martedì 30 aprile 2013

L'austerità continua, ma forse no


Voglio proprio vedere se il governo dell'on. Letta, che annuncia un tour a Bruxelles, Berlino e Parigi da mercoledì a venerdì, riuscirà a ridiscutere i parametri restrittivi dell'Europa (cioè della Germania). In primo luogo, malgrado la reazione scomposta di Brunetta (Senza la restituzione dell'Imu sulla prima casa, precisa Brunetta, "non votiamo la fiducia, e' chiaro" - www.agi.it) all'economia è stato messo Saccomanni, il cane da guardia dell'ortodossia eurista per conto di Draghi. Berlusconi ha di nuovo calato le braghe, o è stato al gioco per far nascere il governo e ricattarlo in seguito?

Non saprei, ma di sicuro questo non è un governo di rivoluzionari. Dal tipo di nomine ministeriali (i ministeri che contano), mi pare che questo governo sia stato messo li a gestire l'esistente, senza troppi colpi di testa. Un governo pieno zeppo di moderati di destra e sinistra che il massimo che potrà fare, sarà comunque sempre largamente insufficiente a stimolare l'economia italiana.

Detto ciò devo comunque dire che nel discorso d'insediamento del nuovo premier, ci sono tante novità impegnative (economicamente) e condivisibili. Finalmente viene detto in forma ufficiale che di austerità si muore, ma nello stesso tempo veniamo informati che gli impegni presi con l'Europa verranno rispettati. Va beh... comunque è già qualcosa. Forse di questo nuovo atteggiamento "sociale" meno dogmatico sui bilanci statali e sull'economia, dobbiamo ringraziare il 25% del M5s. Non vorrei, ma lo penso e quindi lo riporto, dover ringraziare anche l'attentatore di Palazzo Chigi, però l'evento è stato un forte campanello d'allarme per la classe politica.

Poi nel discorso di Letta ci sono diverse affermazioni positive, forse troppe. Per esempio: basta debiti sulle generazioni future, stop all'Imu, meno tasse sul lavoro, stop agli aumenti dell'Iva, sblocco di altri pagamenti alla P.A., revisione del finanziamento ai partiti, incentivi all'assunzione dei giovani e nuovo apprendistato, revisione della Riforma Fornero, sistemazione del capitolo esodati, piano pluriennale per la ricerca, piano industriale e del turismo. E poi un deciso stop alla burocrazia che "non deve opprimere la creatività degli italiani": anche se a dir la verità molti governi ci hanno provato ma nessuno finora è riuscito a battere il mostro burocratico.

Un discorso che è quasi un libro dei sogni, anche se poi bisogna capire con quali modalità questo programma verrà trasformato in realtà. Ma soprattutto con quali risorse economiche: tutti questi "sogni" ce li pagherà la Merkel? Ne dubito. Dubito che si possano raggiungere tali obiettivi rimanendo in quest'Europa.
Credo, da quel che traspare un po' dal discorso d'insediamento, Letta voglia stanare la Germania. Cioè consentire anche maggiori cessioni di sovranità, ma verso istituzioni europee politiche, e quindi più democratiche e dotate dei poteri necessari. Non so se la cosa potrà funzionare, ma è perfettamente logica:

"... trovo assolutamente sconcertante è la posizione di coloro che sono favorevoli all’unione economica e monetaria senza la creazione di nuove istituzioni politiche (a parte una nuova banca centrale), e che alzano le mani terrificati alle parole “federale” o “federalismo”.
...
(sollevazione.blogspot.it)
... o si attua una vera Unione Europea politica, con organismi governativi democratici e dotati di veri poteri legislativo ed esecutivo, oppure come sosteneva M. Thatcher è meglio ritornare ordinatamente ognuno nell'alveo della propria sovranità monetaria, decidendo da buoni amici di uscire dall'euro in modo coordinato. L'attuale via di mezzo seguita finora non funziona"

(L'Europa di oggi era prevedibile 20 anni fa)

Ma se ci volgiamo all'estero, cioè alla Spagna ed alla Grecia, possiamo constatare che l'austerità in realtà continua, malgrado sia ormai noto anche all'Fmi che si tratti di una terapia basata su studi farlocchi, su errori nei fogli di calcolo di exell. Dove l'errore nel foglio di calcolo scoperto dallo studente universitario americano Herndon forse è l'errore più trascurabile.

"Nel 2010, gli economisti Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff hanno pubblicato un documento, "Growth in a time of debt" (Crescita in tempo di debito). Il loro "risultato principale è che ... i tassi di crescita mediana per i paesi con debito pubblico superiore al 90% sono all’incirca dell’1% più bassi
...
Spiccano tre questioni principali.
- In primo luogo, Reinhart e Rogoff escludono selettivamente anni di alto debito e crescita media.
- In secondo luogo, usano un metodo discutibile per ponderare i paesi.
- In terzo luogo, sembra anche esserci un errore di codifica che esclude i paesi ad alto debito e crescita media.
...
Herndon-Ash-Pollin hanno scoperto che gli economisti hanno escluso l’Australia (1946-1950), la Nuova Zelanda (1946-1949), e il Canada (1946-1950). Questo ha conseguenze, in quanto questi paesi hanno alti debiti e una crescita solida. Il Canada aveva un rapporto debito-PIL di oltre il 90% durante quel periodo e il 3% di crescita. La Nuova Zelanda aveva un rapporto debito / PIL di oltre il 90% negli anni 1946-1951. Se si utilizza il tasso medio di crescita per tutti questi anni è del 2,58%. Se si utilizza solo l’anno scorso, come fanno Reinhart-Rogoff, ha un tasso di crescita del -7,6%. Questa è una grande differenza, soprattutto considerando come i paesi vengono ponderati."

(www.forexinfo.it)

L'austerità è quindi una teoria che basa la sua efficacia, e la sua paranoia sul livello del debito pubblico su dati in parte falsati.

Malgrado ciò l'Europa e la Germania impegnata nelle elezioni, non recedono. Anche quando sembrano farlo, in realtà non avviene nessun passo indietro. Prendiamo la Spagna, che sembra aver ottenuto un vantaggio rispetto all'Italia:

"... 6,2 milioni di persone disoccupate nel primo trimestre del 2013, secondo i dati dell’Istituto di statistica spagnolo (Ine), toccando una percentuale del 27,16 %, rispetto al 26,02% dell’ultimo trimestre
...
Un quadro devastante per cui lo scorso 26 aprile, il governo spagnolo ha inviato un nuovo programma di stabilità alla Commissione Europea in cui sono delineati una nuova riforma sul sistema pensionistico pubblico entro il mese di settembre, una revisione della riforma del lavoro entro giugno e infine la rinuncia dell’indicizzazione dei salari all’inflazione entro la fine dell’anno. Nel suo nuovo piano, guidato dal capo del governoMariano Rajoy, il paese, nel 2013, subirà un’ulteriore contrazione del Pil dell’1,3%
...
Un programma nazionale di riforme e stabilità accolto con favore dalla Commissione Ueche, in una nota ufficiale, dà il via libera al rinvio di due anni, fino al 2016, al percorso di risanamento del bilancio spagnolo
...
In Spagna però permane un’atmosfera di scetticismo e di critiche sollevate da numerosi quotidiani spagnoli tra cui El Pais che evidenziano le mancante promesse del capo del governo, che quando subentrò a fine 2011, promise d’intervenire immediatamente sulla disoccupazione. "

(www.direttanews.it)

Non c'è in pratica nessun allentamento dell'austerità. Anzi sono in arrivo nuove "riforme" sulle pensioni e sul lavoro, e sappiamo bene cosa intendano a Bruxelles con quel termine. Le "riforme" europee di solito sono "contro" il popolo, sono una restaurazione ante welfare, non sono affatto riforme.

E la Grecia che ha ristrutturato il debito, che è stata "salvata" mille volte dall'Esm, che è palesemente in agonia, continua nel suo programma assurdo di austerità, e non si comprende perché li non sia già scoppiata una rivoluzione:

"Il Parlamento della Grecia ha approvato nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 aprile una nuova legge sulla ristrutturazione del suo debito pubblico: tra le altre cose, la legge stabilisce il taglio di 15mila posti di lavoro nel settore pubblico entro la fine del 2014, di cui 4mila entro la fine del 2013. La legge, che ha ottenuto 168 voti favorevoli su un totale di 292 grazie all’appoggio dei tre partiti che compongono la coalizione di governo guidata da Antonis Samaras, fa parte della serie di misure di austerità richieste dalla cosiddetta “Troika” (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea) per continuare a versare miliardi di euro in aiuti al governo di Atene."
(www.ilpost.it)

Anche se Atene ha evidenti problemi di gestione della cosa pubblica, ben maggiori di quelli italiani e spagnoli:

"...oltre 700mila persone lavoravano nella pubblica amministrazione, 25.000 di queste erano state assunte tra il 2010 e il 2011, quando la situazione economica del paese era già disastrosa e il primo prestito internazionale era già stato erogato."
(www.ilpost.it)

In pratica, la strategia economica europea è austerità, austerità, austerità... fino alle elezioni tedesche. Che poi non si capisce bene cosa potrebbe accadere dopo le elezioni tedesche, che al momento vedono in vantaggio la Merkel, cioè il partito dell'austerità:

pollytix-Bundestagswahltrend: CDU/CSU 40%; SPD 26,1%; GRÜNE 14,2%; FDP 4,6%; LINKE 6,8%; PIRAT 2%; AFD 2,3%; SONST
(www.facebook.com/btwahltrend)


Che succederà dopo le elezioni tedesche? In pratica nulla. Quindi non si capisce perché i Pigs dovrebbero usare tutte le cautele fino a quella data (settembre), per non disturbare un manovratore folle che ci sta portando fuori strada. Anzi lo scossone in piena campagna elettorale tedesca, sarebbe la mossa adatta, la tempistica giusta per rimediare allo stato delle cose europee. Tutto questo modo felpato di muoversi delle cancellerie dei paesi del sud, sinceramente non lo comprendo. O meglio lo comprendo benissimo, dal punto di vista dell'establishment eurocrate di cui fanno parte anche i dirigenti e leaders del sud Europa.

Forse ora però una differenza tra i leaders del sud e del nord c'è: quelli del sud rischiano di essere presi a pistolettate per la strada...

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