mercoledì 27 marzo 2013

Il fascismo ha fatto cose buone...


"Le dirò, le conquiste sociali fatte sotto il fascismo oggi ce le sogniamo, il che è tutto dire. Non si trattava solo dei treni in orario. Assegni familiari per i figli a carico, borse di studio per dare opportunità anche ai meno abbienti, bonifiche dei territori, edilizia sociale. Questo perché solo dieci anni prima Mussolini era in realtà un Socialista marxista e massimalista che si portò con sé il senso del sociale, del popolo. Le dirò, in un certo senso il fascismo modernizzò il paese. Nei confronti del Nazismo fu dittatura all'acqua di rose: se Mussolini non avesse firmato le infamanti leggi razziali, sarebbe morto di morte naturale come Franco. Resta una dittatura, ma anche espressione d'italianità. Bisognerebbe fare un'analisi meno ideologica su questo".

Non si tratta delle parole di Er Pecora o di qualche esaltato di Casa Pound, ma di un'icona della sinistra. Dell'astrofisica atea M. Hack.
E' ormai un continuo rosario di dichiarazioni pro mussoliniane (penultima la capogruppo pentastellata), e a forza di dire che Benito era buono fino al '38 perché ha bonificato l'agro pontino, finiremo per ritrovarci nella situazione di quegli anni. In fondo l'Europa e la Germania ce la stanno proprio mettendo tutta per far resuscitare un nuovo Mussolini. Sarà forse un dittatore farsesco (Grillo?) perché come si dice, la storia che si propone come tragedia si ripete in farsa?

Oppure ci siamo già in una dittatura, e non ce ne rendiamo del tutto conto.

"L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo, perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi furiosi.
Trovo questo bel post sul blog di Alberto Bagnai, ad opera di Alex, che così riflette:

L'unica cosa amaramente buona di questa crisi è che ho capito come nascono le dittature, che SI, è proprio vero, più che da una violenza dei padroni derivano dalla tentazione dei servi, dall'ignoranza dalla mediocrità e dall'ignavia della gente (...); e a cosa dovrebbe servire la cultura umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare affinché tu possa fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che l'hanno piano piano distrutta.
...

Nessuno riesce ad accorgersene.

Forse perché si tratta di una declinazione di dittatura finora inedita. Nell'immaginario, il dittatore ha una faccia cattiva, impone le sue idee al popolo con gli eserciti, e sbatte i dissidenti in gabbia o alle torture. Ora sembra che non ce ne sia più alcun bisogno: il dittatore non ha un nome e cognome, anzi si nasconde in una massa amorfa di oscuri burocrati. L'esercito di cui si serve? Stampa, media e politici compiacenti o corrotti. L'arma principale? La shock economy, eventi che terrorizzano i cittadini e li rendono consenzienti a qualsiasi nefasto provvedimento passi per indispensabile. I dissidenti? Nessun problema: li si lascia a sbraitare nel recinto di Internet, che danno vuoi che facciano. Una dittatura il cui scopo è l'impoverimento generalizzato e il controllo da esso derivante, non ha bisogno di sparare un colpo:stiamo consegnando tutto senza fiatare."


Direi che è più probabile l'ipotesi di una dittatura strisciante e non ben compresa, almeno fino alle prossime leggi liberticide (ancora peggiori di quelle imposte a Cipro).
Del resto se tornasse il Fascismo con le sue camicie nere, l'olio di ricino, i balilla e il patriottismo di carta pesta sarebbe troppo facile smascherarlo. Se ne accorgerebbero tutti, e in un attimo avremmo milioni di partigiani in montagna per fermarlo.

Invece contro questo schifo di Europa senza ne capo ne coda, nessuno imbraccia il fucile e si carica lo zaino in spalla. Oggi la dittatura è molto più sofisticata. E' del tipo tecnologico, la dittatura 2.0. 
Per come lo vedo io, il Fascismo, in tutte le sue nefandezze, è stata la malattia di una nazione troppo giovane che ha trovato in esso un modo per sfogare le proprie energie adolescenziali. Non a caso il fascismo sotto forma di nazismo ha attecchito nell'altra nazione europea di recente unificazione, cioè la Germania.

In Italia il Fascismo è stato in un certo senso una prosecuzione distorta del Risorgimento. Gli ideali patriottici dell'unificazione italiana sono stati portati alle estreme conseguenze. A fine '800 l'Italia sognava l'unificazione territoriale. Ottenuta questa il sogno doveva fare un salto di qualità: per questo si è passati al sogno delle antiche glorie romane. Mussolini innalzando la spada di cartone già riteneva venuto il tempo per l'Italia di ritornare al centro del suo impero impropriamente sottratto dalle orde degli antenati delle plutocrazie europee.

Naturalmente era un sogno sballato, fuori tempo massimo, slegato dalla storia del '900, e per questo fece la fine che fece. Accade spesso alle nazioni troppo giovani di montarsi la testa e sopravvalutarsi. Ad alcune va bene, molte altre prendono cantonate pazzesche. Un esempio di nazione a cui andò bene (erano altri tempi) fu la Spagna del '500. Appena unificata, riusci ad incanalare le sue giovani energie nella formazione di un enorme impero. Ma all'epoca l'80% della Terra era ancora sconosciuta agli europei. Le americhe erano appena state scoperte, e gli eserciti dei conquistadores poterono scorrazzare in lungo e in largo alla ricerca di gloria, senza quasi resistenza. Per l'Italia neounificata (le ultime lande trentine furono acquisite nella prima guerra mondiale) questa fortuna storica non si è presentata.

L'Italia era una nazione circondata da nazioni mature e ben strutturate. La divisa pagliaccesca del fascismo, ha dato agli italiani l'illusione di aver di colpo fatto passi enormi e aver raggiunto le capacità, l'efficienza, il senso della nazione di popoli come quelli tedesco o inglese, o americano. Il fascismo è stato una dittatura da operetta.

Quella che si prospetta ora, è una dittatura dai contorni molto più indefiniti e dalle armi molto più sofisticate del manganello e dell'olio di ricino. Sono sempre purghe, ma molto più pericolose, che uccidono lentamente e in modo pulito. Niente sangue, niente merda, ma una letale asfissia economica che a poco a poco ci trasforma in schiavi apatici.

L'arma brandita dal nuovo sfuggente dittatore, un dittatore dai mille volti e con la divisa da banchiere, si chiama euro. Si chiama moneta unica. E' un'arma di ricatto e paura. Se stai dentro, fai quel che vogliono le banche e muori di fame in un'economia di sussistenza, se esci fuori c'è l'ignoto e il terrore: dovrai comprare il pane con una carriola di banconote, non avrai più benzina e nemmeno troverai più una macchinetta del caffè che accetti i tuoi nichelini senza valore. 

E questo sistema funziona. La Grecia avrebbe potuto uscire dall'euro e non lo ha fatto. L'altro ieri avrebbe potuto fare questa scelta anche Cipro, ma la paura è stata più forte. Più forte persino dei benefici e delle promesse di ricchezza di un consolidato centro offshore.

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