Legittimo impedimento" che il "Lodo Alfano".

Berlusconi: "Se cambiamo la Costituzione in 5 anni si risparmiano 80 miliardi sugli 800 di spese dello Stato".
Fact-checking: (prende in esame ovviamente solo le cifre, non le promesse): Vero. La spesa per la macchina dello Stato è 800 miliardi.

In generale, il Fact-checking ha portato alle seguenti risposte: Berlusconi ha detto tre cose vere, una parzialmente vera e due sicuramente non vere."


Anche dal punto di vista dell'analisi delle cause della crisi, anche se Berlusconi è in genere preso a sberleffi dalla stampa e tv principali, in realtà è quello che ci prende di più. Anche perché si è personalmente preparato interrogando direttamente economisti di fama internazionale. Chiaramente la stampa lo osteggia, sopratutto se proviene dalle redazioni del Corriere-Repubblica-Sole24ore, cioè la stampa sdraiata sulle posizioni di austerità germanica.

N. Porro fa un fact checking piuttosto impietoso sulle affermazioni di Monti, ma in generale mi pare ci prenda:

"1 L’incubo quotidiano era di restare senza soldi per pagare gli stipendi pubblici.

Ma di che sta parlando? Tra il novembre del 2011 e quello del 2012 ballano circa sei miliardi di fabbisogno. nel senso che nel 2012 (dati novembre) il fabbisogno pubblico è stato pari a circa 63 miliardi. Il conto di tesoreria nel 2011 era ampiamente in grado di coprire la differenza: nessun rischio stipendi. Essi ammontano a circa 150 miliardi l’anno. In termini assoluti e di lungo periodo il rischio di non pagare gli stipendi c’è sempre e deriva dal fatto che il debito italiano è elevato, superiore ai duemila miliardi. E su questo fronte durante il governo Monti il debito è cresciuto circa di 70 miliardi di euro. In termini percentuali il debito pubblico è cresciuto nel periodo montiano più che in quello berlusconiano. E se qualcuno volesse o dovesse evocare lo spauracchio stipendi potrebbe farlo a maggior ragione oggi rispetto a ieri."

(blog.ilgiornale.it)

Questa è un affermazione credo fra le più false, ma che continua ad essere ripetuta come un mantra non solo dai politici montiani, ma anche da molti giornalisti, che evidentemente non hanno fatto un semplice raffronto di cifre (ndr vedi anche il post: "L'Italia era sull'orlo del baratro?").

"2 le riforme avvicinandosi alle elezioni incontravano ostacoli crescenti… e pesava il rapporto più stretto del Pd con la Cgil.

Non siamo certo fan di quella parte sindacale, ma anche qui Monti si crea una alibi. Il peso della Cgil c’è stato sin da subito. E lui lo sapeva bene. Si era capito nella formazione della squadra governativa in cui fu “silenziato” il candidato anticigiellino al Lavoro Carlo dell’Aringa. E sulla modifica dello Statuto dei lavoratori, Monti sa bene come la manina della Cgil sia stata quella che ha fatto fare al governo una riforma che peraltro lo stesso Monti oggi vuole riformare. perché Monti oggi fa finta di non saperlo?

3. Se fossi caduto in anticipo sarebbero tornati al governo, i vecchi partiti, i vecchi apparati di potere, veri responsabili del declino dell’Italia

Roba da pazzi. Monti è alleato con due esponenti della politica (Casini e Fini) che sono più vecchi o almeno altrettanto vecchi di Cav&Bersani. Perché non li ha mollati per strada? Perché tenersi il Fli di Fini&Bocchino che se va bene si portano a casa l’1 per cento? Sono forse giovani e freschi? Perché non accettare un alleanza con Giannino, che avrà molti difetti, ma certo è un po’ più nuovo dei due gattoni? E gli apparati? Senti chi parla. Al suo governo ci sono stati solo rappresentanti dei vecchi poteri. Agli esteri? un ambasciatore. Alla difesa? Un militare. Sottosegretario alla pres? Catricalà, non proprio un outsider. Allo sviluppo economico? Un banchiere e non di una banchetta di provincia, ma la numero uno in Italia. All’Agricoltura e all’Ambiente: i direttori generali dei rispettivi ministeri, lì da una vita. All’Economia? Grilli che se li è girati tutti e che ha dimorato presso ogni ufficio di via xx settembre. La lista potrebbe continuare. Niente male per chi si dice spaventato dai vecchi apparati.

4 il motivo per cui mi candido è un senso di dovere… il dovere di non far dissipare i sacrifici che avevo chiesto agli italiani… Così rischio tutto..

qua sembra ancor più presuntuoso del cav. presume che i sacrifici fatti fare siano stati buoni, quando egli stesso ha ammesso di aver contribuito ad aumentare la recessione. Ieri Bankitalia ha detto che la ricchezza, grazie alle manovre di Monti diminuirà nel 2013 di cinque volte più di quanto stimino i supertecnici. ma diamo pure per buona questa presunzione montiana. la somma considerazione di sè nasce dal fatto che ritiene per il solo fatto di candidarsi non candidandosi di mettere in cassaforte le sue opere: dunque ha la presunzione di vincere in modo assoluto le elezioni o di essere il Craxi del prossimo governo. In bocca al lupo. Craxi disse, come tutti i politici, che la propria discesa in politica derivava da un obbligo morale a migliorare questo paese, ma almeno non pretendeva di essere nominato Senatore a Vita.
Infine a proposito di rischio tutto: Monti dovrebbe capire che per un politico quale lui è diventato rischiare tutto vuol dire rischiare il seggio: cosa che al sommo prof e sen a vita non è concessa.

5 la mia iniziativa politica è stata sollecitata dalla società civile

Anche questa già sentita. E' la tipica bugia del politico consumato che non ha il coraggio di dire di voler fare politica per una sua legittima ambizione personale. Non si riesce bene a capire cosa sia la società civile? L’aristocratico Monti che sente questa pulsione popolare per la sua candidatura? certo qualcuno lo avrà consigliato, gli avrà suggerito di salire in politica. Ma confondere i club a cui partecipa Monti con la società civile mi sembra riduttivo oppure terribilmente snob.

6 oggi possiamo guardare la crescita con maggiore ottimismo ed è possibile parlare senza alcuna incoerenza di una graduale riduzione delle tasse.

Vabbè questa la dicono tutti."

Forse anche all'estero se ne sono accorti: Munchau sul FT: Monti non è l'uomo giusto per guidare l'Italia

lunedì 21 gennaio 2013

Salviamo i numeri reali (della crisi)


"Quando lo Stato ha bisogno di soldi, perché le entrate sono inferiori alle spese, può ottenerli in tre modi: 1) li stampa, 2) li chiede in prestito al mercato offrendo un interesse stabilito da lui, 3) li chiede in prestito al mercato lasciando che sia quest’ultimo a stabilire il tasso di interesse."

Così inizia il primo volantino preparato dal "comitato per la salvaguardia dei numeri reali" la cui mission è:

" ...restituire ad essi la dignità e l’importanza che meritano.

Un piccolo gruppo di cittadini, che si spera possa crescere in numero, ha deciso di impegnarsi per porre fine a questa ingiustizia. Quello che ci unisce, oltre le diversità di opinioni, è il rispetto e l’ammirazione che proviamo per i negletti “numeri reali”, alla salvezza dei quali abbiamo deciso di dedicare parte del nostro tempo e delle nostre energie.

La strategia che abbiamo in mente è uno schema Ponzi, invertendone però le finalità che, da truffaldine, vengono poste al servizio della verità dei fatti. Il campo d’azione principale non sarà la rete Internet, ma la carta stampata, attraverso la diffusione e distribuzione di volantini, preparati da un gruppo di esperti qualificati attingendo alle fonti più accreditate. La rete Internet sarà usata con funzioni di supporto, al fine di consentire, a quanti verranno in contatto con i volantini, di scaricarli e ristamparli, per poi distribuirli nuovamente.

L’idea è quella di mobilitare migliaia di divulgatori, ad ognuno dei quali sarà chiesto un piccolo sforzo: stampare, in proprio, un limitato numero di copie dei volantini (anche solo cinque) per poi consegnarli a persone di conoscenza, possibilmente spendendo qualche minuto per illustrare il senso dell’iniziativa, così da conquistare alla causa nuovi divulgatori. I volantini potranno essere lasciati al bar quando si fa colazione, sui luoghi di lavoro, all’uscita della messa domenicale (il Vaticano è con Monti, ma l’ecclesia....?)."

Sulla parte destra del blog lascerò, per tutto il periodo delle elezioni, il link (l'urlo di Homer) al sito del comitato.

Francia, crisi e guerra in Mali


Sentiamo parlare in tv e si leggono sui giornali di echi di guerra in Mali e in zone desertiche dell'Algeria: il tutto viene spiegato molto confusamente. Più o meno si è compreso che la Francia ha degli interessi in Mali e sta bombardando le postazioni di un gruppo fanatico islamico che ha occupato la parte sahariana di un paese assurdo che in realtà esiste solo sulle carte geografiche.
Ma le cose che ci vengono dette sui media principali sono piuttosto addomesticate e in parte taciute.

Una prima considerazione che va fatta, è sulla situazione francese. La Francia è una nazione, che per molto tempo è stata considerata una potenza economica al pari della Germania. Ed in effetti in passato, con il suo franco e la sua sovranità monetaria lo è stata. Oggi all'interno dell'eurozona, la Francia invece vede sempre più allontanarsi da queste posizioni.

"Poco prima delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del Trattato dell'Eliseo gli esperti di politica estera di Berlino fanno un bilancio sullo stato delle relazioni franco-tedesche.
...
Parigi dovrà applicare i diktat di risparmio sul modello Hartz IV; se questi avranno successo o meno non è ancora chiaro, per l'opposizione dei sindacati francesi - diversamente da quanto è accaduto in Germania. A Berlino si guarda con scetticismo all'alleanza militare franco-britannica, chiaramente percepita come una minaccia per l'egemonia tedesca. Nel complesso gli esperti consigliano di abbandonare la finzione di due potenze di eguale forza alla guida dell'EU e di accettare la situazione attuale: l'egemonia tedesca.
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I dati piu' recenti mostrano che il paese alla fine del 2012 è entrato in recessione. La disoccupazione ha superato il 10% - il valore piu' alto degli ultimi 15 anni. 2 agenzie internazionali hanno abbassato il rating sul debito francese. La crescente distanza nei confronti della Germania è mostrata dai deficit commerciali: mentre le esportazioni tedesche verso la Francia sono cresciute fino a 101.6 miliardi di euro (2011), l'export francese verso la Germania nello stesso anno ha raggiunto un valore di soli 66.4 miliardi di Euro. Il deficit commerciale, che alla fine si ripercuote in maniera negativa sul bilancio pubblico francese, ha raggiunto in questo modo la cifra record di 35 miliardi di Euro. E questo "significa che entrambi i paesi non sono piu' sullo stesso livello", secondo gli osservatori. La Germania "non ha solo rafforzato la propria posizione economica", ma nel corso della crisi ha trasformato la forza economica in forza politica e "accresciuto il suo ruolo di leadership nella politica europea". "Il primo elemento" è diventato "la precondizione fondamentale per il secondo"."


La Francia per molti aspetti si ritrova nella situazione italiana. Addirittura alcuni indicatori di bilancio ed economici son peggiori di quelli italiani. L'Italia ha una situazione di finanza pubblica più sostenibile sul lungo periodo (Vedi "L'Italia era sull'orlo del baratro?"), e una situazione di deficit pubblico migliore di quello francese.

La Francia non riesce per ragioni sociali (la forza sindacale e le resistenze dell'amministrazione) ed economiche (per esempio l'incredibile debolezza del settore auto) a competere con la Germania e a ristabilire la propria posizione di forza all'interno dell'eurozona. Temo che per rimediare stia valutando di attuare un'economia di guerra e rapina a danno di paesi ex coloniali. Ci ha già provato con la Libia, anche se sembra che non gli sia andata così bene. Ora ci riprova con il Mali: il suo obbiettivo è lo sfruttamento delle risorse naturali del paese africano.

Il Mali è una "non nazione", è uno strano residuato delle guerre coloniali africane. La sua conformazione strana sulle carte geografiche, ci conferma che è una specie di territorio di risulta in seguito alle divisioni territoriali operate dai colonialisti europei.

"La prima cosa che balza all’occhio della geografia del Mali è la sua affatto peculiare forma “a clessidra” obliqua, orientata da sud-ovest a nord-est, con un forte restringimento nella zona centrale. Come spesso capita per i paesi africani, anche i confini del Mali sono retaggio del passato coloniale, ossia dei settant’anni di dominazione francese. Non ritroviamo tale configurazione in epoche storiche precedenti. È il caso pure dell’Impero del Mali, da cui la nazione odierna prende il nome, che fu creato intorno al 1200 dai Mandinka, meglio noti in Occidente come Mandingo.
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Di lì a poco l’Impero cominciò a frantumarsi e, tra i soggetti che conquistarono l’indipendenza, vi fu il regno musulmano dei Songhai, etnia della zona di Gao che oggi costituisce circa il 6% della popolazione maliana.
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Al suo apogeo (ca. 1500) l’Impero dei Songhai riuscì effettivamente a governare su quasi tutto il Mali attuale, ma osservandone la conformazione, molto simile a quella dell’espansione dei Mandinka, ci si accorge che le grandi compagini statuali dell’area erano costruite attorno all’alto e medio corso del Niger, al fiume Senegal e alla Valle del Gambia.
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mentre ha una vasta appendice desertica nel “bulbo” settentrionale della “clessidra”. Furono i Francesi, che conquistarono l’area negli ultimi decenni dell’Ottocento, a dare dopo varie modifiche questi confini al “Sudan Francese”, com’era da loro chiamato, il quale nel 1960 divenne indipendente col nome attuale di Mali.
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Dei circa 14,5 milioni d’abitanti del Mali (meno d’un quarto della popolazione italiana) più del 90% si trova nella parte meridionale del paese. La sola capitale, Bamako, ospita ormai quasi due milioni di persone

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Il 90% dei maliani appartiene a etnie subsahariane, il gruppo principale delle quali è quella delle lingue mandè
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Appartengono a tale gruppo i già citati Mandinka, che danno il nome al paese, ma soprattutto i Bambara, un’etnia sorta dai Mandinka nel Settecento e che oggi costituisce quella predominante in Mali. I Bambara sono infatti il 36,5% della popolazione,
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A un’etnia mandè appartiene grosso modo la metà della popolazione maliana. Poco meno d’un quinto degli abitanti del paese è invece d’etnia fulani: anch’essi distribuiti in tutta l’Africa Occidentale, furono i primi a convertirsi all’Islam
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Il 10% della popolazione è però rappresentato da due etnie di nomadi settentrionali non subsahariani ma berberi: Tuareg e Mori.
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uno dei pochi elementi uniformanti è rappresentato dalla religione. Il 90% dei maliani è infatti musulmano,
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Come quasi tutti gli Stati “artificiali” e multietnici dell’Africa post-coloniale, anche il Mali dopo l’indipendenza ha faticato a trovare stabilità politica e sviluppo economico. Il Mali è uno dei peggiori paesi al mondo per Indice di Sviluppo Umano "
(www.comedonchisciotte.org)

Perché una nazione "non-nazione" così sgangherata dovrebbe interessare alla Francia? Lo spiega il corrispondente P. Cammerinesi:

"Apro i giornali e, come su altre, trovo su questa vicenda solo menzogne e mezze verità che la stampa mainstream si guarda bene dallo smascherare.

Partiamo dal pretesto – oops, scusate, volevo dire dalla giustificazione - dell’intervento: i cattivoni di turno, gli integralisti islamici, dopo aver sconfitto i tuareg del MNLA, che avevano proclamato l’indipendenza della regione dell’Azawad, stavano marciando su Bamako, la capitale del Mali, ormai spezzato in due e incapace di reagire.

Ecco che allora i ‘nostri’ - in questo caso i francesi - hanno lanciato l’operazione Serval, vero e proprio atto di aggressione militare, dichiarando di voler inviare 2.500 soldati per sostenere le forze armate del Mali nel conflitto contro i ribelli islamici.
...
Quello però che non mi torna è che in questo caso sono tutti d’accordo, ...
... 
anche i competitor della Francia, che venderebbero la madre pur di strappare alla ex-potenza coloniale brandelli di quei territori dove l’influenza francese è ancora pienamente operativa.

Scrive infatti l’autorevole TIME: “In Francia c'è una paura, probabilmente fondata, che un Mali in mano agli islamici radicali possa costituire una minaccia soprattutto per la Francia, dal momento che la maggior parte di questi estremisti islamici sono di lingua francese e molti hanno parenti in Francia
...
Pieno appoggio dunque.

Peccato però che il TIME non informi i suoi lettori sul fatto che Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) sia un alleato strettissimo del gruppo combattente islamico libico, quel LIFG a sostegno del quale la Francia è intervenuta a fianco della NATO nell’invasione della Libia dello scorso anno, fornendo armi, addestramento, forze speciali e anche aerei per rovesciare il legittimo governo di Gheddafi.

Proprio di quel Belhaj che ha guidato - grazie al sostegno della NATO - il rovesciamento di Gheddafi, gettando la nazione in un abisso di lotte intestine genocide.
...
E sapete dove sta ‘lavorando’ oggi il nostro Belhaj?

Guarda caso in Siria, dove - sul confine turco-siriano - sta promettendo armi, denaro e soldati al cosiddetto ‘esercito siriano libero’ anche questa volta protetto e affiancato dalla NATO.

Ma passiamo a casa nostra: da noi che si dice su questa vicenda?

Il Corriere titola: "L'intervento in Mali fa riscoprire ai francesi l'orgoglio nazionale" e Repubblica "La Francia all'attacco di Al Qaeda in Mali".

Più o meno dello stesso tenore tutti gli altri organi di stampa mainstream.
...
Abbiamo visto che la Francia non è sola in questa ennesima ‘guerra umanitaria’; è sostenuta da altri membri della NATO come Canada, Belgio, Danimarca e Germania e ora anche dall’Italia."

L'Italia ha dichiarato immediatamente l'appoggio militare ai francesi, al contrario delle titubanze mostrate dal governo Berlusconi nel caso della Libia. Perché in Libia, l'intervento militare francese era direttamente in contrasto con i nostri interessi nazionali. La Libia era una ex colonia italiana, da prima del fascismo. 
Nel caso del Mali, invece gli interessi inconfessabili dei francesi, sono in parte anche i nostri. Come per esempio quelli energetici: acquistiamo dalla Francia energia elettrica ad un prezzo molto basso. La Francia ha un surplus di produzione energetica grazie alle centrali nucleari, ma è comunque dipendente dall'uranio come noi lo siamo dal gas e dal petrolio. L'Italia ha interesse a continuare ad approvvigionarsi dall'energia nucleare francese. 

"Ebbene, come si diceva all’inizio, questo Paese africano ha qualcosa che non può non attirare l’ingordigia dei Paesi ricchi: le sue straordinarie risorse naturali.
Vediamo brevemente di che si tratta.

1) Uranio. L’esplorazione è attualmente in atto da parte di svariate aziende; se i giacimenti di Samit, nella regione di Gao sono solo di 200 tonnellate, nell’area di Falea si stima vi siano almeno 5000 tonnellate di uranio.

2) Oro. Il Mali è il terzo produttore africano d'oro ed è un Paese minerario da cinque secoli. Ha attualmente sette miniere d'oro attive: Kalana e Morila nel Sud, Yatela, Sadiola e Loulo ad Ovest, e Syama e Tabakoto che hanno recentemente ripreso la produzione. Altre miniere in progettazione sono sono: Kofi, Kodieran, Gounkoto, Komana, Banankoro, Kobada e Nampala.

3) Petrolio. Le perforazioni hanno indicato sin dagli anni ’70 del secolo scorso l’esistenza di giacimenti di petrolio (Taoudeni, Tamesna, Ilumenden, Fosso Nara e Gao). Mali potrebbe anche fornire un percorso strategico di trasporto sub-sahariano per le esportazioni di petrolio e gas verso l’occidente.

4) Pietre preziose. Diamanti, nelle regioni di Kayes e di Sikasso, granati e rari minerali magnetici (Nioro e Bafoulabe), pegmatite (Bougouni e Faleme), granati e corindoni (Le Gourma) e ancora: quarzo e carbonati, minerali di ferro, bauxite e manganese.

Si stimano in oltre 2 milioni di tonnellate le riserve potenziali di minerale di ferro situati nelle zone di Djidian-Kenieba, Diamou e Bale, mentre quelle di bauxite a Kita, Kenieba e Bafing-Makana si pensa siano 1,2 milioni di tonnellate.

E non è finita. Piombo e zinco (Tessalit con 1,7 milioni di tonnellate di riserve stimate), rame (Bafing Makan, Ouatagouna), depositi calcarei di roccia (Gangotery est, Bah El Heri), fosfato (Tamaguilelt, potenziale stimato in 12 milioni di tonnellate), marmo (Selinkegny e Madibaya), gesso (Taoudenit, Kereit), caolino (Regione del Nord, Gao), litio (Kayes e Bougouni), scisto bituminoso (Agamor e Almoustrat), lignite (Bourem), salgemma ( Taoudenni), diatomite (Douna Behri).

Niente male eh? Eppure secondo quello che ci raccontano i media mainstream, l'obiettivo di questa guerra non è altro che salvare le povere popolazioni - minacciate dai feroci guerriglieri islamici - di un misero Paese privo di risorse naturali…"

C'è una fettina di gloria e di bottino di guerra per tutti. Per questo tutti sono d'accordo a lasciar bombardare il Mali dai francesi. Anche la nostra Italia, cioè i nostri "poteri forti", concedono volentieri le basi e l'appoggio logistico ai francesi, in cambio di qualche commessa nelle future miniere e pozzi d'estrazione maliane. 

La Francia non potendo investire sulla propria potenza economica, ha deciso di farlo sulla sua potenza militare. In questo campo ha ancora una supremazia sulla Germania. Da potenza economico-manifatturiera vuole trasformarsi in potenza neocoloniale, sfruttando le ricchezze saccheggiate ad altre popolazioni.

Il fatto che l'Italia si stia armando con l'acquisto di aerei e sommergibili, mi fa temere che nelle "alte sfere" si stia pianificando per il nostro paese un destino simile. Cioè a fare da stampella militare alle varie potenze occidentali che di volta in volta andranno a "salvare" l'Africa e il Medio Oriente.

"Ce ne saranno altre da ‘salvare’; il Mali non sarà certamente l’ultimo Paese africano a essere aiutato dai nostri ‘liberatori’. È, infatti, più che verosimile che il coinvolgimento francese in Mali farà sconfinare il conflitto in Algeria – e la strage di ostaggi di oggi sembra davvero un presentimento - uno dei Paesi già da tempo nel mirino della ingordigia euro-americana, la quale vuole creare una catena di stati dove favorire regimi radicali da cui poi ‘liberarli’ per poterne infine ‘legalmente’ sfruttare le risorse energetiche come in Afghanistan e in Iraq.

Non trascurando di ingrassare – s’intende – le corporation delle armi; senza guerre come si fa a venderle, le armi?

Si tratta di un ‘nuovo ordine’ geopolitico accuratamente pianificato che ha preso le mosse dall’invasione della Libia - diventata oggi una roccaforte di Al-Qaeda - che è servita da vera e propria ‘rampa di lancio’ per altre ‘nobili imprese’...

Sempre con la benedizione di NATO e USA."