Un brivido mi è corso lungo la schiena quando ho letto il franco articolo apparso domenica su "ilfattoquotidiano.it" dal titolo "Dal taglio dei burocrati alla patrimoniale, come Renzi può trovare i 23 miliardi". Si parla finalmente di patrimoniale, vuol dire che il crash dell'euro si avvicina inesorabile.
E' utile fare un breve riepilogo. Le difficoltà economiche che stiamo vivendo, le abbiamo già vissute a cavallo del 1992. Allora il governo Amato fece di tutto per far rimanere la lira nello Sme. L'ultimo atto fu il prelievo forzoso sui conti correnti. Nel post "Facciamo tesoro degli insegnamenti del passato" c'è tutto il resoconto della crisi di allora.
"Fra i provvedimenti principali per il pareggio di bilancio si ricordano una manovra finanziaria da 100.000 miliardi di lire, la più importante dal dopoguerra, e il prelievo forzoso del 6‰ dai conti correnti delle banche italiane, nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 luglio 1992, legittimato ex-post con decreto d'urgenza l'11 luglio"
(it.wikipedia.org)
...
Il fenomeno speculativo dell'estate 1992 coinvolse la lira italiana e la sterlina britannica. Il governo italiano, retto da Amato, il 13 settembre decise di svalutare il cambio di riferimento della valuta nazionale complessivamente del 7%, in particolare la lira in sé fu svalutata del 3,5%, mentre le altre valute furono rivalutate del 3,5%.
Il 16 settembre dello stesso anno il governo britannico decise di far uscire la moneta nazionale dallo SME. Il giorno dopo la medesima decisione fu presa dal governo italiano."
(it.wikipedia.org)"
Oggi si parla apertamente di una patrimoniale su un giornale italiano, che è il corrispettivo del prelievo forzoso di Amato. In realtà sono mesi che a livello internazionale si suggeriscono all'Italia (e agli altri Piigs o affini) di fare patrimoniali. Qualcuno suggeriva addirittura per l'Italia una patrimoniale di 400 miliardi, per ridurre drasticamente il debito.
Vedi il post "Patrimoniale ultimo atto" :
"Da quando l’Fmi suggerì la patrimoniale, chiedendo una rasoiata dei conti correnti del 10%, per raggiungere quei 400 miliardi euro al fine di portare il rapporto debito/ Pil al 100% dall’attuale 132%, è stato un susseguirsi di voci e “suggerimenti” autorevoli in tal senso. Soprattutto dall’estero, questo va detto.
Perché proprio 400 miliardi? Per avere 1.600 miliardi di debito a fronte di 1.600 miliardi di Pil annuo, appunto un rapporto del 100% fra i due. Bella cosa, anche se in realtà non ne comprendo l’utilità. Non vedo perché il 100% debito/Pil sia meno pericoloso del 132%, si tratta comunque sempre di una cifra “impagabile”. E non è nemmeno detto che poi sia più sostenibile di prima tale debito, se non arriva la crescita economica"
Ed i tedeschi annuiscono:
Allo stesso tempo l'istituto di Francoforte sottolinea la sua contrarietà all'implementazione di una eventuale patrimoniale in Germania, che sarebbe un brutto colpo per la crescita."
(Manca poco ormai, lo dice anche la Bundesbank)
Ora il Pd di Renzi forte del 41% alle europee sembra intenzionato a perseguire questa o una strada simile. Ne da conto "ilfattoquotidiano.it":
"Una patrimoniale sulla ricchezza finanziaria. Gettito: 33 miliardi - Non mancano le proposte altrettanto radicali quanto quella dell’economista Lucrezia Reichlin, docente alla London Business School, direttore della ricerca Bce dal 2005 al 2008, secondo la quale la via maestra ribadita nei giorni scorsi all’Espresso è quella di una “ristrutturazione parziale del debito pubblico”, vale a dire che lo Stato italiano – “all’interno di una infrastruttura istituzionale, una cornice economica e legale a livello europeo che la renda possibile senza creare il caos” – dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di non ripagare interamente e/o alle condizioni previste le proprie obbligazioni tassando di fatto banche e risparmiatori. Ma c’è chi, invece, punta strade più tradizionali, seppure con variazioni sul tema non secondarie. “La mia idea? Una patrimoniale seria. In Italia la ricchezza finanziaria privata ammonta a circa 3.300 miliardi di euro. Mettiamoci sopra un’aliquota dell’1% e ne ricaviamo 33”.
(www.ilfattoquotidiano.it)
E poi arrivano una serie di proposte che sono "patrimoniali mascherate".
La patrimoniale sui morti:
"Un’imposta di successione “ben disegnata”. Gettito: fino a 40 miliardi - Per Marcello Messori, docente di Economia alla Luiss fresco di nomina alla presidenza delle Ferrovie dello Stato, imporre una patrimoniale è una buona idea, ma metterla in pratica in modo efficace sarebbe impossibile: ... c’è un’alternativa altrettanto valida e più praticabile: “Un’imposta di successione ben disegnata”, dice. Il professore non si spinge a quantificare il gettito, perché in gioco ci sono molte variabili. Ma il quotidiano Libero pochi giorni fa calcolava che un’aliquota del 20% sulle eredità, magari con una franchigia fino a 100mila euro, farebbe incassare allo Stato 40 miliardi l’anno."
(www.ilfattoquotidiano.it)
La patrimoniale sui pensionati del secolo scorso:
"Scure sulle pensioni “inique”. Incasso previsto: 4 miliardi – Secondo Tito Boeri, ... il primo dossier a cui mettere mano è invece quello delle pensioni. Non per una nuova riforma, ma per “fare un’operazione di equità”, sostiene. Ovvero? “C’è un’evidente disparità tra i trattamenti calcolati con il vecchio e generoso sistema retributivo e quelli basati sulmetodo contributivo – spiega -. Chi ha preso più del dovuto rispetto ai contributi che ha versato dovrebbe quindi essere soggetto a un prelievo limitato alla parte in eccesso”. Una tassa, insomma. Ma, secondo l’economista, inattaccabile dal punto di vista della legittimità costituzionale perché non colpirebbe poche “pensioni d’oro”, ma tutte e solo quelle ingiustificabili alla luce dei contributi versati. Con quale risultato? “Un’aliquota progressiva del 20% sugli assegni tra 2 e 3mila euro, 30% su quelli tra 3 e 5mila e 50% oltre i 5mila permetterebbe di incassare oltre 4 miliardi”, calcola Boeri."
(www.ilfattoquotidiano.it)
La patrimoniale fatta di tagli feroci (all'occupazione, manco a dirlo...):
"La versione di Serra: dimezzare i burocrati e dire addio al contante - Davide Serra, finanziere, vive a Londra e guida il fondo di investimento Algebris, che ha fondato nel 2006. ... La sua ricetta per il futuro dell’Italia ha un ingrediente principale: la meritocrazia in tutte le sue declinazioni. ... A partire dai burocrati. “Nell’arco di cinque anni si devono ridurre del 50% le spese della macchina burocratica e aumentarne di altrettanto l’efficacia”. Come? “Abbassando i salari, i costi operativi o il numero di persone. Dove tagliare lo deve decidere chi gestisce la macchina. Ciò che conta è aumentare il rapporto tra risultati e costi”. Altro che la blanda “mobilità volontaria” prevista dalla riforma della pubblica amministrazione del ministro Marianna Madia, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri il 13 giugno. La seconda cosa da fare subito? Per Serra è eliminare l’uso del contante. Perché se tutte le transazioni fossero elettroniche, dunque tracciabili, l’evasione fiscale che attualmente è ai livelli più alti d’Europa si ridurrebbe di netto. Nei Paesi in cui il numero di pagamenti con bancomat e carte di credito è più alto (Olanda, Francia, Gran Bretagna e, un po’ staccata, Germania), la quota del “nero” sul Pil è metà di quella italiana. "
(www.ilfattoquotidiano.it)
E ci si mette pure Seminerio proponendo la "patrimoniale sul lavoro", che tra l'altro esiste già. Cioè la deflazione salariale:
"“fare un’altra stretta fiscale sarebbe deleterio. Deprimerebbe ancora di più il Pil e aumenterebbe il rapporto di indebitamento: un circolo vizioso. E tagliare la spesa pubblica avrà lo stesso risultato, se impiegheremo i risparmi ottenuti per ridurre il deficit e non per abbassare le tasse”
...
Sarà doloroso, ma in quella condizione che io non auspico, solo una feroce deflazione salariale può farci recuperare competitività e ridurre la disoccupazione. Che altrimenti salirà ben più su del livello attuale”, è la sua tesi. Nessuna alternativa meno brutale? “Se l’economia torna a crescere, tutto può essere fatto in modo meno traumatico. Ma serve una crescita vera: un aumento del Pil intorno all’1,5%”. Altrimenti? “Con i nostri 2.100 miliardi di debito, basterebbe un rallentamento della crescita globale per farci arrivare vicino al dissesto. Nel contesto in cui siamo, considerato che più volte i tedeschi che ci hanno rimproverato di avere un’elevata ricchezza privata che fronteggia un altrettanto elevato debito pubblico, c’è il rischio che alla fine qualcuno torni a chiederci di fare una patrimoniale per compensare ricchezza privata e debito pubblico”
(www.ilfattoquotidiano.it)
Se non altro Seminerio mette in riga i fatti e non li dipinge ne più rosa ne più neri di quel che sono. Ci fornisce un'unica soluzione: deflazione salariale se vogliamo essere competitivi e sopravvivere come sistema paese, nel sistema euro. In realtà nemmeno così la sopravvivenza è garantita. Assieme alla deflazione interna bisognerebbe attuare la ristrutturazione di tutti i debiti, per renderli compatibili alla nuova capacità di guadagno degli italiani dopo la deflazione salariale. Altrimenti ci si ritroverà con stipendi in crollo e debiti in salita. Entrambi devono scendere o salire parallelamente per non generare squilibri mortali.
Ad ogni modo ci avviciniamo all'epilogo, che nel 1992 fu il prelievo forzoso sui conti correnti. Subito dopo (un paio di mesi) uscimmo dallo Sme. Questa volta sarà molto più doloroso e l'iter molto più travagliato. Più doloroso perché nel '92 avevamo ancora la nostra lira e tutto fu più semplice. Più travagliato perché nel '92 ci anticipò l'Inghilterra e la nostra successiva uscita dallo Sme non appariva una situazione singolare e punitiva per l'Italia.
Questa volta lo psicodramma sarà ai massimi livelli, poiché probabilmente non ci sarà nessuno ad anticipare l'uscita dall'euro, perché si imploreranno invano prima Germania e Bce di intervenire, perché si perderà tempo nel cercare soluzioni che non esistono, aiuti internazionali, appoggi geopolitici... intanto la situazione diventerà sempre più insostenibile. Non escludo nemmeno che la patrimoniale possa essere applicata per più volte consecutivamente, fino ad esasperare gli animi degli italiani. Senza considerare che un'eventuale nuova crisi internazionale tipo quella del 2008 farebbe accelerare gli eventi e ci lascerebbe ancora più soli. Ci aspetta un periodo turbolento. Prevedo ingovernabilità crescente, con l'acme all'applicazione della prima rata del fiscal compact. Il tempo lavora per il Movimento 5 stelle, è inevitabile.
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