sabato 6 aprile 2013

L'unico successo di Monti, rischia di diventare un altro disastro



Qual'è l'unico vero successo del governo Monti? il suo primo intervento, la sua prima "riforma", quella sulle pensioni, fatta passare in un momento in cui i partiti erano tramortiti dallo spread. Intendiamoci: non credo che ridurre le pensioni alle prossime generazioni ad assegni da fame sia un successo. Il successo in questo caso lo intendo solo dal punto di vista contabile, e dal punto di vista montiano e dell'austerità.

E' stato forse l'unico provvedimento sociale passato liscio, liscio, senza nessun ripensamento dei partiti. E' vero che i Parlamentari hanno anche votato il fiscal compact, ma in quel caso probabilmente non avevano idea di quel che votavano (sono cose dell'Europa, chi ci capisce...). Ma sulle pensioni, insomma, sapevano cosa maneggiavano. Eppure nemmeno nel Pd hanno avuto ripensamenti. Salvo poi lamentarsi dopo (ma molto dopo) degli esodati.

E' stato pertanto l'unico argomento che in campagna elettorale, nessuno poteva contestare a Monti. Avevano messo a posto i conti, sostenevano, e tutti gli abbiamo creduto. Ma ora sembra che anche questa "riforma" sia andata a schifio e si avvii ad essere un disastro superiore anche al pesante calo del Pil.

"Una azienda con un patrimonio di 41 miliardi che nel giro di un paio d'anni ne avesse persi così tanti da farlo scendere a soli 15, verrebbe considerata sana oppure oppure desterebbe se non altro l'interesse di andarne a capire il motivo?
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l'"azienda" con questi conti disastrati si chiama Inps.

L'istituto di previdenza, infatti, aveva a fine 2011 un patrimonio di 41 miliardi, come detto, il quale si è ridotto a soli 15 in 24 mesi. Ma è a livello tendenziale che le cose peggiorano e destano ancora più preoccupazione.

Ci sono due elementi importanti da tenere in considerazione più un terzo che è addirittura determinante.

Inpdap profondo rosso

Il primo, motivo principale di questo calo del patrimonio, è relativo alla fusione recente di Inpdap e Inps, cioè il fatto che il sistema pensionistico del settore pubblico sia stato fatto confluire all'interno di quello del settore privato (operazione datata appunto 2012).
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questo matrimonio ha portato in dote al sistema pensionistico del settore privato oltre 10 miliardi di rosso,
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il grande buco dell'Inpdap - che, ribadiamo, era l'ente pensionistico dei dipendenti del settore pubblico - dipende direttamente da un elemento chiave: le pubbliche amministrazioni, da tempo e in modo diffuso, non stanno pagando del tutto i contributi pensionistici dovuti dei propri dipendenti. Si tratta di una somma stimata in circa 30 miliardi, che grava ovviamente sul bilancio già fortemente compromesso dello Stato ma che, attenzione, non è ancora stato messo agli atti, visto che proprio mediante la fusione con l'Inps è stato, per il momento, occultato.

Ora, già il fatto che le amministrazioni pubbliche non stiano versando tutti i contributi dei dipendenti, cioè che lo Stato sia moroso verso se stesso e i suoi dipendenti, è cosa che dovrebbe chiarire da sola la situazione generale.
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È come se - meglio: è - lo Stato avesse scelto di prendere un proprio ente in forte deficit ... e lo avesse inserito, come un cavallo di troia malefico, nell'altro ente (l'Inps) in cui sono i privati a far confluire i propri contributi per unire il tutto in un calderone, prossimo al collasso, sul quale far gravare un fallimento complessivo. Tra un po', in altre parole, siccome l'Inps, con il patrimonio così drasticamente intaccato e con i conti tendenziali in rosso, non potrà più erogare le pensioni, si prenderà atto della cosa dimenticandosi che buona parte di questo scenario catastrofico dipende proprio dai mancati versamenti del settore pubblico.

Baby boomers all'incasso (forse)

Il terzo elemento, anche in questo caso assente dal dibattito e dalle analisi attuali, risiede nella constatazione che proprio in questi anni, e per il prossimo quinquennio, c'è una enorme fetta del Paese a dover andare in pensione.
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Se questa massa di persone fosse messa in grado di andare dritta in pensione così come giustamente previsto, l'Inps crollerebbe in modo definitivo nel giro di qualche anno appena.
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Il tentativo neanche troppo velato, almeno per chi voglia accorgersene, è quello di evitare proprio che persone possano andare in pensione. Il che si applica facendole lavorare il più a lungo possibile, spostando sempre in là la data in cui sarà possibile andare in pensione. Con questo si otterrà il risultato di aver fatto lavorare tutta la vita le persone, facendogli versare montagne di contributi, sino al punto in cui avranno davanti ancora pochissimi anni, una volta andate in pensione, per avere indietro dallo Stato solo una piccola parte di quanto versato. Sempre che non muoiano prima sulla scrivania del proprio posto di lavoro.

I giovani sono completamente fuori

Parallelamente, il fatto che così tante persone non possano lasciare il posto di lavoro sino di fatto alla vecchiaia comporta anche l'assoluta mancanza di turnover, e dunque pochissimo accesso dei giovani al mondo del lavoro.
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ora e domani, non saranno comunque in grado di versare contributi in quantità bastante a pagare le pensioni di chi, via via, in ritardo e alla fine, comunque (per ora: almeno secondo le norme attuali) in pensione poco alla volta ci sta andando.

Il tutto, naturalmente, contribuisce a peggiorare il quadro già disastroso dell'Inps.

Dobbiamo a questo punto necessariamente correggerci. A destare preoccupazione sono le cose incerte. Mentre qui si può tranquillamente parlare di una certezza: l'Inps sta finendo nel buco nero statale e dunque le pensioni non potranno essere più erogate a breve. Molto a breve, a meno di stravolgimenti sistemici (uscita dall'Euro e ripresa della sovranità monetaria, ad esempio) che per ora comunque non sono all'orizzonte. Il che apre scenari non preoccupanti, ma terrorizzanti. Nel silenzio generale di chi sa ma non vuole far sapere."

(www.comedonchisciotte.org)

Ecco un'altra concausa della prossima possibile uscita dall'euro. Sarà necessario fare un bel po' di deficit per pagare le pensioni. E si dovrà naturalmente stampare, stampare nuove lire (o fiorini, o sesterzi o quel che si vuole...). E ho anche l'impressione che l'ingiusta "riforma" di Monti, verrà edulcorata via via che ci renderà conto che con pensioni di 250 euro (o nuove lire) al mese la gente non campa.

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