In questi giorni lo spread ricomincerà a ballare, su e giù, più su che giù. Le elezioni imminenti rendono il quadro politico incerto. E gli investitori italiani e stranieri vedono i sondaggi come li vediamo noi. Capiscono che è più probabile l'ingovernabilità, che un governo forte. Soprattutto capiscono che fra gli italiani l'amore per la politica di austerità di Monti non è mai sbocciato. L'astensione del 50% in Sicilia, e quella altrettanto grande virtuale dei sondaggi, non indicano esattamente entusiasmo. Quindi intuiscono che il loro giocattolo si sta guastando, e che sarà difficile rimettere assieme i cocci dei lori progetti.
Ma perché lo spread è sceso così velocemente nei giorni scorsi? Tutto merito del governo Monti? Come no. Il governo ha affondato l'Italia, ha fatto aumentare tutti i parametri economici negati (dal debito alla disoccupazione), e fatto diminuire tutti i parametri positivi (dal Pil alla fiducia dei consumatori), quindi lo spread scende. Logico.
Grazie Mario! (post del 3/02/2012)
"Ah... dimenticavo. Il Mario a cui mi riferivo è Draghi. Non l'altro, che sta solo procurando danni all'economia italiana."
E sui meriti dei "Mario" continuo ad avere la stessa opinione. Un articolo su Rischio Calcolato, chiarisce meglio le cose:
"E’ arrivò il giorno in cui lo Spread fra i BTP e i Bund è calato sotto quota 300, è un evento, non si vedevano questi numeri da Marzo 2012.
...
avevo previsto un calo dello spread con l’avvicinarsi della tornata elettorale, ma NON così rapido.
Perchè lo spread italiano continua a calare nonostante il netto peggioramento di ogni singolo dato macroeconomico (ad eccezione della bilancia commerciale)?
Sapendo che a fine 2013 lo Stock di debito italiano arriverà al 132% del PIL (dati Ocse) chi compra il nostro debito?
Ecco la risposta in un grafico:"
(ndr vedi grafico a inizio post)
"Sono tutti più o meno in calo, cosa significa?
a) Di certo è impossibile affermare che i 4 paesi abbiano prospettive economiche migliori di 6 mesi fa, anzi al contrario, disoccupazione, produzione industriale, aspettative di consumatori e imprese sono in netto calo.
b) Di certo è impossibile affermare che i 4 paesi abbiano, tutti insieme, maggiore credibilità rispetto a 6 mesi fa, non è cambiato nulla negli ultimi 6 mesi. I 4 governi procedono con maggioranze sempre più risicate e litigiose (occhio all’Italia e alla Grecia)
Cosa rimane.
Mario Draghi e la Bce. O meglio:
a) la capacità della Bce e delle banche europee a condizionare i governi in modo da essere ben certi che il debito venga ripagato, almeno nel breve (nel lungo periodo è impagabile, ma questo è un altro discorso)
b) Le trasmissione del denaro fresco iniettato dalla BCE con i 2 LTRO sui titoli alla fine si è realizzata. C’è voluto un anno ma Mario Draghi è riuscito a convincere la banche europee che “potevano fidarsi” a comprare debito pubblico periferico con i soldi all’1% (e senza vero collaterale) ottenuti dalla BCE.
In altre parole, lo spread è lo specchio del controllo della BCE sui mercati finanziari. Niente altro.
Cosa significa per il futuro.
Dobbiamo prendere come un dato di fatto quanto segue:
La finanza ha il controllo sulla politica europea dei paesi indebitati. Fino a quando questo controllo è garantito non ci saranno più tensioni sui debiti dei paesi periferici."
(www.rischiocalcolato.it)
Cioè detto in modo molto franco, la Bce accompagna la discesa dei tassi d'interesse dei titoli dei paesi che seguono le sue ricette. Non importa se queste siano giuste o sbagliate. Se per assurdo vincesse le elezioni il Movimento 5 stelle, con un programma economico in grado di far crescere il Pil del 10% all'anno, la Bce manovrerebbe per far aumentare lo spread, e quindi per condizionare pesantemente la politica nazionale.
Del resto ormai diversi indici economici sono scollati dalla realtà. Le borse continuano a salire ovunque, malgrado ovunque i dati economici sono disastrosi. E anche lo spread segue la stessa legge:
"Resta comunque il fatto che gli spread dei due grandi malati della periferia dell’Eurozona, Italia e Spagna, sono in costante ripiegamento da alcuni mesi. Dapprima a seguito della nota presa di posizione di Mario Draghi di fine luglio, formalizzata ad inizio agosto, sulla non reversibilità dell’euro, ed oggi dopo l’ennesimo salvataggio della Grecia, che mostra l’esistenza di una volontà politica a tenere unita l’Eurozona anche a costo di avviare un sistema di sussidi, sia pure non formalizzati ma decisi caso per caso, ed ogni volta col crisma della “unicità ed irripetibilità” del caso di specie. Meglio che nulla.
In tutto ciò, voi vedete la compressione – anche vistosa – degli spread come effetto del “risanamento” e del calo di deficit e debito, attuale e prospettico? Se la risposta è affermativa, dateci il numero del vostro spacciatore. Si conferma, ad abundantiam, quanto fallace fosse la tesi dei livelli di spread come sanzione morale e moralistica della dissipatezza fiscale delle finanze pubbliche."
(phastidio.net)
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