Giù la produzione industriale, a gennaio -5% su base annua: non accadeva dal 2009. Crolla l'auto (-36,8%)
"Forte contrazione per la produzione industriale a gennaio: il calo è del 2,5% rispetto a dicembre (dato destagionalizzato) e del 5% su base annua (dato corretto per gli effetti calendario). Si tratta del ribasso annuo più forte dal dicembre del 2009. Lo rileva l'Istat.
Sempre l'Istat comunica che la produzione di autoveicoli a gennaio 2012 ha registrato una discesa del 36,8% (dato corretto per gli effetti di calendario). Si tratta della diminuzione tendenziale più marcata dal febbraio del 2009. Il dato grezzo, invece, fa sapere sempre l'Istituto di statistica, ha segnato un calo del 33,5%.
...
I cali più marcati riguardano l'energia (-5,9%) e i beni di consumo (-5,8%), ma diminuiscono in misura significativa anche i beni intermedi (-5,4%) e i beni strumentali (-4,2%)."
Per fortuna c'è anche qualche segno piu:
"Rispetto a gennaio 2011, i settori caratterizzati da una crescita sono: l'attivitá estrattiva (+5,8%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+2,3%) e le industrie alimentari bevande e tabacco (+2,0%)."
Giusto una pausa fra numeri negativi:
"Tra i settori in calo quelli che registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono l'industria del legno, carta e stampa (-16,3%), le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-13,3%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e la fabbricazione di apparecchiature per uso domestico non elettriche (entrambi in calo dell'11,4%)."
Ma non ci si deve preoccupare, lo spread scende. Mal che vada possiamo sempre mangiarci un bel panino imbottito con "spread". Infondo a cosa ci servono le industrie? sono vecchie puzzano ed inquinano. Il problema della disoccupazione lo risolviamo o con la finanza (un bel derivatone future sulla pensione che non avremo) o con il bingo e il superenalotto...
Aggiornamento 9:30
Si sta verificando purtroppo un circolo vizioso che era perfettamente prevedibile.
L'austerità montiana sta generando una crescente pressione fiscale, che provoca una feroce recessione (per nulla mitigata da finte liberalizzazioni e semplificazioni), che ci renderà difficile ripagare gli interessi sul debito, difficoltà che renderà necessario aumentare ancora le tasse, che... insomma non se ne esce se non con un crack!
Ora lo spread bund-btp decennali è sceso a 300 punti, sembra un bel successo. Ma è perfettamente inutile. Con una crescita del Pil a -1,5 anche dei Btp ad interesse zero sarebbero insostenibili.
scrive Phastidio (Cartoline da un paese morente [titolo poetico ed azzeccato]):
"Il tendenziale per i beni durevoli di consumo segna un crollo di addirittura il 12,9 per cento.
...
Aggiungete a questa gelata del manifatturiero la nuova fiammata di cassa integrazione a inizio anno, e otterrete lo scenario: il paese si sta rimpicciolendo, la pressione sui livelli occupazionali presto tornerà ad essere devastante (e quei livelli non potranno essere salvaguardati, ovviamente), la domanda di consumi è distrutta da un mercato del lavoro agonizzante e dal più che probabile aumento del risparmio con finalità precauzionali. Da qui la lettura del dato sui beni durevoli di consumo è piuttosto agevole: chi comprerebbe un’auto, degli elettrodomestici, arredamento con questa situazione di feroce incertezza, quando non di forte sofferenza del bilancio domestico? Con queste premesse, è fatale che la recessione sia destinata ad approfondirsi, ed aprire nuovi buchi nel bilancio pubblico. Che verranno colmati con crescente pressione fiscale. E’ probabile che in molti non abbiano ancora realizzato la portata devastante dell’Imu, peraltro.
Lo spread si restringe, al costo di una pressione fiscale di natura patrimoniale che ormai sta visibilmente sconfinando nell’esproprio."
E a proposito di esproprio scrive così Porro in "Se adesso ci espropriano anche la nostra casa":
"Ora ci siamo. Il governo Monti ha premuto il grilletto dell’arma carica. E lo ha fatto mirando al centro della testa. La base imponibile è stata aumentata (il che vuol dire che si applica su un gruzzolo più ampio) e l’aliquota pure. Ma perché rischiamo la decadenza? Per il semplice motivo che la tassa ha un’anima espropriativa. Si paga per il solo fatto di avere in proprietà una casa. Un migliaio di euro l’anno per un immobile che sulla carta vale meno di 300mila euro è roba forte. È come se lo Stato ci dicesse: o continuate a produrre reddito per pagare le tasse sulla casa oppure prima o poi la dovete vendere. Pensateci bene non è un’esagerazione. ... Toccare lo stock accumulato è un grande rischio."
Dal punto di vista immobiliare, la nuova Imu rischia di concorrere all'abbattimento del valore immobiliare. Nel caso di insolvenza dei mutuatari tutto ciò si rifletterà anche sulla solvibilità delle banche, che si troveranno a dover svendere immobili nelle aste senza poter rientrare del prestito.
Da qualsiasi parte la si guarda, la politica economica di Mago Monti su mandato Merkel, è un fallimento totale.
Aggiornamento 9:30
Si sta verificando purtroppo un circolo vizioso che era perfettamente prevedibile.
L'austerità montiana sta generando una crescente pressione fiscale, che provoca una feroce recessione (per nulla mitigata da finte liberalizzazioni e semplificazioni), che ci renderà difficile ripagare gli interessi sul debito, difficoltà che renderà necessario aumentare ancora le tasse, che... insomma non se ne esce se non con un crack!
Ora lo spread bund-btp decennali è sceso a 300 punti, sembra un bel successo. Ma è perfettamente inutile. Con una crescita del Pil a -1,5 anche dei Btp ad interesse zero sarebbero insostenibili.
scrive Phastidio (Cartoline da un paese morente [titolo poetico ed azzeccato]):
"Il tendenziale per i beni durevoli di consumo segna un crollo di addirittura il 12,9 per cento.
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Aggiungete a questa gelata del manifatturiero la nuova fiammata di cassa integrazione a inizio anno, e otterrete lo scenario: il paese si sta rimpicciolendo, la pressione sui livelli occupazionali presto tornerà ad essere devastante (e quei livelli non potranno essere salvaguardati, ovviamente), la domanda di consumi è distrutta da un mercato del lavoro agonizzante e dal più che probabile aumento del risparmio con finalità precauzionali. Da qui la lettura del dato sui beni durevoli di consumo è piuttosto agevole: chi comprerebbe un’auto, degli elettrodomestici, arredamento con questa situazione di feroce incertezza, quando non di forte sofferenza del bilancio domestico? Con queste premesse, è fatale che la recessione sia destinata ad approfondirsi, ed aprire nuovi buchi nel bilancio pubblico. Che verranno colmati con crescente pressione fiscale. E’ probabile che in molti non abbiano ancora realizzato la portata devastante dell’Imu, peraltro.
Lo spread si restringe, al costo di una pressione fiscale di natura patrimoniale che ormai sta visibilmente sconfinando nell’esproprio."
E a proposito di esproprio scrive così Porro in "Se adesso ci espropriano anche la nostra casa":
"Ora ci siamo. Il governo Monti ha premuto il grilletto dell’arma carica. E lo ha fatto mirando al centro della testa. La base imponibile è stata aumentata (il che vuol dire che si applica su un gruzzolo più ampio) e l’aliquota pure. Ma perché rischiamo la decadenza? Per il semplice motivo che la tassa ha un’anima espropriativa. Si paga per il solo fatto di avere in proprietà una casa. Un migliaio di euro l’anno per un immobile che sulla carta vale meno di 300mila euro è roba forte. È come se lo Stato ci dicesse: o continuate a produrre reddito per pagare le tasse sulla casa oppure prima o poi la dovete vendere. Pensateci bene non è un’esagerazione. ... Toccare lo stock accumulato è un grande rischio."
Dal punto di vista immobiliare, la nuova Imu rischia di concorrere all'abbattimento del valore immobiliare. Nel caso di insolvenza dei mutuatari tutto ciò si rifletterà anche sulla solvibilità delle banche, che si troveranno a dover svendere immobili nelle aste senza poter rientrare del prestito.
Da qualsiasi parte la si guarda, la politica economica di Mago Monti su mandato Merkel, è un fallimento totale.
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