domenica 12 ottobre 2014
Spianiamo il monte Turchino
Ogni volta che succede un disastro naturale a Genova (eventi purtroppo frequenti), ma in Liguria in generale (per esempio il terrazzo caduto sulla ferrovia ad Andora), mi torna alla mente quel tipo stravagante che nella storica trasmissione di Portobello condotta dallo scomparso Tortora, proponeva di spianare il Monte Turchino per eliminare il problema della nebbia in val Padana.
Tale ricordo non sembra aver attinenza con le circostanze di questi giorni, ma tutte le volte che mi reco in qualche cittadina ligure schiacciata tra montagne e mare, mi sento prendere da un leggero stato di claustrofobia. E penso che tutto sommato spianare una parte degli Appennini Liguri non sarebbe poi un'idea così folle. Darebbe un po' di aria a quelle urbanizzazioni un po' claustrofobiche.
Genova è una di quelle città in cui si ha l'impressione che qualcuno abbia stravolto l'ordine normale delle cose. Con i palazzi che crescono sui pendii impervi che in prospettiva sembrano crescere uno sul tetto dell'altro, i viadotti che li scavalcano contraddicendo il principio secondo cui di solito le strade stanno in basso e le case al di sopra di esse, e da qualche anno siamo anche informati del fatto che certe vie che crediamo normali strade, potrebbero essere in realtà dei fiumi, e ancora peggio, che alcuni palazzi potrebbero essere costruiti al di sopra di qualche corso d'acqua.
Una città folle che ha occupato qualsiasi spazio disponibile. Anche quelli che il buon senso richiederebbe di evitare. Ed il resto della Liguria è generalmente costruito in modo consimile. Un territorio tormentato fra pendii e piccole zone pianeggiati occupate da borghi tipici dalle accoglienti strette strade pedonali, che penso prima del boom economico doveva fornire scorci, prospettive e panorami mozzafiato. Poi è arrivata la speculazione edilizia pompata dal turismo e dall'industrializzazione e si è cominciato a fabbricare condomini di dieci piani anche sulle spiagge. Gli antichi borghi pittoreschi sono rimasti, ma le periferie e le grandi città oltre che brutture paesaggistiche mettono anche in pericolo un territorio fragile come lo è qualsiasi territorio collinare e montano.
E' così penso che lo spianamento del Turchino in fondo servirebbe più ai liguri che ai milanesi ossessionati dalla nebbia. Del resto è vero che sono in corso progetti per mettere in sicurezza zone della città di Genova. Ma se per esempio per il torrente Bisagno appena straripato si prevede di ricostruire un nuovo canale interrato, non si va verso la soluzione migliore. Cioè riportare alla luce il torrente e munirlo di adeguati argini. Ma per fare un'opera di ritorno alle condizioni naturali dei cosi d'acqua in città, sarebbe necessario probabilmente chiudere strade, abbattere edifici, spostare impianti ecc. E tutto ciò richiederebbe dello spazio nuovo per ricollocare i cittadini che si dovrebbero far sloggiare dalle aree geologicamente pericolose...
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