domenica 25 agosto 2013

Cambiare la legge elettorale

(trend coalizioni ultime elezioni)

Sinceramente provo una certa irritazione quando giornalisti, commentatori e politici dichiarano solennemente che ora non si può votare perché deve essere cambiata la legge elettorale. Innanzi tutto lo si ripeteva già con il governo Monti, ma la riforma non si fece per irresponsabilità di Monti stesso che si dimise in anticipo mettendo una fretta sospetta (e poi inutile se intendeva avvantaggiarsene) alla fine della legislatura.

E poi questo ripetere continuamente uno slogan inutile non ha alcun senso, serve solo a dimostrare che si è nel solco della "moda del momento" che impone di dire la frase "cancelliamo il Porcellum", altrimenti non si è abbastanza trendy. Soprattutto a sinistra.

Abolire il Porcellum perché? I motivi dovrebbero essere essenzialmente due: primo perché non consente l'indicazione sulla schede delle preferenze dell'elettore; secondo perché non c'è un limite "minimo" di voti sotto il quale non si applica il premio di maggioranza. Per assurdo potrebbe usufruire del premio di maggioranza una coalizione che arriva al 10% se tutte le altre arrivassero a percentuali inferiori. Inoltre la Cassazione nel 2013 ha bocciato il premio di maggioranza squilibrato fra Camera e Senato, e la sua evanescenza ed inutilità per quanto riguarda la governabilità:

"Dopo otto anni e tre elezioni, la Cassazione boccia il Porcellum.
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Le critiche di piazza Cavour riguardano soprattutto il premio di maggioranza al Senato, che pone “dubbi di legittimità costituzionale per la mancanza di una soglia minima di voti e/o seggi” e per “un meccanismo irrazionale che di fatto contraddice lo scopo che vuole perseguire”, ovvero assicurare la governabilità. “Il bonus diverso per ogni regione”, aggiunge la Cassazione, “porta a una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni su base nazionale”.
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La Cassazione avanza poi ”dubbi” di costituzionalità sul meccanismo delle cosiddette liste bloccate, sottolineando che, con tale legge, è in gioco la libertà del voto
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E bacchetta ancora il premio di maggioranza. “Si tratta – scrive piazza Cavour – di un meccanismo premiale che, da un lato, incentivando il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l’esigenza di assicurare la governabilità, stante la possibilità che, anche immediatamente dopo le elezioni, la coalizione beneficiaria del premio si sciolga o i partiti che ne facevano parte ne escano”. “Dall’altro – scrive ancora la Suprema Corte – esso provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che, tra l’altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura”. Da qui la sua manifesta “irragionevolezza” in base all’art. 3 della Costituzione nonché la lesione “dei principi di uguaglianza del voto e di rappresentanza democratica”."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Sono tutte critiche assolutamente condivisibili, ma al contempo mi viene da chiedere a chi continua a ripetere meccanicamente il mantra "abolire il porcellum": ma che cosa si vuole al suo posto? Perché in Italia abbiamo sempre il solito vecchio vizio di dire quello che non funziona ma di non proporre un'alternativa.

E poi comunque, anche alle critiche della Cassazione si può controbattere che ci fu un ampio dibattito pubblico in Italia che portò alla nascita di leggi elettorali orientate al porcellum. 
Ad un certo punto si cominciò a dire e scrivere tutto il male possibile delle preferenze, perché a Napoli i camorristi compravano il voto per il tale e per tal'altro, e lo stesso faceva la Mafia in Sicilia. Si doveva assolutamente evitare questo scempio, e quindi via le preferenze dalle schede.
E poi ci fu il dibattito sull'ingovernabilità causata da leggi elettorali troppo proporzionali che consentivano a partiti dello zero virgola di diventare troppo influenti e provocare persino la caduta di governi. E allora ci fu una continua ricerca di sistemi per attenuare il proporzionalismo del nostro sistema.

Queste modifiche alla legge elettorale hanno di fatto trasformato la nostra repubblica a base parlamentare, in una specie di repubblica del premierato. Con i premi di maggioranza si coalizza attorno al nome di un pretendente alla Presidenza del Consiglio una struttura di partiti alleati che di fatto impongono al Presidente della Repubblica quel nome e quella scelta. Andando contro a quanto stabilito costituzionalmente, dove si prevede sia il Presidente a nominare il Primo Ministro e non la volontà popolare. Si può questionare sul fatto che il sistema costituzionale sia sufficientemente democratico (per me non lo è), ma è evidente che la Costituzione materiale sia stata superata da una serie di leggi elettorali.

Detto questo, è necessario che si ritrovi chiarezza. Si vuole cancellare il Porcellum? va bene, ma si dica chiaramente per cosa ci si batte, cosa si vuole al suo posto. Ogni opzione è legittima, ma ogni opzione ha delle conseguenze.
Con il ritorno alle preferenze si torneranno ad avere delle distorsioni e delle ingerenze della criminalità, ma non solo. Sarà avvantaggiato chi avrà più soldi da destinare alla campagna elettorale. Non è che le cose cambieranno molto rispetto ad oggi comunque, dove i posti migliori in lista sono occupati dai personaggi più "potenti" nei partiti. Con le preferenze almeno dovranno verificare il loro grado di simpatia presso gli elettori.

Con il ritorno al proporzionale, è ovvio che ci sarà un ritorno ad accordi opachi in Parlamento. Inoltre i partiti si rimangeranno le promesse elettorali ancora più velocemente che con il premio di maggioranza, in quanto per forza di cose dovranno mediare fra più esigenze politiche per ottenere la maggioranza. Inoltre i governi torneranno ad essere effimeri come nella prima repubblica (cioè con una media di uno all'anno), mentre con il premio di maggioranza la durata dei governi è aumentata notevolmente. Non è un caso che il governo Monti e probabilmente il governo Letta durano e dureranno poco. Perché sono governi nati da accordi fra singoli partiti slegati dalle rispettive coalizioni.

Se poi si vuole fare una ulteriore critica alla Cassazione, si potrebbe affermare che in realtà la forte differenza nel premio di maggioranza fra Camera e Senato è addirittura salutare e rende quasi inutile un limite inferiore all'applicazione del premio.
Infatti quando si confrontano coalizioni molto forti, una delle due vince e si ha un governo stabile sia alla Camera che al Senato (almeno nei numeri per es. il quarto governo Berlusconi); quando le coalizioni sono deboli o troppe, la legge diviene nei fatti quasi un proporzionale. O meglio una coalizione troppo piccola non può intestarsi totalmente il premio di maggioranza al Senato. Si tratta evidentemente di un sistema contorto che poggia su troppe variabili, quindi non del tutto giusto.

Però diciamo la verità, sarebbe stato giusto far vincere la coalizione di centro sinistra con un premio di maggioranza in questa tornata elettorale avendo essa conquistato solo un terzo dei voti (anzi meno considerando gli astenuti)? Secondo me no.
Prima del voto si parlava di modificare il Porcellum con una soglia al premio di maggioranza. La discussione era tra il 40 e il 43%, sotto tale soglia non si avrebbe avuto diritto al premio di maggioranza. Se avesse vinto questa linea, dove il Pd spingeva per il 40% e il Pdl per una percentuale maggiore, oggi il Parlamento sarebbe stato votato di fatto con una legge elettorale proporzionale (la coalizione "vincente" di centro sinistra ha preso il 29,5% dei voti). E quindi di fatto non ci sarebbe stato scampo a un governo delle larghe intese come quello Letta.

In definitiva, credo che il problema vero delle elezioni è vincerle con programmi e persone idonee. Tutto il resto è fuffa. Il centro sinistra non ha nulla da recriminare alla legge elettorale, ma deve invece fare i conti con i suoi errori tattici: rinunciare a tutti i costi all'immagine di un vincente come Renzi per proteggere la poltrona dei dirigenti è stato un errore clamoroso, di una cecità unica. Continuare a fare la corte a Monti, malgrado ormai fosse inviso agli italiani, e snobbare le potenzialità di Grillo sono stati altri due errori clamorosi. La somma di questi ha generato la "non vittoria" con il 30% contro un'aspettativa di superamento del 40%.

Quindi prima di pensare alla legge elettorale e scaricare su di essa tutti gli strali, è bene pensare a quel che si dice e si ascolta. Se proprio si vorrà portare una modifica alla legge elettorale, credo, ma è un'opinione personale, ci si dovrebbe ispirare a quella dei comuni che grazie al doppio turno, permette di ottenere una certa stabilità di governo. Ma anche questa ha evidenti limiti di democraticità, in quanto è una legge che tende ad escludere sempre le minoranze politiche relegandole in un'opposizione impotente. Non esite di per se comunque una legge elettorale perfetta. 
La vera tragedia è poi se a questa legge imperfetta si somma una politica incapace e inconcludente, come stanno dimostrando le attuali grandi coalizioni da Monti a Letta.

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