Fonte Ragioneria dello Stato - Link pdf - www.rgs.mef.gov.it
I Btp decennali “(scadenza 2022) sono stati assegnati con un rendimento del 6,98% rispetto al 7,56% della precedente asta” e i triennali “assegnati con un tasso del 5,62% rispetto al 7,89% della precedente asta”.
Quindi lo spread valutato dai mercati fino a 524 punti base (al momento in cui scrivo) non è realistico rispetto allo “spread” reale dell’emissione dei Btb che invece dovrebbe attestarsi intorno ai 470 punti base circa tra Btp e Bund decennali e presumibilmente ancora meno tra Btp e Bund triennali;
Quindi stiamo pagando il nostro debito pubblico ancora troppo caro, anche se l’emissione di titoli odierni rappresenta lo 0,4 % (7 miliardi di euro) del debito pubblico nazionale.
E come fa notare il blog “Iceberfinanza”:
“Spiace dover per l’ennesima volta commentare l’ editoriale di un gruppo di paranoici giornalisti angloamericani, per lo più enfatizzato dal Sole24Ore sbagliando pure il link di provenienza, ma sarebbe interessante chiedere loro se hanno la più pallida idea di cosa significhi dover pagare interessi elevati su una parte infinitesimale del nostro debito al punto tale che il saldo 2011 sul nostro debito si aggira mediamente intorno al 3.6 %, ma questo loro non ve lo racconteranno.
Si il 3,6 % grazie alla media delle emissioni dei primi sei mesi dell’anno che hanno ammortizzato i tassi elevati della seconda parte dell’anno…”
Quindi in definitiva possiamo ancora permetterci di pagare interessi alti, ma a scapito delle nostre tasche e della crescita. Infatti il budget dello Stato che si aggira sui 785 miliardi di euro (previsione per il 2012, vedi figura sopra) a fronte di un Pil di circa 1650 miliardi di euro, in continua diminuzione, significa un prelievo fiscale del 48% circa.
Ma con una crescita dello “zero virgola” vuol dire che a prelievo immutato, si deve far fronte a una crescita del debito del 3.6%, cioè per il prossimo anno, a tassi invariati, sono altri 70 miliardi di euro circa in più (su 1950 miliardi/euro di debito totale). Evidentemente da racimolare con nuove tasse.
Ma presupponendo appunto tassi invariati: poiché il prossimo anno si dovrà rinnovare circa 350-400 miliardi di debito, se questo ci costasse il 5% di media (tra titoli decennali, triennali ecc.), diventerebbe insostenibile.
Lo Stato italiano può basarsi per le sue entrate solo più sulla tassazione, non può emettere nuova moneta come USA, Uk e Giappone per pagare il debito in momenti di crisi economica come si prevede per il 2012.
E non è possibile nemmeno svalutare la moneta per rilanciare la crescita.
Non c’è via d’uscita (leggasi questa analisi spietata: vocidallestero.blogspot.com ... litalia si prepara al full monti), non ci resta che sperare nella cura Draghi. Oggi sembra che le banche italiane non abbiano partecipato in modo decisivo per produrre un adeguato abbassamento degli interessi.
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