La sua eventuale discesa in campo, potrebbe essere un problema costituzionale-istituzionale, essendo senatore a vita. Almeno sembrava dalle parole di Napolitano che Monti non si sarebbe potuto candidare essendo già parlamentare. Ma secondo me questa è aria fritta da giurista di diritto istituzionale, che va a farsi benedire di fronte alla volontà politica.
I problemi che pone la sua candidatura sono ben altri. Non appena Monti ha rassegnato le dimissioni virtuali (effettive dopo la legge di stabilità), è ha pronunciato la frase "In politica? ora sono più libero" al Corriere, si è subito polarizzato lo scontro Berlusconi-Monti. E un profluvio di commentatori a paragonare Monti a De Gasperi. E Bersani, rivincitore delle primarie di centro sinistra?
Il centro sinistra, forte dei sondaggi che lo danno in vantaggio, è già stato dimenticato dai commentatori più quotati. Nella loro folle difesa (o paraculismo) verso i "poteri forti" della finanza, ignorano i fondamentali della politica democratica: i voti.
Ma quanti voti prenderebbe Monti? Secondo alcuni sondaggi (vedi Omnibus-La7 di domenica 9 dicembre) è accreditato di circa un 15%, ma con molti ma. Se si presenta in solitaria, con un risultato del genere, non potrà che allearsi al centro sinistra, e scendere a compromessi con Vendola. Se si unisce al quel guazzabuglio di neodemocristiani, finiani, montezemoliani, temo che verrà percepito male dagli italiani, e forse non riuscirà a portare tutto quel 15% con se. E poi a chi prenderà questi voti? Da chi ha già votato Berlusconi? ne dubito, li prenderà dai centristi di casini e del Pd. Quindi si avvantaggerà ancora il Cavaliere.
Ho trovato molto concreto ciò che ha detto Sapelli ad Omnibus-La7 di domenica mattina: ma non penserete mica che chi si alza al mattino presto per lavorare, prendendo la metropolitana, vada a votare Monti in massa? Siate concreti, gli italiani sono allo stremo: questi o votano Grillo o tornano a votare Berlusconi turandosi il naso.
Condivido la visione nazional-popolare e sanguigna di Sapelli. Perché è così, gli italiani impoveriti del ceto medio, non credo stiano scalpitando per andare a votare chi in questo anno li ha massacrati. Anche se i media mainstrem stanno già facendo i tripli salti mortali carpiati per dare la colpa al Cavaliere anche dele ultime macerie economiche (che pure non è esente da colpe).
Anche Caldarola, non vede tutto questo successo di Monti. Afferma che ora è tardi, se voleva fare il De Gasperi avrebbe dovuto partire prima.
Inoltre, da uomo di sinistra, pone il problema del rapporto di Monti con il centro sinistra:
"Chi aspira a vedere Monti a capo di un partito teme che la sinistra attuale non sia in grado di governare la complessità della crisi. E teme anche una polarizzazione fra il centro-sinistra e Berlusconi.
...
Per Bersani inizia invece la vera prova di leadership. Dovrà convincere Monti a non contrapporsi al centrosinistra con una proposta concorrente ma dovrà anche rassicurare un mondo di moderati che frigge di fronte a un’alleanza di sole forze di sinistra. Bersani ha due strade per riuscire nel compito. C’è quella di fare liste per il parlamento piene di forze vere della società civile più impegnata, liberandosi più che può dal gioco delle correnti e delle alchimie di partito e deve dire presto qual è la sua squadra di governo. Queste due operazioni fatte assieme possono dare a Bersani quel vantaggio competitivo che può portarlo con maggiore forza a palazzo Chigi."
(www.linkiesta.it)
Ha ragione Caldarola. In questi giochi di contrapposizione infantile di Monti, c'è poi il rischio che si metta in concorrenza con il centro sinistra, erodendone magari i voti, o rendendo difficoltosa una successiva alleanza del montismo con il Pd di Bersani, ma soprattutto con il Sel di Vendola.
Un altro problema che potrebbe provocare l'arriva di Monti, è quello di frazionare ulteriormente il quadro politico. Senza Monti, il centro di Casini&C. è abbastanza residuale. In definitiva si avrebbe un quadro politico con tre forze principali: centro sinistra, centro destra e Movimento 5 stelle.
Con l'arrivo di Monti si avrebbe un "rigonfiarsi" anche del centro, dividendo il quadro politico in quattro forze principali. A forza di frazionare non è detto che poi centro sinistra più montiani conserverebbero la maggioranza. E se centro destra e grillini diventassero, seppur inconciliabili, maggioranza parlamentare?
E se anche montiani e centro sinistra fossero maggioranza, riuscirebbero a convivere? Il centro sinistra quando è stato formato da coalizioni troppo estese e numerose, non ha mai dato prova di affidabilità.
Probabilmente Monti diventerà il Prossimo presidente della Repubblica, perché conviene a tutti. Sarebbe una garanzia formale per l'Europa, anche se poi in Parlamento potrebbero essere prese decisioni in contrasto con la sua famosa agenda. E soprattutto, da Presidente, eviterebbe di essere d'impaccio a centro sinistra e centro destra.
Il centro sinistra potrebbe fare la sua campagna elettorale senza concorrenti interni ingombranti. Il centro destra vedrebbe sgonfiarsi il campo dei casiniani e quindi lo spettro del grande centro che voleva inglobarlo. Per il M5s non ci sarebbero grandi differenze, essendo una forza antisistema contro tutti.
Pertanto ritengo più plausibile un Monti candidato a Presidente che a premier. Bisogna però capire come evolve la situazione di ora in ora, visto che tutto è precipitato molto velocemente.
Anche la mossa di Monti di dimettersi così velocemente non è stata del tutto responsabile. Ma nel complesso ritengo che sia meglio "togliersi il dente" subito piuttosto che proseguire per altri 4 o 5 mesi in questa palude elettoral-parlamentare. Quindi bene Monti e Napolitano. Per una volta, seppur per gli interessi dei soliti, si è scelta una strada rapida e non i soliti riti bizantini all'italiana.
Si torni alla democrazia e vada come deve andare. Se i mercati temono la democrazia, allora significa che c'è qualcosa di malsano nel rapporto tra economia e democrazia. E se ci sono dei problemi a questo livello vanno risolti al più presto: se vincono le istanze montiane, significa che gli italiani ritengono giuste le richieste dei mercati e degli attori economici. Se vincono le istanze antieuropee (traducibili come anti finanziarizzazione), significa che gli italiani mettono altri temi davanti alle pretese della finanza, quindi se ne dovrà tenere conto e sottostare a questa volontà.
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