venerdì 30 dicembre 2011

Achtung! Achtung!



Stavo riflettendo sulla notizia del giorno: "La Merkel disse a Napolitano: «Berlusconi va tolto dalla guida del governo per salvare l'euro»" (www.corriere.it) e sulle smetite che arriveranno sicuramente in questi giorni.

E stavo pensando che la mia intuizione che Berlusconi è un parvenù dell'alta società è azzeccata, così simile a Napoleone che volle diventare imperatore in spregio agli ufficiali di origine nobile che non lo consideravano, e che lui invidiava. Berlusconi ha voluto fare una incredibile scalata sociale, ma è rimasto un venditore, un agente immobiliare, un commerciante agli occhi della classe dirigente europee, la moderna "nobiltà". E i sorrisi di Merkel e Sarkosy di qualche settimana fa, hanno proprio smascherato questo sentimento dilagante nelle tecnocrazie politiche europee. L'Italia era guidata da un "unfit", da una specie di "salumiere" messo nel posto sbagliato.

E' una fortuna per loro che Berlusconi, non è Napoleone, non ha la stessa intelligenza strategica (Ferrara gliel'ha platealmente rinfacciato più volte). Altrimenti avrebbe potuto fare o minacciare qualche follia eretica come il ritorno alla lira o non pagare il debito. Invece ha dal canto suo riconosciuto di essere un'anomala, di non appartenere al vero club del potere europeo e si è fatto da parte. Il grave è che, come ha fatto un passo indiero, non c'e stato nessun altro politico di razza pronto per sostituirlo, ma è arrivato direttamente un "governatore" mandato dagli stranieri a sistemare le cose.

Ma riflettendo mi chiedo, se la notizia fosse vera, ci stanno facendo fare la cosa giusta. Condivido in pieno i dubbi di Phastidio (phastidio.net):

"...il sistema politico-sociale italiano, posto di fronte a regole del gioco piuttosto strette si incarta, costringendo in fretta e furia a “sospendere la democrazia” e nominare un bel governo cosiddetto tecnico la cui funzione è quella di prendere decisioni minimizzando le interferenze ed i giochi a somma minore di zero causati delle corporazioni. E come vengono prese, queste decisioni? In funzione di un consensus esterno che, nel nostro caso, è dato dai vincoli della costruzione europea. E qui veniamo al nostro problema attuale: siamo sicuri che i diktat di Merkel e dei tedeschi ci porteranno nella giusta direzione? Siamo davvero di fronte ad una forma di quello che gli anglosassoni definiscono tough love oppure stiamo subendo le imposizioni di un egemone continentale che ha perso la bussola, fraintendendo completamente le radici della crisi? Ecco, questa è la vera domanda da porsi, a nostro umilissimo giudizio.

I tedeschi insistono con la disciplina di bilancio pubblico? Ottimo, anche noi. Ma non è lecito cominciare a dubitare di questa expertise tedesca nel momento in cui è o dovrebbe essere ormai chiaro che la radice della crisi non è fiscale, tranne che nel caso delle reiterate frodi contabili greche? Per quanto tempo l’Eurozona potrà permettersi di avere il responsabile della politica economica tedesca proclamare che occorre che i paesi contrastino il “contagio” tenendo ordine nei propri conti, quando è possibile che un paese abbia i conti in ordine eppure continui ad essere punito dallo sciopero degli investitori globali?

In altri termini: che accadrà la prossima volta che la Cancelleria tedesca deciderà che la propria chiave di lettura della realtà deve essere assunta anche da tutti i propri partner europei, anche se questa lettura è palesemente dumb, cone direbbero gli americani? Se questa argomentazione vi pare troppo capziosa, vi riformuliamo la domanda: che accadrà quando sarà del tutto evidente che l’andamento macroeconomico di Francia e Germania è divenuto divergente, malgrado la strettissima interconnessione tra i due paesi, e che la Francia non regge il passo tedesco, dopo aver perso il proprio rating all’occhiello? Che accadrà in caso François Hollande (ma anche lo stesso Sarkozy) varchi la soglia dell’Eliseo e decida di dire a Berlino che la stretta fiscale è troppo violenta e rapida e che serve rallentarla, per evitare un crack continentale? Forse la Cancelleria chiederà la sostituzione di Monsieur le Président de la République?"

Sono riflessioni che mi sento di condividere in pieno. E aggiungo che questo accade perchè l'Unione Europea manca di democrazia. Queste decisioni non dovrebbero essere imposte da un paese più grande e potente a tutti gli altri. Ma se siamo, se vogliamo essere nazione europea sono decisioni che dovremmo prendere collegialmente.

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