lunedì 13 ottobre 2014

Nuove tensioni in arrivo sull'Italia


Per una serie di motivi l'Italia rischia di tornare ad essere un paese sottoposto a forte tensione. Non so se tale tensione si renderà palese attraverso lo spread come nel 2011-2012. Ma si stanno accumulando pressioni esterne ed interne, che in sintesi sono le seguenti:

Per prima cosa è iniziata una fuga di capitali negli ultimi giorni, che pare avere direzione Germania.




"articolo da Repubblica (stralcio)...
……Questa non è una replica del film di due o tre anni fa, in cui un’intera porzione d’Europea fu colpita dalla sfiducia.
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In agosto dall’Italia invece sono usciti capitali per 30,3 miliardi di euro, mentre la corsa verso l’estero in settembre ha addirittura accelerato con un saldo negativo di 37 miliardi. Era dal periodo drammatico fra la primavera 2011 e la primavera del 2012 che non si assisteva a un’emorragia così sostenuta.
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….Poiché gli scambi di import e export procedono di solito a ritmo costante, è sicuro che la fuoriuscita di capitali sia data da una decisione degli investitori finanziari: risparmiatori, fondi, banche.
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Per ora la fuga non sembra riguardare i titoli di Stato, ma dal 4 settembre scorso il Ftse-Mib, principale listino della borsa di Milano, ha perso il 9,5%: è una fuga di circa 40 miliardi di euro……
...
Ovviamente i capitali finanziari spariti dall’Italia in gran parte (ma non solo, okkio ragazzi) sono magicamente riapparsi in Germania!

Fate Attenzione, perchè questa è una situazione critica che a mio modestissimo parare prelude ad un nuovo crollo sul mercato obbligazionario italiano e d’altra parte sia Balckrock che Piooneer hanno azzerato le loro posizioni in Bot e BTP (Pioneer ha dichiarato di essere Short…)

Per il Cazzaro arrivano tempi interessanti, purtroppo non solo per lui."

(www.rischiocalcolato.it)

Secondariamente, c'è l'imminente manovra che l'Europa (cioè la Germania) giudica già inappropriata e quindi potrebbe essere bocciata dai commissari europei. Chiaramente sia Renzi che il Pd ci tengono ai tanti voti presi alle europee, per cui i tagli sono scomparsi (era prevedibile, non avrebbero mai trovato 20 mld da tagliare...), "spendig review" è diventata una parolaccia e la manovra è diventata quasi espansiva con qualche taglio sopravvissuto agli enti locali. I quali facilmente se resteranno gli unici a fare austerità, se ne lamenteranno giustamente.

"...sul Sole, Giampaolo Galli, deputato Pd ed ex direttore generale di Confindustria,elogia il progetto di legge di Stabilità 2015
...
E la mitologica spending review e, più in generale, i tagli di spesa, così invocati da Galli non solo nella sua vita precedente ma anche sino a poco prima che fosse reso noto l’impianto della legge di Stabilità 2015? Beh, allora era allora, ora è ora:

«Con la correzione al rialzo del disavanzo viene meno la necessità di fare subito tagli alle spese nell’ordine di 20 miliardi di euro, che avrebbero avuto indubbi e ulteriori effetti recessivi sull’economia italiana. Rimane l’esigenza di razionalizzare e contenere la spesa pubblica, ma ora lo si può fare a ritmi più compatibili con l’andamento dell’economia»

Prendiamo quindi atto che, anche per Galli, e dopo la recente illuminazione di Renzi, il taglio di spesa pubblica è recessivo nel breve periodo, nelle condizioni attuali"

(phastidio.net)

Probabilmente nasceranno nuove tensioni fra Italia ed Europa. Saremo comunque in compagnia della Francia che sembra fare anche peggio di noi. In realtà anche l'Italia renziana si appresta a sforare: il limite deficit/ Pil per noi non è il 3% ma dovrebbe essere il 2,6%. Quindi non stiamo solo decidendo di posticipare il pareggio di bilancio, ma stiamo allegramente uscendo dai parametri dei trattati. A Bruxelles potrebbero prendersela a male.

Come si comporteranno Renzi e Hollande se e quando l'Europa dirà di no?

Questa è una domanda a cui è difficile rispondere. Molto probabilmente preferiranno andare in procedura di infrazione piuttosto che perdere elettoralmente la faccia.
Hollande ha M. Le Pen che lo incalza da vicino, Renzi ha la sinistra del Pd che potrebbe creargli grossi problemi. E con il sopraggiungere di nuove difficoltà esterne, la minoranza Pd prenderà coraggio per fargli ancora più opposizione.

E poi c'è l'opposizione quella vera del M5s che forse si sta risvegliando. Il lancio di un referendum sull'euro o qualcosa di simile, potrebbe essere un'iniziativa con un duplice effetto. 

Da un lato darebbe il via ad un dibattito pubblico sempre sopito dalla politica e dai media. Si comincerebbe ad informare la gente dei disastri della moneta unica. Prevedo Bagnai e Borghi sempre più presenzialisti in tv. Anche se Bagnai pensa che l'iniziativa di Grillo sia del tutto propagandistica ed attuata troppo tardi con il solo scopo di far parlare del movimento sui media.

Anche io penso che Grillo arrivi tardi, soprattutto dopo aver "perso" le europee. Però forse non è detto che il suo tempismo politico sia del tutto sbagliato. Anche se Renzi ha il vento in poppa, i tempi di un crollo o un incagliamento del sistema euro sono sempre più vicini. Anzi il nuovo referendum sull'euro del M5s potrebbe far avvicinare questi eventi.

Infatti, l'altro effetto del nuovo fenomeno politico-referendario potrebbe essere quello di spaventare sempre più gli investitori stranieri che scapperebbero ancora più convintamente dall'Italia sbarazzandosi dei nostri titoli di Stato, nonché di quelli obbligazionari e azionari delle nostre aziende. E questo naturalmente, accelererebbe la nostra rocambolesca fuoriuscita dall'euro.

"...quando avranno raccolto le prime 10000 firme, i mercati avranno già messo sotto pressione l'Italia.
Questo perché, nessun investitore, fiutando il rischio della possibilità di abbandono della moneta unica da parte dell'Italia, sarebbe disposto a mantenere in essere gli investimenti in Italia, sapendo che, dovendo essere ridenominati nella nuova lira per via del risultato referendario (se favorevole), con ogni probabilità (sicuramente), riceverebbe in cambio il controvalore del proprio investimento in una moneta svalutata rispetto all'euro.

Quindi, perché rischiare, si diranno gli investitori? E con un semplice clic sul pc dall'altra parte del mondo, venderebbero tutto il debito pubblico italiano (e non solo debito pubblico) che hanno in portafogli e abbandonerebbero l'Italia. Tenuto conto che per fare un referendum consultivo (quello che ha in mente Grillo, immagino) occorre almeno un paio di anni, e tenuto anche conto che il debito italiano in mani estere è, ad occhio e croce, circa 700 mld, cosa succederebbe se gli investitori dovessero abbandonare l'Italia?

Succederebbe che l'Italia, che deve rinnovare ogni anno circa 400 miliardi di euro di titoli di stato, non avrebbe più investitori disposti ad acquistare titoli di stato; quindi, farebbe default nel giro di qualche mese, ad essere ottimisti.

Ma prima di questo, si verificherebbe un evento che, fin dalle battute iniziali, comprometterebbe la stabilità finanziaria dell'Italia. Si da il caso che le banche italiane abbiano in portafogli poco più di 400 mld di titoli di stato.
Le vendite del debito italiano da parte degli investitori esteri metterebbero sotto pressione tutto il mercato obbligazionario, e, segnatamente, anche i titoli di stato, che perderebbero di valore. Per cui, considerando anche le condizioni di estrema fragilità da parte del sistema bancario italiano, le banche italiane salterebbero in aria nel giro di un nano secondo, facendo evaporare anche i risparmi degli italiani.

Giova appena ricordare che la crisi dello spread del 2011, iniziò con la Deutsche Bank che vendette appena una decina di miliardi di titoli di stato"

(www.vincitorievinti.com)

E non è detto che Grillo questo lo sappia e metta in moto un meccanismo proprio per anticipare la liberazione dell'Italia dalla stretta eurista.

Ma ormai è inutile farsi illusioni, l'euro è finito. La palla di neve rotola giù dal pendio sempre più veloce e si appresta a diventare una tragica valanga che trascina via tutto.

Si sente già parlare dell'ultima disperata mossa:
"Prelievo forzoso a novembre, quanto c’è di vero?

La paura che parte dei conti correnti italiani possa essere sacrificato sull’altare della disciplina di bilancio (quindi per abbassare il deficit o ridurre il debito) si è fatta preponderante nelle ultime settimane a causa del peggioramento improvviso di tutti i parametri economici, giunto nell’anno considerato da tutti “della ripresa economica”.

Preoccupata della diffusione del timore di un prelievo forzoso, l’Aduc, associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, ha deciso di scendere in campo per rassicurare gli italiani. Lo ha fatto con un lungo articolo pubblicato sul sito dove, ovviamente, la notizia viene dichiarata come una bufala e quindi assolutamente smentita. Eppure, i segnali che vanno proprio in questo senso sono tanti."

(www.webeconomia.it)

Probabilmente una notizia bufala, ma non mi stupirei venisse messa ad arte in giro per saggiare un po' la reazione del popolo. Ricordate, comunque se venisse messo in atto, sarà l'ultimo inutile provvedimento disperato, che non servirà a fermare la caduta del paese verso il baratro (come già avvenuto). Poi saremo costretti comunque ad uscire dalla moneta unica e saremo di nuovo liberi dalla gabbia eurista.

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