giovedì 27 dicembre 2012

Il costo salato del montismo



Del conto salato pagato dall'economia italiana a causa del governo Monti, ho scritto in diversi post. Un riassunto di un anno di commenti all'operato del governo è qui: "Breve storia di un fallimento prevedibile"

Ma Monti ora presenta il conto anche alla politica. Non voglio dire che questo sia un bene o un male, ma è evidente. La sua salita-discesa in campo dalla tribuna, non è gratis, prima di tutto per i suoi sostenitori:

"Un passo dopo l'altro. Mario Monti sta distribuendo le forze per la "salita". 
...
Non sono passi frutto della casualità ma di una precisa strategia che punta a mettere in difficoltà non solo i suoi avversari, ovvero Pdl e Pd, ma anche i suoi alleati alle prese con la questione liste. L'aver puntato tutto su Monti, non è a costo zero. Il Professore non è disposto a entrare in Parlamento senza poter contare su uomini di sua stretta fiducia, su un esercito che risponda a lui direttamente e non prima a Casini o a Montezemolo."
www.ilsole24ore.com)

Un costo politico naturalmente, anche per i suoi avversari o semialleati che dir si voglia: Pd e Pdl.
Il Pd ha già perso alcuni suoi esponenti al seguito di Ichino, che probabilmente è stato anche uno degli estensori dell'agenda Monti, un programma elettorale di 25 pagine che riempie i giornali di commenti pro o contro.

Fra gli ultimi sostenitori a spada tratta, senza ripensamenti, anche T. Boeri (www.ilfattoquotidiano.it) il quale si becca sul quotidiano on line un sacco di rampogne per il suo sostegno acritico al montismo, fra cui uno dei commenti più belli è stato "Per coerenza (non vedo distinzioni se non generiche con monti e la sua agenda) boeri dovrebbe uscire dal pd e accodarsi a casini e montezemolo. Ne gioverebbe la chiarezza politica nel pd e nel paese."
In effetti non capisco cosa centri la sinistra con una politica economica reazionaria come quella messa in atto da questo governo. Posso capire che ci siano esponenti del Pdl che sbavano di fronte all'icona di Monti, e vorrebbero sostituirlo nella nicchia della loro chiesa liberista, all'immagine scolorita di Berlusconi. Ma come è possibile che studiosi di sinistra non vedano nell'azione di questo governo una corsa verso l'impoverimento del ceto medio e la formazione di una società sempre più asimmetrica e ingiusta? Misteri della fede.

Probabilmente, a dispetto del buon senso, il Pd subirà una diaspora maggiore di quella che subirà il Pdl verso il centro montista. Se non altro perché l'elettorato del centro destra non ha mai amato il governo Monti, anzi molto spesso lo ha odiato visceralmente. Ed inoltre perché Berlusconi ed i suoi dirigenti stanno già mettendo in difficoltà l'elettorato moderato che volesse transitare verso Monti. La frase di Berlusconi buttata li quasi con noncuranza potrebbe avere un effetto molto profondo sui suoi elettori: se Monti farà da stampella al centro sinistra, perché sprecare il voto per il suo centro? Tanto vale votare direttamente Pd.

Questa frase è comunque, secondo me, sintomatica del costo politico rappresentato dal montismo. Un Berlusconi che invita a votare Pd, è un leader che teme fortemente che il premier uscente peschi nel suo elettorato. Ed effettivamente qualcosina potrebbe rubargli in termini di voti. E qualcosa si muove anche dalle parti del centro destra:

"...si fanno avanti anche gli ex del Pdl ora attratti da Monti. E a parlare per loro è Isabella Bertolini, in passato feroce e irriducibile dichiaratrice pro-Cavaliere. ”L’Agenda e il metodo Monti testimoniano un salto di qualità della politica italiana. Venticinque pagine di proposte per la crescita del Paese che mettono al centro della prossima campagna elettorale un programma di cose da fare”, afferma a nome di Italia Libera, gruppo composto da 11 deputati ex Pdl. Che auspica una rivoluzione “copernicana per chi è abituato solo alla logorante e improduttiva sfida tra berlusconiani e antiberlusconiani, o alle dispute ideologiche a sinistra. Un progetto che, per avere successo elettorale e politico, deve anche conquistare quegli elettori moderati che in questi anni hanno dato fiducia al Pdl. Le proposte contenute nell’agenda Monti devono andare oltre i confini degli attuali partiti”.
(www.ilfattoquotidiano.it)

Anche se in realtà, i sondaggi poco propizi ai montiani, non hanno prodotto quell'abbandono della nave berlusconiana che affonda, che molti commentatori si immaginavano. In realtà Berlusconi mantiene le sue posizioni, anche se non incrementa di molto i numeri del Pdl dopo la decisione di riprenderne in mano la guida.

L'altra faccia del costo politico di Monti, è la frammentazione del quadro politico. E' bastato un anno di Monti, per far crollare della metà le preferenze del centro destra, per far scendere malinconicamente quelle del centro sinistra (in termini assoluti perde voti, anche se conserva buone percentuali) e per far nascere un'anomalia come quella del Movimento 5 stelle (anche se un'anomalia positivista, sempre meglio loro dei "nazisti dell'Illinois"). Insomma è successo di tutto, meno quello che il professore ed il Presidente forse si prefiguravano, cioè far nascere un polo moderato deberlusconizzato, simile a quelli del resto d'Europa.

Non è nato, e anche all'estero ne prendono atto:

"Il ruolo del presidente del Consiglio è ancora incerto, anche perché il suo orientamento politico, il liberalismo, è da sempre minoritario nel nostro paese.
...
La dicotomia di consenso tra le èlite comunitarie e quelle nazionali è stridente, rimarca Die Welt. Monti è tanto apprezzato a Bruxelles quanto a Berlino, quanto invece viene respinto dai suoi naturali sostenitori, i politici che guidano il centrodestra italiano. Secondo il quotidiano tedesco nessun presidente del Consiglio ha dato così peso all’Italia in Europa e nel resto del mondo come Mario Monti nella storia recente, e in realtà le sue riforme sono più apprezzate in patria rispetto a quanto possa sembrare dalla marginalità delle formazioni politiche che lo sostengono. Una valutazione però piuttosto fragile, ci permettiamo di aggiungere, visto quanto siano impopolari alcune delle riforme introdotte dall’esecutivo dei tecnici. Dall’Imu al retributivo per tutti da subito introdotto dalla Fornero, con l’allungamento dell’età pensionabile a 67 anni, è difficile trovare provvedimenti che si possano definire apprezzati dalla maggioranza degli italiani."

(www.giornalettismo.com)

Probabilmente anche all'estero sono stati ingannati dalla fuffa montiana dei nostri più importanti quotidiani allineati sull'austerità, confondendo le idee dei nostri intellettuali con attico in centro e villa in campagna, con quelle degli italiani.

Mi avevano colpito alcune interviste di Servizio Pubblico realizzate in strada a Milano, effettuate durante gli acquisti natalizi. Gli intervistati dei mercati popolari erano tutti chi più chi meno arrabbiati con Monti, invece in via Montenapoleone si dichiaravano tendenzialmente pro Monti. E' chiaro che i servizi Tv molto spesso sono aggiustati per ottenere un determinato effetto, però credo che la situazione non si discosti molto dalla realtà.

E malgrado il grido di dolore lanciato da molti italiani a causa della situazione economica e del carico straordinario aggiunto da Monti, difficilmente dalle elezioni uscirà un quadro politico chiaro (Il nostro futuro prossimo) . C'è addirittura il rischio che il centro sinistra non riesca a governare a lungo, stiracchiato da una parte dall'agenda Monti e dall'altro dalla componente vendoliana.

In una situazione di ingovernabilità potrebbe avere agio il ritorno di Monti premier "salvatore della patria", anche se in una posizione piuttosto debole, dopo aver combattuto contro sinistra e centro-destra. Non avrà più molti amici in Parlamento. O governerà con le defezioni di singoli politici, come è avvenuto nell'ultimo anno del governo Berlusconi, o avrà un governo di minoranza con ristretto raggio d'azione.

E se invece, dopo un governo stentato centro-sinistra più montiani, non riuscendo più ad andare avanti si fosse costretti ad andare nuovamente ad elezioni, chi se ne gioverebbe? sicuramente le forze antisistema alla Grillo. Più la politica tradizionale fallisce, più i movimenti innovativi e distanti dalla vecchia politica cresceranno. Alla fine, dalla distruzione montiana, qualcosa nascerà, anche se io credo sarà qualcosa di molto lontano dalle aspettative delle cancellerie straniere.

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