"Madrid, 20 giu - Il Governo spagnolo ha annunciato un progetto di legge che prevede un calo delle imposte sui redditi e le societa' a partire dal 2015, mentre ha anche scartato un aumento dell'Iva a seguito delle pressioni da parte dell'Ue. Il portavoce del Governo di Madrid, Soraya Saenz de Santamaria, ha affermato che "si tratta di una riforma strutturale che prevede un calo generale delle imposte per tutti: dipendenti, imprese e famiglie. Una riforma che punta, dopo tutti gli sforzi delle imprese spagnole a fronte della crisi, non solo a compensare i sacrifici, ma anche a rendere piu' dinamica la crescita e la creazione di posti di lavoro". Le imposte sui redditi dovrebbero diminuire del 12,5% in media a partire dal 2015, ha precisato Saenz de Santamaria, mentre a fine maggio il premier Mariano Rajoy ha reso noto un calo della tassazione sulle imprese dal 30% al 25%."
(www.borsaitaliana.it)
La Spagna si prepara ad una corposa riduzione della pressione fiscale. Come è possibile che riesca a farlo con la crisi che la investe e il deficit di bilancio ancora molto alto?
Inoltre il governo spagnolo ha dichiarato di non voler alzare le aliquote Iva. Cosa che invece era nelle recenti raccomandazioni dell'Fmi. Fra le raccomandazioni del fondo monetario vi era infatti l'indicazione di ridurre la tassazione sul lavoro ed aumentare quella sul consumo (ancora?) e quella sugli immobili (ancora?!).
Insomma un gioco di prestigio in cui si concede da una parte e si massacra dall'altro. Forse è questo il trucco che sta dietro la mossa spagnola? Come gli 80 euro di Renzi, compensati dall'aumento della tassazione?
Ecco le raccomandazioni dell'Fmi per l'Italia:
Quindi il nuovo mantra internazionale del neoliberismo in crisi è il seguente: forti riduzioni di tasse accompagnate da forti tagli alla spesa pubblica, fatti in spending review e tagli alle agevolazioni. E poi ancora tagli sulle pensioni, ma questa volta non quelle future ormai inesistenti ma quelle in essere. Non so se funzionerà ma è già evidente che si propongono due provvedimenti uno espansivo ed uno recessivo, che andranno ad elidersi come materia e antimateria.
Ridurre drasticamente le tasse è un intervento sicuramente espansivo. Ma tagli di egual misura in drasticità, sono un intervento fortemente recessivo, soprattutto se in Italia si toccheranno le pensioni esistenti, che attualmente sono uno dei pochi veri sostentamenti delle disastrate famiglie italiane.
Se si vuole incentivare la domanda, un intervento di questo tipo è molto in chiaro-scuro. Concede da una parte (i giovani e chi è ancora in età lavorativa) e taglia da un'altra parte (pensionati, dipendenti pubblici, ma anche cittadini che non potranno più ricorrere all'aiuto dello Stato attraverso il welfare, e anche aziende e tutto ciò che gravita attorno al pubblico).
Ora tocca alla Spagna verificare questa tesi. Sempre che seguirà questa strategia, ma non vedo alternative se vuole mantenere un minimo di sostenibilità del suo bilancio statale già oggi in affanno. Del resto la Germania non gli concederà di ridurre le tasse in deficit che già oggi non rispetta il 3% limite del Pil.
Intanto Spagna chiama ed Italia risponde:
"“E’ urgente intervenire per contenere l’elevata pressione fiscale che è ostacolo al ritorno a ritmi di crescita in linea con i partner internazionali”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan
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Il governo punta “a rendere più equo l’onere del prelievo fiscale” perché bisogna “tenere conto delle difficoltà deicontribuenti onesti. Un fisco equamente distribuito consentirà di affrontare meglio questo momento”."
(www.ilfattoquotidiano.it)
E' probabile che fra poco anche il nostro governo farà un annuncio simile a quello spagnolo. E dai media si leverà un genaralizzato "oooohhh!" di ammirazione. Solo dopo qualche tempo ci si renderà conto che i maggiori guadagni finiranno in maggiori spese, ed il gioco sarà a somma nulla.
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