I noti, almeno in rete, economisti prof. Bagnai e prof. Borghi hanno deciso di dare maggior sostegno alle loro ricerche e soprattutto alla divulgazione della loro teoria più nota, quella dalle aree valutarie non omogenee e delle crisi che ne conseguono. Area in cui purtroppo viviamo e la cui crisi constatiamo di giorno in giorno sulla nostra pelle.
Nasce pertanto l'associazione a/simmetrie (www.asimmetrie.org) che diventa il veicolo divulgativo principale dei sostenitori dell'uscita dall'euro dell'Italia. Quindi l'associazione, tenta di coagulare attorno ai due studiosi, altri pensatori, altri economisti, si spera anche dei politici, puntando i riflettori sulle asimmetrie economiche e non:
"Rientra fra le asimmetrie informative ilmoral hazard, cioè il rischio di comportamento sleale della controparte – fenomeno portato all’attenzione del grande pubblico da Money never sleeps di Oliver Stone – che molti considerano fra le cause principali della crisi che stiamo vivendo: il settore finanziario privato avrebbe prestato senza esercitare la dovuta diligenza perché intuiva che il settore pubblico sarebbe intervenuto in suo soccorso.
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C’è l’asimmetria del sistema monetario internazionale, basato sulla moneta di uno stato (il dollaro) che diventa moneta del mondo, inducendo un fondamentale squilibrio nei conti esteri degli Stati Uniti e concorrendo al ciclico riproporsi di crisi internazionali, secondo uno schema chiarito già da Triffin nel 1960, ma al quale decenni di riflessioni (riaperte dalla crisi del 2008) ancora non hanno trovato alternative.
C’è l’asimmetria di certe regole di politica economica, che impongono con pervicacia tolemaica parametri fissi a sistemi economici dinamici e in piena evoluzione, creando inevitabili, dunque non imprevedibili, tensioni, che si scaricano anch’esse in maniera piuttosto asimmetrica sulle popolazioni coinvolte, portando ad aumenti della disuguaglianza, della povertà, e di quella variabile non misurabile, ma assolutamente percepibile, che è la disperazione.
E poi non ci siamo solo noi: c’è l’asimmetria fra il Nord e il Sud del mondo, quel Sud del mondo del quale fanno parte (ancora per poco) le economie emergenti, anch’esse oggetto di rappresentazione asimmetrica, o forse addirittura schizofrenica: additate come salvatrici quando si può attribuire loro il ruolo di motori della crescita mondiale (che forse non sono ancora in grado di sostenere), additate come colpevoli quando occorre suggerire che il peggioramento relativo delle nostre condizioni sia una conseguenza del miglioramento delle loro (un ragionamento che convincerebbe molto di più se non avessimo tanta evidenza di errori – se sono stati tali – nella gestione delle nostre economie).
E c’è il Sud che non sta emergendo, il Sud che rimane indietro, e dal quale tanti nostri simili cercano di evadere, in cerca di prosperità nei nostri paesi.
Il che ci porta a considerare quella che forse è l’asimmetria fondamentale, quella fra capitale e lavoro. Nei modelli teorici, due lettere, K e L, che figurano in bella simmetria fra gli argomenti della funzione di produzione, la relazione matematica che descrive l’offerta complessiva di beni di un paese. In realtà, due “fattori di produzione” dalle caratteristiche radicalmente diverse: basti pensare a quanto si fa per incoraggiare l’arrivo del primo (spesso incautamente), e per ostacolare l’arrivo del secondo (spesso disumanamente)."
(www.asimmetrie.org)
Bagnai sul suo blog sostiene di aver scelto la forma associativa, in quanto non pronto o di non volere entrare direttamente nell'agone politico. Ma come era sospettabile la politica si è interessata alle idee di Bagnai-Borghi, pur non coinvolgendoli direttamente:
"Qualche politico (praticamente tutti tranne quelli che vi sareste aspettati voi) una interlocuzione l’ha cercata, e il risultato qual è? Sempre il solito. ... Ma hanno due problemi. Il primo è quello di poter affrontare certi temi senza esser presi per matti. Il secondo, parzialmente sovrapposto, è quello di poter dire la verità senza perdere elettori.Hanno bisogno, i politici, di qualcuno che riesca a riportare nel dibattito le scelte vere, fondamentali, quelle che riguardano la nostra appartenenza a questa Europa, il nostro ruolo e la nostra autonomia decisionale. E hanno bisogno di qualcuno che fornisca loro le parole e gli argomenti per gestire le paure degli elettori, quelle paure che loro stessi in trent’anni di propaganda dissennata, ma non sempre dolosa, hanno contribuito a rafforzare
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E questo lavoro, il lavoro di riportare nel dibattito politico i temi veri, il lavoro di aiutare i politici a capire i problemi e a gestire le loro paure, io e Claudio lo stiamo facendo, e direi anche con dei risultati, a giudicare dal moltiplicarsi degli attacchi cui siamo sottoposti.
Ma qui viene la seconda esigenza, quella più “alta”, se vogliamo.
Non possiamo continuare da soli ...
Bisogna insomma almeno provare a costruire un think tank che dia veste riconoscibile e autorevole a una proposta di sviluppo del nostro paese alternativa al “morire per Maastricht” di Letta, allo “Statoladrooooo” di Giannino, ma anche al “piccolo imprenditore metastasi” non mi ricordo più di chi, e via dicendo. Occorre una struttura che sia in grado di federare studiosi indipendenti dalla politica ma capaci di proposta politica, capaci di tradurre principi in programmi.
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occorre portare la vostra voce nelle sedi istituzionali, non attraverso la forma del partituncolo allo 0,%, ma dando maggiore visibilità e maggiore dignità al dibattito che qui stiamo conducendo da quasi due anni
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Io vi sto parlando di mettere insieme persone che a certi palati raffinati potranno anche sembrare sbagliate (qualcuno me lo ha anche detto, ed è restato fuori), e che magari sbagliate lo saranno anche, ma solo dopo, dopo che insieme avremo fatto la cosa giusta: avremo liberato il nostro paese, dando la possibilità di riattivare una normale dialettica democratica. ... Io dico sempre che quando si tornerà a poter votare per un partito diverso dal PUDE, certamente io e Claudio Borghi rischiamo di votare per partiti diversi.
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le precedenti esperienze “de sinistra” non partivano da un uguale patrimonio di visibilità, di capacità di coinvolgimento, di capacità di dialogo
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Partivano dalla consapevolezza di essere gli “aristoi”, come Aristide, appunto, di non dover parlare al popolo perché “il popolo non era ancora pronto”, ecc.
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Questa incapacità di individuare il buono dov’è, scardinando la logica dell’appartenenza, unita all’incapacità di riscattarsi dal proprio tradimento, e a un certo perbenismo (“Albevto, non puoi dive che l’euvo è fascista!”) ha determinato i fallimenti precedenti."
(goofynomics.blogspot.it)
Quindi a/simmetrie non preclude forme di collaborazioni con nessuno, ed infatti fra i fondatori si trova un mondo politico molto variegato:
"Paolo Cianciabella (segretario/tesoriere). L’attività dell’associazione è programmata da un comitato scientifico del quale fanno parte Alberto Bagnai, Luciano Barra Caracciolo, Claudio Borghi Aquilini, Vladimiro Giacché, Giorgio La Malfa, Paolo Savona, Giuseppe Travaglini."
Secondo gli acerrimi nemici dei no-euro-brothers, cioè i famigerati "marxisti dell'Illinois", la mancanza di selezione in entrata verso questo nuovo think tank economico-politico è eccessiva. Le porte sarebbero cioè aperte anche a Lui, l'impronunciabile pluri-inquisito:
"Che questo fosse l’approdo di Bagnai, chi scrive, l’aveva capito la sera del 6 dicembre 2012. Eravamo a cena col Nostro in quel di Perugia, dopo un incontro molto partecipato che doveva avere l’euro al centro
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Bagnasconi ci informò di almeno due incontri intimi avuti con Crosetto e altri del Pdl (non ci volle dire i nomi). Il Nostro, dopo aver detto che aveva incontrato dei berlusconidi, tra cui Crosetto, disposti a mettere in discussione la moneta unica buttò lì una battuta: «E’ giunto il momento di siglare un nuovo Patto Ribbentrop-Molotov».
A scanso di equivoci: c’erano almeno sette testimoni. Del resto, in più di un'occasione, lo stesso Berlusconi aveva tuonato contro l'euro, sostenendo che l'uscita dell'Italia "non era una bestemmia".
Il Bagnasconi, dopo un transito tra quelli che chiama “gli sfigati di sinistra” ... stava appena allora facendo il salto della quaglia, mettendo il suo smisurato ego al servizio dei settori forse più putridi della classe dominante."
Se fosse vero, va comunque detta la verità: attualmente in Italia ci sono poche possibilità di scelta. E il motivo di questa situazione è abbastanza evidente:
"le élite tecnocratiche e finanziarie si stanno alleando e stanno tenendo assieme pezzi di potere al solo fine di mantenere una parvenza di pace sociale e di finta tenuta democratica del sistema europeo. Tutto per salvare l'euro e certe istituzioni europee come la Bce. In Italia il Pd è il maggiore rappresentante di queste forze, per il semplice fatto che le altre o sono troppo piccole e insignificanti (Scelta Civica) o in mano a capi/padroni che sono poco influenzabili se non del tutto autonomi dalle élite suddette (Pdl e M5s)."
Cioè, come disse Bersani in campagna elettorale, il centro sinistra è "scalabile" (utilizzando peraltro senza accorgersene un termine economico tipico dei suoi "azionisti di maggioranza"), cioè la sua leadership è contendibile. Ed infatti tutto lascia pensare che sia ormai da tempo in mano al Pud€ (partito unico dell'euro). Mentre la leadership del Pdl e del M5s notoriamente non sono facilmente conquistabili. Quindi non è tanto colpa dell'ottusità della sinistra se la situazione è quella che è, quanto piuttosto della sua "bontà democratica".
L'associazione a/simmetrie, è comunque una iniziativa lodevole a cui personalmente ho deciso di contribuire, anche se non ho mai partecipato al dibattito sul blog di Bagnai, o partecipato ai suoi incontri.
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