venerdì 31 ottobre 2014
L'annuncite dilaga anche in Usa
"Con ieri, è finita ufficialmente l’era del “quantitative easing” negli USA, dopo che la Federal Reserve ha annunciato la fine del piano di acquisto dei Treasuries e dei “mortgage-backed securities”. In verità, la fine del QE era scontata, sebbene qualcuno sperasse ancora che fosse rinviata a dicembre.
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Nel giustificare le proprie decisioni, il board ha eliminato il termine ricorrente “significativo”, con riferimento al sotto-utilizzo della forza-lavoro negli USA e l’ha sostituita con l’espressione “has been downgraded” (“si è ridotto”)
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l’istituto si mostra più ottimista che in passato sulla capacità della ripresa dell’economia americana di assorbire la forza-lavoro eccedente, valutata nell’11,8%, frutto della somma tra il 5,9% della disoccupazione e il numero dei lavoratori part-time, che vorrebbero lavorare a tempo pieno, ma non riescono a trovare un posto simile. Una conferma del mutamento degli orientamenti è arrivata anche sul fronte dell’inflazione. Ad agosto, i prezzi al consumo sono cresciuti negli USA dell’1,5% su base annua, in decelerazione dal +1,7% di maggio."
(www.investireoggi.it)
Si riduce la disoccupazione Usa? Non sono mai affidabili le statistiche Usa sulla disoccupazione da quanto ho capito finora. Quindi sono abbastanza manipolabili. Diciamo che la Fed ha cambiato atteggiamento e per paura di sbracare eccessivamente (dopo 4 o 5.000 miliardi di dollari stanpati a go-go...) ha deciso di chiudere il capitolo dei quantitative easing, della stampa di dollari facili. Che non hanno portato quella crescita che ci si aspettava, ma hanno reso ancora più parossistico il gioco finaziario.
Allora si ricorre agli annunci ottimistici tanto per giustificare la decisione storica. Diminuisce la disoccupazione e aumenta il Pil. Forse...
"Sale oltre le attese il Pil Usa nel terzo trimestre. Secondo la prima lettura del Diparrtimento del Commercio la crescita è stata del 3,5% annuale contro il +3% delle stime del mercato ma in rallentamento rispetto al +4,6% dei tre mesi precedenti.
Il dato - secondo quanto riferito dal governo - è stato sostenuto dal balzo dell'export e dalle spese militari.
Le spese per consumi, il motore della crescita dell'economia statunitense, sono aumentate dell'1,8%, dal 2,5% del secondo trimestre.
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Guardando avanti, la situazione non appare così rosea. Secondo gli economisti di IHS Global Insight, la performance del terzo trimestre non si ripeterà nel quarto quando è stimato un aumento del Pil nella forchetta tra il 2.5-3.0%. Per l'intero 2014 il PIl è visto a +2,2% in aumento del +2,7% nel 2015. "
(www.wallstreetitalia.com)
Tutto "ok" a casa dello zio Sam, o forse no. Il loro governo è ottimista, ma gli americani chissà perché, intervistati dai sondaggisti dichiarano al 70% di essere ancora in recessione. E come mai per esempio l'inflazione è in decelerazione? Cioè va verso la deflazione? Di solito accade quando si vende poco.
E se va tutto bene perché succede questo?:
"L'economia cresce, ma la popolarità del presidente Barack Obama è piuttosto bassa. Sembra essersi interrotto il legame tra l'andamento dell'economia e il consenso per l'Amministrazione federale, al punto da mettere in forse anche la vecchia regola, abbastanza rispettata nel tempo, secondo la quale un calo della disoccupazione dà una relativa certezza al partito del presidente uscente– se non a lui stesso in questo caso non candidabile – di veder rieletto un suo candidato.
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E l'occupazione in crescita, la ripresa moderata ma stabile, l'uscita definitiva dalla crisi? Non ingannino i numeri. Gli Stati Uniti, visti da una prospettiva europea, sono in una posizione invidiabile, ma gli americani non sono contenti. È vero, la disoccupazione è calata al 5,9%, ma a fine 2013 – l'ultimo dato disponibile – solo il 72,5% degli americani in età di lavoro aveva o cercava attivamente un'occupazione
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Il malessere del mercato del lavoro non finisce qui. Negli Stati Uniti le protezioni al posto di lavoro sono limitate – e dipendono da stato a stato, da azienda ad azienda – ma il precariato è considerato un'anomalia. Nell'attuale situazione, molte persone chiedono un lavoro a tempo pieno, ma trovano solo un'occupazione part-time
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È anche a livelli molto alti il numero delle persone che cercano attivamente lavoro da più di sei mesi, o un anno, e non lo trova. Anche la disoccupazione di lungo periodo è considerata un'anomalia, perché distrugge capitale umano: più passa il tempo, più le competenze delle persone si perdono e più le aziende sono disincentivate ad assumere questi candidati."
(www.ilsole24ore.com)
Mi viene da pensare a questo punto che tutto il mondo è paese. Che l'annuncite renziana in effetti non è nemmeno una peculiarità italiana, ma dilaga ovunque. Tutti a spandere ottimismo dai video tv mentre le masse annaspano nell'incertezza e nella crescente povertà.
Sarebbe auspicabile una crescita economica negli Usa, perché trascinerebbe anche quella europea. Ma ci credo poco. Penso che questo nuovo falso ottimismo serva come pretesto alla Fed per uscire dalle sue politiche di quantitative easing, che a lungo andare potrebbero essere pericolose per la stabilità del dollaro e quindi degli Usa. In fondo, i capi della Fed è come se dicessero: quel che potevamo fare lo abbiamo fatto, oltre non possiamo andare. Ora i problemi economici verranno tutti rilanciati nel campo della politica.
Le borse non potranno più crescere come prima, ma dovranno riallinearsi maggiormente al reale andamento economico mondiale. Quindi per un po' le vedremo molto incerte (con salite improvvise e violente discese), spaesate fra la perdita del sostegno dei Qe e la mancanza di nuovi punti di riferimento. Non è detto che poi non riescano a trovare nuove bolle da gonfiare, ma per ora si intravvede solo quella enorme appena espansa, che rischia di esplodere.
Il momento di incertezza, se diventerà vera crisi si riperquoterà ancora di più sugli elementi più deboli. Per esempio il sistema economico di paesi quasi in default come l'Italia. I segnali di ieri non erano molto incoraggianti:
"Così, tanto per ricordare che il balletto è appena cominciato, in grecia oggi +50 bps il decennale
Borsa di nuovo vicina ai minimi.
Sbaglierò ma mi pare che si stia tornando in Risk Off alla grande."
(www.rischiocalcolato.it)
L'Europa vive già nell'incertezza. Ed ha anche altri motivi per cui preoccuparsi. Il principale ha un nome. Si chiama euro.
giovedì 30 ottobre 2014
Il regime neofascista è servito
Manca solo l'ufficializzazione del Partito della Nazione per ora solo Pd, la "N" è stata prenotata sulla Ruota della Fortuna renziana. Ma di fatto il partito autoritario c'è già.
"“Landini: Il Governo chieda scusa gli agenti hanno caricato i lavoratori, basta con gli slogan del cazzo di questo Governo. Altro che Leopolde”. Boomerang mediatico per Renzi. Si torna ai tempi di Scelba?
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Il clima già teso di un autunno caldo appena incendiato dallo scontro Camusso Picierno e sulle dichiarazioni di Serra per la limitazione del diritto di sciopero deflagra all’interno della sinistra il caso manganella corte, manganella Landini
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i fatti accaduti ieri assumono una gravità di prima grandezza e frantumano in due minuti ingentissimi investimenti di immagine per il governo, con un vero e proprio boomerang che neppure gli organi di stampa mainstream possono ignorare. Tutte le prime pagine dei quotidiani aprono oggi con questa notizia e Alfano dovrà rispondere ai due rami del parlamento già oggi
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Se questa rabbia non lasciate neanche più sfogare nell’aria aperta delle piazze andrete ad alimentare i ben più pericolosi sotterranei filoni di insoddisfazione coltura prima di ben più violente azioni che ci riporterebbero agli anni 70 (come peraltro sta succedendo nella realtà in altri campi: regresso industriale, riflusso nelel campagne, rivendicazioni sindacali sempre più numerose, centinaia di vertenze aperte, impoverimento della popolazione, incapacità colpevole dello Stato di comprendere la gravità (e complessità) della situazione e di porvi rimedio"
(www.rischiocalcolato.it)
Così ad occhio, con le manganellate ed i lacrimogeni, Landini sta accumulando anche un discreto seguito elettorale. Potrebbe coagularsi attorno a Landini un nuovo soggetto di sinistra che metta assieme Sel, pezzi di Pd deluso da Renzi, rifondazioni e arcobaleni vari, e un vasto settore di elettorato che non ha più referenti politici?
Non so, ma una cosa del genere sarebbe veleno per il sogno di egemonia di Renzi illuso dal suo 40%. Che poi se molti più italiani andassere a votare, come nelle politiche precedenti, quel 40% sarebbe molto meno (circa 30% come ho dimostrato qui). In presenza poi di un soggetto a sinistra manganellato dalla celere, manco fosse risorto Scelba, il 40% renziano non sarebbe nemmeno più 30%, ma andrebbe verso il 25-20%.
Ma per ora il Partito della Nazione impera senza essere contrastato da alcuno. I suoi messaggi squinternati, come quello di una manovra che taglia 18 miliardi di tasse, sono sparati dalle tv senza nessun vero contrappunto. Per quanto un Brunetta o un Fassina urlino contro la menzogna, non sono creduti, e i conduttori dei talk televisivi si dimostrano accondiscendenti e sdraiati di fronte alle palesi truffe del governo. Forse bugie anche peggiori di quelle di Berlusconi, che poteva ancora permettersi di mentire in un periodo relativamente florido. Ma ora mentire spudoratamente agli italiani mentre questi affogano nella crisi è palesemente criminale. Una situazione che ricorda le bugie del Minculpop mussoliniano.
"Le parole di Marchionne sull’ascesa di Renzi prima nel Pd, grazie a una valanga di soldi giunti in busta paga al guappo di Rignano e poi a Palazzo Chigi – “lo abbiamo messo lì” – ritrovano tutto il loro senso dopo il pestaggio di ieri degli operai della Ast di Terni
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si trattava di una manifestazione degli operai della Ast di Terni contro i 500 licenziamenti previsti dall’azienda
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In secondo luogo la Ast è un’azienda del gruppo ThyssenKrupp, quella della strage di Torino, il cui gauleiter, alias amministratore delegato, fu applaudito a scena aperta nella tana degli sciacalli, ossia in un assemblea di Confindustria.
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Infine alla manifestazione erano presenti in prima fila alcuni leader sindacali tra cui Landini
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Questi tre elementi acquistano l’evidenza cristallina del messaggio trasversale proprio perché le cariche sono state del tutto gratuite
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E’ un circolo vizioso, un’ altra miccia accesa contro la democrazia. Ma i fatti di ieri, le dichiarazioni della fascistella senza testa Cocorito Picierno, i giuramenti di stare a tutti i costi col governo, la stessa chiarezza del pizzino mandato al Paese, ci dicono che non c’è nulla da attendersi dal Pd che è ormai un coacervo di interessi personali , di istanze della destra più pura e nel migliore dei casi non riesce ad esprime che muffosi tatticismi. La scissione l’hanno fatta, ma col Paese."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)
Il rilancio del pokerista di Rignano sull'Arno è sempre più pericoloso per se stesso, ma per il paese soprattutto. C'è da preoccuparsi del pressapochismo del bullo della ribollita e del suo clan leopoldesco. Nemmeno i berluscones usciti dalle aziende Mediaset erano così impreparati e cialtroni. I renziani non hanno nemmeno un minimo di capacità di mediazione politica. Anche i sassi sanno che i sindacati vanno blanditi e non presi a manganellate. Almeno bisogna fare finta di trattare e concedergli qualcosa. Dire come ha fatto Renzi che il governo non è un'azienda e non tratta con i sindacati, è un suicidio politico in Italia. Soprattutto a sinistra. Nemmeno il nano di Arcore si sarebbe permesso una dichiarazione simile.
Ma Renzi è spacciato ormai, si è fatto troppi nemici in casa e fuori. L'unico che lo sostiene veramente è Berlusconi. Ma è un'alleato problematico, non perché condannato, ma perché se fiuta puzza di bruciato cambia idea in un millisecondo... Inoltre il suo problema principale è la legge di stabilità e la crisi. Una legge finanziaria che analisi dopo analisi denunciano tutti i suoi limiti, e difficilmente porterà crescita o altri benefici. Gli italiani un po' alla volta non crederanno più ai continui annunci di Renzi, e la sua stella si spegnerà. Anche se presumo ci vorrà molto più tempo di quel che immaginavo, perché sono ancora molti gli italiani che ripongono qualche speranza in lui. Ma succederà, l'Italia si stuferà degli slogan e delle stupidaggini della Leopolda.
mercoledì 29 ottobre 2014
Promossi
"Una nota del commissario europeo agli Affari economici Katainen informa che nelle bozze di bilancio dei 28 Paesi non è stata identificata "alcuna grave deviazione".
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Dopo l’intesa sul pacchetto di misure che porterà l’Italia a ridurre il deficit di 4,5 miliardi in più rispetto al previsto (lo 0,3% del Pil), la Commissione europea concede il primo via libera alla legge di Stabilità del governo Renzi. Jyrki Katainen, commissario europeo agli Affari economici e futuro vicepresidente della Commissione presieduta da Jean Claude Juncker, ha diffuso una nota in cui annuncia: “Dopo aver esaminato tutte le informazioni supplementari e gli aggiustamenti comunicati negli ultimi giorni, non posso identificare casi di deviazione particolarmente seri che ci obbligherebbero a opinioni negative”. Non ci saranno quindi bocciature per Italia, Francia, Austria, Slovenia e Malta, i cinque Stati considerati a rischio."
(www.ilfattoquotidiano.it)
E' andata bene malgrado una ex finanziaria con le solite coperture un po' fantasy. Ma del resto come potevano bocciare la manovra italiana e salvare le altre? Probabilmente l'idea era proprio quella di salvare la Francia e condannare l'Italia, ma sarebbe stato un comportamento così smaccato da non essere accettato dall'opinione pubblica italiana. Inoltre Renzi ha bisogno di qualche vittoria per conservare il consenso.
E comunque l'Italia si salva grazie alla Francia. Un paese con seri problemi politici oltre che economici, il cui presidente ha risposto per le rime all'Europa dell'austerità.
"Il governo francese non voleva che fosse resa pubblica la lettera con cui il commissario europeo agli Affari economici, Jyrki Katainen, ha chiesto al ministro delle Finanze Michel Sapin "le ragioni per cui la Francia prevede di deviare dagli obbiettivi di budget" nel 2015; ma il testo sabato e' stato pubblicato dal sito "Mediapart".
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la risposta francese sarebbe articolata in tre punti: il primo di natura economica, basato sulla particolare debolezza dell'economia europea; che nessuno poteva prevedere e che non permette alla Francia di attuare ulteriori tagli per 21 miliardi di euro nella spesa pubblica per il 2015.
Il secondo punto e' di natura statistica, e fa leva sul nuovo metodo di calcolo del deficit adottato da Bruxelles e gioca sul differenziale delle previsioni fatte nel 2013 e quelle attuali.
Il terzo argomento addotto dalla Francia e' di natura squisitamente politica, ed e' il piu' importante e sensibile: il governo francese non nasconde di disporre in Parlamento di una maggioranza risicata, che gli da' poco margine di manovra. E che la popolazione non e' pronta ad accettare sacrifici supplementari, che il rischierebbero di provocare un "rigetto" dell'Europa: il pericolo vero a cui la lettera fa riferimento, senza pero' citarlo apertamente, e' un'ulteriore avanzata elettorale dell'estrema destra anti-europeista del Front national"
(www.ilnord.it)
Il vero problema per Hollande non è la situazione dei suoi concittadini, ma quelli dei suoi pari, della "casta" politica francese:
"Non c’è alcun richiamo né a una visione economica meno asfititca, né tantomeno alle ragioni dell’uguaglianza, della distribuzione del reddito, del welfare e del progresso sociale, come se i valori fondativi del socialismo francese fossero ormai finiti al mercatino delle pulci: chi parla è solo un gruppo di potere che campa di rendita, che ancora prende voti su ciò che è stato e non su ciò che davvero rappresenta, che avvisa i suoi “superiori” del fatto che sarebbe opportuno rallentare il massacro per poterlo compiere più efficacemente.
La stessa cosa nelle modalità specifiche di ciascun Paese accade dovunque in Europa le elite liberiste sono state imposte o hanno avuto facile gioco grazie all’imponenza mediatica della loro narrazione. E la stessa cosa accade in Italia dove una classe dirigente nel suo complesso contratta con Bruxelles non la salvezza del Paese, ma la propria
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Hollande e Renzi campano entrambi sul medesimo squallido ricatto, avvisando il potere reale che la loro posizione potrebbe essere messa in crisi se non si dà loro la possibilità di proporsi come coraggiosi mediatori e non soltanto come esecutori."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)
Quindi il "vero potere", cioè quello che va da Bruxelles a Berlino ha mollato la presa. Ma solo temporaneamente. Non siamo ancora all'inversione di rotta. Per questa eventualità bisognerebbe trovarsi davanti ad una situazione economica disastrosa per la Germania. Per ora si teme solo una piccola stagnazione, anche se penso ci sia troppo ottimismo anche nel governo tedesco. Potrebbe arrivare in Germania una piccola recessione. Ma difficilmente si avrà un ripensamento tedesco molto presto.
martedì 28 ottobre 2014
Montagne russe
E' un periodo di sali scendi improvvisi. Borse che scendono a meno dieci e poi più dieci in poco tempo. Non è un andamento normale per i mercati. Anche i paesi emergenti a turno sono colpiti dalla speculazione. Come per esempio la Russia oggi:
"Proseguono le vendite scatenate sul rublo, che ha testato il minimo sull'euro dalla creazione della moneta unica nel 1999. Per la prima volta il rapporto euro/rublo ha superato di fatto la soglia di 54. Il minimo è arrivato dopo il collasso dei prezzi del petrolio. In particolare le quotazioni del Brent crude sono crollate dal massimo di giugno a $115 a circa $86. La flessione ha avuto conseguenze piuttosto gravi per la Russia, che fa affidamento sugli introiti fiscali legali alle esportazioni di petrolio per finanziare le casse dello stato. Il Cremlino può osservare i suoi impegni solo con quotazioni di petrolio che oscillano attorno a $90 al barile. Un qualsiasi valore al di sotto implica che il governo deve o indebitarsi o tagliare i piani di spesa."
(www.wallstreetitalia.com)
E' probabile che qui c'entri qualcosa la guerra Ucraina con sullo sfondo la guerra dollaro/rublo. Ma indubbiamente l'attacco alla Russia a causa della discesa del prezzo del petrolio, pare un pretesto in ogni caso.
Ed anche la discesa del prezzo del petrolio è un segno inquietante. Significa che nel mondo c'è meno richiesta di greggio, che si fatica a venderlo. Anche qui al netto delle eventuali guerre commerciali fra sauditi e resto del mondo.
L'altro giorno la speculazione si è abbattuta sul real e sul Brasile. Qui il pretesto è stata la vittoria del candidato "sbagliato" secondo la finanza avvoltoio che sorvola i paesi in via di sviluppo.
"Non è piaciuta ai mercati la vittoria di Dilma Rousseff alle elezioni presidenziali brasiliane. Borsa di San Paolo a picco in avvio di seduta: l’indice Ibovespa ha registrato un calo del 5,28%, dopo essere arrivato a cedere quasi il 6% alle prime battute.
Male anche il real, la moneta brasiliana, in forte flessione sul dollaro: il biglietto verde ha toccato un picco a 2,56 real, una variazione del 4% rispetto a venerdì scorso, quando aveva chiuso a 2,4795.
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Perché un crollo così marcato? Gli operatori lo avevano annunciato da tempo: la Borsa preferisce una gestione meno dirigista dell’economia. In altre parole, più mercato e meno stato, in un Paese che invece, negli ultimi 12 anni, ha guidato gli investimenti e non ha mostrato particolare simpatia per gli accordi di libero scambio che gli Stati Uniti le hanno ripetutamente proposto."
(www.ilsole24ore.com)
In pratica qualsiasi scorreggia mette in crisi gli operatori di mercato che evidentemente hanno i nervi a fior di pelle. Un bu-bu inaspettato e si spaventano subito. Non è un buon segno, perché al primo problema veramente tosto, credo verrà giù tutto il castello di carte tirato su in questi anni. Si scatenerà una tempesta in cui difficilmente il nostro paese e l’Europa ne verranno fuori.
Intanto l’Italia continua a perdere credibilità, il divario di spread con la Spagna torna a salire. All’estero reputano la Spagna messa meglio. Che poi sia vero, che un paese che ha il doppio di disoccupazione dell’Italia abbia un avvenire migliore è tutto da vedere. Ma l’immagine che arriva ai mercati è di un'Italia in difficoltà, con banche marce, in recessione da tre anni, che non è in grado di rispettare i parametri europei per quanto folli essi siano, con un debito impazzito che non si ferma più, e salirà ancora a causa della deflazione.
Direi che gli speculatori e investitori più sani di mente se ne sono già andati per tempo dall’Italia.
Ad ogni modo l’ottimismo delle borse di qualche mese fa ha lasciato il posto all’insicurezza e incertezza. Continueranno ancora i quantitative easing della Fed, o si interromperanno a fine anno? Il mondo tornerà a crescere o come indica il prezzo del petrolio si va verso una contrazione? Il piede ha lasciato l’acceleratore e si è sposato prudenzialmente sul freno, in attesa di una decisione…
domenica 26 ottobre 2014
Un partito al limite di rottura
"[Dal] discorso del Premier ... "Nel 2014 aggrapparsi ad una norma del 1970 che la sinistra di allora non votò è come prendere un iPhone e dire dove metto il gettone del telefono? O una macchina digitale e metterci il rullino. E' finita l'Italia del rullino". Dura la risposta di Susanna Camusso: "Mi pare evidente che il presidente del Consiglio non abbia argomenti per contrastare le cose che abbiamo sostenuto ieri in termini di cambiamenti della delega del lavoro".
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"Ci raccontano che facciamo le cose un po' per caso, come pezzetti di puzzle messi qua e là. Noi, invece, non solo abbiamo un disegno organico
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- "Per anni ci siamo divisi in modo profondo tra chi voleva combattere il precariato organizzando manifestazioni, e chi voleva farlo organizzando convegni: ma il precariato si combatte innanzitutto cambiando la mentalità delle nostre imprese, e le regole del gioco"."
(www.ansa.it)
" Stefano Fassina nomina la parola scissione: “Una scissione molecolare è in atto. Ieri abbiamo incontrato molte persone che ci hanno detto che hanno lasciato il Pd. Oggi dico che la dovremmo evitare. Ma è il presidente del Consiglio che alimenta la contrapposizione, ricercando un nemico”. La posizione è simile a quella che esprime il bersaniano Alfredo D'Attorre, il quale si domanda se sia Renzi ad auspicare una rotture e aggiunge che "se spera questo, se lo tolga dalla testa".
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“Mi colpisce la straordinaria capacità che ha Renzi di evitare sistematicamente il merito. Mi sarei aspettato dal presidente del Consiglio alla sua prima uscita dopo l’approvazione della legge di stabilità che spiegasse i punti importanti del disegno di legge. E invece purtroppo ho sentito il solito comizio teso alla ricerca sistematica di un nemico da dare in pasto all’opinione pubblica”.
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Se poi vogliamo fare le battute gli dico che anche il leader coreano Kim Jong-un, trentenne di successo, ha l’ultima versione dell’ i-Phone… Ma converremo tutti che non è un modello di progresso. Con rispetto farei notare a Renzi che innovazione non è scopiazzare i conservatori con 30 anni di ritardo
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La piazza ha chiesto e ha proposto una politica economica alternativa all’agenda liberista portata avanti da un presidente che non indossa più il loden ma uno smagliante giubbotto di pelle. Ed è su quella agenda che Renzi non vuole rispondere. Che sinistra è quella che dà 80 euro al mese a chi ha 90 mila euro di reddito annuo e non dà nulla
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Non giriamoci attorno: voterà il jobs act?
Non ci giro attorno. Senza correzioni significative, no. Così com’è la delega lavoro aggrava la precarietà e la conferma arriva dalla legge di stabilità che nonostante le promesse non ha risorse aggiuntive per ammortizzatori e precari. ... La legge di stabilità individua per il 2015 meno risorse per gli ammortizzatori di quante ce n’erano nel 2014 per la sola cassa in deroga. La legge dunque smentisce le promesse del premier.
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Sta dicendo che Renzi cerca di farvi uscire dal Pd?
Il discorso di oggi non è quello di chi vuole ascoltare ragioni diverse dalle sue. Il segretario del partito dovrebbe essere di tutto il partito, il primo interessato a costruire una mediazione."
(www.huffingtonpost.it)
A Renzi è andata male in questa kermesse della Leopolda: si è ritrovato contrapposto un corteo sindacale piuttosto imponente (1 milione e mezzo di partecipanti?) che ha ridato forza alla minoranza Pd. Naturalmente vale sempre la massima secondo cui a piazze piene corrispondono spesso urne vuote, ma la piazza piena è sicuramente esaltante e trascina i suoi partecipanti verso un'opposizione più convinta ed intransigente.
Così il Pd attualmente non è soltanto l'unico vero grande partito sopravvissuto. Ma è anche maggioranza ed opposizione tutto insieme. Però è anche un partito al limite di rottura, in cui una parte dell'elettorato, dopo essersi invaghito di Renzi perché lo portava alla vittoria, si sta rendendo conto che il suo messaggio politico si sta allontando dai temi classici della sinistra. Dai bisogni dei più deboli, soprattutto dai bisogni dei più deboli fino ad ora tutelati.
Ora si possono fare alcuni scenari di fanta politica. Al momento il Pd renziano ha un consenso dai sondaggi di circa il 40%, anche se ormai tende verso il 39%. Evitiamo le speculazioni sulla veridicità dei sondaggi ed immaginiamo che siano esatti.
Le somme sono presto fatte, prima di Renzi il Pd valeva il 25%, dopo Renzi ha aggiunto un altro 15% fino al 40%. Quindi parrebbe che Renzi abbia portato al suo partito una notevole quantità di voti. Ma forse sono sopravvalutati.
Intanto il 25,4% di Bersani valeva in effetti, al netto dei non votanti (75,18% di affluenza), il 19,10%;
Il 40,8% di Renzi alle europee, al netto dei non votanti (58,7% di affluenza), il 23,95%.
Quindi la differenza effettiva è molto minore del 15%. Si tratta del 4.85% degli elettori totali, il che corrisponde a circa 2,4 milioni di voti. Questo è il valore effettivo apportato da Renzi al Pd.
Ma nel caso di scissione le cose non sarebbero così automatiche. Bersani e minoranza Pd non si porterebbero sicuramente via il 25% del Pd. Questo è ovvio. Ad occhio direi che la minoranza Pd riuscirebbe a trascinarsi via tra 1/3 ed 1/4 dei voti del Pd. Il solito 10% massimo che anche Rifondazione riuscì a sottrarre al Pds. In quel caso comunque poi le due forze di sinistra continuarono a collaborare.
Con Renzi la situazione potrebbe essere più complessa, in quanto ormai, come afferma lo stesso Fassina, è percepito come un leader di destra.
Quindi il Pd renziano rischia di farsi scippare una quota notevole di elettori, che può valere dai 3 ai 4 milioni di elettori. E' difficile capire se gli italiani riterranno opportuno tornare alle urne, ma sicuramente l'affluenza alle politiche sarà più alta che alle europee. Tanto per intenderci, se Renzi si fosse presentato al posto di Bersani alle politiche, con un'affluenza del 75%, il Pd avrebbe raggiunto il 30% circa e non il 40%. I numeri fanno brutti scherzi.
Ecco che in caso di scissione il Pd di Renzi potrebbe sul serio tornare verso il 25% e ritrovarsi a combattere all'ultimo voto con un centro destra ricoagulato alla disperata. Non riuscirebbe nemmeno a raggiungere la soglia del premio di maggioranza della legge elettorale italicum.
In coalizione invece il centro sinistra tornerebbe vincitore, ma Renzi si ritroverebbe condizionato pesantemente da una nuova Rifondazione-Pd alla sua sinistra, che sicuramente non gli consentirebbe di fare alcunché.
Renzi ha solo una speranza. Che alla sinistra del Pd alla fine manchi il coraggio di fare una vera scissione. Anche se una scissione di fatto è già in atto. E credo che la scommessa di Renzi sul Pd sia ben riposta. I vecchi e nuovi dirigenti dissidenti del Pd sono assolutamente inconsistenti. Altrimenti non si sarebbero fatti asfaltare da Renzi in modo così semplice.
venerdì 24 ottobre 2014
Lettere dall'Europa
Ma l'Europa che tipo di istituzione è? Uno pseudo governo comunitario che ti manda la letterina, con gli ordini da eseguire entro il giorno dopo. Come se fosse un'equitalia qualsiasi intima alle sue vittime, cioè intere nazioni, di modificare i propri bilanci e pagare. Quasi sempre appesantendo tasse e tagli.
Ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria. Ho trovato comica poi la situazione per cui alcuni premier andando a Bruxelles si sono trovati un bel conto da pagare. Manco le istituzioni europee fossero un albergo che ti presenta il conto del frigo bar o della tv via cavo.
Sentire Cameron andare su tutte le furie per un conto imprevisto di 2 miliardi, mi ha dato un'impressione di generale superfialità. I conti a quanto pare sono stati revisionati in riunioni avvenute nelle sedi europee anni addietro. Possibile che Cameron e gli altri siano rimasti sorpresi? Evidentemente l'Europa è abituata a lavorare in incognito e con letterine riservate.
Per una volta condivido quanto detto da Renzi.
"«Sono stupito che Barroso si sia sorpreso. La notizia della lettera era stata anticipata qui dal Financial Times, credo che sia il momento della open transparency più totale. Credo che sia finito in questo palazzo il tempo delle lettere segrete. È soltanto l’inizio, non è un problema di Barroso, che tra pochi giorni non sarà presidente della Commissione Ue, ma a Juncker chiederemo che ogni dato sensibile della Commissione sia pubblicato, com’è giusto che sia, per fare capire le cose ai cittadini. Pubblicheremo non solo la lettera ma tutti i dati, quanto si spende in questi palazzi...»"
(www.corriere.it)
Ad ogni modo Renzi ha preferito la trasparenza, anche perché mettere le carte in tavola impedisce all'Europa di fare preferenze. Si insinuava infatti che la Germania avrebbe permesso alla Francia di sbracare i conti, ma non all'Italia. Anche se, a dirla tutta, anche tenendo segrete le trattative fra gli Stati, come si sarebbe potuto nascondere le disparità di trattamento?
In ogni caso mi pare stia iniziando un periodo, se non proprio di scontro fra le varie visioni europee, almeno un ripensamento dalle parti di Bruxelles e forse di Berlino. L'Europa continua a vedere la propria situazione peggiorare di mese in mese. Le stesse previsioni e pretese della manovra italiana di portare alla crescita sono velleitarie. Non è nemmeno detto che sia una manovra quasi espansiva. E' più probabile che alla fine sia recessiva, anche se non dovessero scattare le clausole di salvaguardia che prevedono che l'Iva schizzi oltre il 25%!
Se ne rende conto Draghi che non sa più cosa fare per uscire dalla recessione-stagnazione europea.
"«La zona euro è in una fase critica, l'economia ha perso slancio, gli investimenti sono deboli, la fiducia è scesa, la credibilità è a rischio, l'inflazione è ai livelli più bassi mai registrati, molti degli impegni presi non sono stati seguiti da fatti»
Il presidente della Bce ha chiesto ai leader della zona euro una «urgente strategia globale» che preveda il «monitoraggio delle misure strutturali», ed ha proposto ai leader di presentare «impegni forti e credibili sulle riforme» con un «calendario della loro attuazione»
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«Nel 2011-12 abbiamo evitato il collasso dell'euro con uno sforzo comune, ora dobbiamo farlo di nuovo per evitare di ricadere in recessione, speriamo l'eurozona torni a crescere ma la speranza non è una strategia».
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«Per il ritorno della fiducia serve una strategia coerente per una ripresa sostenibile e ulteriori passi verso una condivisione di sovranità nella governance economica»"
(www.ilsole24ore.com)
Draghi vede il disastro europeo peggiorare, ma propone sempre le solite ricette sbagliate. Continua a chiedere quelle misure strutturali, che sono l'origine dell'avvitamento della crisi nei paesi europei. Eppure è il primo ad ammeterlo: nel 2011 è stata la Bce a rimettere in carreggiata l'Europa con le sue politiche monetarie espansionistiche (Ltro).
Solo quando la Bce ha permesso l'acquisto dei titoli di Stato alle banche la situazione è ritornata tranquilla. Altro che letterine con 0,1% da correggere, altro che manovre fantasy che promettono paradisi realizzando inferni. Questa fondamentale funzione della banca centrale, l'acquisto di bond, dovrebbe essere l'unica cosa da discutere ora in Europa. Il resto sono beghe stucchevoli, e persino ridicole. Ma che posto è l'Europa? Esiste un'istituzione e un'entità più stravagante, che si accapiglia su stupidaggini ed evita di discutere le cose essenziali?
giovedì 23 ottobre 2014
Il re è sempre più nudo, ma nessuno si scandalizza
L'analisi generale ed italiana.
"IL RE E' NUDO
Se persisteranno simili condizioni, l'Italia ha ben poche possibilità di arrivare alla fine del 2016 mantenendo l'attuale connotazione, non solo in termini economici, ma anche a livello politico/istituzionale.
Come abbiamo avuto modo di affermare più volte in questi pixel, l'Italia è caduta in uno stallo che si protrae ormai da diversi anni, e sembra che stia percorrendo un sentiero molto pericoloso, nel quale, con ogni probabilità, nella migliore delle ipotesi, si troverà ad alternare periodi di recessione con periodi di bassa crescita, in un percorso distruttivo fortemente allarmante.
Per il momento, la componente export ha offerto un significativo sostegno alla "tenuta" del PIL.
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le più grandi economie occidentali, dopo il periodo di burrasca successivo alla scoppio della bolla dei mutui ... seppur con molte difficoltà ... hanno conosciuto una ripresa dell'attività economica
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E' evidente che queste economie si trovino in una fase di ciclo economico molto più avanzata rispetto all'economia italiana che sta ancora combattendo con la crisi che si protrae dal 2008. In alcune di queste aree, stanno già incubando i prodromi per una prossima crisi. Non possiamo dire quando scoppierà: se tra sei mesi, un anno, oppure due. Ma è certo che scoppierà,e quando avverrà, è chiaro che si assisterà ad una contrazione del commercio internazionale che aggredirà anche le dinamiche della componente export dell'Italia, che a quel punto si troverà ancora in condizioni di estrema fragilità e, in assenza di una domanda interna sostenuta -tale da contribuire ad arginare la contrazione delle esportazioni- ne verrà travolta pagandone il prezzo più alto.
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La caduta del prezzo del petrolio e, più in generale, quella delle materie prime, confermerebbero questa ipotesi, che potrebbe anche essere aggravata da fattori di natura geopolitica.
D'altra parte, negli USA, i dati sull'occupazione (e non solo) lasciano aperti molti dubbi sulla vivacità della ripresa americana. Mentre gli ultimi indicatori sulla crescita della Cina, ai livelli più bassi dal 2009, confermano lo scenario di un rallentamento dei ritmi di espansione.
In Europa, la recente caduta dell'indice della produzione industriale tedesca, unitamente agli altri dati che giungono da altre economie, lasciano intendere che il deterioramento del ritmo di crescita è ancora più marcato che in altre economie.
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L'Italia, in un simile contesto, è il gigante che barcolla in mezzo a tanti cristalli.
Ormai, con molti paesi in uno stato di conclamata deflazione -che rende ancor più arduo il percorso verso una maggiore sostenibilità dei debiti pubblici- e con sistemi bancari fortemente provati da molti anni di crisi che hanno determinato delle forti erosioni di capitale, a mio avviso, la Banca Centale Europea ha a disposizione ancora pochissime pallottole di argento idonee a centrare il bersaglio.
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Come dicevamo, i dati macro segnalato un deterioramento delle aspettative di crescita che si rifletterà, non tanto sugli utili aziendali del 2014, ma su quelli del 2015, le cui aspettative di crescita - almeno in parte- hanno fatto da traino alla performance positiva del mercati fino a qualche mese fa. Quindi, se i dati economici dovessero confermare l'ipotesi di un forte rallentamento congiunturale,sarebbe logico attendersi che i mercati continuino il ritracciamento fino a livelli che esprimano multipli più aderenti alle reali possibilità di produrre utili da parte delle imprese.
Molti autorevoli commentatori affermano che l'Italia, per uscire dalla crisi, avrebbe bisogno di profonde riforme.
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l'impatto che queste riforme potrebbero avere sulla capacità dell'Italia di poter risalire la china del precipizio in cui è caduta, posto il fatto che, in un contesto economico-finanziario globalizzato come quello attuale, insistono numerosi fattori di rischio esterno che potrebbero gravare (stanno gravando) sulla strada delle riforme, che comunque presuppongono anche la necessità di essere finanziate con ingenti risorse, che non ci sono. In tal senso, trovare una via di sbocco appare cosa assai ardua."
(www.vincitorievinti.com)
La diagnosi sul nostro paese (da un medico estero):
"L'Italia non può incolpare di tutti i suoi problemi l'unione monetaria.
L'euro non ha causato la catastrofe, ma ha privato l'Italia di un mezzo per combatterla e ha esposto le sue fatali debolezze strutturali ....
Dobbiamo ricordare che le aziende italiane ottengono soldi dello stato per pagare i lavoratori per fare niente e non licenziarli - attualmente circa mezzo milione di lavoratori sono in quello che è conosciuto come 'cassa integrazione'.
Così il tasso di disoccupazione reale in Italia devrebbe essere almeno il 15 per cento (anziché 12%, ma forse è una stima generosa, ndr), e che non comprende tutti coloro che hanno rinunciato a cercare lavoro (questo vale per tutti, Usa compresi, ndr). Solo il 58 per cento di età lavorativa italiani sono impiegati, a fronte di una media di 65 per cento nel mondo sviluppato.
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La sinistra di Matteo Renzi, l'ultimo premier, è annunciata come l'Italia di Tony Blair, perché è riuscita a forzare il suo partito, il post-comunista Partito Democratico, a dimenticare il passato e affrontare il futuro. Inizialmente, ha promesso che avrebbe portato tutte le riforme strutturali necessarie entro 100 giorni; ma naturalmente non lo ha fatto, e ora dice che ha bisogno di 1000 giorni.
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Il debito sovrano in Italia, nel frattempo, continua a crescere in modo esponenziale. E 'ora 2200 miliardi di €, che è l'equivalente del 135 per cento del PIL - il terzo più alto al mondo dopo il Giappone e la Grecia. E più deflazione l'Italia ha, più grande il debito e il suo costo diventano in termini reali.
In Italia, come in Francia, una filosofia dirigista ha prevalso dopo la seconda guerra mondiale.
Il governo è gestito come un racket di protezione (corruzione o eccesso di tasssazione? non è chiaro cosa si intenda, ndr); il denaro trova la sua strada in ogni angolo dell'economia. Anche i giornali sono pubblicamente sovvenzionati, ed è il motivo per cui ce ne sono così tanti.
Chiunque lavori nel vero settore privato - le imprese familiari che hanno fatto il buon nome dell'Italia in tutto il mondo - è in un brutto momento.
L'Italia ha il più pesante onere 'fiscale totale' per le imprese in tutto il mondo al 68 per cento, secondo ilSole24Ore, segue la Francia con il 66 per cento, rispetto ad appena il 36 per cento in Gran Bretagna.
Per avviare un business in Italia si entra in un incubo burocratico kafkiano, e andare avanti è anche peggio.
Significa anche consegnare allo stato almeno 50 centesimi per ogni euro versati al personale.
Aggiungete a questo un sistema giudiziario che è bizantino, politicizzata e in possesso di poteri terrificanti, e si comincia a capire perché nessuna società straniera sano di mente imposta quartier generale in Italia.
Ma c'è un'altra Italia - dello stato finanziatore - dove la vita è, se non un letto di rose, tutto considerato va ancora bene - anche se i licenziamenti del Teatro dell'Opera di Roma hanno causato un po' di ansia.
I parlamentari italiani sono i più pagati nel mondo civilizzato, guadagnando quasi il doppio dello stipendio di un parlamentare britannico. I barbieri nel Parlamento italiano arrivano a guadagnare fino a 136.120 € lordi all'anno. Tutti i dipendenti statali ricevono una favolosa pensione pari quasi allo finale-stipendio. ("Tutti i dipendenti statali" è leggermente sensazionalistico, ma le favolose pensioni di certi dirigenti esistono, ndr).
...
La Sicilia, per esempio, impiega 28.000 forestali - più del Canada - e dispone di 950 autisti di ambulanze e non hanno ambulanze da guidare.
...
L'Italia, più ancora che la Francia, è il malato d'Europa - ed è anche il popolo che sta morendo di Europa.
..... Eppure, per decenni, il tasso di natalità in Italia è tra i più bassi al mondo, e se non fosse per l'immigrazione la popolazione sarebbe in declino. Quando le donne italiane si rifiutano di fare i bambini, è un chiaro segno di una società malata terminale"
(www.spectator.co.uk)
Esiste una cura?
"Basta guardarsi questo grafico (vedi a inizio post, ndr) per capire senza troppo sforzo (e senza troppe masturbazioni da "economista ideologizzato"...)
come dietro a quella LINEA ROSSA che indica una tendenza inequivocabile che dura ormai da 34 anni (con accelerazione finale)
ci stanno per forza molteplici fattori (e non soprattutto uno o massimo due...) ...economici...sociali...imprenditoriali...demografici...energetici...di materie prime...di contesto globale che cambia...di mentalità diffusa...di occasioni perdute...di burocrazia...di (in)efficienza...di politica/sovranità monetaria (ebbene sì...anche di quella, in mezzo però a tanto tanto altro)...di cambiamenti tecnologici...di corruzione...di inefficienza dello Stato... di corporativismo neo-feudale...di fallimento dello Stato Unitario...di classe politica tra le peggiori del Globo che è emanazione di un popolo poco consapevole e nel suo insieme peggio dei suoi governanti...di un'informazione che manco la Pravda e l'Istituto Luce messe insieme...
etc etc etc etc etc etc etc etc
Chi guarda bene quel Grafico non noterà solo la Linea Rossa che indica la tendenza sottostante
ma anche il procedere "a scaloni"....scendendo e poi lateralizzando per un po'...per poi scendere di nuovo e lateralizzare nuovamente...MA ad un livello sempre più basso...
Si chiama spirale del declino...un classico...
...
Non è che forse sarebbe ormai il caso di piantarla di illudere la gente
sia con le magie renziane (rimanendo nell'euro ma #cambiandoverso)
sia con le magie no-euro (oggi anche in "versione ufficiale" M5S)
ed ammettere semplicemente/con onestà
che NON C'E' SOLUZIONE per il Declino Strutturale italiano? (né nell'euro né fuori dall'euro)
...
Non sarebbe il caso di ammettere che questa realtà senza soluzione storicamente è assolutamente normale nei contesti macro-socio-economici in DECLINO strutturale/multi-causale?
E che dunque gli italiani che continuano ad ostinarsi a rimanere QUI in Italia
invece di credere ad "illusori/miracolosi Rinascimenti possibili" in stile happy ending...
dovrebbero piuttosto essere CONSAPEVOLI ed accettare
che saranno immancabilmente costretti ad adattarsi ad un livello sempre più basso di benessere, a sempre meno servizi, ad un progressivo impoverimento e terzomondizzazione dell'Italia,
dovranno accollarsi sulle spalle la responsabilità di aver condannato i propri figli ad una esistenza frustrante e grama,
dovranno accettare che l'equalizzatore globale faccia il suo corso in un'economia globale iper-competitiva etc etc
Basta essere CONSAPEVOLI e prendere le proprie decisioni sulla base della REALTA' e non delle illusioni ....e poi ciascuno è adulto e vaccinato.
Ma vivere e prendere decisioni sulla base di BALLE ED ILLUSIONI di Rinascita
è DELETERIO al cubo:
prendi decisioni errate e poi sei pure pesantemente frustrato.
Oggi NON ESISTONO PIU' SOLUZIONI collettive ma solo SOLUZIONI personali/di gruppo
e non è disfattismo od egoismo ma SEMPLICEMENTE la realtà della tendenza macro-economica in atto."
(www.ilgrandebluff.info)
Tesi pessimistica, ma probabilmente i dati di quest'ultimo trentennio la confermano. La speranza che qualcosa cambi "magicamente" in questo contesto italiano e mondiale, è al momento vana. Deve avvenire un qualche tipo di rivoluzione, come quella tecnologica dell'informatica di qualche decennio fa, perché si inverta la situazione. Ma al momento non si intravvede nulla di tutto ciò. Per il momento siamo destinati ad impoverirci sempre più. Certo, per quanto mi riguarda, penso che lasciando l'euro si avrebbe almeno un problema in meno. Sicuramente questa comunque non è la soluzione definitiva e risolutiva.
mercoledì 22 ottobre 2014
Altri piccoli messaggi subliminali (lasciate l'euro!)
Sembra proprio che oltre oceano siano meglio informati di noi. Si suggerisce di mollare gli investimenti obligazionari, i bond e le azioni europee. E prepararsi al crack europeo investendo in oro. Più chiaro di così si muore. Ora bisogna solo capire se si tratta di paure millenaristiche irrazionali, o c'è alla base la conoscenza della reale situazione e dell'evoluzione degli eventi in Europa. Intanto il valore dell'oro sale o comunque è stabile verso l'alto. Sarà casuale?
Da Zero Hedge:
(www.zerohedge.com)
--oOo--
Rischio euro a causa del possibile ritorno della Lira in Italia - noché Dracme, Escudo, Pesetas, Sterlina Irlandese etc.?
Lo status quo europeo e le élite europee sono sempre più preoccupati dalle richieste popolari in Italia perché si lasci l'Unione monetaria europea e l'euro "non appena possibile" per tornare alla lira.
Sharelynx.com
Beppe Grillo, il leader del Movimento Cinque Stelle in Italia ha sconvolto le élite europee con il lancio di un referendum consultivo non vincolante sulla questione, che sarà presentato al parlamento. "Raccoglieremo mezzo milione di firme in sei mesi - un milione di firme - e prenderemo nostro caso al parlamento, e questa volta grazie ai nostri 150 parlamentari, dovranno parlare con noi ", il Telegraph riporta le parole di Grillo, il popolare comico cresciuto come politico. Il Movimento Cinque Stelle in Italia ha gettato il guanto di sfida e ritiene che un ritorno alla lira (vedi qui, ndr) potrebbe essere l'unico modo per porre fine alla depressione economica e di fatto salvare la sovranità italiana e in effetti la democrazia.
Il movimento, per il quale il 25% degli italiani ha votato nelle elezioni generali dello scorso anno, e un successivamente il 21% quest'anno alle elezioni europee, sembra stia alzando la posta in seguito al fallimento della tecnocrazia europea e della BCE che non hanno fatto loro le richieste, lo scorso maggio, della creazione di Eurobond per sostenere l'euro e l'abolizione del patto di bilancio dell'UE.
Entrambe le misure sono fermamente avversate in Germania. Vedono la creazione degli Eurobond come un mezzo per rendere la Germania corresponsabile dei prestiti delle nazioni periferiche.
Sharelynx.com
Paesi periferici come l'Italia, la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l'Irlanda sostengono che non dovrebbero essere portatori di tutto il peso di un problema causato, almeno in parte, dalla loro partecipazione all'unione monetaria.
Il metodo consueto di svalutare una moneta sovrana, al fine di rendere le loro esportazioni più competitive non è più utilizzabile per loro.
Il fiscal compact impone che gli stati della zona euro mantengono un bilancio in pareggio.Secondo Ambrose Evans Pritchard, l'autorevole International Business Editor del Telegraph, il "Fiscal Compact è follia economica. Obbligherebbe l'Italia ad avere enormi avanzi di bilancio per decenni. Questi causerebbero una depressione ancora più profonda, spingendo il rapporto debito ancora più alto, e sarebbe quindi scientificamente controproducente. "
Mentre è ancora presto per speculare sul risultato di questo processo, è opportuno prendere in considerazione le implicazioni della quinta economia in Europa. La fuga dall'Euro.
Al culmine della crisi dell'euro all'inizio del 2012 sembrava possibile che l'intero progetto di unione monetaria potresse rompersi non appena gli interessi maturati sui bond emessi dagli stati più vulnerabili hanno cominciati a salire. Questo è tornato a ripetersi negli ultimi giorni e le obbligazioni greche hanno visto un nuovo pericoloso sell off, i rendimenti a 10 anni sono aumentati a quasi il 9% (vedi sotto).
Cioè, gli investitori nei mercati obbligazionari sono tornati a considerare i bond di Italia, Grecia, Spagna e altri come investimenti ad alto rischio e hanno richiesto un tasso molto più elevato di rendimento per compensare questo rischio.
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Al tempo della crisi del 2012, parlare della creazione di un Eurobond era consueto ma i tedeschi hanno negato la possibilità in fretta. Si considerava che questi paesi in difficoltà sarebbero stati costretti a lasciare l'euro fino a quando, all'ultimo momento, il governatore della BCE Draghi è intervenuto, nel luglio 2012, e ha annunciato che la BCE "era pronta a fare tutto il necessario per preservare l'euro. "
Ciò è stato interpretato nel senso, tra le altre cose, che la BCE avrebbe acquistato le obbligazioni dei paesi in difficoltà, se necessario. Draghi non ha fatto nulla in realtà, ma il rischio è stato considerato come fosse stato rimosso dal sistema, almeno temporaneamente, e c'è stata una relativa calma da allora ed è tornata la fiducia nella sostenibilità della moneta unica.
Ma la crisi sembra affiorare di nuovo, come visto nel forte aumento della volatilità e calo dei mercati azionari e di alcuni mercati obbligazionari negli ultimi giorni e di nuovo oggi.
Per molti italiani, il lento macinare della depressione ha testato la loro pazienza oltre ogni limite. La disoccupazione giovanile è a un incredibile 46% e la produzione industriale è scesa del 25%. Molti notano che, da quando è arrivato l'euro, l'Italia - una volta una potenza industriale d'Europa - non è più stata in grado di competere con la Germania a causa di una moneta sopravvalutata.
In Grecia gli effetti delle dichiarazioni di Draghi sembrano aver fatto il loro corso e ora potrebbero essere richieste delle azioni. Il mercato azionario ha ritracciato circa il 50% dei suoi guadagni a causa del "Draghi put." È sceso di un forte 23.65% solo quest'anno.
Ci sono sempre più richieste in Grecia per un ritorno alla dracma - i sondaggi mostrano il 33% a favore di un ritorno alla dracma greca in questo momento.
Il fatto che è impossibile per la Grecia recuperare competitività e recuperare dalla depressione, sta diventando sempre più evidente se continuerà a rimanere aggrappata all'euro . Eminenti economisti come Nouriel Roubini, così come lo speculatore George Soros hanno detto con altre voci molto influenti che in Grecia è ora in discussione la saggezza di restare nell'euro.
Anche i sostenitori uber keynesiani della stampa di denaro come Paul Krugman hanno già messo in guardia sulla rottura dell'euro, invitando l'Italia a tornare alla lira e la Francia al franco francese.
In Irlanda, l'insoddisfazione non viene espresso attraverso l'euro scetticismo. Tuttavia, vi è certamente un senso di repulsione dell'austerità.
Fino a 100.000 persone sono scese in piazza l'ultimo fine settimana prima, per protestare contro l'introduzione dei contatori d'acqua e la privatizzazione della fornitura di acqua. Questa è stata una grande affluenza per gli standard irlandesi e può essere l'inizio del risveglio pubblico irlandese dal suo recente torpore apatico.
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La critica della UE e della BCE rimane muta in Irlanda. Anche se, le recenti rivelazioni dell'ex capo della banca centrale, Patrick Honohan, per quanto riguarda il modo in cui le perdite delle banche europee sono state sconsideratamente imposte al contribuente irlandese, sta facendo in modo che anche il filoeuro più incallito è ora un po' più scettico. Non scettico sull'UE per sé, ma su una politica di accettazione cieca di politiche ingiuste e dannose rifilate all'Irlanda.
In Spagna e in Portogallo nessuno dei problemi strutturali che hanno portato alla crisi sono stati risolti. E i dati provenienti dalla Germania, suggeriscono che sta entrando in recessione, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che la zona euro vada in modalità crisi, nuovamente.
I livelli di debito restano molto elevati in tutta l'Unione europea.
In questo contesto, la BCE è in una posizione molto più difficile, qualcuno potrebbe dire impossibile, dato che la panacea dei tassi ultra bassi di interesse non può essere somministrata lungamente.
Nei quindici anni dalla introduzione dell'euro, abbiamo avuto sei anni di austerità e di disagio monetario. Se gli europei dovessero trovarsi ad affrontare ancora tutto ciò è probabile che la disillusione sul progetto dell'euro si infiammi.
E 'difficile immaginare una rottura ordinata dell'UE. Come Cortez - che ha bruciato tutto, meno una delle sue navi prima di marciare verso l'interno per conquistare l'impero azteco - tornare indietro non è stato preso in considerazione nell'architettura dell'unione monetaria.
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Ora ci sono tre scenari reali che si potrebbero svolgere nei prossimi mesi.
In primo luogo, il popolo tedesco, i politici e la Bundesbank riescono a impedire alla BCE di utilizzare il 'bazooka' dell'Euro-Quantitative Easing. Date le enormi pressioni deflazionistiche, questo potrebbe probabilmente portare alla deflazione e a una depressione economica in Europa e nel mondo.
Il secondo scenario è che Draghi e la BCE riescono a superare l'opposizione tedesca al QE in euro o monetizzazione del debito dell'euro con la stampa di moneta. Ciò porterebbe alla svalutazione dell'euro e il rientro nel valore contro le principali valute e soprattutto verso l'oro.
Il terzo scenario è che l'Italia o la Grecia scelgano di lasciare l'unione monetaria e tornare alla loro moneta nazionale. Le loro nuove lire e dracme vedrebbero svalutazioni pesanti.
C'è anche la possibilità che si veda la deflazione e successivamente le svalutazioni in euro o in valuta nazionale. Vale la pena ricordare che l'oro è sia una copertura contro l'inflazione e la svalutazione della moneta ed anche è una copertura contro la deflazione .
L'oro non ha alcun rischio di controparte e non può andare in default o andare in bancarotta, a differenza di aziende e governi.
Conclusione
Che cosa dovrebbero fare gli investitori e risparmiatori nei paesi europei per proteggersi dal rischio di svalutazione valuta e svalutazioni?
La risposta rimane ovvia e può essere vista nelle tabelle di cui sopra. L'oro è un importante strumento di copertura e l'assicurazione finanziaria che protegge le persone dal potenziale ritorno di lire, dracme, escudos, pesetas e sterline.
Questi sono i tipi di scenari in cui l'oro entra in scena come assicurazione finanziaria e riserva di valore.
martedì 21 ottobre 2014
Partito della nazione?
Cose da pazzi, si salvi chi può... Siamo governati da personaggi che non sanno ciò che dicono, e l'opposizione integralista grillina non è da meno con la sua mania delle espulsioni facili. Ma le affermazioni di Renzi dovrebbero far riflettere. E molto.
"Renzi alla direzione dem: "Pd sia partito della Nazione". Alla minoranza: "No strutture parallele, venite a Leopolda"
...il partito a vocazione maggioritaria, un "partito della Nazione" che parli a tutti; invita la minoranza a partecipare alla Leopolda, che non è "organizzazione parallela".
...
"Oggi non facciamo conclusioni - ha affermato il premier segretario - o comunque saranno conclusioni che alimentano la discussione. Perché risolvere le questioni della forma partito con una sola direzione probabilmente è insufficiente". A ribadire che il dibattito sull'evoluzione del Pd è appena cominciato. L'idea è quello di un partito a vocazione maggioritaria, che si apre anche ad accogliere realtà diverse, come i 'transfughi' di Sel e Scelta Civica: "Il Pd - ha spiegato Renzi - deve essere un partito che si allarga, Reichlin lo ha chiamato il partito della nazione, deve contenere realtà diverse. Io spero che da Migliore con Led fino ad Andrea Romano che con quella parte di Scelta Civica che vuole stare a sinistra ci sia spazio di cittadinanza piena". Chiamato in causa Romano ha commentato positivamente l'apertura del presidente del Consiglio: "Sc è un progetto esaurito, contribuiamo a nuovo Pd di Renzi"."
(www.repubblica.it)
Mi ricorda qualcosa questa idea...
"Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (in tedesco Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei[?·info]), conosciuto anche come Partito Nazista o con la sigla NSDAP, nato dal Partito dei Lavoratori Tedeschi (Deutsche Arbeiterpartei, DAP), fu un partito politico che, guidato da Adolf Hitler, agitatore e uomo politico di origini austriache, prese il potere in Germania nel 1933..."
(it.wikipedia.org)
E all'interno del partito "della nazione" e dei lavoratori tedeschi c'era la fazione dei più fanatici e fedeli al leader...
"Le SS – abbreviazione del tedesco Schutzstaffel[?·info] («squadre di protezione») – erano un'organizzazione paramilitare d'élite del Partito Nazista tedesco."
(it.wikipedia.org)
All'epoca la Stazione della Leopolda era ancora funzionante o no?
"La stazione Leopolda è stata la prima stazione ferroviaria costruita a Firenze ed oggi è adibita a sede per meeting, congressi e varie manifestazioni. Si trova in viale Fratelli Rosselli sui viali di Circonvallazione."
(it.wikipedia.org)
No era già chiusa nel 1860 secondo Wiki, ma sicuramente oggi è diventata la sede simbolo dell'"organizzazione d'élite" del costruendo "partito della nazione"...
Però non scherziamo, di certo l'ascesa al potere del partito "della nazione" tedesco tra il 1930 e 1933 è stato un caso unico nella storia...
"se il Pd è il partito maggioritario, ossia della nazione, deve avere degli strumenti elettorali che lo consentano e allora nell'Italicum meglio il premio alla lista che alla coalizione". Una proposta che ha ottenuto immediatamente il plauso del leader di Ncd Angelino Alfano: "Siamo assolutamente favorevoli. Grillo è una coalizione a sè, il centrosinistra è di fatto il Pd, il centrodestra è frammentato e non ricomponibile, allora è più rappresentativo del Paese un premio al primo partito". "
(www.repubblica.it)
Eppure questo giochetto l'ho già sentito, e non era un'invenzione tedesca:
"Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, Mussolini, che era stato eletto parlamentare l'anno precedente insieme ad altri esponenti fascisti, fu incaricato dal re Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo sostenuto da una maggioranza composta anche dal Partito Popolare Italiano e da altri gruppi di estrazione liberale. Il 15 dicembre 1922 fu costituito il Gran Consiglio del Fascismo, organo supremo del Partito Nazionale Fascista, che tenne la sua prima seduta il 12 gennaio 1923."
(it.wikipedia.org)
Oggi per fortuna non c'è più Re Vittorio. Invece c'è una monarchia soft: Re Giorgio dopo grandi pressioni provenienti dalla marcia su Roma degli spread, ha cambiato tre primi ministri fin quando non ha trovato quello giusto. Matteo da Rignano.
Il quale poi con l'Italicum scritto su misura...
"Alle elezioni politiche dell'aprile 1924, grazie alla "legge Acerbo", una nuova legge elettorale con premio di maggioranza voluta da Mussolini allo scopo di assicurare al PNF una forte maggioranza parlamentare, e all'impiego di "liste civetta", volte a drenare ulteriori voti, il PNF ottenne una netta maggioranza..."
(it.wikipedia.org)
Il resto è storia conosciuta.
lunedì 20 ottobre 2014
Tanto per cambiare ci hanno fregati
Ci avrei giurato. Ma del resto me l'aspettavo dal "bomba" una fregatura nello stile cittadino "staisereno". Ed infatti non c'è molto da star sereni tra Renzi e Padoan, un duo di "diversamente sinceri".
Per fortuna c'è chi ha la pazienza di smascherare la solita banda bassotti al governo.
Per chi vuole capire il contenuto generale della manovra-fregatura si può informare qui:
LEGGE DI STABILITÀ 2015: CONFINDUSTRIALE, LIBERISTA E RECESSIVA
(sollevazione.blogspot.it)
"Il prestigiatore Renzi, fin dal liceo chiamato non casualmente «il bomba», ha da tempo superato il maestro Berlusconi.
...
una finanziaria che doveva essere di 20 miliardi (md), cresciuti rapidamente a 30 ed infine diventati miracolosamente 36. E nessuno a chiedersi come avrà fatto mai...
...
Per spiegare la differenza tra questa cifra e gli sbandierati 36 md, oltre agli scarti già evidenziati, dobbiamo considerare altre due voci ben presenti nelle slide del bomba. Egli ha fatto figurare come «entrata» la mancata copertura di 11 md rispetto al deficit tendenziale previsto in precedenza. E' questo un aspetto assolutamente centrale della finanziaria 2015
...
Ci sono poi 3,8 md attesi dalla lotta all'evasione fiscale. Una cifra messa lì giusto per ingrossare il bottino, sulla cui attendibilità - tenuto conto che una cosa è l'aumento delle evasioni accertate, altra cosa è la loro effettiva riscossione, non proprio così scontata in tempi di crisi - avremo dati certi solo a fine 2015.
...
Ecco come il bomba è arrivato senza troppi sforzi alla fantasiosa cifra di 36 md, sparati a tutto volume per far credere che la sua sia una manovra largamente espansiva, quando invece non c'è una sola voce di incremento degli investimenti pubblici, quando le misure per il rilancio dei consumi sono più che misere, mentre le riduzioni fiscali sono rivolte soprattutto a lorsignori.
...
La parte del leone nel capitolo delle entrate è rappresentato dai tagli alla spesa pubblica, mentre la più importante novità in materia fiscale è costituita dal taglio dell'IRAP, una misura di cui beneficeranno soprattutto le aziende più grandi, quelle con molti dipendenti, come ammette esultante il Sole 24 Ore.
...
A giustificazione dell'operazione renziana viene naturalmente portato il suo carattere presuntamente «espansivo».
...
se tutto andrà bene, gli elevati livelli della pressione fiscale resteranno mediamente del tutto inalterati. Se invece, come prevedibilmente accadrà, le cose andranno peggio - da quanti anni le previsioni economiche non vengono riviste sistematicamente al ribasso? - possiamo tranquillamente aspettarci (la TASI insegna) un ulteriore incremento della pressione fiscale, magari dispersa nelle mille forme delle tassazioni comunali e regionali.
...
Il moltiplicatore della spesa (fonte Fmi) viene ormai calcolato, per un paese come l'Italia, in una fase recessiva come l'attuale, a quota 1,3 (altri si spingono a 1,5 ma vogliamo essere generosi). Viceversa, il moltiplicatore delle tasse viene stimato a 0,3. Dunque per ogni miliardo di taglio alle spese si ha una contrazione del Pil di 1,3 md. La parallela riduzione fiscale di un miliardo dà invece solo una crescita di 0,3 md. Ne consegue, ovviamente all'ingrosso, che per ogni miliardo di tagli si abbia una riduzione equivalente (sempre di 1 md) del Pil.
...
E, del resto, se la spesa pubblica cala, se quella delle famiglie non potrà certo riprendersi, se gli investimenti pubblici e privati rimangono in calo, pensiamo forse che la luce potrà accendersi solo grazie alle esportazioni? Certo, nell'idea mercantilista - il modello è effettivamente quello tedesco - le cose potrebbero in teoria funzionare. Ma in pratica non è così, sia perché i venti di crisi spirano anche fuori dall'Europa
...
la manovra varata da Renzi non è espansiva come si vorrebbe far credere, ma di certo non è neppure quella che avrebbe voluto la Commissione europea. Entrano qui in ballo gli 11 miliardi di cui abbiamo già parlato. Un incremento della spesa in deficit, piuttosto sostanzioso rispetto ai precedenti impegni presi dall'Italia. Un netto smarcamento rispetto al tradizionale rigorismo europeo in materia di conti pubblici. E su questo punto decisivo l'Italia non è sola, vista la posizione del governo francese. ...
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La verità è che lo scontro è iniziato. Gli interessi tra i principali paesi europei sono troppo confliggenti per trovare una vera composizione. Al tempo stesso, manca ai protagonisti la caratura necessaria per affrontare a viso aperto l'indispensabile processo di uscita dalla moneta unica. Sul versante italiano, questa palese contraddizione ha prodotto una finanziaria che, considerata da questo punto di vista, non è né carne né pesce. E' così che si spiega il parto di un mostriciattolo ancora recessivo, ma non sufficiente a placare il rigorismo del triangolo della morte Berlino-Francoforte-Bruxelles. "
Per meglio comprendere il rapporto lavoro/manovra ci si può informare qui:
Lavoratori… la manovra con trucco e parrucco
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)
"Un trucco contabile, perché dei 36 miliardi sia in entrata che in uscita, se ne rintracciano finora poco meno di 23 in uscita la metà dei quali dovuti a provvedimenti e normative già in essere (come ad esempio gli 80 euro) e altri frutto di pure ipotesi, mentre la grande novità è che dei 27 miliardi in entrata, 11 figurano semplicemente come mancata copertura del deficit oggi portato al 2,9% e previsto in precedenza al 2,2%
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Non ci vuole un genio a decostruire il gioco di prestigio e a scoprire dove vadano a parare le diminuzioni di tasse annunciate. Il grosso di questo sfoltimento fiscale, 5 miliardi, va ad esclusivo favore delle aziende e soprattutto di quelle più grandi che non dovranno più pagare la parte di Irap calcolata sul numero di dipendenti. Una regalia a Confindustria spacciata con incredibile faccia tosta come provvedimento destinato a far scendere la disoccupazione e la precarietà. In realtà dentro il calo globale della domanda, le aziende non sanno che farsene di nuovi dipendenti, ma possono tranquillamente risparmiare circa 25 mila euro sul passaggio a tempo indeterminato di lavoratori già assunti con contratti a tempo determinato
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Ora però sorge un problema, che l’Irap serve a pagare la sanità pubblica e dunque quei 5 miliardi si tradurranno necessariamente o in un aumento della tassazione locale oppure in una diminuzione di servizi, chiusura di ospedali, liste d’attesa più lunghe, meno attenzione ai pazienti, trasporti pubblici tagliati, tutti costi che dovranno essere surrogati dai singoli cittadini. Anzi non è affatto detto che non si verifichi sia l’aumento delle imposte che il taglio dei servizi. La beffa però non finisce qui, si arricchisce di un nuovo capitolo perché la tassazione sulla previdenza integrativa, spacciata come salvezza dalla scomparsa effettiva delle pensioni nel prossimo futuro, viene aumentata dall’11,5 al 20%, costringendo soprattutto i giovani che non hanno altra alternativa a nuovi esborsi. E infine c’è tutto il capitolo del Tfr che costituisce un vero e proprio furto con destrezza del guappo di Rignano..."
E qui ci viene in aiuto Phastidio.net spegandoci la genialata del Tfr in busta paga con annessi econnessi:
Riepilogo delle porcate precedenti
(phastidio.net)
"- Siete dipendenti privati e chiedete il Tfr in busta paga? Ottimo, però sappiate che, se avete un imponibile annuo lordo superiore a 15.000 euro, pagherete più tasse. Ah, se sarete fortunati forse il governo sterilizzerà questo “aumento di stipendio” ai fini del diritto alla corresponsione del bonus da 80 euro. Per quanto riguarda invece le soglie Isee, pregate anche lì, per lo stesso motivo. In caso andasse male, e perdeste prestazioni di welfare, potrete consolarvi perché quella sarà la certificazione che siete diventati agiati;
- Non volete il Tfr in busta paga, ritenendo di non averne bisogno? Il governo ha pensato anche a voi, aumentando la tassazione della rivalutazione annuale dall’11 al 17%. Anche qui, fate una simulazione in capitalizzazione composta ed avrete bei numeri di tosatura;
- Come dite? Che, per il combinato disposto di queste due misure, il governo ha di fatto inasprito la tassazione sul trattamento di fine rapporto? Beh, si. Però ogni bravo giornalista dovrà enfatizzare che trattasi di misura per restituire libertà ai lavoratori, ed in tal modo otterrà punti-fragola da Palazzo Chigi;
- Siete dipendenti pubblici? Per voi, in deroga al principio libertario che vi vuole padroni del vostro destino, soprattutto quando boccheggiate nelle finanze personali, ciccia. Perché, diversamente, aumenterebbe la spesa pubblica, e noi non vogliamo che ciò accada, vero?
- Siete seguaci del pensiero di Susanna Camusso (ma anche di quello di Luigi Einaudi, a dirla tutta), e da tempo chiedete un aumento dell’imposta di successione? Il governo ha pensato anche a voi, sia pure indirettamente, tassando al 26%, in capo agli eredi, le plusvalenze delle polizze vita (ramo I e III);"
Per ulteriori spiegazioni sui numeri della manovra, quelli che al momento si conoscono o si interpretano in base alle scarne comunicazioni governative, si possono scorrere le analisi di ScenariEconomici:
La Manovra di Renzi in dettaglio: poche Luci, tante Ombre
(http://scenarieconomici.it/manovra-renzi/)
"... ecco il valore finale che potrebbe verificarsi, in barba ai dati del FMI e di ORGANIZZAZIONI VARIE:
Questo dato fortemente negativo potrebbe però esser compensato/attenuato da alcune macrovariabili, sia esogene, sia endogenze, quali:
- ESOGENA: l’incremento dell’export originato dalla ripresa del commercio mondiale prevista per il 2015: passaggio da 4 a 5,1% che, moltiplicato per il 30% (il ns coefficiente di export) consente di avere un driver di crescita = 0,35%;
- ENDOGENA 1: le assunzioni conseguenza delle misure che eliminano i contributi sui neoassunti e rimuovono l’art. 18 = spinta al pil di 0,1%
- ENDOGENA2: il resto delle misure della nota di aggiornamento al DEF si stima che garantiranno ULTERIORE CRESCITA PER UNO 0,4% (ma di queste non vi è da fidarsi, riforma pubblica amministrazione, giustizia ecc. ecc non credo diano risultati)
- ENDOGENA3: lo 0,5% di crescita nominale dovrebbe esser data da Draghi se riesce a farci uscire dalla deflazione risollevando l’inflazione (0,5%)
Ne consegue che i driver di crescita saranno:
- PIL REALE = – 0,8%
- RIPRESA COMMERCIO MONDIALE = + 0,35%
- RIFORME STRUTTURALI = + 0,1% (non considererei lo 0,4% da giustizia ecc.)
- CRESCITA NOMINALE = 0,5%
Per un totale: +0,15%"
ScenariEconomici vede il bicchiere mezzo pieno e stima ottimisticamente +0,15% di Pil a fine 2015. Ma assegna crescita a provvedimenti che probabilmente non la daranno, come per esempio hanno dimostrato gli 80 euro già utilizzati. Certo con questa manovra (e con altre decisioni complementari) c'è un maggior ventaglio di provvedimenti teoricamente espansivi, ma sinceramente mi paiono ancora troppo deboli rispetto alla gravità della crisi attraversata dal paese.
Ad ogni modo mi pare che "Il bomba" ci abbia nuovamente turlupinati con la sua parlantina sciolta e i suoi continui rilanci di idee e promesse che non si mantengono mai. Ma alla fine le pagherà tutte.
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