sabato 22 dicembre 2012

Alla fine è finito


La fine del mondo pronosticata dai Maya (o meglio dai loro interpreti) è coincisa con la fine, meno incisiva per le sorti dell'umanità, del governo italiano. Meno incisiva per il mondo, ma probabilmente di fondamentale importanza per italiani ed europei per quel che accadrà nel 2013. E di qualche modesta importanza forse per il mondo che per fortuna non è scomparso.

Da oggi inizia la campagna elettorale che veramente è già iniziata. Sarà una campagna elettorale più accesa di quel che si poteva presumere sei mesi fa. Quando si pensava che tutti i partiti maggiori facessero a gara per intestarsi l'agenda Monti.
Ora invece, con la partecipazione piena o appoggio esterno di Monti a una sua lista, le coalizioni sono costrette in qualche modo a differenziarsi.

Chi si differenzierà meno dall'agenda Monti sarà il centro sinistra, sia perché è la coalizione data per vincente, e quindi non avrà bisogno di alzare i toni populistici, sia perché c'è la possibilità che sia costretto ad allearsi al centro montiano per avere la maggioranza.

Malgrado ciò, la discesa in campo di Monti ha svantaggi e vantaggi per il centro sinistra. Svantaggi perché il premier diventerebbe un concorrente di Bersani e in campagna elettorale può capitare qualche incidente, qualche polemica di troppo. Vantaggi perché Monti può sottrarre voti al campo dei moderati, anche se i sondaggisti dicono che forse potrebbe accadere proprio il contrario. Ma si spera nel centro sinistra che Monti si rivolga ad una parte degli ex elettori berlusconiani.

Il capo del centro destra ci ha ormai abituati a continue svolte a "U", per cui non c'è da stupirsi se ora abbraccerà i toni populistici anti Monti, malgrado solo una settimana fa lo aveva candidato alla guida del centro destra. Era sicuramente un tatticismo per riuscire a sottrarre un concorrente nel suo campo, e poi inglobarlo nella galassia del centro destra. Ora però potrà fare la campagna elettorale che avrebbe sempre voluto perseguire, dopo aver fatto il bel gesto di offrire la premiership futura al tecnico sostenuto da Europa e Ppe.

La strada per Berlusconi è molto lunga ed impervia. Malgrado l'esposizione mediatica esagerata di questi giorni non sembra aver spostato moltissimo i sondaggi a favore del Pdl. E poi malgrado si definisca "federatore" avrà molti problemi a unire tutto il centro destra. La Lega è recalcitrante.
Ed inoltre il Cavaliere si sta mettendo in concorrenza con Grillo, benché il Movimento 5 stelle sia tutt'altra cosa dal Pdl.

"Per Euromedia Research, che molto lavora per Berlusconi, diversi percentuali ma tendenza identica: negli ultimi quindici giorni i grillini sono scesi dal 19 al 17 per cento. Calo registrato anche da Emg, seppur più contenuto, dal 17.1 al 16.6 per Grillo.

Quale che siano i numeri la tendenza sembra essere rilevata da tutti i sondaggi: al diminuire dei voti del M5S, aumentano quelli del Pdl. Questo significa che gli elettori di Grillo e Berlusconi sono verosimilmente gli stessi. Difficile credere che il M5S stia perdendo a favore di Pierluigi Bersani o Pierferdinando Casini o ancor peggio Mario Monti."

Intanto a seconda dei sondaggi, la situazione è abbastanza delineata. C'è una forza dominante, il centro sinistra con a capo il Pd e due forze inseguitrici, cioè il centro destra e il M5s. E poi c'è la possibilità che si insinui anche un centro guidato da Monti i cui potenziali risultati elettorali sono molto controversi. Alcuni scrivono che le previsioni sulla lista Monti sono un po' gonfiate per non far sfigurare il premier uscente e infondergli coraggio. Un po' come i carri armati di Mussolini moltiplicati facendoli girare attorno al Colosseo.

"La fiducia nel premier Mario Monti, giunta secondo Swg una settimana fa al punto più basso, è ora in risalita, e una lista unica di centro guidata dal premier ormai uscente potrebbe ottenere il 15,4% dei voti.
Lo dice lo stesso istituto di ricerca triestino in un sondaggio diffuso oggi e realizzato per la trasmissione tv di Rai 3 "Agorà". Il 60% degli italiani resta tuttavia contrario alla candidatura del professore della Bocconi.

La fiducia in Monti è oggi al 38%, dopo aver toccato il 33% il 14 dicembre, e contro il 71% del novembre 2011, quando l'ex commissario europeo assunse l'incarico.

La rilevazione, realizzata tra il 18 e il 19 dicembre, dice che le intenzioni di voto per le liste di centro si attestano al 9,4%. Ma se Monti guidasse una lista unica con le formazioni centriste di Pier Ferdinando Casini, Luca Cordero di Montezemolo e Gianfranco Fini, il risultato salirebbe di 6 punti percentuali, oltre il 15%. (Reuters Italia)"

(www.wallstreetitalia.com)

Anche perché se Monti voleva partecipare alleelezioni, avrebbe dovuto farlo in solitaria e non circondato e sorretto da "figuri" non così trasparenti e non così amati dagli italiani.

"... anche Monti non ha alternative al buttarsi al “centro”: luogo con grandi simboli e nomi che stanno nel passato, e che al presente (ormai da decenni) è occupato nella realtà da piccoli partiti che assommano quel che resta di vecchie (nell'epoca e/o nella modalità) cordate di tessere, radunate nel nome dell’araba fenice del “voto moderato”.

E insomma, il professore deve avere pensato che non può fare a meno di Casini e del suo partitino sempre vezzeggiato dalla grande stampa e mai davvero capace di radicarsi nel paese."

(www.linkiesta.it)

"Oggi possiamo dire che persino le procedure dei vecchi partiti sono meglio dell’accrocco che si accinge a candidarsi al governo del paese. C’è l’endorsement degli imprenditori maggiori e più discussi, c’è una pletora di notabili che ambisce a ricollocarsi dietro le bandiere montiane. Con il codicillo penoso dei berlusconiani in via di fuga che non sanno se saranno accettati e quindi annunciano e rinviano il tradimento.

Non poteva mancare quindi Mastella. La buona politica fatta di competenza e sobrietà è andata a farsi benedire e assistiamo all’imitazione dei peggiori vizi della prima repubblica con una dilagante democristianeria che si ricolloca senza chiarire per chi e per che cosa. Monti avrebbe potuto essere De Gaulle, con un gesto di auto-candidatura forte e impegnativo, o De Gasperi, federatore di una società civile cattolica. Invece ha scelto procedure da fine Ottocento quando notabili si raccoglievano attorno all’uomo simbolo portando con se clientele e interessi spesso inconfessabili."

(www.linkiesta.it)

Forse anche i protagonisti del montismo, lo sono forzatamente, loro malgrado:

"Raccontano i testimoni che uscendo da Palazzo Chigi mercoledì Luca Cordero di Montezemolo non fosse il ritratto della felicità.
... il Professore ci sarà, così come lui aveva invocato. Eppure troppe cose non vanno. E chi gli è vicino ha il sospetto che se non fosse andato già troppo avanti sulla strada verso Montecitorio, farebbe marcia indietro.
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I più ottimisti al momento pensano a un 20 per cento, che farebbe uscire la coalizione forse seconda, probabilmente terza dalle urne il prossimo 24 febbraio. E pensare che nella primavera scorsa Montezemolo si rigirava tra le mani un sondaggio riservato che collocava un'eventuale lista ispirata a Italia Futura addirittura al 24 per cento.
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peggio è voler fondare la Terza Repubblica in compagnia di molti vecchi arnesi della Prima, da Pier Ferdinando Casini a Mario Tassone, da Beppe Pisanu a Rocco Buttiglione, da Lorenzo Cesa a quel Gianfranco Fini di allearsi con il quale a Montezemolo non va proprio giù.
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Insomma, l'operazione novità rischia di nascere già vecchia"

Con la fine del governo Monti, pensavo che sarei stato felice e sarei sceso in strada con le bandiere come quando si vincono i mondiali. Invece ha il sopravvento la preoccupazione, perché la fine di Monti coincide con l'inizio del nuovo circo della politica. Una marea di nuove liste politiche si butteranno nella mischia della campagna elettorale frazionando l'elettorato in mille rivoli. Non vincerà nessuno, anche chi deve vincere, cioè Bersani, lo sappiamo già. E una grossa responsabilità di ciò è da imputarsi all'Europa, al Presidente della Repubblica e al governo Monti. 

Gli italiani sono confusi e molti non rispondono ai sondaggi (dal 30 al 50% degli elettori). Sono molto curioso di capire se questi sono effettivamente astenuti, se non osano dichiararsi (centro destra? grillini?) o se andranno a distribuirsi in modo uniforme fra le varie coalizioni. Questi italiani potrebbero riservare molte sorprese ai vari candidati che si basano sui sondaggi. E quelli che si dimettono senza seguire le procedure costituzionali, convinti di avere il paese ai piedi implorante...


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