giovedì 23 ottobre 2014

Il re è sempre più nudo, ma nessuno si scandalizza


L'analisi generale ed italiana.

"IL RE E' NUDO

Se persisteranno simili condizioni, l'Italia ha ben poche possibilità di arrivare alla fine del 2016 mantenendo l'attuale connotazione, non solo in termini economici, ma anche a livello politico/istituzionale.

Come abbiamo avuto modo di affermare più volte in questi pixel, l'Italia è caduta in uno stallo che si protrae ormai da diversi anni, e sembra che stia percorrendo un sentiero molto pericoloso, nel quale, con ogni probabilità, nella migliore delle ipotesi, si troverà ad alternare periodi di recessione con periodi di bassa crescita, in un percorso distruttivo fortemente allarmante.

Per il momento, la componente export ha offerto un significativo sostegno alla "tenuta" del PIL.
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le più grandi economie occidentali, dopo il periodo di burrasca successivo alla scoppio della bolla dei mutui ... seppur con molte difficoltà ... hanno conosciuto una ripresa dell'attività economica
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E' evidente che queste economie si trovino in una fase di ciclo economico molto più avanzata rispetto all'economia italiana che sta ancora combattendo con la crisi che si protrae dal 2008. In alcune di queste aree, stanno già incubando i prodromi per una prossima crisi. Non possiamo dire quando scoppierà: se tra sei mesi, un anno, oppure due. Ma è certo che scoppierà,e quando avverrà, è chiaro che si assisterà ad una contrazione del commercio internazionale che aggredirà anche le dinamiche della componente export dell'Italia, che a quel punto si troverà ancora in condizioni di estrema fragilità e, in assenza di una domanda interna sostenuta -tale da contribuire ad arginare la contrazione delle esportazioni- ne verrà travolta pagandone il prezzo più alto.
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La caduta del prezzo del petrolio e, più in generale, quella delle materie prime, confermerebbero questa ipotesi, che potrebbe anche essere aggravata da fattori di natura geopolitica.

D'altra parte, negli USA, i dati sull'occupazione (e non solo) lasciano aperti molti dubbi sulla vivacità della ripresa americana. Mentre gli ultimi indicatori sulla crescita della Cina, ai livelli più bassi dal 2009, confermano lo scenario di un rallentamento dei ritmi di espansione.

In Europa, la recente caduta dell'indice della produzione industriale tedesca, unitamente agli altri dati che giungono da altre economie, lasciano intendere che il deterioramento del ritmo di crescita è ancora più marcato che in altre economie.
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L'Italia, in un simile contesto, è il gigante che barcolla in mezzo a tanti cristalli.

Ormai, con molti paesi in uno stato di conclamata deflazione -che rende ancor più arduo il percorso verso una maggiore sostenibilità dei debiti pubblici- e con sistemi bancari fortemente provati da molti anni di crisi che hanno determinato delle forti erosioni di capitale, a mio avviso, la Banca Centale Europea ha a disposizione ancora pochissime pallottole di argento idonee a centrare il bersaglio.
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Come dicevamo, i dati macro segnalato un deterioramento delle aspettative di crescita che si rifletterà, non tanto sugli utili aziendali del 2014, ma su quelli del 2015, le cui aspettative di crescita - almeno in parte- hanno fatto da traino alla performance positiva del mercati fino a qualche mese fa. Quindi, se i dati economici dovessero confermare l'ipotesi di un forte rallentamento congiunturale,sarebbe logico attendersi che i mercati continuino il ritracciamento fino a livelli che esprimano multipli più aderenti alle reali possibilità di produrre utili da parte delle imprese.

Molti autorevoli commentatori affermano che l'Italia, per uscire dalla crisi, avrebbe bisogno di profonde riforme.
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l'impatto che queste riforme potrebbero avere sulla capacità dell'Italia di poter risalire la china del precipizio in cui è caduta, posto il fatto che, in un contesto economico-finanziario globalizzato come quello attuale, insistono numerosi fattori di rischio esterno che potrebbero gravare (stanno gravando) sulla strada delle riforme, che comunque presuppongono anche la necessità di essere finanziate con ingenti risorse, che non ci sono. In tal senso, trovare una via di sbocco appare cosa assai ardua."

(www.vincitorievinti.com)

La diagnosi sul nostro paese (da un medico estero):

"L'Italia non può incolpare di tutti i suoi problemi l'unione monetaria.
L'euro non ha causato la catastrofe, ma ha privato l'Italia di un mezzo per combatterla e ha esposto le sue fatali debolezze strutturali ....

Dobbiamo ricordare che le aziende italiane ottengono soldi dello stato per pagare i lavoratori per fare niente e non licenziarli - attualmente circa mezzo milione di lavoratori sono in quello che è conosciuto come 'cassa integrazione'.
Così il tasso di disoccupazione reale in Italia devrebbe essere almeno il 15 per cento (anziché 12%, ma forse è una stima generosa, ndr), e che non comprende tutti coloro che hanno rinunciato a cercare lavoro (questo vale per tutti, Usa compresi, ndr). Solo il 58 per cento di età lavorativa italiani sono impiegati, a fronte di una media di 65 per cento nel mondo sviluppato.
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La sinistra di Matteo Renzi, l'ultimo premier, è annunciata come l'Italia di Tony Blair, perché è riuscita a forzare il suo partito, il post-comunista Partito Democratico, a dimenticare il passato e affrontare il futuro. Inizialmente, ha promesso che avrebbe portato tutte le riforme strutturali necessarie entro 100 giorni; ma naturalmente non lo ha fatto, e ora dice che ha bisogno di 1000 giorni.
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Il debito sovrano in Italia, nel frattempo, continua a crescere in modo esponenziale. E 'ora 2200 miliardi di €, che è l'equivalente del 135 per cento del PIL - il terzo più alto al mondo dopo il Giappone e la Grecia. E più deflazione l'Italia ha, più grande il debito e il suo costo diventano in termini reali.

In Italia, come in Francia, una filosofia dirigista ha prevalso dopo la seconda guerra mondiale.
Il governo è gestito come un racket di protezione (corruzione o eccesso di tasssazione? non è chiaro cosa si intenda, ndr); il denaro trova la sua strada in ogni angolo dell'economia. Anche i giornali sono pubblicamente sovvenzionati, ed è il motivo per cui ce ne sono così tanti.

Chiunque lavori nel vero settore privato - le imprese familiari che hanno fatto il buon nome dell'Italia in tutto il mondo - è in un brutto momento.
L'Italia ha il più pesante onere 'fiscale totale' per le imprese in tutto il mondo al 68 per cento, secondo ilSole24Ore, segue la Francia con il 66 per cento, rispetto ad appena il 36 per cento in Gran Bretagna.
Per avviare un business in Italia si entra in un incubo burocratico kafkiano, e andare avanti è anche peggio.

Significa anche consegnare allo stato almeno 50 centesimi per ogni euro versati al personale.
Aggiungete a questo un sistema giudiziario che è bizantino, politicizzata e in possesso di poteri terrificanti, e si comincia a capire perché nessuna società straniera sano di mente imposta quartier generale in Italia.

Ma c'è un'altra Italia - dello stato finanziatore - dove la vita è, se non un letto di rose, tutto considerato va ancora bene - anche se i licenziamenti del Teatro dell'Opera di Roma hanno causato un po' di ansia.
I parlamentari italiani sono i più pagati nel mondo civilizzato, guadagnando quasi il doppio dello stipendio di un parlamentare britannico. I barbieri nel Parlamento italiano arrivano a guadagnare fino a 136.120 € lordi all'anno. Tutti i dipendenti statali ricevono una favolosa pensione pari quasi allo finale-stipendio. ("Tutti i dipendenti statali" è leggermente sensazionalistico, ma le favolose pensioni di certi dirigenti esistono, ndr).

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La Sicilia, per esempio, impiega 28.000 forestali - più del Canada - e dispone di 950 autisti di ambulanze e non hanno ambulanze da guidare.
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L'Italia, più ancora che la Francia, è il malato d'Europa - ed è anche il popolo che sta morendo di Europa.
..... Eppure, per decenni, il tasso di natalità in Italia è tra i più bassi al mondo, e se non fosse per l'immigrazione la popolazione sarebbe in declino. Quando le donne italiane si rifiutano di fare i bambini, è un chiaro segno di una società malata terminale"

(www.spectator.co.uk

Esiste una cura?

"Basta guardarsi questo grafico (vedi a inizio post, ndr) per capire senza troppo sforzo (e senza troppe masturbazioni da "economista ideologizzato"...)
come dietro a quella LINEA ROSSA che indica una tendenza inequivocabile che dura ormai da 34 anni (con accelerazione finale)
ci stanno per forza molteplici fattori (e non soprattutto uno o massimo due...) ...economici...sociali...imprenditoriali...demografici...energetici...di materie prime...di contesto globale che cambia...di mentalità diffusa...di occasioni perdute...di burocrazia...di (in)efficienza...di politica/sovranità monetaria (ebbene sì...anche di quella, in mezzo però a tanto tanto altro)...di cambiamenti tecnologici...di corruzione...di inefficienza dello Stato... di corporativismo neo-feudale...di fallimento dello Stato Unitario...di classe politica tra le peggiori del Globo che è emanazione di un popolo poco consapevole e nel suo insieme peggio dei suoi governanti...di un'informazione che manco la Pravda e l'Istituto Luce messe insieme...
etc etc etc etc etc etc etc etc

Chi guarda bene quel Grafico non noterà solo la Linea Rossa che indica la tendenza sottostante
ma anche il procedere "a scaloni"....scendendo e poi lateralizzando per un po'...per poi scendere di nuovo e lateralizzare nuovamente...MA ad un livello sempre più basso...
Si chiama spirale del declino...un classico...
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Non è che forse sarebbe ormai il caso di piantarla di illudere la gente
sia con le magie renziane (rimanendo nell'euro ma #cambiandoverso)
sia con le magie no-euro (oggi anche in "versione ufficiale" M5S)
ed ammettere semplicemente/con onestà
che NON C'E' SOLUZIONE per il Declino Strutturale italiano? (né nell'euro né fuori dall'euro)
...
Non sarebbe il caso di ammettere che questa realtà senza soluzione storicamente è assolutamente normale nei contesti macro-socio-economici in DECLINO strutturale/multi-causale?
E che dunque gli italiani che continuano ad ostinarsi a rimanere QUI in Italia
invece di credere ad "illusori/miracolosi Rinascimenti possibili" in stile happy ending...
dovrebbero piuttosto essere CONSAPEVOLI ed accettare
che saranno immancabilmente costretti ad adattarsi ad un livello sempre più basso di benessere, a sempre meno servizi, ad un progressivo impoverimento e terzomondizzazione dell'Italia,
dovranno accollarsi sulle spalle la responsabilità di aver condannato i propri figli ad una esistenza frustrante e grama,
dovranno accettare che l'equalizzatore globale faccia il suo corso in un'economia globale iper-competitiva etc etc
Basta essere CONSAPEVOLI e prendere le proprie decisioni sulla base della REALTA' e non delle illusioni ....e poi ciascuno è adulto e vaccinato.
Ma vivere e prendere decisioni sulla base di BALLE ED ILLUSIONI di Rinascita
è DELETERIO al cubo:
prendi decisioni errate e poi sei pure pesantemente frustrato.
Oggi NON ESISTONO PIU' SOLUZIONI collettive ma solo SOLUZIONI personali/di gruppo
e non è disfattismo od egoismo ma SEMPLICEMENTE la realtà della tendenza macro-economica in atto."

(www.ilgrandebluff.info)

Tesi pessimistica, ma probabilmente i dati di quest'ultimo trentennio la confermano. La speranza che qualcosa cambi "magicamente" in questo contesto italiano e mondiale, è al momento vana. Deve avvenire un qualche tipo di rivoluzione, come quella tecnologica dell'informatica di qualche decennio fa, perché si inverta la situazione. Ma al momento non si intravvede nulla di tutto ciò. Per il momento siamo destinati ad impoverirci sempre più. Certo, per quanto mi riguarda, penso che lasciando l'euro si avrebbe almeno un problema in meno. Sicuramente questa comunque non è la soluzione definitiva e risolutiva.

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