Chi lo dice che un governo non possa essere giudicato dai primi pochi mesi di lavoro? Sono passati da poco i fatidici 100 giorni di governo, che nelle democrazie evolute (non la nostra) sono un periodo sufficiente per capire se l'azione di governo sta dando i suoi risultati.
Ora a circa 130 giorni dall'insediamento si cominciano ad intravvedere i risultati delle mirabolanti politiche austeriche made in Germany importate dal nostro mago:
L'ITALIA S'INABISSA. Non vi preoccupate: era Gennaio ed è stata colpa del freddo boia...Eppoi Profumo è diventato Presidente di MPS, alla grande!
"PRIMA I DATI
Italian Industrial Orders SA (Jan) M/M -7.4% vs Exp. -3.2% (Prev. 5.5%, Rev. 5.2%)
Italian Industrial Orders NSA (Jan) Y/Y -5.6% vs Exp. -2.9% (Prev. -4.3%)
Italian Industrial Sales SA (Jan) M/M -4.9% vs Prev. 3.4% (Rev. 3.2%)
Italian Industrial Sales SA (Jan) Y/Y -4.4% vs Prev. 5.6% (Rev. 5.4%)
Mon, 10:00 19-03-2012
Italia: un disastro gli ordini all'industria
Tonfo pesante in Italia degli ordini all'industria in gennaio: il calo mensile del 7,4% e' di piu' di due volte superiore a quello previsto.
La cifra si confronta infatti con il -3,2% previsto dagli analisti e con il rialzo del 5,2% del mese precedente. Su base annuale, il ribasso e' del 5,6%, contro il -2,9% previsto..."
Niente panico, lo spread scende (grazie Mario... Draghi), si spera che scenda almeno a zero, ma per mantenere le promesse di risanamento del debito, vista la crescita del Pil a -1.5% (tendenza -4%), si spera arrivi almeno a -350 punti base (il meno davanti al numero non è un refuso). In pratica dovremmo poter vendere i nostri titoli di Stato ad interesse negativo pari al dato Pil.
Del resto ormai Mago Monti ha la strada in discesa (verso l'abisso?), un sondaggio afferma che se scendesse in campo con un suo partito, avrebbe la maggioranza nel paese. Forse in Germania...
Evidentemente certe politiche pagano: la formula alta tassazione e bassa crescita è quella ideale per ottenere certi risultati. Vorrei solo avvertire il premier che quando si sale a certe vette, la profondità del buco che si produce precipitando sarà proporzionale alle altezze raggiunte. Oggi ti acclamano "papa", domani hai i forconi sotto casa.
Del resto ci sono ancora intellettuali in Italia che non capiscono da che parte sta la verità (intesa come mistica bocconiana). Come quel prof. Ricolfi (ma chi gli avrà mai dato tale titolo...) che si ostina ad affermare l'esatto contrario, cioè che le imposte andrebbero abbassate. Ma è per caso pazzo!
Né destra né sinistra: meno tasse
"C’è però un’altra ragione, molto più importante perché più concreta, per cui i governi riescono solo a parlare di riduzione delle tasse, raramente passando dalle parole ai fatti: ed è che tutti i governi, quale che sia il loro colore politico, letteralmente vivono di tasse. È grazie alle tasse che possono spendere, ed è spendendo che si procacciano i voti degli elettori, ossia la base stessa del proprio potere. La macchina dei favori elettorali richiede sempre più soldi, e i soldi si possono trovare solo in due modi: facendo debiti e mettendo più tasse. Finita l’era dei debiti - perché i mercati hanno detto basta - restano solo le tasse.
L’unico argomento veramente forte a favore della riduzione delle tasse è che aliquote troppo alte soffocano la crescita e noi - con il debito pubblico che ci ritroviamo - non possiamo permetterci un altro decennio di stagnazione. Il problema è che questo tipo di analisi, che sarebbe parsa semplicemente ovvia anche solo una decina di anni fa, oggi non è più tale. Oggi il senso comune di osservatori, studiosi e analisti è completamente cambiato. Per molti vale l’ingenuo corto-circuito che collega le minori tasse alla rivoluzione liberista, e la rivoluzione liberista alla crisi degli ultimi anni: se il liberismo ci ha portati all’attuale disastro, pensano costoro, non è ripristinandolo che ne usciremo.
...
l’evidenza empirica disponibile suggerisce che tutti e tre i gruppi di fattori - istituzioni economiche efficienti, alta qualità dell’istruzione, basse aliquote sui produttori - hanno un impatto elevato (e di entità comparabile) sul tasso di crescita, ma perché un paese che vuole tornare a crescere dovrebbe partire - innanzitutto da un’analisi spietata dei propri ritardi. La prima cosa che un Paese dovrebbe chiedersi non è se preferisce una politica di destra o di sinistra, ma qual è la leva più potente che ha a disposizione, e quanto tempo ha di fronte a sé. Nel caso dell’Italia la risposta è che, se come termine di paragone si prendono le economie avanzate (Paesi Ocse), i suoi due ritardi fondamentali - e dunque le leve su cui ha maggiori margini di miglioramento - sono le mancate liberalizzazioni e l’elevatissima pressione fiscale sui produttori. Con un’importante differenza, tuttavia: che le liberalizzazioni non potranno produrre effetti apprezzabili prima di 5-10 anni, mentre una riduzione incisiva delle aliquote sui produttori può darci un 1% di crescita in più nel giro di 1-2 anni."
Follie prof. Ricolfi. Lei è completamente fuori dall'Europa e dall'euro. Come le può venire in mente di ridurre il livello di imposizione fiscale in un'Europa "Unita" dove tutti usano una moneta straniera? Lo Stato può soltanto recuperare il recuperabile con le tasse ed utilizzarlo per pagare interessi sul debito, e qualche servizio ai cittadini se rimane qualcosa in cassa. E' l'euro signori, e nessuno può cambiare questo dogma di fede. Il pareggio di bilancio è il sacro sacramento di questa nuova religione economica.
E poi ci sono quei soliti 4 sfigati di sinistra, che prima si dicono solidali al Mago Monti, e poi cominciano ad instillare dubbi fra la gente. Che vergogna! solo in Italia ci sono certi personaggi...
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"Pericolo scongiurato? Siamo insolventi o ce la faremo? La Grecia riuscirà a restare nell’euro? Stiamo andando verso un'Europa di serie A e una di serie B?"
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